Stalin e antisemitismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: numeri di pagina nei template citazione e modifiche minori
Riga 4:
 
== I primi anni ==
Nato in Georgia, Stalin conobbe pochi rivoluzionari di origine ebraica durante i primi anni della sua attività politica.<ref name="Pinkus 1990, 143-144">{{Cita|Pinkus|pp. 143–144143-144|PB1990}}.</ref> Seppur militante nella fazione bolscevica del [[Partito Operaio Socialdemocratico Russo]], non partecipò ad alcun congresso fino al 1905.
 
Attivi sia tra i bolscevichi che tra i menscevichi, gli ebrei avevano un peso maggiore tra questi ultimi. Stalin esaminò le proporzioni delle etnie rappresentate in entrambe le parti, come si vede dal rapporto sul Congresso pubblicato nel 1907 su ''Bakinsky rabochy'', che riporta la battuta su "un piccolo pogrom" attribuito da Stalin a [[Grigorij Aleksinskij]]:
Riga 12:
Anche se i bolscevichi consideravano ogni attività religiosa una superstizione antiscientifica e un retaggio del vecchio ordine precomunista, il nuovo ordine politico stabilito dopo la rivoluzione doveva fare i conti con secoli di [[Antisemitismo nell'Impero Russo|antisemitismo sotto i Romànov]].
 
Nel 1918 un decreto del [[Consiglio dei commissari del popolo dell'Unione Sovietica|Consiglio dei commissari del popolo]] condannò ogni forma di antisemitismo e invitò gli operai e i contadini a contrastarlo;<ref name="Pinkus 1990, 85">{{Cita|Pinkus|p. 85|PB1990}}.</ref> anche Lenin continuò a pronunciarsi contro l'antisemitismo.<ref>{{Cita|Lenin|pp. 252–253252-253|Lenin1919}}.</ref> Le campagne informative in merito furono condotte all'interno dell'[[Armata Rossa]] e sui luoghi di lavoro. Nella legislazione sovietica fu introdotta una disposizione che vietava l'incitamento alla propaganda contro qualsiasi etnia.<ref name="Pinkus 1990, 85"/> In questo periodo nell'URSS furono aperte diverse istituzioni culturali laiche sponsorizzate dallo stato, sia di cultura yiddish, come il Teatro ebraico statale di Mosca, sia di altre minoranze.
 
In qualità di commissario del popolo per le nazionalità, Stalin fu il membro del gabinetto responsabile degli affari delle minoranze. Nel 1922 fu eletto il primo [[Segretario generale del PCUS|segretario generale del partito]], un incarico non ancora considerato il più alto nel governo sovietico.
 
Lenin iniziò a criticare Stalin poco dopo. Nelle sue lettere del dicembre 1922, pubblicate nel [[Testamento di Lenin|Testamento]], l'ormai malato Lenin (la cui salute precipitò nel 1923-1924) criticò Stalin e [[Feliks Ėdmundovič Dzeržinskij|Dzeržinskij]] per il loro atteggiamento sciovinista nei confronti della nazione georgiana durante l'[[affare georgiano]]<ref>{{Cita libro|autore= V. I. Lenin|url=http://www.marxists.org/archive/lenin/works/1922/dec/testamnt/autonomy.htm|titolo=The Question of Nationalities or "Autonomisation"|opera=Lenin Collected Works|volume=36|città=Mosca|editore=Progress Publishers|pp=593–611593-611|accesso=23 febbraio 2011}}</ref> e consigliò al partito di rimuovere Stalin dall'incarico di segretario generale. La divulgazine delle lettere e della raccomandazione fu impedita dallo stesso Stalin e dai suoi sostenitori: non furono pubblicate in Unione Sovietica fino alla destalinizzazione del 1956.<ref>{{Cita libro|autore= V. I. Lenin|url=http://www.marxists.org/archive/lenin/works/1922/dec/testamnt|titolo='Last Testament' Letters to the Congress|opera=Lenin Collected Works|volume=36|città=Mosca|editore=Progress Publishers|pp=593–611593-611|accesso=23 febbraio 2011}}</ref>
 
Dopo la morte di Lenin il 21 gennaio 1924, il partito mantenne ufficialmente il principio della leadership collettiva, ma Stalin superò presto i suoi rivali nel [[Politbüro]] del Comitato Centrale; collaborando inizialmente con [[Grigory Zinoviev|Grigòry Zinòviev]] e [[Lev Kamenev|Lev Kàmenev]], riuscì a emarginare il rivale [[Leon Trotsky|Leòn Tròtsky]]. Nel 1929 emarginò di fatto anche Zinoviev e Kamenev, costringendoli entrambi a sottomettersi alla sua autorità, mentre l'intransigente Trotsky fu costretto all'esilio.
Riga 37:
 
