Sottomarino: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichetta: Annullato |
m Annullate le modifiche di 151.31.166.39 (discussione), riportata alla versione precedente di 87.14.151.58 Etichetta: Rollback |
||
Riga 21:
==== Da Drebbel al ''Turtle'' ====
[[File:Hunley-1.jpg|thumb|Il sottomarino costruito da Horace Lawson Hunley nel 1864 ''U.S. Naval Historical Center'']]
Il primo a percorrere un breve tratto in immersione fu probabilmente l'olandese [[Cornelius Drebbel|Cornelius van Drebbel]].<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 9}}.</ref><ref>{{Cita web |url= http://www.royal.gov.uk/OutPut/Page1673.asp |titolo= King James VI and I |editore= royal.gov.uk |accesso= 10 aprile 2009 |lingua= en |urlmorto= sì |dataarchivio= 3 dicembre 2008 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20081203023633/http://www.royal.gov.uk/output/Page1673.asp }}</ref> Tra il 1620 e il 1626 van Drebbel mise a punto un battello subacqueo con il quale percorse, immerso a una profondità di 3-4 metri, un breve tratto del [[Tamigi]] alla presenza del re [[Giacomo I d'Inghilterra]].<ref>{{cita | Hutchinson | p. 8}}.</ref> Il primo tentativo di immersione con un mezzo subacqueo abbastanza simile al concetto di sommergibile, di cui si hanno testimonianze storiche certe, fu quello dell'inglese [[John Day (carpentiere)|John Day]], che il 20 giugno del 1774 s'immerse nelle acque del porto di [[Plymouth]] a bordo di un rudimentale battello battezzato ''Maria'', pesante alcune tonnellate e lungo circa 15 metri. L'impresa fallì tragicamente: il battello s'inabissò a una profondità di oltre 50 metri senza più riemergere e Day divenne la prima vittima a bordo di un sommergibile.<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 10}}.</ref><ref name="Robert Hutchinson 2005">{{cita | Hutchinson | p. 9}}.</ref> Più fortunato fu invece l'americano [[David Bushnell]] che progettò e costruì un piccolo sommergibile, il ''Turtle'', lungo appena 2 metri e armato con una carica esplosiva, con la quale il sergente Ezra Lee tentò nel 1776 di affondare la nave ammiraglia della flotta inglese, ancorata nel [[porto di New York]]. L'attacco fallì ma Lee riuscì ad allontanarsi incolume con il sommergibile.<ref name="Robert Hutchinson 2005"/><ref name="ReferenceA">{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 12}}.</ref><ref>{{Cita web| url=http://web.mit.edu/invent/iow/bushnelld.html |titolo=Inventor of the Week: Archive| sito=web.mit.edu| accesso=10 aprile 2009}}</ref>▼
▲Il primo a percorrere un breve tratto in immersione fu probabilmente l'olandese [[Cornelius Drebbel|Cornelius van Drebbel]].<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 9}}.</ref><ref>{{Cita web |url= http://www.royal.gov.uk/OutPut/Page1673.asp |titolo= King James VI and I |editore= royal.gov.uk |accesso= 10 aprile 2009 |lingua= en |urlmorto= sì |dataarchivio= 3 dicembre 2008 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20081203023633/http://www.royal.gov.uk/output/Page1673.asp }}</ref> Tra il 1620 e il 1626 van Drebbel mise a punto un battello subacqueo con il quale percorse, immerso a una profondità di 3-4 metri, un breve tratto del [[Tamigi]] alla presenza del re [[Giacomo I d'Inghilterra]].<ref>{{cita | Hutchinson | p. 8}}.</ref> Il primo tentativo di immersione con un mezzo subacqueo abbastanza simile al concetto di sommergibile, di cui si hanno testimonianze storiche certe, fu quello dell'inglese [[John Day (carpentiere)|John Day]], che il 20 giugno del 1774 s'immerse nelle acque del porto di [[Plymouth]] a bordo di un rudimentale battello battezzato ''Maria'', pesante alcune tonnellate e lungo circa 15 metri.
