Libero Grassi: differenze tra le versioni
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|Attività = imprenditore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , ucciso dalla [[Cosa nostra|mafia]] dopo aver intrapreso un'azione solitaria contro
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Dopo aver avuto alcuni problemi con la fabbrica di famiglia, viene anche preso di mira da [[Cosa nostra]], che pretende il pagamento del [[pizzo]]. Libero Grassi ebbe il coraggio di opporsi alle richieste di [[racket]] della [[mafia]], e di uscire allo scoperto denunciando gli estorsori. I suoi dipendenti lo aiutano facendo scoprire degli emissari, ma la situazione peggiora.
La condanna a morte di Grassi arriva con la pubblicazione sul ''[[Giornale di Sicilia]]'' di una lettera sul suo rifiuto a cedere ai ricatti della mafia. La sua lotta prosegue in televisione, intervistato da [[Michele Santoro]] a ''[[Samarcanda (programma televisivo)|Samarcanda]]'' su [[Rai Tre]], e anche su una rivista tedesca colpita dal suo comportamento positivo volto a denunciare i mafiosi. Libero Grassi fu lasciato solo nella sua lotta contro la mafia, anzi venne accusato di fare una "tammuriata" (clamore) per un problema che non esisteva. Per questo fu assassinato, il [[29 agosto]] [[1991]]. Il [[20 settembre]] [[1991]], Santoro e [[Maurizio Costanzo]] dedicano una serata televisiva a reti unificate ([[Rai Tre]] e [[Canale 5]]) alla figura di Libero Grassi.
Per il suo [[omicidio]] sono stati condannati nel [[2004]] vari boss, tra cui [[Totò Riina]], [[Bernardo Provenzano]] e [[Pietro Aglieri]].
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