Operazione Condor: differenze tra le versioni
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{{Vedi anche|Guerra sporca}}
La dittatura civico-militare in Argentina, data la sua instabilità, passò, dal 1976 al 1983, nelle mani di diverse giunte militari. Ognuna di queste lasciò perpetuare le attività di intelligence e repressione dell'Operazione in collaborazione con gli stati membri ed, in particolare, con Cile ed Uruguay. Il programma di repressione dell'opposizione in Argentina, applicato in gran parte in concomitanza con l'Operazione Condor, prese in seguito il nome di [[Guerra sporca|Guerra Sporca]] ({{Spagnolo|Guerra sucia}}). Durante gli anni della repressione furono aperti in tutto il Paese circa 400 campi di detenzione,<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.telegraph.co.uk/culture/3673470/Argentinas-dirty-war-the-museum-of-horrors.html|titolo=Argentina's dirty war: the museum of horrors|sito=The Telegraph|data=17 maggio 2008|accesso=15 marzo 2025}}</ref> tortura ed eliminazione dell'opposizione.<ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.globalresearch.ca/operation-condor-trial-us-backed-conspiracy-to-kidnap-disappear-torture-and-kill-latin-american-opponents-of-dictatorships/5447901|titolo=Operation Condor Trial: US-Backed Conspiracy to "Kidnap, Disappear, Torture and Kill" Latin American Opponents of Dictatorships - Global Research|pubblicazione=Global Research|data=7 maggio 2015|accesso=14 marzo 2025}}</ref> I gerarchi argentini, come quelli del resto delle altre dittature, non si fecero problemi a sostenere la causa del Piano
==== Vicende dell'Operazione in Argentina ====
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La SIDE collaborò anche nel colpo di Stato del generale boliviano [[Luis García Meza Tejada]] con l'aiuto dell'italiano [[Stefano Delle Chiaie (politico)|Stefano Delle Chiaie]] e del criminale di guerra nazista [[Klaus Barbie]].<ref>{{Cita libro|autore=Magnus Linklater|autore2=Isabel Hilton|autore3=Neal Ascherson|titolo=The Fourth Reich: Klaus Barbie and the Neo-Fascist Connection|anno=1984|editore=Hodder and Stoughton|città=Londra|lingua=en|ISBN=978-0340344439}}</ref>
[[File:2ª Marcha de la Resistencia 9 y 10 diciembre 1982.jpg|thumb
A partire dall'aprile del 1977, un gruppo di madri i cui figli erano stati dichiarati misteriosamente scomparsi, ''[[desaparecidos]]'' (che presero poi il nome di [[Madri di Plaza de Mayo|Madri di Piazza di Maggio]]), iniziarono a manifestare pacificamente ogni giovedì davanti alla [[Casa Rosada]] sulla piazza per chiedere la verità riguardo alla sorte dei propri figli. Già nel dicembre 1977, due suore francesi ed altre fondatrici del movimento scomparvero misteriosamente attirando, tra l'altro, l'attenzione internazionale. Anni dopo, vennero identificati i loro cadaveri tra i corpi ritrovati sulle sponde atlantiche nel dicembre 1977 a sud di Buenos Aires e vennero dunque classificate come vittime dei voli della morte.<ref>{{Cita web|url=https://www.ipsnews.net/2005/07/argentina-remains-of-mothers-of-plaza-de-mayo-identified/|titolo=ARGENTINA: Remains of Mothers of Plaza de Mayo Identified|sito=Inter Press Service|data=8 luglio 2005|accesso=15 marzo 2025}}</ref> Nonostante ciò, altri membri del movimento continuarono la lotta per la giustizia negli anni successivi.