L'adunanza dell'[[Accademia del cimento]] avvenuta il 16 marzo 1801<ref>Cesare Venturi, ''Il telegrafo'', 24 gennaio 1941; Gastone Razzaguta, ''Livorno nostra'', Società editrice Tirrena, 1948</ref> dà conto poi dell'invenzione di un battello sottomarino utilizzabile per operazioni di guerra e attacchi militari, la cui paternità era da ascrivere all'ingegnere [[Giovanni Antonio Ciaschi]].
Riga 30 ⟶ 27:
==== Il ''Brandtaucher'' ====
[[File:Brandtaucher Dresden.jpg|thumb|Il Brandtaucher nel museo a [[Dresda]]]]
Il primo a utilizzare in modo efficace un sottomarino come arma, in particolare contro un blocco navale della marina danese, fu il tedesco [[Wilhelm Bauer]], che nel 1850 costruì un sommergibile con scafo in acciaio, lungo oltre 8 metri e pesante circa 39 tonnellate, destinato ad attaccare le navi danesi che bloccavano il porto di Kiel.<ref name="ReferenceA"/> Fonti dell'epoca riportano che le sole attività di collaudo del sommergibile bastarono ad allarmare i danesi, al punto da convincerli ad allontanare le navi dalla costa, allentando così il blocco. In seguito Bauer divenne famoso, non tanto per la sua storica impresa, quanto per essere stato uno dei primi tre marinai a salvarsi da un sottomarino affondato. Quando durante un'immersione di prova il 1º febbraio 1851 si aprì una falla nello scafo e l'imbarcazione colò a picco, intrappolando Bauer e i suoi due marinai di equipaggio a bordo del loro sottomarino a 18 metri di profondità, Bauer intuì che per aprire la botola che avrebbe consentito di abbandonare il sommergibile era necessario compensare la pressione esterna dell'acqua e fece pertanto allagare lo scafo. I tre riuscirono così ad aprire la botola e a raggiungere la superficie. Il Brandtaucher venne recuperato nel 1887 e oggi è il più antico sommergibile conservato in un museo.<ref>{{cita | Hutchinson | pp. 10-11}}.</ref><ref>''The Submarine Pioneers'', Compton-Hall, 1999, p. 60.</ref><ref>''The Story of the Submarine: from the Earliest Ages to the Present Day'', C. Field, 1905, p. 86.</ref>
==== Il primo attacco riuscito: il CSS ''Hunley'' ====
Riga 45 ⟶ 38:
==== Il primo ''Nautilus'' ====
[[File:Fultondesign7.jpg|thumb|Progetto di un sottomarino statunitense del 1802]]
Il primo a prendere in considerazione un sottomarino dotato di un apparato motore fu l'americano [[Robert Fulton]], che considerò la possibilità di sfruttare il brevetto del francese [[Claude de Jouffroy d'Abbans]] per progettare un sottomarino dotato di motore. Fulton presentò nel 1801 in [[Francia]] il ''[[Nautilus (sottomarino 1800)|Nautilus]]'', ma le difficoltà tecniche incontrate in fase progettuale avevano costretto il tenace inventore americano a rinunciare all'installazione di un motore a vapore sul battello<ref>American Treasures of the Library of Congress:{{cita web | url = https://www.loc.gov/exhibits/treasures/trr024.html | titolo = Fulton's Submarine |accesso=16 marzo 2009}}</ref>. Lungo 6 metri e largo 1,80 metri, il ''Nautilus'' poteva contenere fino a 8 persone e disponeva di un'elica che veniva messa in moto manualmente dall'equipaggio, inoltre poteva sia navigare in superficie grazie all'ausilio di una vela retrattile, sia in immersione. Lo stesso anno [[Napoleone Bonaparte]], a quel tempo primo console, si mostrò inizialmente entusiasta del progetto e decise di finanziarlo. Una commissione della [[Marine nationale|marina francese]] assistette a una dimostrazione del nuovo mezzo, il quale riuscì ad affondare una nave bersaglio nel porto di [[Brest (Francia)|Brest]]. Il successo della prova sostenuta dal sommergibile di Fulton venne però inficiato della scarsa governabilità del mezzo e della modesta profondità raggiunta, elementi che portarono la marina francese a esprimere un giudizio negativo. Fulton provò allora a proporre il ''Nautilus'' alla marina inglese, ma anche in questo caso a una dimostrazione positiva sostenuta nel 1805 non seguirono finanziamenti.<ref name="Jane's Submarine 2005, p.10">{{cita | Hutchinson | p. 10}}.</ref> Questi fallimenti posero di fatto fine alle speranze di Fulton di costruire un sommergibile dotato di motore, in quanto anche il congresso statunitense, pur avendo inizialmente approvato il suo progetto, in seguito alle valutazioni negative delle marine francese e inglese, esitò a più riprese a mettere a disposizione le risorse economiche necessarie; l'inventore morì prima di riuscire a completare la costruzione del sommergibile ''Mute'', più grande del Nautilus e propulso da motore<ref name="Jane's Submarine 2005, p.10"/>.
