Marco Polo: differenze tra le versioni
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Il primo avo di cui si abbia notizia è l'omonimo prozio, che prese del denaro in prestito e comandò una nave a [[Costantinopoli]].<ref name="B25">{{cita|Bergreen 2007|p. 25}}.</ref><ref name="Rugoff">{{Cita libro|titolo=Marco Polo |url=https://books.google.hr/books?id=if-BBgAAQBAJ |nome=Milton |cognome=Rugoff |editore=New Word City |anno=2015 |isbn=978-1-61230-838-8}}</ref> Il nonno di Marco, Andrea, abitava in contrada [[Chiesa di San Felice (Venezia)|San Felice]] ed ebbe tre figli: Marco "il Vecchio", [[Matteo Polo|Matteo]] e [[Niccolò Polo|Niccolò]], padre di Marco.<ref name="B25" /><ref>{{cita libro|url_capitolo= https://www.archive.org/stream/iviaggidimarcop00pasigoog#page/n499/mode/2up |capitolo= Albero genealogico della famiglia Polo |curatore= Lodovico Pasini |anno= 1847 |titolo= I viaggi di Marco Polo veneziano |p= 427 }}</ref>
Nel [[1260]], Niccolò e Matteo, a quel tempo in affari a Costantinopoli (allora parte dell'[[Impero latino d'Oriente]] e controllata dai veneziani), cambiarono i loro averi in gemme e partirono per un viaggio attraverso l'[[Asia]]. Passando per [[Bukhara]] e il [[Turkestan]] cinese, raggiunsero la [[Cina]], arrivando alla corte del neo-nominato [[Khagan]] ([[Impero mongolo|imperatore mongolo]]) [[Kublai Khan]] (regno 1260-[[1294]]). L'azzardo dei fratelli Polo fu per loro provvidenziale: nel [[1261]], infatti, [[Michele VIII Paleologo]] riconquistò Costantinopoli, rifondando l'[[Impero bizantino]], ed epurò la città dai Veneziani.<ref>{{cita|Zorzi 2000}}.</ref> Niccolò e Matteo ripartirono per l'Occidente nel [[1266]], arrivando a [[Roma]] nel [[1269]] con un'ambasciata del [[Gran Khan]], che richiedeva al [[Papa]] missionari per la [[Mongolia]].<ref name="WB">{{cita|Parker, 2004|pp.
{{discendenza
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Marco Polo fece ritorno a Venezia solo 24 anni dopo essere partito, il 9 novembre 1295.<ref>{{cita|Zorzi 2000|Cronologia finale}}.</ref> Secondo Ramusio, a convincere i parenti, increduli dell'identità dei tre, furono i preziosi nascosti tra gli abiti.<ref>G.B. Ramusio, ''Delle navigationi et viaggi'', Roma, 1954 (a cura di R. Giani).</ref>
Secondo una diffusa leggenda, il [[5 settembre]] [[1298]] Marco Polo si trovava su una delle novanta navi veneziane sconfitte dai genovesi nella [[battaglia di Curzola]]. Di sicuro fu catturato dai genovesi, anche se non nei pressi di Curzola, come sostenuto da alcuni studiosi influenzati dal Ramusio,<ref>{{cita|Puljiz-Šostik 2015|pp.
{{dx|[[File:Genova - Palazzo San Giorgio visto dal Bigo.jpg|thumb|upright=1.4|[[Palazzo San Giorgio (Genova)|Palazzo San Giorgio di Genova]] dove Marco Polo e Rustichello redigono il Milione]]}}
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|lingua=fr }}
Nel [[1309]]-1310 Marco partecipò alla spartizione dei beni del defunto zio [[Matteo Polo|Matteo]]. Nel [[1319]] entrò in possesso di alcune tenute del padre defunto e nel [[1321]] acquistò parte della proprietà di famiglia della moglie Donata.<ref name="Poljica">{{Cita pubblicazione|nome=Anđelko|cognome=Pavešković|anno=1998|titolo=Putopisac Marko Polo|rivista=Godišnjak Poljičkog Dekanata "Poljica"|numero=23|pp=
=== Morte ===
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===Luogo di nascita===
[[File:Birthplace_of_Marco_Polo,_Korcula,_Croatia.JPG|miniatura|La cosiddetta "casa di Marco Polo" a [[Curzola (città)|Curzola]], è una delle principali attrazioni turistiche dell'isola. Si tratta in realtà di un noto [[falso storico]], in quanto fu costruita due secoli dopo la sua morte.]]