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Per quanto riguarda le indagini e le inchieste giornalistiche relative all'omicidio di [[Carlos Prats|Prats]],<ref>{{Cita news|lingua=en-GB|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/3596316.stm|titolo=Vital rights ruling in Argentina|data=2004-08-24|accesso=2025-03-16}}</ref> fu attestata la complicità di [[Manuel Contreras]] e [[Michael Townley]] come agenti della DINA, di [[Martín Ciga]] della [[Alleanza Anticomunista Argentina|Tripla A]] e dei terroristi italiani [[Stefano Delle Chiaie (politico)|Stefano delle Chiaie]] e [[Vincenzo Vinciguerra]].<ref name=":18" />
[[Jorge Rafael Videla]], guida e dittatore del paese dal 1976 al 1981, fu condannato all'ergastolo per tortura, omicidio ed altri crimini nel 1985, ma, già nel 1990, gli fu concessa l'amnistia dall'allora presidente [[Carlos Saúl Menem|Carlos Menem]]. Nell'aprile 2010, la Corte Suprema annullò la grazia. Otto mesi dopo fu di nuovo incarcerato per la tortura e l'omicidio di 31 prigionieri. Nel 2012 fu nuovamente condannato per aver sistematicamente ordinato la separazione dei neonati dai loro genitori prigionieri politici. Si ritiene che almeno 400 neonati siano stati sottratti ai genitori mentre erano detenuti.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.repubblica.it/esteri/2013/05/17/news/argentina_morto_ex_dittatore_videla-59005963/|titolo=Argentina, morto l'ex dittatore Jorge Videla.Confessò la repressione: "7-8mila morti"|sito=la Repubblica|data=2013-05-17|accesso=2025-03-16}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/17/videla-morto-lex-dittatore-si-e-spento-a-87-anni-a-buenos-aires/597344/|titolo=Videla morto, l'ex dittatore si è spento a 87 anni a Buenos Aires|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2013-05-17|accesso=2025-03-16}}</ref> Da allora, più di 100 bambini dati in adozione a militari sono stati riuniti alle loro famiglie biologiche.<ref name=":22">{{Cita news|lingua=en-GB|url=https://www.bbc.com/news/world-latin-america-22570888|titolo=Argentina ex-military leader Jorge Rafael Videla dies|pubblicazione=BBC News|data=2013-05-17|accesso=2025-03-16}}</ref> In un'intervista rilasciata nel 2012, Videla ammise la strage di circa {{m|8000}} persone. Mai pentitosi dei propri crimini, affermò anche che la repressione che aveva ordinato fu il prezzo che l'Argentina doveva pagare per ''vincere la guerra contro la sovversione.''<ref>{{Cita libro|autore=Ceferino Reato|titolo=Disposición final: la dictadura por dentro y la confesión de Videla sobre los desaparecidos|dataoriginale=1 marzo 2016|editore=Sudamericana|lingua=es}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.rai.it/dl/tg3/articoli/ContentItem-cfe05ef1-4545-42ca-90ea-d6e5de738cd2.html|titolo=Tg3 - Morto Videla, il dittatore mai pentito|sito=Tg3|accesso=2025-03-16}}</ref><ref name=":22" /><ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20150603141750/http://www.corriereweb.net/oltre-il-confine/35-argentina-le-confessioni-dell-ex-dittatore-videla|titolo=Argentina, le confessioni dell’ex dittatore Videla {{!}} Oltre il confine|sito=web.archive.org|data=2015-06-03|accesso=2025-03-16}}</ref><ref>{{Cita testo|lingua=en|titolo=''Stolen babies: Argentina convicts two military dictators''|url=http://www2.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB383/}}. Carlos Osorio. National Security Archive Electronic Briefing Book No. 383. July 5, 2012</ref> Il dittatore morì nel carcere di Marcos Paz di Buenos Aires, dove scontava la propria pena, il 17 maggio 2013.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.corriere.it/esteri/foto/05-2013/videla/1/videla-morte-un-dittatore_926c888c-befd-11e2-be2c-cd1fc1fbfe0c.shtml#1|titolo=Videla, morte di un dittatore|sito=Corriere della Sera|accesso=2025-03-16}}</ref>
Il 5 marzo 2013 venne aperto un procedimento giudiziario contro venticinque ex ufficiali militari di Argentina e Uruguay, tra cui gli ex-dittatori argentini [[Jorge Rafael Videla|Jorge Videla]] e [[Reynaldo Bignone]], per le accuse di aver collaborato per "rapire, far sparire, torturare e uccidere" 171 oppositori politici tra gli anni Settanta e Ottanta.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://nsarchive2.