==== L'evoluzione dei motori ====
[[File:Peral Submarine Cartagena,ES 2007.jpg|thumb|Il sottomarino di Isaac Peral del 1888]]
Bisognerà quindi aspettare il 1888 prima che qualcuno tenti nuovamente di progettare un sottomarino dotato di un apparato motore. Nel frattempo, il 2 ottobre 1864 fu presentato da [[Narcís Monturiol]] il primo sommergibile dotato di una qualche forma di propulsione. Il mezzo, battezzato ''[[Ictíneo II]]'' dal suo costruttore, era composto da uno scafo in legno rinforzato e disponeva di un motore chimico che per un breve lasso di tempo produceva energia elettrica grazie appunto a una reazione chimica. Pur rappresentando un passo in avanti rispetto ai mezzi precedenti, la soluzione era ancora insoddisfacente. Il salto di qualità giunse nel 1888 grazie allo spagnolo [[Isaac Peral]] che provò a utilizzare motori elettrici e costruì finalmente un sottomarino realmente efficiente, lungo più di 22 metri e capace di raggiungere una velocità di 10,9 [[Nodo (unità di misura)|nodi]] in superficie e di 6 in immersione.<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | pp. 170-171}}.</ref> La soluzione trovata da Peral, pur risolvendo quasi tutti i problemi tecnici emersi fino ad allora, trascurava però la possibilità di ricaricare le batterie in mare. Sprovvisto di un [[motore a vapore]] o a scoppio, il sottomarino era in grado di percorrere solo brevi tratti ed era quindi in grado di operare solamente sotto costa.
Fu quindi il momento dell'irlandese [[John Philip Holland]], che in seguito a un concorso indetto dal Governo degli Stati Uniti per la costruzione di un sottomarino, ricevette l'incarico di progettare il primo battello dotato di motore. Il suo primo progetto, che avrebbe dovuto portare il nome di ''Plunger'' e che era dotato di un motore a vapore, fu però un totale fallimento<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | pp. 11-12}}.</ref>, tanto che ancora in fase di costruzione si decise di abbandonarlo. Ciò nonostante, il tanto testardo quanto tenace irlandese non si perse d'animo e di propria iniziativa fece costruire un nuovo prototipo che chiamò ''Holland VI''. Dotato di un [[motore a benzina]] per la navigazione in superficie e di un modernissimo (per l'epoca) [[motore elettrico]] della Electro Dynamic Company<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 30}}.</ref>, l{{'}}''Holland VI'' fu un successo senza precedenti. Capace di immergersi fino a una profondità di 23 metri il piccolo battello entusiasmò tanto i vertici della marina statunitense, che fu acquistato e messo in servizio con la sigla SS-1.<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 31}}.</ref>
==== Il siluro e la diffusione del mezzo presso altre marine ====
Nel frattempo l'invenzione del [[siluro]] e alcune migliorie permisero che anche un piccolo battello come l'SS-1, la cui stazza non superava le 163 tonnellate, potesse essere dotato di un armamento proprio che era composto da tre siluri da 45 cm e successivamente da un piccolo cannone a prua. Quest'ultimo venne però rimosso dopo un breve periodo. In seguito anche altre marine, come quella inglese e giapponese, si doteranno di sottomarini simili, perlopiù evoluzioni dello stesso progetto di Holland lievemente modificato.