Beat Generation: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua}}
{{L|Scienze sociali|luglio 2017|La pagina tratta quasi esclusivamente del Beat in Italia trascurando, o quasi, l'argomento in altri stati}}
La '''Beat Generation''' fu un movimento giovanile che trovò anche una sua espressione in campo [[arte|artistico]], [[poesia|poetico]] e [[letteratura|letterario]] sviluppatosi dal [[dopoguerra|secondo dopoguerra]] e principalmente negli [[anni 1950|anni cinquanta]] negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti
== Storia ==
Il movimento nasce da un gruppo di scrittori
I movimenti sottoculturali del [[Sessantotto|maggio 1968]], tra cui l'[[Guerra del Vietnam#Opposizione alla guerra|opposizione alla guerra del Vietnam]] e gli [[hippy]] di [[Università della California - Berkeley|Berkeley]] e [[Festival di Woodstock|Woodstock]], hanno le loro radici nella Beat Generation. Esempio della ribellione giovanile degli anni cinquanta, come la «[[gioventù bruciata]]»<ref>Termine {{Treccani|beat1|«beat»|v=sì|accesso=31 gennaio 2016}}</ref>, è stata costituita da individui ostentatamente ribelli, asociali, anticonformisti, oscillanti fra l’esistenzialismo e lo zenismo.
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[[File:Gianni Milano anni sessanta.jpg|thumb|[[Gianni Milano]]]]
A differenza di quello che avvenne negli
Vennero pubblicati soltanto i primi due volumi, "I denti cariati e la patria" di Antonio Infantino e l'Antologia del Beatnick's Clan di Monza. Mentre non vennero mai mandati alle stampe la raccolta di Poppi Ranchetti "Sui cessi rotti della guerra", "Poesie quasi d'amore" di Carlo Silvestro, "I giardini di asfalto" di Pier Franco Mercenaro.</ref>.
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=== La musica ===
{{vedi anche|Musica beat in Italia}}
Alla fine degli anni sessanta si scatenò in Italia un enorme fiorire di complessi il cui stile veniva definito [[Musica beat in Italia|musica beat]]. La terminologia precisa di questa definizione nel paese non è mai stata particolarmente precisa così come la sua influenza effettiva dalla beat generation
Tra i numerosi complessi italiani definiti beat vi furono l'[[Equipe 84]], i [[Dik Dik]], [[I Corvi (gruppo musicale)|I Corvi]], [[I Camaleonti]], i [[Nomadi]], i [[The Rokes]], [[I Delfini (gruppo musicale)|I Delfini]], [[New Dada|I New Dada]], il duo [[Franco IV e Franco I]] insieme ad altri gruppi che divennero ''cult'' in seguito alla loro riscoperta nei decenni successivi come [[I Tubi Lungimiranti]], [[I Fantom's]] o [[Gli Astrali]] sono solo alcuni tra gli esponenti, e di solisti: [[Riki Maiocchi]], [[Ugolino (cantante)|Ugolino]]. [[Gian Pieretti]], [[Patty Pravo]], [[Caterina Caselli]] ed altri.
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Il film ''Pull My Daisy'', del [[1959]], di [[Robert Frank]] e [[Alfred Leslie]], è ritenuto il manifesto del cinema beat: la voce fuori campo è di [[Jack Kerouac]] e fra gli attori compaiono [[Peter Orlovsky]], [[Allen Ginsberg]] e [[Gregory Corso]]. La breve narrazione (di 28 minuti) di una divagante chiacchierata tra amici gioca sul cortocircuito tra modi e strutture della finzione e istanze di realismo documentario.
Il film ''[[The Beat Generation]]'', anch'esso del [[1959]], considerato uno degli ultimissimi [[film noir]], è incentrato sulle indagini alla ricerca di uno stupratore seriale che frequenta il mondo dei beat, il film, prodotto dalla [[Metro-Goldwyn-Mayer|MGM]] rappresenta in maniera estremamente sensazionalistica la controcultura beat. Similmente il film ''[[The Beatniks]]'' dell'anno seguente sfrutta semplicemente il termine "beatnik" come un sinonimo di malvivente, stessa cosa per il film
Nel [[1960]] esce ''[[La nostra vita comincia di notte]] (The Subterraneans)'', di [[Ranald MacDougall]], trasposizione del romanzo ''[[I sotterranei]]'' di Kerouac. La pellicola è stata uno dei pochissimi tentativi di Hollywood di sfruttare il fenomeno dei beat. Ma la pellicola fu un [[Flop|insuccesso]] di pubblico e ancora più di critica per la visione eccessivamente "hollywoodiana", ammorbidita e stereotipata della controcultura beat e del romanzo di Kerouac a tal punto da modificare il personaggio di Mardou Fox, amante del protagonista, da
Nel [[1987]] esce ''The Beat Generation: An American Dream'', con Burroughs, Cassady, Corso, Kerouac, Ginsberg e Ferlinghetti.
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