=== La Grande purga ===
Il periodo repressivo di massa più duro, la [[Grande Purga|Grande purga]] (o Grande terrore) di Stalin, fu lanciato nel 1936-1937 e comportò l'esecuzione di oltre mezzo milione di cittadini sovietici accusati di tradimento, terrorismo e altri crimini antisovietici. La campagna di purghe prese di mira in particolare gli ex oppositori di Stalin e [[vecchi bolscevichi]], inclusa l'[[Purga del Partito Comunista Sovietico|epurazione su larga scala del Partito Comunista]], la repressione dei contadini ''[[kulaki]]'', dei leader dell'Armata Rossa e dei comuni cittadini, tutti accusati di aver cospirato contro l'amministrazione di Stalin.<ref name="Figes">{{Cita libro|cognome=Figes|nome=Orlando|anno=2007|titolo=The Whisperers: Private Life in Stalin's Russia|città=New York|editore=Metropolitan|pp=227–315227-315|ISBN=0-312-42803-0}}</ref> Sebbene molte delle vittime della Grande purga fossero ebrei etnici o religiosi, durante questa campagna non furono presi di mira come gruppo etnico (secondo quanto riportato da Mikhaìl Baitàlsky,<ref>Baitalsky, Mikhail "Russkii evrei vchera i segodnia", unpublished manuscript. Citato in {{Cita libro|nome=Roy|cognome=Medvedev|anno=1989|titolo=Let History Judge: The Origins and Consequences of Stalinism|url=https://archive.org/details/lethistoryjudgeo0000medv|traduttore=George Shriver|città=New York|editore=Columbia University Press|p=[https://archive.org/details/lethistoryjudgeo0000medv/page/563 563]|ISBN=978-0-231-06350-0}}.</ref> Gennàdy Kostyrchènko,<ref>{{Cita libro|cognome=Igolkin|nome=Alexander|anno=2002|url=http://nash-sovremennik.ru/p.php?y=2002&n=5&id=15|titolo=Умение ставить вопросы|opera=Наш современник|numero=5|accesso=4 febbraio 2011|lingua=ru}}</ref> David Priestland,<ref>{{Cita libro|cognome=Priestland|nome=David|anno=2009|titolo=The Red Flag: A History of Communism|url=https://archive.org/details/redflaghistoryof0000prie|città=New York|editore=Grove Press|p=[https://archive.org/details/redflaghistoryof0000prie/page/282 282]|ISBN=978-0-8021-1924-7}}.</ref> Jeffrey Veidlinger,<ref>{{Cita libro|cognome=Veidlinger|nome=Jeffrey|anno=2000|titolo=The Moscow State Yiddish Theater: Jewish Culture on the Soviet Stage|città=Bloomington|editore=Indiana University Press|pp=10–1110-11|ISBN=978-0-253-33784-9}}</ref> [[Roj Medvedev|Roj Medvèdev]]<ref>{{Cita libro|cognome=Medvedev|nome=Roy|anno=1989|titolo=Let History Judge: The Origins and Consequences of Stalinism|url=https://archive.org/details/lethistoryjudgeo0000medv|traduttore=George Shriver|città=New York|editore=Columbia University Press|p=[https://archive.org/details/lethistoryjudgeo0000medv/page/562 562]|ISBN=978-0-231-06350-0}}</ref> e [[Edvard Radzinskij|Edvard Radzìnskij]]<ref name="rad97">{{Cita libro|nome=Edvard|cognome=Radzinsky|titolo=Stalin|lingua=ru|città=Mosca|editore=Vagrius|anno=1997|ISBN=5-264-00574-5}}; [http://kulichki.com/moshkow/PXESY/RADZINSKIJ/stalin.txt available online]. Translated version: "Stalin", 1996, {{ISBN|0-385-47397-4}} (hardcover), 1997, {{ISBN|0-385-47954-9}} (paperback) Ch. 24</ref>).
 