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB416/|titolo=Operation Condor on trial: legal proceedings on latin american rendition and assassination program open in Buenos Aires|sito=nsarchive2.gwu.edu|curatore=Carlos Osorio|accesso=2025-03-16}}</ref> Il 27 maggio 2016, al termine del processo, cinque degli imputati, tra cui il generale Videla, non furono condannati perché invalidi o perché morirono prima del verdetto; due furono assolti e quindici furono condannati a pene comprese tra 8 e i 25 anni di reclusione.<ref name=":19">{{Cita web|lingua=fr|url=https://www.rfi.fr/fr/ameriques/20160528-proces-plan-condor-argentine-18-ex-militaires-condamnes-bignone|titolo=Procès du plan Condor en Argentine: 15 ex-militaires condamnés|sito=RFI|data=2016-05-28|accesso=2025-03-16}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Hugh Bronstein|url=https://www.reuters.com/article/us-argentina-rights-idUSKCN0YJ01Z/|titolo=Argentine court finds 15 guilty in Operation Condor conspiracy|pubblicazione=Reuters|data=28 maggio 2016}}</ref> Tra gli imputati, l'ultimo dittatore argentino Reynaldo Bignone fu condannato a 20 anni di carcere. Le accuse si basarono sulle prove emerse dagli [[Archivi del terrore|Archivi del Terrore]] e su un'altra serie di documenti statunitensi declassificati.<ref name=":20">{{Cita news|lingua=fr|url=https://www.lemonde.fr/ameriques/article/2016/05/28/en-argentine-quinze-ex-militaires-condamnes-pour-le-plan-condor_4928072_3222.html#ZT4SdfoBx7E6yOs5.99|titolo=En Argentine, quinze ex-militaires condamnés pour l’opération Condor|data=2016-05-28|accesso=2025-03-16}}</ref> Il processo non si distinse tanto per le condanne in sé, quanto per il suo valore storico: fu uno dei primi riconoscimenti legali dell'esistenza dell'Operazione Condor e fu la prima volta che membri delle forze armate furono condannati per il loro coinvolgimento nel Piano. La sentenza ebbe importanza anche perché favorì in seguito l'apertura di procedimenti simili in altri Paesi del Cono Sud.<ref name=":19" /><ref name=":20" /><ref>{{Cita news|lingua=en-GB|nome=Uki|cognome=Goñi|url=https://www.theguardian.com/world/2016/may/27/argentinas-last-military-dictator-jailed-over-role-in-operation-condor|titolo=Argentina's last military dictator jailed for role in international death squad|pubblicazione=The Guardian|data=2016-05-27|accesso=2025-03-16}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.repubblica.it/esteri/2016/05/28/news/argentina_condannati_militari_dittatura-140765253/|titolo=Argentina, pesanti condanne a militari per l'operazione Condor|sito=la Repubblica|data=2016-05-27|accesso=2025-03-16}}</ref>▼
▲Il 5 marzo 2013 venne aperto un procedimento giudiziario
===Bolivia===
Le vicende storiche del tardo secondo dopoguerra della Bolivia, caratterizzate, come nel resto dei paesi dell'America Latina, dall'instabilità politica e da una serie di ingerenze militari
==== La collaborazione con Klaus Barbie ====
{{Vedi anche|Klaus Barbie}}
Furono gli stessi Stati Uniti, nel 1951, ad aver organizzato la fuga del generale nazista [[Klaus Barbie]] dall'Europa alla Bolivia.<ref name=":21">{{Cita web|lingua=en|url=https://www.britannica.com/biography/Klaus-Barbie|titolo=Klaus Barbie {{!}} SS Officer, Gestapo, Lyon {{!}} Britannica|sito=www.britannica.com|data=2025-02-05|accesso=2025-03-16}}</ref> [[Klaus Barbie|Barbie]], dopo aver servito il Terzo Reich come capo della [[Gestapo]] presso Lione durante la Seconda guerra mondiale (ruolo con cui si procurò l'appellativo di ''Boia'' o ''Macellaio di Lione''), fu arruolato nel '47 dagli Stati Uniti per svolgere attività di ''intelligence'' in Germania, per poi fuggire attraverso l'Italia e poi in Sudamerica. Nel paese, a quanto pare, Barbie fu reclutato dal governo di Banzer per dare consiglio riguardo i metodi di tortura. La lunga permanenza di Barbie in Bolivia e il suo ruolo come consigliere di Banzer possono essere ricondotti alla sua connessione con l'intelligence statunitense dopo la Seconda Guerra Mondiale. Una volta in Bolivia, Barbie adottò lo pseudonimo di Klaus Altman e visse a La Paz, collaborando con gli Stati Uniti per gestire traffici di armi con i governi anticomunisti del Terzo Mondo. <ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.archives.gov/iwg/research-papers/barbie-irr-file.html|titolo=Analysis of the IRR File of Klaus Barbie|sito=National Archives|data=2016-08-15|accesso=2025-03-16}}</ref> L'identità di Barbie fu svelata nei primi anni '70, dopodiché fu estradato in Francia nel 1983 per essere processato per crimini di guerra. Fu condannato in via definitiva all'ergastolo, ma morì in prigione dopo soli quattro anni di reclusione.<ref name=":21" />
==== Conseguenze dell'Operazione ====