<ref>{{Cita web |url=http://www.gdeb.com/about/centennial/eb-100yrs-2.html |titolo=Morris view of Holland more widely accepted in our era |accesso=10 aprile 2009 |editore=Robert A. Hamilton, The Day Publishing Co. |data=1999 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061016074338/http://www.gdeb.com/about/centennial/eb-100yrs-2.html |dataarchivio=16 ottobre 2006 }}</ref> Altri progetti sicuramente altrettanto riusciti ma che non godettero della stessa notorietà, furono il francese Narval<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 116}}.</ref>, lo svedese Hajen<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 175}}.</ref>, e il [[Delfino (sommergibile 1892)|Delfino]]<ref>{{Cita web| url=http://www.marina.difesa.it/sommergibili/storia/storia01.asp| titolo=Primi Sommergibili italiani | editore=marina.difesa.it| accesso=10 aprile 2009}}</ref>, prima unità a essere realizzata in Italia. Tutti costruiti a cavallo tra il XIX e il XX secolo, furono gli unici progetti alternativi al progetto di Holland che riuscirono ad avere successo. Nonostante molte delle marine iniziassero a dotarsi di sottomarini, il ruolo e l'importanza di queste unità era ancora molto discussa e molte marine, quali quella italiana ma anche quella tedesca, nonostante avessero progetti a disposizione, preferirono non realizzare nessuna unità e introdussero i loro primi sommergibili solo un decennio più tardi, quando la prima guerra mondiale era ormai imminente.
=== Il periodo prima della Grande Guerra ===
Riga 75 ⟶ 62:
Lo sviluppo dei sottomarini nel corso dell'ultimo decennio aveva spinto molte marine militari a dotarsene, tanto che nella [[prima guerra mondiale]] quest'arma ebbe un impiego fondamentale. I sottomarini ebbero un ruolo importante nel tentativo da parte della Germania, e in modo più limitato anche dell'[[Austria]], di porre rimedio al blocco navale alleato imposto dalla supremazia navale di Regno Unito e Stati Uniti, e in definitiva furono una causa determinante per l'ingresso degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nella guerra.
Emblema dell'evoluzione tecnica fu la [[classe U-31]] composta da 11 battelli<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 72}}.</ref>, che affondò durante l'intero conflitto oltre 1 917 146 BRT<ref>''Bruttoregistertonnen'', tedesco per Gross Registered Tonnage, una misura della capacità di trasporto delle navi.</ref> di mercantili nemici.<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 73}}.</ref> Questa classe vide anche l'introduzione del [[doppio scafo]], che verrà applicato poi a tutti i sottomarini introdotti a partire dalla seconda guerra mondiale.
Con il blocco navale apparvero però anche nuovi tipi di unità che avevano come compito principale quello di aggirare la morsa alleata e rifornire Germania e Austria con materie prime provenienti dalle colonie di oltremare.<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 67}}.</ref> Sottomarini come l'U-151, dotati di due grandi cannoni<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 23}}.</ref>, furono utilizzati nei primi anni della grande guerra come sottomarini mercantili. Fino agli [[Anni 1930|anni trenta]] venne comunque perseguito l'obiettivo di costruire battelli che fossero in grado di coniugare i compiti di trasporto con quelli di attacco.