=== Il patto Molotov-Ribbentrop ===
Durante l'incontro con il ministro nazista [[Joachim von Ribbentrop]] Stalin promise di sbarazzarsi della "dominazione ebraica", soprattutto nelle file dell'''intellighenzia''.<ref>{{Cita libro|autore=Alexander Nikolaevich Yakovlev|titolo=Twilight|città=Mosca|anno=2003|ISBN=5-85646-097-9|p=208|lingua=ru}}</ref> Dopo aver licenziato [[Maksim Litvinov|Maksìm Litvìnov]] nel 1939,<ref name="herf56" /> ordinò immediatamente al ministro degli Esteri entrante [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Mòlotov]] di "rimuovere gli ebrei dal ministero", per tenere a freno [[Hitler]] e segnalare alla Germania nazista che l'URSS era pronta ai colloqui di non aggressione.<ref name="herf56">{{Cita libro|cognome=Herf|nome=Jeffrey|titolo=The Jewish Enemy: Nazi Propaganda During World War II and the Holocaust|url=https://archive.org/details/jewishenemynazip0000herf|editore=Harvard University Press|anno=2006|ISBN=0-674-02175-4|pp=[https://archive.org/details/jewishenemynazip0000herf/page/56 56]}}</ref><ref>Alastair Kocho-Williams, "The Soviet diplomatic corps and Stalin's purges." ''Slavonic and East European Review'' 86.1 (2008): 90-110.</ref><ref name="resis35">{{Cita pubblicazione|cognome=Resis|nome=Albert|titolo=The Fall of Litvinov: Harbinger of the German-Soviet Non-Aggression Pact|rivista=Europe-Asia Studies|data=2000|volume=52|numero=1|jstor=153750|ppp=35|doi=10.1080/09668130098253}}</ref><ref>{{Cita libro|cognome=Moss|nome=Walter|titolo=A History of Russia: Since 1855|url=https://archive.org/details/historyofrussiav0000walt|editore=Anthem Press|anno=2005|ISBN=1-84331-034-1|p=[https://archive.org/details/historyofrussiav0000walt/page/283 283]}}</ref>
 
Le tendenze antisemite nelle politiche di Stalin furono alimentate dalla sua lotta contro Leon Trotsky e dalla sua base globale di appoggio.<ref name="roi103">{{Cita libro|autore-capitolo=Iakov Etinger|anno=1995|capitolo=The Doctors' Plot: Stalin's Solution to the Jewish Question|autore=Yaacov Ro'i|titolo=''Jews and Jewish Life in Russia and the Soviet Union''. |città=Londra|editore=Frank Cass|ISBN=0-7146-4619-9|pp=103–106103-106}}</ref><ref>{{Cita libro|cognome=Rappaport|nome=Helen|titolo=Joseph Stalin: A Biographical Companion|editore=ABC-CLIO|anno=1999|ISBN=1-57607-084-0|p=297}}</ref> Alla fine degli anni '30, '40 e '50 le posizioni di potere nell'apparato statale venivano assegnate a sempre meno ebrei, con un netto calo della rappresentanza ebraica nelle alte sfere: la percentuale di ebrei in posizioni di potere scese al 6% nel 1938 e al 5% nel 1940.<ref name="Stalin 2003">{{Cita libro|autore=Gennady Коstyrchenko|titolo=Stalin's secret policy: Power and Antisemitism|anno=2003}}</ref>
 
=== Trasferimento e deportazione degli ebrei durante la guerra ===
Riga 50:
L'[[Olocausto]] provocò l'uccisione di milioni di ebrei nell'Europa occupata dai nazisti, lasciò altri milioni di senzatetto e sfollati, fece crescere la preoccupazione internazionale per la situazione del popolo ebraico. Tuttavia, il trauma diede nuova vita al concetto di un popolo ebraico unito, diventando così il catalizzatore della rinascita dell'idea sionista di uno stato ebraico.
 
La Regione autonoma ebraica si rianimò quando il governo sovietico incentivò la migrazione di ben 10.000 ebrei dell'Europa orientale nel 1946-1948.<ref name="Weinberg 1998, 72-75">{{Cita|Weinberg|pp. 72–7572-75|WR1998}}.</ref> All'inizio del 1946 il Consiglio dei ministri dell'URSS annunciò un piano per la costruzione di nuove infrastrutture e [[Michail Kalinin|Michaìl Kalìnin]] dichiarò di considerare ancora la regione come uno "stato nazionale ebraico" capace di rinascere attraverso la "fatica creativa".<ref name="Weinberg 1998, 72-75"/>
 
=== Israele ===
Riga 71:
A Birobidzhan le varie istituzioni culturali ebraiche sorte con la precedente politica di sostegno di Stalin alla "cultura ebraica proletaria" negli anni '30 furono chiuse tra la fine del 1948 e l'inizio del 1949; tra queste il teatro Kaganovich, una casa editrice yiddish, il quotidiano ''Birobidzhan'', la biblioteca di libri yiddish ed ebraici e le scuole ebraiche locali.<ref>{{Cita|Pinkus|p. 193|PB1990}}.</ref> Lo stesso accadde ai restanti teatri yiddish di tutta l'URSS.
 