In Bolivia Banzer governò fino al 1978, perpetuando una repressione violenta contro ogni sorta d'opposizione. Sotto la sua dittatura, circa 19.000 persone fuggirono cercando asilo all'estero, 15.000 furono arrestate, più di 8.000 torturate e almeno 155 scomparvero.<ref name=":23">{{Cita news|lingua=en-GB|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/americas/7925694.stm|titolo=Hidden cells reveal Bolivia's dark past|data=2009-03-05|accesso=2025-03-16}}</ref> Nonostante il suo regime sia stato rovesciato nel 1978 dal generale [[Juan Peréda Asbun|Juan Pereda]], Banzer riuscì a conservare una notevole influenza politica, che gli permise di essere rieletto democraticamente presidente della Bolivia nel 1997. Nel 2001, dopo la diagnosi di un cancro ai polmoni, si dimise per ritirarsi a vita privata. Il 26 dicembre dello stesso anno un giudice federale argentino emise un mandato di cattura internazionale per il dittatore, richiedendo sua estradizione in Argentina.<ref>{{cita testo|titolo=''Banzer al capolinea del Plan Condor''|url=http://www.selvas.eu/news14.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304100948/http://www.selvas.eu/news14.html}}. Giovanna Vitrano. Selvas. 28 dicembre 2001.</ref> Banzer morì nel a Santa Cruz de la Sierra nel 2002 senza mai essere stato perseguito penalmente per le proprie azioni, nonostante già dal 1999, dalla declassificazione di una serie di documenti, fosse dimostrata la violenza e la complicità del suo regime nell'Operazione Condor.<ref name=":23" />
Anni dopo, nel 2009, durante delle ricerche che si stavano svolgendo nel seminterrato dell'edificio del Ministero degli Interni, alcuni operai scoprirono corridoi nascosti che conducevano a celle segrete, utilizzate per detenere e torturare circa 2.000 prigionieri politici durante il regime della dittatura militare. Tra i prigionieri rinchiusi in queste celle vi fu anche il viceministro degli Interni Marcos Farfán, all'epoca militante dell'[[Esercito di Liberazione Nazionale (Bolivia)|Esercito di Liberazione Nazionale]]. Farfán fornì successivamente una testimonianza dettagliata riguardo alle torture subite durante la prigionia, mirate a estorcergli informazioni su [[Che Guevara]], che allora combatteva in Bolivia.<ref name=":23" />
=== Brasile ===
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Secondo la commissione che ha stilato il [[Rapporto Rettig]], pubblicato nel [[1991]], nel periodo di regime del dittatore [[Augusto Pinochet]] furono uccise {{m|2279}} persone,<ref name="Usip20071212223844">{{Cita web|url=http://www.usip.org/library/tc/doc/reports/chile/chile_1993_appendices.html|titolo=Chile: Reports: Truth Commissions: Library & Links: U.S. Institute of Peace|sito=usip.org|data=12 dicembre 2007|accesso=10 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071212223844/http://www.usip.org/library/tc/doc/reports/chile/chile_1993_appendices.html|urlmorto=sì}}</ref> mentre la [[Commissione Valech]], nel [[2004]], ha stilato un rapporto che documenta l'incarcerazione illegale di {{m|28459}} persone, la maggior parte delle quali sono state torturate.<ref name=":0">{{Cita web|lingua=it|url=https://www.amnesty.ch/it/news/2013/cili/fatti-e-cifre|titolo=Il Cile di Augusto Pinochet - Fatti e Cifre|sito=Amnesty International Svizzera|accesso=10 novembre 2019}}</ref> Una revisione finale del lavoro della Commissione Valech ha stabilito, infine, il totale delle vittime ad oltre {{m|40000}} persone fra il 1973 e il 1990. Il numero totale delle persone ufficialmente considerate sparite o uccise è {{m|3216}}, mentre {{m|38254}} persone sono sopravvissute a detenzione per motivi politici e/o tortura.<ref name="Usip20071212223844" /><ref name=":0" /><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.amnesty.it/cile-di-augusto-pinochet-fatti-e-cifre/|titolo=Cile di Augusto Pinochet: fatti e cifre|sito=Amnesty International Italia|data=3 settembre 2013|accesso=10 novembre 2019}}</ref>
Nei primi giorni della sua dittatura, le persone coinvolte in attività considerate "sovversive" al suo regime furono soprattutto studenti che vennero prelevati da scuola e tradotti all'Estadio Chile dove vennero seviziati con scariche elettriche<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.amnesty.org/en/latest/news/2013/09/life-under-pinochet-they-were-taking-turns-electrocute-us-one-after-other/|titolo=Life under Pinochet: “They were taking turns to electrocute us one after the other”|sito=Amnesty International|data=2013-09-11|accesso=2025-03-16}}</ref>.