Ciò nonostante, alcuni affondamenti fatti tramite l'ausilio del siluro divennero storicamente rilevanti, come quello dell'[[esploratore (nave)|esploratore]] britannico ''Pathfinder'' (prima nave a essere affondata durante il conflitto) e quello del transatlantico britannico ''[[RMS Lusitania|Lusitania]]'' carico di civili statunitensi che condizionò l'opinione pubblica americana in favore dell'entrata in guerra degli Stati Uniti contro la Germania, due anni dopo. Durante la prima guerra mondiale i sommergibili (soprattutto, ma non solo tedeschi) furono responsabili dell'affondamento di qualsiasi tipo di naviglio, dal piccolo mercantile a vela (nel 1914 ancora una parte importante del commercio mondiale era trasportata da imbarcazioni a vela, alcune di appena 30-50 tonnellate, fino ai clipper da 1 500-2 000 tonnellate) fino alle corazzate e agli incrociatori. Furono però le imbarcazioni più lente, e quindi soprattutto i mercantili, quelle che subirono le maggiori perdite, anche per scelta deliberata delle strategie navali tedesche di lotta al traffico. Colpirono in tutti i teatri europei, raramente fuori dalle acque europee e al di fuori del Nord Atlantico furono molto poco impiegati.▼
I sottomarini d'attacco (definiti nella moderna terminologia anglosassone ''hunter-killer'') vennero sviluppati però in funzione sia della scarsa velocità in immersione di un sommergibile rispetto a quella delle navi da attaccare, sia dei tempi necessari a ricaricare i [[tubo lancia siluri|tubi lancia siluri]], rispetto a quello necessario a ricaricare il cannone, il cui uso venne ampiamente privilegiato.<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 68}}. L'U-35 in solo quattro casi utilizzò dei siluri per affondare un mercantile mentre in tutti i restanti casi fece ricorso all'utilizzo del cannone esplodendo nel corso delle sue 25 missioni più di 900 colpi.</ref>
==== I sommergibili della marina italiana durante la prima guerra mondiale ====▼
La natura prevalentemente terrestre dell'impegno bellico italiano contro l'Austria e la notevole supremazia navale delle potenze dell'Intesa limitarono le occasioni di impiego dei sommergibili della [[Regia Marina|Regia Marina italiana]], che pure poteva contare su valenti progettisti come [[Cesare Laurenti (ingegnere)|Cesare Laurenti]]. I sommergibili dell'epoca erano idonei alla guerra navale offensiva contro il naviglio militare e mercantile avversario (la cui consistenza, nel caso della Germania e dell'Austria, non era motivo di particolare preoccupazione per l'Intesa). Ciononostante anche l'Italia impiegò un certo numero di sommergibili di medie dimensioni, la [[classe Medusa]]<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 128}}.</ref>, composta da otto sommergibili costruiti tra il 1913 e il 1914. ▼
Ciò nonostante, alcuni affondamenti fatti tramite l'ausilio del siluro divennero storicamente rilevanti, come quello dell'[[esploratore (nave)|esploratore]] britannico ''Pathfinder'' (prima nave a essere affondata durante il conflitto) e quello del transatlantico britannico ''[[RMS Lusitania|Lusitania]]'' carico di civili statunitensi che condizionò l'opinione pubblica americana in favore dell'entrata in guerra degli Stati Uniti contro la Germania, due anni dopo.
▲
▲==== I sommergibili della marina italiana durante la prima guerra mondiale ====
▲La natura prevalentemente terrestre dell'impegno bellico italiano contro l'Austria e la notevole supremazia navale delle potenze dell'Intesa limitarono le occasioni di impiego dei sommergibili della [[Regia Marina|Regia Marina italiana]], che pure poteva contare su valenti progettisti come [[Cesare Laurenti (ingegnere)|Cesare Laurenti]]. I sommergibili dell'epoca erano idonei alla guerra navale offensiva contro il naviglio militare e mercantile avversario (la cui consistenza, nel caso della Germania e dell'Austria, non era motivo di particolare preoccupazione per l'Intesa). Ciononostante anche l'Italia impiegò un certo numero di sommergibili di medie dimensioni, la [[classe Medusa]]<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 128}}.</ref>, composta da otto sommergibili costruiti tra il 1913 e il 1914. A essi si affiancarono, a partire dal 1916, le più moderne unità della [[Classe F (sommergibile)|classe F]]<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 129}}.