Ai primi di febbraio del 1949 il microbiologo [[Nikolaj Gamaleja|Nikolàj Gamalèya]], vincitore del Premio Stalin, pioniere della batteriologia e membro dell'Accademia delle Scienze, scrisse una lettera indirizzata a Stalin protestando contro il crescente antisemitismo: "A giudicare dalle indicazioni assolutamente incontestabili ed evidenti, la ricomparsa dell'antisemitismo non viene dal basso né dalle masse... ma dall'alto, dalla mano invisibile di qualcuno".<ref>{{Cita libro|autore-capitolo=Nikolay Gamaleya|capitolo=Letter to J. V. Stalin|sito=Archive of the President of the Russian Federation|autore=Arkady Vaksberg|anno=2003|titolo=Iz ada v ray i obratno: yevreyskiy vopros po Leninu, Stalinu i Solzhenitsynu|città=Mosca|editore=Olimp|pp=344–346344-346|ISBN=978-5-7390-1235-7|lingua=ru}}</ref> Lo scienziato novantenne scrisse di nuovo a Stalin a metà febbraio menzionando ancora una volta il crescente antisemitismo. Morì a marzo senza aver ricevuto risposta.<ref name="Vaksberg 2003, 344-346">{{Cita libro|cognome=Vaksberg|nome=Arkady|anno=2003|titolo=Iz ada v ray i obratno: yevreyskiy vopros po Leninu, Stalinu i Solzhenitsynu|città=Mosca|editore=Olimp|pp=344–346344-346|ISBN=978-5-7390-1235-7|lingua=ru}}</ref>
 
Durante la notte tra il 12 e il 13 agosto 1952, ricordata come la "[[notte dei poeti assassinati]]", tredici dei più importanti scrittori yiddish dell'Unione Sovietica furono giustiziati per ordine di Stalin: tra le vittime ci furono [[Peretz Markish]], [[David Bergelson]] e [[Itzik Fefer]]. In una sessione del [[Politbüro]] del 1º dicembre 1952 Stalin annunciò: "Ogni nazionalista ebreo è un agente dei servizi segreti americani. I nazionalisti ebrei pensano che la loro nazione sia stata salvata dagli USA... Pensano di essere in debito con gli americani. Tra i medici ci sono molti nazionalisti ebrei".<ref>{{Cita libro|cognome=Lindemann|nome=Albert S.|cognome2=Richard|nome2=S. Levy|anno=2010|titolo=Antisemitism: A History|url=https://archive.org/details/antisemitismhist0000unse|città=New York|editore=Oxford University Press|pp=[https://archive.org/details/antisemitismhist0000unse/page/187 187]-188|ISBN=978-0-19-923503-2}}</ref>
 
Una forte campagna per rimuovere silenziosamente gli ebrei dalle posizioni di potere all'interno dei servizi di sicurezza dello stato fu condotta nel 1952-1953. Gli storici russi Zhores e Roy Medvedev scrivono che secondo il responsabile del [[Ministero degli affari interni (Russia)|ministero degli interni]] [[Pavel Sudoplatov|Sudoplàtov]], "tutti gli ebrei sono stati rimossi contemporaneamente dalla guida dei servizi di sicurezza, anche quelli in posizioni molto elevate. A febbraio le espulsioni anti-ebraiche si estesero ai rami regionali del [[Ministero per la sicurezza dello Stato (Unione Sovietica)|MGB]]. Il 22 febbraio a tutte le direzioni regionali del MGB è stata inviata una direttiva segreta che ordinava il licenziamento immediato di tutti i dipendenti ebrei del MGB, indipendentemente dal grado, età o stato di servizio".<ref>{{Cita|Medvedev|p. 43|MM2006}}.</ref>
 