L'[[isola di Curzola]] (oggi in [[Croazia]], ma all'epoca possedimento della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]]) è a volte indicata come luogo di nascita di Marco Polo.<ref name=":0" /> L'affermazione è basata su di una leggenda che appare per la prima volta nel 1856, in un'opera dello storico dalmata [[Simeone Gliubich]].<ref name=":2">{{Cita web|url=https://www.ilgazzettino.it/pay/venezia_pay/il_caso_marco_polo_o_marko_polo_se_non_addirittura_marko_pili_veneziano_o_croato-4263323.html|titolo=IL CASO Marco Polo o Marko Polo, se non addirittura Marko Pili? Veneziano o croato?|autore=Alessandro Marzo Magno|wkautore=Alessandro Marzo Magno|sito=www.ilgazzettino.it|data=29 gennaio 2019|accesso=8 gennaio 2023}}</ref> Non solo non esistono degli adeguati [[Revisione paritaria|studi storici]] che abbiano comprovato tale tesi<ref name=":0" /><ref name=":2" /> (la quale risulta quindi priva di fondamento),<ref name=":0" /> ma nel 2013 uno studio scientifico ha analizzato l'affermazione e ne ha respinto l'autenticità, descrivendola come un caso di [[Invenzione della tradizione|tradizione inventata]] e affermando che essa «''può essere vista come una falsificazione pura, o anche come un [[appropriazione culturale|furto di patrimonio culturale]]''».<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=|nome=Olga|cognome=Orlić (Institute for Anthropological Research, Zagreb, Croatia)|anno=2013|mese=giugno|titolo=The curious case of Marco Polo from Korčula: An example of invented tradition|rivista=Journal of Marine and Island Cultures|volume=2|numero=1|pp=
Tale rivendicazione risale al tempo in cui la Croazia faceva parte dell'Impero Asburgico ma è stata sostenuta anche di recente per la sua efficacia nel pubblicizzare l'isola di Curzola come località turistica.<ref name=":0" /> Dal 1996, si tiene ogni estate a Curzola, il ''Marko Polo Fest'', festival musicale ed enologico, che intende celebrare il famoso "curzolano".<ref>{{Cita web|url=https://www.marcopolofest.hr/marco-polo-fest/|titolo=Marco Polo Fest – MARCO POLO FEST|autore=Objavio Bizz Plus|lingua=hr|accesso=30 gennaio 2023}}</ref> L'Ente Nazionale del Turismo Croato, dal 2008 pubblicizza la Croazia come "Patria di Marco Polo".<ref>{{Cita web|url=https://www.dailymotion.com/video/x3wrn6|titolo=Croatia - Homeland of Marco Polo - video Dailymotion|sito=Dailymotion|data=31 dicembre 2007|accesso=30 gennaio 2023}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.croatiaweek.com/the-island-marco-polo-called-home-come-to-the-marco-polo-challenge-triathlon-and-discover-the-quiet-beauty-of-korcula/|titolo=The island Marco Polo called home: Come to the Marco Polo Challenge triathlon and discover the quiet beauty of Korčula|sito=Croatia Week|data=14 marzo 2022|lingua=en|accesso=30 gennaio 2023}}</ref> Nel 2011, l'ex presidente croato [[Stjepan Mesić|Stipe Mesić]] ha inaugurato un museo dedicato a "Marko Polo" nella città cinese di [[Yangzhou]].<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|autore=Stella|nome=Gian Antonio|wkautore=Gian Antonio Stella|anno=2011|mese=aprile|titolo=«Ecco Marko Polo, esploratore croato»|editore=Il Corriere della Sera|accesso=2 marzo 2014|url=http://www.corriere.it/esteri/11_aprile_22/per-conquistare-la-cina-marco-polo-diventa-croato-gian-antonio-stella_4857d1de-6ca2-11e0-902f-2f9ba9bc9f1b.shtml|cognome Stella|giorno=22}}</ref>
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===Il viaggio in Cina===