</ref>, evoluzione della classe Medusa. I sommergibili della classe Medusa restarono comunque le unità principalmente impiegate durante l'intero periodo del conflitto. I sommergibili di questa classe non ebbero l'occasione di portare a termine operazioni rilevanti come quelle che resero famosi i battelli tedeschi della classe U-31, ma diedero buona prova di sé, al punto che varie marine militari, tra le quali anche quelle [[Royal Navy|britannica]] e [[Marina imperiale giapponese|giapponese]], ne acquisirono alcuni esemplari. Furono inoltre importati alcuni battelli classe H (tipo Holland americano, costruiti per conto dell'Italia a Montréal a partire dal 1916 in 8 esemplari), che diedero buona prova di sé, e rimasero una delle più affidabili classi per l'addestramento dei sommergibilisti fino alla seconda guerra mondiale. Questo permise l'introduzione di alcune nuove tecnologie (furono il primo battello italiano su cui si installò un primitivo e inaffidabile ecoscandaglio)
=== Il periodo tra le due guerre ===
[[File:British Submarine HMS M2, 2.jpg|thumb|HMS ''M2'' uno dei sottomarini della classe M si prepara a fare decollare l'[[idrovolante]] [[Parnall Peto]] precedentemente stivato nell'hangar di bordo]]
Al termine della prima guerra mondiale, non appena la maggior parte delle nazioni iniziò a riprendersi dalle conseguenze della guerra, si riavviò la progettazione e costruzione di nuovi sottomarini. Di conseguenza, visto il numero costantemente crescente di unità che erano state messe in servizio fino ad allora, la [[Conferenza navale di Washington]] pose alcuni limiti sulle dimensioni e sul numero delle unità che ogni paese poteva mettere in servizio<ref>{{cita web | url = https://en.wikisource.org/wiki/Washington_Naval_Treaty%2C_1922#SECTION_I.-RULES_FOR_REPLACEMENT | titolo = ''Treaty'', CHAPTER II.-RULES RELATING TO THE EXECUTION OF THE TREATY- DEFINITION OF TERMS, Part 3- Replacement, Section 1, RULES FOR REPLACEMENT, subsection (d)| accesso= 7 gennaio 2009}}</ref>. Nonostante queste apparenti limitazioni il periodo tra il 1920 e il 1939 fu certamente un periodo che vide un intenso sviluppo in questo settore. Numerose furono le soluzioni che si provarono ad adottare e una delle idee più diffuse nelle diverse marine militari fu quella di produrre sommergibili in grado di competere con le unità di superficie. Questi battelli erano dotati, oltre dei tubi lancia siluri, anche di enormi [[obice|obici]] posizionati sul ponte e talvolta persino di [[hangar]] per ospitare un velivolo, finendo per assomigliare più a unità di superficie che a sottomarini. Le dimensioni imponenti pregiudicavano la manovrabilità e l'autonomia in immersione. Tra le unità più note di questo periodo spiccano l'{{nave|USS|Argonaut|SM-1|6}}<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | pp. 34-35}}.</ref> americano, l'[[X1 (sommergibile)|X-1]]<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 91}}.</ref> britannico, le unità della [[Classe M (sommergibile Regno Unito)|classe M]]<ref name="Miller_A">{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 16}}.</ref> sempre di fabbricazione britannica e infine il {{nave||Surcouf|sommergibile|2}}<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 113}}.</ref> francese il quale andò distrutto nel corso della seconda guerra mondiale. Nonostante l'apparente fervore con il quale ci si dedicò alla progettazione di nuove unità il numero dei sottomarini messi in servizio rimase modesto fino alla metà degli anni trenta, quando lentamente aumentò il numero di unità in servizio attivo. Sebbene fosse stato proibito alla Germania di dotarsi di unità sottomarine, durante tutto il periodo compreso tra gli [[anni 1920|anni venti]] e la metà degli [[anni 1930|anni trenta]] il lavoro concettuale di sviluppo fu portato avanti, tanto che, quando a partire dal 1935 il regime [[nazismo|nazista]] iniziò a commissionare le prime unità di sottomarini violando di fatto le decisioni prese nella conferenza di Washington, il gap accumulato dalla Germania nei confronti di altre nazioni risultava pressoché irrilevante. Il rinnovo della marina sottomarina tedesca fu affidato all'allora capitano di vascello [[Karl Dönitz]], che finirà per scontrarsi più volte con il grandammiraglio [[Erich Raeder|Raeder]] e con [[Hermann Göring]].
