Critica del Programma di Gotha: differenze tra le versioni

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Una volta approvato, [[Karl Marx|Marx]] ed [[Friedrich Engels|Engels]] non iniziarono una campagna contro il [[Programma di Gotha]], perché come spiegò [[Friedrich Engels|Engels]] in una lettera datata 11 ottobre inviata a [[Wilhelm Bracke|Bracke]], «fortunatamente, il programma è stato giudicato più favorevolmente di quanto meritasse. Lavoratori, borghesi e piccolo-borghesi vi leggono ciò che desiderano trovare, non ciò che effettivamente afferma [...] Questo ci permette di tacere». Tuttavia, come [[August Bebel|Bebel]] commentò, «non è stato facile concordare con i due vecchi di Londra», riferendosi a [[Karl Marx|Marx]] ed [[Friedrich Engels|Engels]].
 
Il documento di [[Karl Marx|Marx]] sarebbe stato pubblicato sedici anni dopo, nel [[1891]], con il titolo "Critica al Programma di Gotha", e rappresentò uno dei testi [[Marxismo|marxisti]] più importanti, poiché non solo criticava le concezioni di [[Ferdinand Lassalle|Lassalle]], in particolare la teoria della "massa reazionaria" e l'idea di "fratellanza dei popoli", che, secondo [[Karl Marx|Marx]], doveva essere sostituita dall'[[internazionalismo proletario]], ma anche precisava il concetto di [[dittatura del proletariato]] e distingueva le due fasi che dovevano seguire alla presa del potere da parte della [[Proletariato|classe operaia]]: una prima governata dal principio "a ciascuno secondo il suo impegno" e una seconda governata dal principio "ada ciascuno secondo la sua capacità eed a ciascuno secondo il suo bisogno". ( Da notare la somiglianza di quanto proposto da Marx con quello che avveniva nelle prime comunità cristiane secondo quanto è riportato in
Atti (degli Apostoli ) 4,34 . . . tutti quelli che possedevano poderi o case li vendevano, portavano l'importo delle cose vendute, 35 e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno, secondo il suo bisogno.).
 
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# Fondi per chi è incapace di lavorare, ecc., in breve, per quello che oggi è considerato assistenza ufficiale ai poveri.
 
Ora giungiamo al punto in cui si tratta della distribuzione dei beni di consumo tra i singoli produttori ([[Lavoratore|lavoratori]]) della [[Società cooperativa|cooperativa]]. L'[[Uguaglianza sociale|uguaglianza]] nella distribuzione dei beni di consumo tra i [[Lavoratore|lavoratori]] consiste nel fatto che essi vengono misurati allo stesso standard, cioè il [[lavoro]] (si fa riferimento alla [[Teorie del valore|teoria del valore-lavoro]]). Quindi, si tratta di un diritto all'ineguaglianza, nel suo contenuto, come ogni diritto. Il diritto, per sua natura, può esistere solo attraverso l'applicazione di uno stesso standard; ma gli individui disuguali (e non sarebbero individui diversi se non fossero disuguali) possono essere misurati allo stesso standard solo se vengono posti sotto la stessa prospettiva. Un [[lavoratore]] è sposato, un altro no; uno ha più figli dell'altro, ecc. ecc. Con la stessa prestazione lavorativa e quindi la stessa quota del fondo di consumo sociale, uno di loro riceverà effettivamente di più dell'altro, sarà più ricco dell'altro, ecc. Per evitare tutti questi problemi, il diritto dovrebbe essere, invece che uguale, inequale. Ma questi problemi sono inevitabili nella prima fase della [[società comunista]], come emersa dalla [[Capitalismo|società capitalista]] dopo un lungo travaglio. Solo quando la divisione del [[lavoro]], l'opposizione tra [[Lavoro|lavoro fisico]] e [[Lavoratore della conoscenza|lavoro intellettuale]] saranno superate, e quando la ricchezza cooperativa sarà prodotta in abbondanza, l'angusto orizzonte giuridico borghese potrà essere completamente superato e la società potrà scrivere sul suo stendardo: 'OgnunoDa ciascuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo i suoi bisogni'.{{Citazione|La liberazione del lavoro deve essere il risultato dell'opera della classe lavoratrice, di fronte alla quale tutte le altre classi sono solo una massa reazionaria.|[[Karl Marx]], "Critica del Programma di Gotha"|Die Befreiung der Arbeit muß das Werk der Arbeiterklasse sein, der gegenüber alle andren Klassen nur eine reaktionäre Masse sind.|lingua=DE|lingua2=IT}}[[Karl Marx|Marx]] critica la formulazione, a suo parere, poco chiara di una "liberazione del lavoro", sottolineando che, secondo lui, la liberazione della classe lavoratrice deve essere l'azione stessa dei lavoratori. Inoltre, critica la rappresentazione di tutte le altre classi, diverse dalla [[classe lavoratrice]], come una massa reazionaria. [[Karl Marx|Marx]] invita invece a una differenziazione tra le diverse [[Classe sociale|classi sociali]].{{Citazione|La classe lavoratrice opera per la sua liberazione inizialmente all'interno del contesto dello stato nazionale attuale, consapevole che il risultato necessario del suo impegno, condiviso dai lavoratori di tutte le nazioni civilizzate, sarà la fratellanza internazionale tra i popoli.|[[Karl Marx]], "Critica del Programma di Gotha"|Die Arbeiterklasse wirkt für ihre Befreiung zunächst im Rahmen des heutigen nationalen Staats, sich bewußt, daß das notwendige Ergebnis ihres Strebens, welches den Arbeitern aller Kulturländer gemeinsam ist, die internationale Völkerverbrüderung sein wird.|lingua=DE|lingua2=IT}}[[Karl Marx|Marx]] critica la prospettiva della movimentazione operaia dal punto di vista nazionale più ristretto, sottolineando invece l'interconnessione internazionale tra [[economia]] e [[Stato|stati]]. Egli ritiene che una trasformazione radicale delle condizioni esistenti da parte della [[classe lavoratrice]] sia possibile solo a livello [[Internazionale Comunista|internazionale]], promuovendo quindi l'idea dell'"[[internazionalismo]].
 
=== II. La legge ===