Gli scettici si sono a lungo chiesti se Marco Polo abbia scritto il suo libro sulla base di dicerie e hanno argomentato il loro scetticismo sulla base di alcune omissioni su pratiche e strutture degne di nota della Cina, così come la mancanza di dettagli su alcuni luoghi importanti. Per esempio, mentre Polo descrive la carta moneta e la combustione del carbone, non menziona la [[Grande Muraglia]]. Questa omissione è stata notata per la prima volta a metà del XVII secolo, e a metà del XVIII secolo è stato suggerito che potrebbe non aver mai raggiunto la Cina.<ref>{{cita libro|autore= Stephen G. Haw |anno= 2006 |titolo= Marco Polo's China: A Venetian in the Realm of Khubilai Khan |editore= Routledge |p= 1 |ISBN= 978-1-134-27542-7 |lingua= en }}</ref> Più tardi, studiosi come John W. Haeger hanno sostenuto che Marco Polo potrebbe non aver visitato la Cina meridionale a causa della mancanza di dettagli nella sua descrizione delle città cinesi meridionali rispetto a quelle settentrionali, mentre il tedesco [[Herbert Franke]] ha ipotizzato che Marco Polo potesse non essere stato in Cina affatto e si è chiesto se potesse avere basato il suo racconto su fonti persiane.<ref name="Herbert1966">{{cita pubblicazione|autore= Herbert Franke |anno= 1966 |titolo= Sino-Western Contacts Under the Mongol Empire |rivista= Journal of the Hong Kong Branch of the Royal Asiatic Society |numero= 6 |pp=
Fra gli interventi scientifici più rilevanti per ristabilire l'attendibilità del Milione vanno citati: uno studio dei cinesi [[Yang Chih-chiu]] e [[Ho Yung-Chi]] del 1945<ref>[https://www.jstor.org/stable/2717993?seq=1 Yang Chih-chiu and Ho Yung-chi, Marco Polo quits China, Harvard Journal of Asiatic Studies Vol. 9, No. 1 (Sep., 1945), p. 51]</ref>, [[Francis Woodman Cleaves]], che nel 1976 confronta delle fonti cinesi con fonti persiane<ref name="Chinese">{{cita pubblicazione|url= https://www.jstor.org/stable/2718743?seq=1 |autore= Francis Woodman Cleaves |titolo= A Chinese Source Bearing on Marco Polo's Departure From China and a Persian Source on His Arrival in Persia |rivista= Harvard Journal of Asiatic Studies |volume= 36 |anno= 1976 |pp= 181-203 |lingua= en }}</ref>, poi di nuovo uno studio del solo Yang Chih-chiu del 1985, considerato come la prova definitiva della presenza di Marco Polo in Cina.<ref>The Cambridge History of China: Volume 6, p. 463, nota 83] "Such doubts were laid permanently to rest by Yang Chihchiu, who in his Yuan shih san lu (Peking, 1985), pp. 97-132, produced conclusive proof of Marco Polo's presence in China during Khubilai's reign"</ref> In risposta agli interrogativi di Frances Wood, sono intervenuti il danese Jørgen Jensen,<ref name="Rhinoresourcecenter1353458473" /> il filologo Igor de Rachewiltz (Università di Canberra),<ref name="Zentralasiatische1997">Marco Polo Went to China, in «Zentralasiatische Studien», vol. 27, 1997, pp. 34-92</ref><ref name="Wood1885">[https://openresearch-repository.anu.edu.au/bitstream/1885/41883/1/Marcopolo.html F. Wood's "Did Marco Polo Go To China?" A Critical Appraisal by I. de Rachewiltz]</ref> lo storico economico Ugo Tucci (Università di Venezia)<ref>Marco Polo: andò veramente in Cína?, in «Studi Veneziani», Nuova Serie, t. 33, 1997, pp. 49-59</ref> e il [[sinologia|sinologo]] Lionello Lanciotti (Università di Venezia).<ref>Marco Polo e la sinologia occidentale, in Marco Polo. 750 anni. Il viaggio. Il libro. Il diritto, Atti del congresso internazionale (Roma-Venezia, 23-25 novembre 2004), a cura di Federico Masini, Franco Salvatori, Sandro Schipani, Tiellemedia, Roma 2006, pp. 269-274</ref> A questi si sono associati lo storico inglese [[Stephen G. Haw]], il filologo francese [[Philippe Ménard]] (Università di Parigi-Sorbonne Paris IV), che ha sottolineato come le conoscenze geopolitiche mostrate da Marco Polo siano troppo peculiari per risultare menzognere,<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=6-x2cIIHGVU Philippe Ménard, "Marco Polo" 15.11.2007]</ref> e più di recente il sinologo tedesco [[Hans Ulrich Vogel]] dell'[[Università di Tubinga]], autore di un monumentale volume<ref>[https://books.google.at/books?id=Ydo_9TEmuVQC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Hans Ulrich Vogel, Marco Polo Was in China: New Evidence from Currencies, Salts and Revenues, Leiden, Brill, 2012"]</ref> che per la prima volta confronta le affermazioni di Marco Polo con fonti europee, persiane e cinesi.