=== La seconda guerra mondiale ===
{{Vedi anche|Battaglia dell'Atlantico (1939-1945)}}
[[File:Uboatsafterthewar.jpg|thumb|Sottomarini tedeschi ormeggiati in porto]]
Allo scoppiare della [[seconda guerra mondiale]] il numero delle marine che disponeva di sommergibili era notevolmente aumentato. Ciò nonostante la maggior parte delle unità era rimasta sostanzialmente uguale a quelle che operarono alla fine della grande guerra. Sebbene gli anni venti e trenta avessero visto un intenso sviluppo delle unità sottomarine, i concetti e i propositi che si era posta la maggior parte dei progettisti si rivelarono errati. Le grandi unità sottomarine costruite durante i due decenni precedenti rivelarono scarse capacità di operare in immersione. Decisamente troppo ingombranti e prive di prestazioni che permettessero loro di competere con le unità di superficie, esse risultarono ben presto obsolete. Come già nella prima guerra mondiale il compito dei sottomarini tedeschi fu quello di contrastare il traffico di merci nell'Atlantico, ma rispetto alla prima guerra mondiale le aree nelle quali operarono si estesero anche al [[Mediterraneo]] e successivamente, con l'entrata in guerra degli Stati Uniti dopo l'[[attacco di Pearl Harbor]], anche all'[[oceano Pacifico]]. Ben presto molti paesi si resero quindi conto che il successo dei sottomarini dipendeva principalmente dalla velocità e dall'autonomia in immersione. Specialmente la marina militare tedesca comprese molto presto che i sottomarini che navigavano in emersione erano bersagli facili nei confronti degli aerei da ricognizione e dei pattugliatori navali e che la navigazione con lo [[Snorkel]] poteva comunque compromettere l'occultamento dell'unità. Moltissimi furono quindi gli sforzi che la [[Kriegsmarine]] fece per migliorare le proprie unità. A partire dal 1942 si iniziò a ridurre gradualmente l'armamento in coperta. Correttamente si era notato che cannone e [[mitragliatrice|mitragliatrici]] aumentavano la resistenza idrodinamica dei sottomarini riducendo velocità di punta e autonomia in immersione.
Il progressivo smantellamento dell'armamento si spinse di conseguenza fino al punto che le nuovissime unità della [[U-Boot Tipo XXI|classe XXI]] erano completamente sprovviste di un cannone ed erano dotate solamente di 4 mitragliatrici da 20 mm installate in torretta.<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 78}}.</ref> In compenso queste unità potevano vantare in immersione una velocità continuativa di ben 17 nodi e un'autonomia di 350 [[miglio nautico|miglia]] a 5 nodi. Stranamente però non tutte le marine seguirono l'esempio di quella tedesca. Il [[Giappone]] ad esempio, nonostante avesse testato già nel corso dei primi anni trenta unità idrodinamicamente efficienti come i battelli della [[classe Nr. 71]]<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | pp. 104-105}}.</ref> capaci di percorrere in immersione 230 miglia alla velocità di 7 nodi, si ostinò a costruire durante tutto il periodo della seconda guerra mondiale, fatta eccezione per alcuni minisottomarini dalle linee idrodinamiche, sommergibili di grandi dimensioni e dalle scarse prestazioni che risultarono poco efficienti. Famosi per le loro dimensioni divennero sicuramente i battelli della [[classe I-400]]<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 106}}.</ref>, dotati persino di un piccolo ponte di volo e concepiti per lanciare attacchi aerei dal largo delle coste degli Stati Uniti.