Tuttavia, l'Estadio Chile non fu l'unico luogo in cui avvennero i maltrattamenti nei confronti delle persone "sovversive". Altri luoghi furono, ad esempio, [[Villa Grimaldi (Santiago del Cile)|Villa Grimaldi]] e [[Pisagua]], oltre al fatto che quello dell'elettroshock non fu l'unico metodo di tortura. Un altro metodo fu anche il ''waterboarding''.<ref>{{cita web|url=https://www.wcl.american.edu/hrbrief/14/2correa.pdf|titolo=Copia archiviata|accesso=23 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170613145508/https://www.wcl.american.edu/hrbrief/14/2correa.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
==== Vittime dell'Operazione in Cile ====
==== Charles Horman ====▼
Il generale [[Pedro Espinoza (militare)|Pedro Espinoza]] è finito in carcere per l'assassinio di [[Charles Horman]], con una pena di sei anni.<ref>{{Cita testo|lingua=es|titolo=Charles Horman: El americano bueno|url=http://www.derechos.org/nizkor/chile/libros/reporter/capII15.html
===== Orlando Letelier =====▼
[[Orlando Letelier]], ministro del governo di [[Salvador Allende]], destituito dal golpe, fu assassinato con un'[[autobomba]] il 21 settembre
In una lettera aperta, apparsa sul [[Los Angeles Times]] il 17 dicembre [[2004]], il figlio di [[Orlando Letelier]], Francisco, scrisse che l'omicidio del proprio padre era ascrivibile all'Operazione Condor, ovvero a «una rete di intelligence utilizzata da sei dittatori sudamericani dell'epoca, per eliminare i dissidenti».▼
Cinque giorni prima dell'assassinio di Letelier, [[Henry Kissinger]] aveva cassato un comunicato del Dipartimento di Stato agli ambasciatori USA, dove si chiedeva ai governi dei Paesi Sudamericani di cessare con gli omicidi politici. Secondo Kissinger questo documento è stato distorto dal NARA, poiché lui intendeva fornire all'ambasciatore USA in Uruguay un altro sistema per far pressioni sul governo di [[Montevideo]], visto che costui temeva per la propria stessa vita<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/northamerica/usa/7579042/Henry-Kissinger-cancelled-warning-against-political-assassinations.html|19 aprile 2010|titolo=Henry Kissinger "cancelled warning against political assassinations"
==== Conseguenze dell'Operazione ====
Augusto Pinochet, ex dittatore del Cile dal 1973 al 1990, finì i suoi giorni detenuto, sotto processo per i crimini contro l'umanità del suo regime militare. Il giudice Juan Guzmán, che lo aveva inseguito da anni, gli notificò personalmente il mandato di arresto nella sua residenza alla [[Dehesa]], alle porte di Santiago, dove viveva dal ritorno da Londra.<ref>{{cita testo|titolo=''Cile, ordine di arresto per Pinochet''|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/dicembre/02/Cile_ordine_arresto_per_Pinochet_co_0_0012024879.shtml
Augusto Pinochet è stato riconosciuto come il mandante dell'omicidio di Orlando Letelier ed è stato ricercato negli Stati Uniti.<ref>{{cita testo|titolo=''Anche gli Usa potrebbero processare Pinochet''|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/gennaio/09/Anche_gli_Usa_potrebbero_processare_co_0_990109385.shtml
Il 16 ottobre 2008, la Corte Suprema cilena ha condannato a sei anni di carcere il generale Sergio Arellano Stark, comandante della "[[Carovana della morte]]", una spedizione militare itinerante che subito dopo il golpe dell'11 settembre 1973 assassinò decine di oppositori di sinistra in tutto il paese. Altri quattro ufficiali criminali: l'ex giudice militare della città di [[Linares (Cile)|Linares]], Carlos Romero, il colonnello Mario Cazenave e i sottufficiali Jose Parada e Julio Barrios, sono stati condannati ciascuno a quattro anni per lo stesso episodio.▼