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Il sinologo francese [[Paul Pelliot]] ipotizzò che Polo avrebbe potuto servire come ufficiale del monopolio governativo del sale a Yangzhou: questa era una posizione di una certa importanza.<ref name="Morgan1996">{{cita articolo|autore= D.O. Morgan |titolo= Marco Polo in China—Or Not |rivista= Journal of the Royal Asiatic Society |volume= 6 |data= 2 luglio 1996 |pp= 221-225 |lingua= en}}</ref>
Lo storico britannico David O. Morgan, esperto in storia dei Mongoli, pensava che Marco Polo fosse con ogni probabilità vissuto in Cina, ma che avesse esagerato o mentito sul suo status in Cina,<ref name="Morgan1996" /> mentre Ronald Latham credeva che tali esagerazioni fossero abbellimenti inseriti da [[Rustichello da Pisa]].<ref>{{cita libro|autore= Ronald Latham |capitolo= Introduction |pp=
Negli anni 1960 il tedesco Herbert Franke notava che tutte le occorrenze di Po-lo o Bolod (parola altaica che significa "acciaio") nei testi Yuan erano nomi di persone di estrazione mongola o turca.<ref name="Herbert1966" />
Lo storico e sinologo Stephen G. Haw, contesta l'idea che Polo abbia esagerato la propria importanza, scrivendo che, «contrariamente a quanto è stato spesso detto… Marco non rivendica alcuna posizione molto altolocata nell'impero Yuan.» Egli sottolinea che Marco non ha mai affermato di essere un ministro di alto rango, un [[darughachi]], il capo di un [[tumen]] (cioè {{M|10000}} uomini), nemmeno il capo di {{M|1000}} uomini, ma solo che era un emissario per il khan e aveva ricoperto una posizione d'onore. Haw vede questo come una ragionevole pretesa se Marco era un [[kheshig]]: all'epoca i [[kheshig]] erano circa quattordicimila uomini. Haw spiega come i primi manoscritti del ''Milione'' forniscano informazioni contraddittorie sul suo ruolo a Yangzhou, alcuni affermando che era solo un semplice residente, altri affermando che era un governatore, mentre il manoscritto di Ramusio afferma che stava semplicemente tenendo quella carica come sostituto temporaneo per qualcun altro, ma tutti i manoscritti concordano sul fatto che egli abbia lavorato come stimato emissario per il khan. Haw si oppose anche all'approccio impiegato da molti studiosi per trovare la menzione di Marco Polo nei testi cinesi, sostenendo che gli europei contemporanei avevano poca considerazione per l'uso dei cognomi, e una trascrizione cinese diretta del nome "Marco" ignora la possibilità che egli abbia assunto un nome cinese o addirittura mongolo che non avesse alcuna attinenza o somiglianza con il suo nome latino.<ref>{{cita libro|lingua= en |autore= Stephen G. Haw |anno= 2006 |titolo= Marco Polo's China: a Venetian in the realm of Khubilai Khan |volume= 3 |collana= Routledge studies in the early history of Asia |editore= Psychology Press |pp=
Tuttavia, esiste documentazione nello [[Yuanshi]], "Cronache della dinastia Yuan", riguardante un certo Boluo, cortigiano dell'imperatore, che venne fatto arrestare nel 1274 da un dignitario imperiale di nome Saman: l'accusa era quella di avere camminato dallo stesso lato della strada di una cortigiana, contravvenendo all'ordine che ingiungeva a uomini e donne di camminare su lati opposti della strada.<ref name="Busi2018"/> Lo studioso cinese [[Peng Hai]] in un volume del 2010 ha identificato questo Boluo con Marco Polo.<ref>{{cita libro|url= https://searchworks.stanford.edu/view/9258669 |autore= Hai Peng |anno= 2010 |titolo= Makeboluolaihuashishi |città= Beijing |editore= Zhongguo she hui ke xue chu ban she |ISBN= 9787500492214 |lingua= cinese }}</ref> Boluo fu liberato su richiesta dell'imperatore in persona, e venne poi trasferito nella regione di Ningxia, nel nord-est dell'attuale Cina, nella primavera del 1275. La data potrebbe corrispondere alla prima missione di cui parla Marco al cap. 15.<ref name="Busi2018"/>
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=== Cinema ===
* ''[[Marco Polo (film 1962)|Marco Polo]]'', film del 1962 diretto da [[Piero Pierotti (regista)|Piero Pierotti]] e [[Hugo Fregonese]], con [[Rory Calhoun]].<ref>{{Cita libro |titolo = The American Film Institute Catalog of Motion Pictures - Feature Films, 1961-1970 |editore = American Film Institute |anno = 1997 |isbn = 0-520-20970-2 |p=683}}</ref>
* ''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)]]'' (''La fabuleuse aventure de Marco Polo''), film del
* ''[[L'inferno dei mongoli]]'' (''Marco Polo'') – film del 1975 con [[Gordon Liu]].
* ''[[Marco Polo - La storia mai raccontata]]'' – film "a luci rosse" del 1994 diretto da [[Joe D'Amato]] e [[Luca Damiano]].
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