Il mondo esterno al regime non fu all'oscuro di questi sviluppi, e anche i membri di spicco del Partito Comunista USA si lamentarono della situazione. Nel libro di memorie ''Being Red'', lo scrittore americano e noto comunista [[Howard Fast]] ricorda un incontro con lo scrittore sovietico e delegato del Congresso mondiale per la pace [[Aleksandr Aleksandrovič Fadeev|Aleksàndr Fadèev]], durante il quale Fadeev ribadì che "non c'è antisemitismo nell'Unione Sovietica", nonostante le prove "che almeno otto figure ebraiche di spicco dell'Armata Rossa e del governo erano state arrestate con quelle che sembravano accuse inventate. I giornali in lingua yiddish erano soppressi e le scuole che insegnavano l'ebraico chiuse».<ref>{{Cita libro|cognome=Fast|nome=Howard|anno=1994|titolo=Being Red: A Memoir|url=https://archive.org/details/beingredmemoir0000fast|città=Armon, New York|editore=M. E. Sharpe|pp=[https://archive.org/details/beingredmemoir0000fast/page/217 217]–218|ISBN=978-1-56324-499-5}}</ref>
 
=== Complotto dei medici ===
Secondo prove secondarie e memorie, il caso del complotto dei medici aveva lo scopo di innescare repressioni di massa e deportazioni di ebrei, simili alle [[Deportazioni dei popoli in URSS|deportazioni]] di molte altre minoranze etniche, ma il piano non fu realizzato a causa della morte improvvisa di Stalin. Sia [[Žores Medvedev|Žorès Medvèdev]] che Gennady Kostyrchenko scrissero di non aver trovato documenti a riprova del piano di espulsione,<ref>{{Cita|Medvedev|pp. 238–239238-239|MM2006}}.</ref> ma la questione rimane aperta.<ref>{{Cita web|autore=Samson Madiyevsky|url=https://lechaim.ru/ARHIV/105/madie.htm|titolo=1953 год: ПредстоЯла ли советским евреЯм депортациЯ?"|lingua=ru}}</ref>
 
Secondo Louis Rapoport, il genocidio doveva iniziare con l'esecuzione pubblica dei medici arrestati e i "successivi incidenti", come «gli attacchi agli ebrei orchestrati dalla polizia segreta, la pubblicazione della dichiarazione da parte di ebrei di spicco e una marea di lettere che chiedevano che venisse intrapresa un'azione, a cui sarebbe seguito un programma di genocidio diviso in tre fasi. Primo, quasi tutti gli ebrei sovietici... sarebbero stati spediti nei campi a est degli Urali... Secondo, le autorità avrebbero messo i leader ebrei l'uno contro l'altro... Anche la MGB avrebbe cominciato a uccidere l'élite nei campi come gli scrittori yiddish nell'anno precedente... L'ultimo atto sarebbe stato "sbarazzarsi del resto"».<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=The Soviet "Doctors' Plot"—50 years on|autore= A. Mark Clarfield|rivista=British Medical Journal|data=2002|volume=325|numero=7378|pp=1487–14891487-1489|doi= 10.1136/bmj.325.7378.1487}}</ref>
 
Nel 1953, poco prima della morte di Stalin, furono costruiti quattro grandi campi in Siberia meridionale e occidentale, e correva voce che fossero destinati agli ebrei.<ref name="brent295">Brent & Naumov 2003, p. 295.</ref> Sarebbe nata una commissione speciale per pianificare la deportazione degli ebrei in questi campi.<ref name="brackman388">{{Cita libro|cognome=Brackman|nome=Roman|titolo=The Secret File of Joseph Stalin: A Hidden Life |url=https://archive.org/details/secretfileofjose0000brac|editore=Frank Cass Publishers|anno=2001|ISBN=978-0-7146-5050-0|p=[https://archive.org/details/secretfileofjose0000brac/page/388 388]}}</ref><ref name="brent47">Brent & Naumov 2003, pp. 47–48, 295.</ref><ref name="eisenstadt">Eisenstadt, Yaakov, ''Stalin's Planned Genocide'', 22 Adar 5762, March 6, 2002.</ref> Nikolàj Poliakòv, segretario della Commissione per la deportazione, dichiarò anni dopo che secondo il piano iniziale di Stalin la deportazione doveva iniziare a metà febbraio 1953, ma il compito immane di compilare gli elenchi di ebrei non era stato ancora completato.<ref name="brackman388"/><ref name=eisenstadt/> Gli ebrei "purosangue" dovevano essere deportati per primi, seguiti dai "meticci" (''polukròvki'').<ref name="brackman388"/> Prima della sua morte nel marzo 1953, Stalin avrebbe pianificato l'esecuzione degli imputati del complotto dei dottori già sotto processo nella piazza Rossa nel marzo 1953, e poi si sarebbe presentato come salvatore degli ebrei sovietici mandandoli nei campi, lontani dalla paventata furia della popolazione russa.<ref name="brackman388"/><ref name="brent298">Brent & Naumov 2003, pp. 298–300.</ref><ref>{{Cita libro|autore=Aleksandr Solženicyn|wkautore=Aleksandr Isaevič Solženicyn|titolo=Arcipelago Gulag|anno=1973}}</ref> Esistono altre dichiarazioni che descrivono alcuni aspetti di questa espulsione pianificata.<ref name=eisenstadt/>
 