===Paraguay===
Tra il 1954 e il 1989, e cioè quando il Paraguay fu governato da [[Alfredo Stroessner]], la tortura, così come gli omicidi a sfondo politico e le sparizioni forzate, fu usata intensamente. Come in diversi altri stati del Centro e Sud America, i metodi di tortura furono principalmente la picana elettrica, i pestaggi e il ''waterboarding''<ref>http://www.abc.com.py/especiales/memorias-del-stronismo/tortura-y-miedo-en-la-dictadura-472430.html</ref>. Alfredo Stroessner non venne mai giudicato per questi suoi crimini perché, una volta caduta la sua dittatura, trovò asilo politico in Brasile.
==== Conseguenze dell'Operazione ====
Nel 1997 il dittatore [[Alfredo Stroessner]] è stato condannato in contumacia, dal Tribunale dell'Aia, per crimini contro l'umanità e ha vissuto gli ultimi anni della sua vita in esilio a [[Brasilia]].<ref>{{cita testo|titolo=''Alfredo Stroessner''|url=http://www.dittatori.it/stroessner.htm
===Uruguay===
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La collaborazione proseguì, dagli [[anni settanta]], fino al [[1981]], anno in cui fu eletto presidente il socialista [[François Mitterrand]].
▲=== Orlando Letelier ===
▲[[Orlando Letelier]], ministro del governo di [[Salvador Allende]], destituito dal golpe, fu assassinato con un'[[autobomba]] il 21 settembre [[1976]], assieme alla sua segretaria, mentre si trovava in esilio a [[Washington]]. Ancora una volta la responsabilità è stata individuata nella [[Dirección de inteligencia nacional|DINA]], in stretta collaborazione con la [[CIA]]. Nel [[1993]] il generale dell'esercito cileno [[Manuel Contreras]] fu riconosciuto da una corte cilena come uno dei mandanti dell'assassinio di [[Orlando Letelier]], ed è finito in carcere militare con una condanna a 7 anni di reclusione.<ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://articles.latimes.com/1993-03-02/news/wr-167_1_human-rights|titolo=''National Agenda: Murder Trial Marks a Change in How Chile Does Business: Case of Orlando Letelier shows new respect for human rights under civilian rule''}}. William R. Lomg. Los Angeles Times. Justice. March 02, 1993</ref><ref>{{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/06/01/cile-il-regime-alla-sbarra.html|titolo=''Cile, il regime alla sbarra''}}. Repubblica. Archivio. 1º giugno 1995.</ref>
▲In una lettera aperta, apparsa sul [[Los Angeles Times]] il 17 dicembre [[2004]], il figlio di [[Orlando Letelier]], Francisco, scrisse che l'omicidio del proprio padre era ascrivibile all'Operazione Condor, ovvero a «una rete di intelligence utilizzata da sei dittatori sudamericani dell'epoca, per eliminare i dissidenti».
▲Cinque giorni prima dell'assassinio di Letelier, [[Henry Kissinger]] aveva cassato un comunicato del Dipartimento di Stato agli ambasciatori USA, dove si chiedeva ai governi dei Paesi Sudamericani di cessare con gli omicidi politici. Secondo Kissinger questo documento è stato distorto dal NARA, poiché lui intendeva fornire all'ambasciatore USA in Uruguay un altro sistema per far pressioni sul governo di [[Montevideo]], visto che costui temeva per la propria stessa vita<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/northamerica/usa/7579042/Henry-Kissinger-cancelled-warning-against-political-assassinations.html|titolo=Henry Kissinger "cancelled warning against political assassinations"|19 aprile 2010}} Alex Spillius. Washington. The telegraph.</ref>.
