Giuseppe Verdi: differenze tra le versioni
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Nel 1859, Verdi fu eletto come membro del nuovo consiglio provinciale e nominato a capo di un gruppo di cinque persone che avrebbe incontrato il re Vittorio Emanuele II a [[Torino]]. Essi furono accolti con entusiasmo lungo il percorso e a Torino Verdi stesso ricevette grandi attestati di popolarità. Il 17 ottobre Verdi incontrò [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]], l'artefice politico delle fasi iniziali dell'unificazione italiana.<ref>{{cita|Phillips-Matz, 1993|pp. 400-402}}.</ref> Nello stesso anno, il governo dell'Emilia fu unificato sotto le [[Province Unite del Centro Italia]], e la vita politica di Verdi venne temporaneamente sospesa. Pur mantenendo i sentimenti nazionalistici, nel 1860 rifiutò la carica di membro del consiglio provinciale, di cui era stato proposto in [[contumacia]].<ref>{{cita|Phillips-Matz, 1993|p. 417}}.</ref> Cavour insistette per averlo come candidato alla Camera del primo parlamento del Regno d'Italia (1861-1865), ritenendo che l'elezione di un uomo della statura di Verdi a una carica politica fosse essenziale per rafforzare e garantire il futuro dell'Italia. Eletto come [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Deputato]] nel Collegio di Borgo San Donnino, l'attuale [[Fidenza]], al ballottaggio del 3 febbraio 1861,<ref>{{cita|Gossett, 2012|p. 281}}.</ref> qualche anno dopo il compositore confidò a Piave che «ho accettato a condizione che dopo un paio di mesi mi potessi dimettere».<ref>{{cita|Phillips-Matz, 1993|pp. 429-430}}.</ref> Eletto al Parlamento del [[Regno di Sardegna]] (che dal marzo 1861 divenne il Parlamento del [[Regno d'Italia]]), dopo la morte di Cavour, avvenuta nel 1861, Verdi frequentò poco tale ufficio.<ref>{{cita|Gossett, 2012|p. 282}}.</ref> In seguito, nel 1874 fu nominato membro del [[Senato del Regno (Italia)|Senato italiano]], ma non partecipò mai alle sue attività.<ref name="cita-Porter-1980-p653"/>
Negli anni Settanta fece inoltre parte del Consiglio comunale di Villanova, e
Ha scritto il critico [[Carlo Calcaterra]]:
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Per lungo tempo Verdi è stato considerato un tranquillo uomo di campagna toccato dal genio, un uomo rustico e schietto, integerrimo e di rara onestà intellettuale. Tale immagine si univa a quella del patriota ardente, che a giusto titolo sedette come deputato nel primo parlamento dell'Italia unita. Aspetti questi facenti sicuramente parte della sua personalità, ma che da soli non abbracciano la complessità dell'artista. In realtà Verdi fu un operista attento alle grandi correnti di pensiero che percorrevano l'Italia e l'Europa del tempo, pronto a mettersi in discussione e nel contempo profondamente conscio del proprio valore.
Julian Budden descrive il giovane Verdi come una persona sgraziata e goffa nella sua frequentazione della società dell'epoca, per poi cambiare sotto l'influenza di Giuseppina che gli fece acquisire sicurezza e autorità.<ref>{{cita|Budden, 1993|pp. 148-149}}.</ref> Imparò a mantenere un certo riserbo sulla sua vita privata e ad evitare di alimentare i miti sulla sua presunta origine contadina, sul suo materialismo e sulla sua indifferenza verso la critica.<ref>{{cita|Budden, 1993|p. 153}}.</ref> È stato, inoltre, descritto come un uomo molto riservato che risentì profondamente dei tentativi di indagare sui suoi affari personali. Verdi considerava i giornalisti e gli aspiranti biografi, così come i suoi vicini di Busseto e il pubblico operistico in generale, come molto invadenti, e di doversi costantemente difendere dalle loro indiscrete attenzioni.<ref>{{cita pubblicazione | cognome=Mendelsohn |nome=Gerald A. |anno=1978|titolo=Verdi the Man and Verdi the Dramatist (I)|rivista=19th Century Music|volume=2 |numero=2 |pp=
[[File:Villa Verdi (cappella - serre).jpg|thumb|left|Esterno della cappella e delle serre di Villa Verdi a Sant'Agata.|261x261px]]
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* {{cita libro|autore=|nome=Philip|cognome=Gossett|titolo=Divas and Scholars: Performing Italian Opera|url=https://archive.org/details/divasscholarsper0000goss|anno=2006|editore=University of Chicago Press|città=Chicago|lingua=en|cid=Gossett, 2008|isbn=978-0-226-30488-5}}
** Edizione italiana: {{Cita libro|autore=Philip Gossett|traduttore=Livio Aragona|titolo=Dive e maestri. L'opera italiana messa in scena|anno=2009|editore=Il Saggiatore|città=Milano|isbn=978-88-428-1463-4}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Gossett|autore=|nome=Philip|data=2012|titolo=Giuseppe Verdi and the Italian Risorgimento (Jayne Lecture, 2010)|rivista=Proceedings of the [[American Philosophical Society]]|volume=156|numero=3|pp=
* {{cita libro|cognome=Hepokoski|nome=James|anno=1983|titolo=Giuseppe Verdi "Falstaff"|url=https://archive.org/details/giuseppeverdifal0000hepo|città=Cambridge|editore=Cambridge University Press|isbn=0-521-23534-0|cid=Hepokoski, 1983|lingua=en}}
* {{cita libro|cognome=Isotta|nome=Paolo|titolo=Verdi a Parigi|città=Venezia|editore=Marsilio|anno=2020}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Kerman|autore=|nome=Joseph|anno=2006|titolo=Verdi and the Undoing of Women|url=https://jstor.org/stable/3878271|rivista=Cambridge Opera Journal|volume=18|numero=1|pp=
* {{cita libro|cognome=Martin|nome=George|anno=1984|titolo=Verdi: His Music, Life and Times|url=https://archive.org/details/verdihismusiclif00mart|città=New York|editore=Dodd, Mead and Company|isbn=0-396-08196-7|lingua=en|cid=Martin, 1984}}
*Giuseppe Martini, ''Verdi proprietario e politico'', Parma, Archivio di Stato, 2013
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