Archimede: differenze tra le versioni

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L'unica cosa certa è che egli fu veramente in contatto con Conone (come si evince dal rimpianto per la sua morte espresso in alcune opere<ref>Cfr. l'incipit delle opere ''[[Quadratura della parabola]]'' e ''[[Sulle spirali]]''</ref>) che però potrebbe aver conosciuto in Sicilia. Tenne corrispondenza con vari scienziati di Alessandria, tra cui [[Eratostene di Cirene|Eratostene]], al quale dedicò il trattato ''Il metodo'' e [[Dositeo (matematico)|Dositeo]]. Un esempio valido pervenutoci sulla collaborazione tra lo scienziato e gli alessandrini è la lettera di premessa al trattato ''Sulle spirali''.<ref>{{Cita libro|autore=Lucino Canfora|titolo=Storia della Letteratura Greca|anno=1989|editore=Laterza|città=|p=474|ISBN=88-421-0205-9}}</ref>
 
Secondo [[Plutarco]] era imparentato con il monarca [[Gerone II]].<ref name=P147>{{cita|Plutarco|14, 7}}.</ref> La tesi è controversa ma trova riscontro nella stretta amicizia e stima che, anche secondo altri autori, li legava. La data di nascita non è certa. Viene di solito accettata quella del [[287 a.C.]], sulla base dell'informazione, riferita dall'erudito bizantino [[Giovanni Tzetzes]], che fosse morto all'età di settantacinque anni.<ref>''Chiliades'', II, ''Hist.'' 35, 105</ref> Non si sa però se Tzetzes si basasse su fonti attendibili ora perdute o avesse solo tentato di quantificare il dato, riportato da vari autori, che Archimede fosse vecchio al momento dell'uccisione. L'ipotesi che fosse figlio di un astronomo siracusano di nome Fidia (altrimenti sconosciuto) è basata sulla ricostruzione di una frase di Archimede effettuata dal filologo [[Friedrich Blass]], contenuta nell{{'}}''[[Arenario]]'', che nei manoscritti era giunta corrotta e priva di senso.<ref>''Astr. Nachr.'' 104 (1883), n. 2488, p. 255</ref> Se questa ipotesi è corretta, si può pensare che abbia ereditato dal padre l'amore per le scienze esatte.<ref>{{cita|Geymonat|p. 16|geymonat}}.</ref>
 
[[File:Scuola di atene 23.jpg|thumb|left|Archimede intento a studiare la geometria in un particolare de ''[[La scuola di Atene]]'' di [[Raffaello]]; ha le sembianze di [[Donato Bramante]]. Per alcuni storici questa figura corrisponderebbe però ad [[Euclide]]]]
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[[File:Edouard Vimont (1846-1930) Archimedes death.jpg|thumb|left|La morte di Archimede]]
[[File:Tomba archimede.JPG|thumb|[[Presunta tomba di Archimede]] a [[Siracusa]]]]
La leggenda ha tramandato ai posteri anche le ultime parole del matematicodi Archimede, rivolte al soldato che stava per ucciderlo: «''noli, obsecro, istum disturbare''» (''non rovinare, ti prego, questo disegno'').<ref>Il primo autore che riporta una frase pronunciata da Archimede prima di morire è [[Valerio Massimo]] (''Factorum et dictorum memorabilium libri IX'', VIII, 7, 7)</ref> [[Plutarco]], dal canto suo, narra<ref name="cita-Plutarco-19">{{cita|Plutarco|19}}.</ref> tre differenti versioni della morte di Archimede.
 
Nella prima afferma che un soldato romano avrebbe intimato ad Archimede di seguirlo da Marcello; al suo rifiuto il soldato lo avrebbe ucciso.