▲=== Charles Horman ===
▲Il generale [[Pedro Espinoza (militare)|Pedro Espinoza]] è finito in carcere per l'assassinio di [[Charles Horman]], con una pena di sei anni.<ref>{{Cita testo|lingua=es|url=http://www.derechos.org/nizkor/chile/libros/reporter/capII15.html|titolo=Charles Horman: El americano bueno}}</ref>
== Responsabilità civile e penale ==
▲Nel 1997 il dittatore [[Alfredo Stroessner]] è stato condannato in contumacia, dal Tribunale dell'Aia, per crimini contro l'umanità e ha vissuto gli ultimi anni della sua vita in esilio a [[Brasilia]].<ref>{{cita testo|url=http://www.dittatori.it/stroessner.htm|titolo=''Alfredo Stroessner''}}. Dittatori.</ref>
▲Augusto Pinochet, ex dittatore del Cile dal 1973 al 1990, finì i suoi giorni detenuto, sotto processo per i crimini contro l'umanità del suo regime militare. Il giudice Juan Guzmán, che lo aveva inseguito da anni, gli notificò personalmente il mandato di arresto nella sua residenza alla [[Dehesa]], alle porte di Santiago, dove viveva dal ritorno da Londra.<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/dicembre/02/Cile_ordine_arresto_per_Pinochet_co_0_0012024879.shtml|titolo=''Cile, ordine di arresto per Pinochet''}}. RoccoCotroneo. Corriere della sera. Archivio. 2 dicembre 2000.</ref> Augusto Pinochet è stato accusato di essere il mandante dei crimini commessi dalla «carovana della morte», omicidi di 77 oppositori politici; insieme con lui, sono finiti in carcere sei ex ufficiali dell'esercito, tra cui il generale [[Sergio Arellano Stark]], esecutore materiale della carovana della morte.
▲Augusto Pinochet è stato riconosciuto come il mandante dell'omicidio di Orlando Letelier ed è stato ricercato negli Stati Uniti.<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/gennaio/09/Anche_gli_Usa_potrebbero_processare_co_0_990109385.shtml|titolo=''Anche gli Usa potrebbero processare Pinochet''}}. Corriere della sera. Archivio. Mappamondo. 9 gennaio 2009.</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.repubblica.it/online/mondo/pinochet/letelier/letelier.html|titolo=''Gli Usa potrebbero chiedere l'estradizione di Pinochet''}}. Repubblica. Mondo. 11 aprile 2000.</ref>
▲Il 16 ottobre 2008, la Corte Suprema cilena ha condannato a sei anni di carcere il generale Sergio Arellano Stark, comandante della "Carovana della morte", una spedizione militare itinerante che subito dopo il golpe dell'11 settembre 1973 assassinò decine di oppositori di sinistra in tutto il paese. Altri quattro ufficiali criminali: l'ex giudice militare della città di [[Linares (Cile)|Linares]], Carlos Romero, il colonnello Mario Cazenave e i sottufficiali Jose Parada e Julio Barrios, sono stati condannati ciascuno a quattro anni per lo stesso episodio.
=== Responsabilità civile ===
{{Aggiornare|anno=2015|mese=03|arg=politica|arg2=America}}
In Italia, il 1º gennaio 2015 è incominciato il processo contro i responsabili dell'Operazione Condor.<ref>{{cita testo|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2015/01/01/news/operazione_condor_processo_italia-104112981/?ref=HREC1-29|titolo=''Si farà in Italia il processo contro l'Operazione Condor''}}. Daniele Mastrogiacomo. Repubblica. Cronaca. 1º gennaio 2015.</ref> A febbraio 2015, 9 imputati sono processati per la scomparsa di 30 persone di origine italiana.<br/>
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III Corte di Assise di Roma.</ref>
Una controversia è in corso sull'assegnazione del Premio Nobel per la pace a Henry Kissinger a seguito della scoperta di documenti che lo accusano di complicità nell'assassinio di [[Orlando Letelier]]
== Note ==
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