Altre purghe simili contro gli ebrei furono organizzate nei paesi del blocco orientale, come il [[processo Slánský]] di Praga. In quel periodo gli ebrei sovietici venivano definiti "persone di etnia ebraica".<ref name="Sarnov">{{Cita libro|autore=Benedikt Sarnov|titolo=Our Soviet Newspeak: A Short Encyclopedia of Real Socialism|città=Mosca|anno=2002|ISBN=5-85646-059-6|capitolo=Persons of Jewish ethnicity|pp=287–293287-293}}</ref><ref name="RFERL">{{Cita web|url=http://www.svobodanews.ru/content/article/411203.html|titolo=Person of Jewish ethnicity|accesso=12 giugno 2023|dataarchivio=2 marzo 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120302022608/http://www.svobodanews.ru/content/article/411203.html|urlmorto=sì}}</ref> Il preside del dipartimento di marxismo-leninismo di un'università sovietica spiegò questa politica ai suoi studenti: "Uno di voi ha chiesto se la nostra attuale campagna politica può essere considerata antisemita. Il compagno Stalin disse «Odiamo i nazisti non perché sono tedeschi, ma perché hanno portato enormi sofferenze alla nostra terra. Lo stesso si può dire degli ebrei.»"<ref name="Sarnov"/> Fu anche detto che al momento della morte di Stalin "nessun ebreo in Russia poteva sentirsi al sicuro".<ref name="CorinFiehn2015">{{Cita libro|autore=Chris Corin|autore2=Terry Fiehn|titolo=AQA A-level History: Tsarist and Communist Russia 1855-1964|url=https://books.google.com/books?id=YjTrCQAAQBAJ&q=antisemitism|data=31 luglio 2015|editore=Hodder Education|ISBN=978-1-4718-3782-1}}</ref> Per tutto questo tempo i media sovietici evitarono l'antisemitismo palese continuando a parlare di funzionari puniti per il loro comportamento antisemita.<ref>{{Cita libro|titolo=On Stalin's Team|url=https://archive.org/details/onstalinsteamyea0000fitz_q7p4|autore=Sheila Fitzpatrick|editore=Melbourne University Press |città=Carlton|anno=2015|p=[https://archive.org/details/onstalinsteamyea0000fitz_q7p4/page/217 217]}}</ref>
 
== Collaboratori e famiglia ==
Riga 112:
* {{Cita libro|autore=Louis Rapoport|anno=1990|titolo=Stalin's War Against the Jews|url=https://archive.org/details/stalinswaragains0000rapo|ISBN=0-02-925821-9}}
* {{Cita libro|autore=Emil Draitser|anno=2008|titolo=Shush! Growing up Jewish under Stalin|url=https://archive.org/details/shushgrowingupje0000drai|ISBN=978-0-520-25446-6}}
* {{Cita pubblicazione|url=https://www.cambridge.org/core/services/aop-cambridge-core/content/view/99945786B60F74C869F8F1E36BE7280E/S0037677900158966a.pdf/origins_and_development_of_soviet_antisemitism_an_analysis.pdf|autore=William Korey|titolo=The Origins and Development of Soviet Anti-Semitism: An Analysis.|rivista=Slavic Review|volume=31|numero=1|anno=1972|pp=111–135111-135|jstor=2494148}}
* {{Cita pubblicazione|url=https://www.jstor.org/stable/43059911|autore=Michael Ginsburg|titolo=Reviewed Work: The Jews in the Soviet Union|altri=Solomon M. Schwarz, Alvin Johnson|editore=Syracuse University Press|annooriginale=1951|rivista=Publications of the American Jewish Historical Society|volume=42|numero=4|anno=1953|pp=442–449442-449}}
* {{Cita libro|url=https://library.oapen.org/bitstream/handle/20.500.12657/46043/external_content.pdf?sequence=1&isAllowed=y|curatore=András Kovács|titolo=Communism’s Jewish Question|opera=Jewish Issues in Communist Archives|anno=2017|editore=Walter de Gruyter|formato=PDF|ISBN=978-3-11-041159-1}}