Riga 117 ⟶ 102:
[[File:USS Cusk;0834807.jpg|thumb|USS ''Cusk'' mentre lancia un missile Loon]]
Con la fine della seconda guerra mondiale e con il successivo smantellamento di molti sottomarini, soprattutto dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, ebbe inizio una nuova epoca. Molte delle unità varate nei primi anni di guerra erano ormai obsolete, tanto da renderne necessaria la radiazione. Molte marine militari si ritrovarono con un numero spropositato di battelli il cui mantenimento in servizio comportava costi esorbitanti. Alcuni sommergibili da radiare furono quindi utilizzati come bersagli e affondati. Questa sorte spettò in particolare a molte delle unità catturate durante il conflitto. Altre invece furono sottoposte a modifiche e utilizzate occasionalmente come bersagli mobili in esercitazioni. Tra le unità divenute famose in questo ruolo spiccano certamente lo HMS ''Scotsman''<ref>{{cita | Hutchinson | p. 78}}.</ref> e lo USS ''Manta''<ref>''Dictionary of American Naval Fighting Ships'', 1969, Vol. 4, pp.225-226.</ref>. Quest'ultimo ricevette una serie di corazzature aggiuntive montate sullo scafo in modo che fosse possibile sparare contro questa unità siluri privi di una carica esplosiva (deattivati). L'[[Unione Sovietica]] invece fece costruire negli anni sessanta una classe appositamente concepita per questo compito, la [[classe Bravo]] che è rimasta in servizio per tutto il periodo della [[guerra fredda]].
==== Gli Stati Uniti ====
Riga 134 ⟶ 117:
===== Evoluzione delle armi =====
L'avvento delle nuove unità sviluppate a partire dai primi anni cinquanta fu accompagnato da una corrispondente evoluzione del loro armamento. Il cannone, presente su tutti i sottomarini della seconda guerra mondiale, fu rimosso di fatto da tutte le unità in servizio già con i programmi di ammodernamento GUPPY e BALAO, mentre le nuove unità ne erano sprovviste. Ben presto però questo vuoto fu colmato dai [[missile|missili]]. La prima unità al mondo a essere equipaggiata con questo nuovo tipo di arma fu lo [[USS Cusk (SS-348)|USS ''Cusk'']]<ref>{{cita web | url = http://www.usscusk.com/ | titolo = The United States Ship Cusk - World First Missile Submarine}}</ref> che fu armato con un [[LTV-N-2 Loon|missile Loon]], il quale non era altro che una copia del missile [[V1 (Fieseler Fi 103)|V1]] tedesco. Il USS ''Cusk'' effettuò il primo lancio di un missile il 12 febbraio 1947.<ref>{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 29}}.</ref> L'esito soddisfacente della prova indusse la marina ad avviare ben presto lo sviluppo di nuovi missili da crociera appositamente studiati per questo compito. Tra questi il progetto più riuscito e di maggiore fama fu indubbiamente il [[RGM-6 Regulus|Regulus]]<ref name="Miller_B">{{cita | Miller, Unterseeboote | p. 17}}.</ref>, che poteva essere lanciato in emersione. A partire dalla fine degli anni sessanta però lo sviluppo dei missili da crociera fu interrotto a favore dei [[Missile balistico intercontinentale|missili balistici]] che successivamente andarono ad armare le unità americane della [[classe Ethan Allen]], della [[classe Lafayette]] e infine della [[classe Ohio]]. In quella fase iniziale i missili da crociera avevano rappresentato il primo passo in direzione dei più potenti missili balistici, ma tornarono in auge a partire dalla metà degli anni settanta quando si compresero i vantaggi propri di queste armi e si avviò la progettazione dei [[BGM-109 Tomahawk|missili Tomahawk]], appositamente progettati per essere lanciati in immersione dai tubi lancia siluri.
==== L'Unione Sovietica ====
Riga 142 ⟶ 123:
===== I primi sottomarini nucleari =====
Nonostante un grande scarto tecnologico iniziale, rapidamente colmato a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta, lo sviluppo dei sottomarini sovietici fu simile a quello delle unità americane sia per qualità sia per quantità. Contrariamente alla prassi statunitense, però, la divulgazione di informazioni e immagini fu estremamente scarna e ancora oggi molte informazioni, anche quelle riguardanti unità ormai radiate da anni, non sono disponibili. Esattamente come i progettisti americani anche quelli sovietici ritennero che lo sviluppo futuro dei sottomarini dipendesse da quello dei missili balistici e da crociera ma l'impulso maggiore venne dall'introduzione della propulsione nucleare. La prima unità dotata di un reattore nucleare a entrare in servizio fu il ''[[K-3 Leninskij Komsomol]]'', un sottomarino della [[classe November]] varato il 7 luglio 1958, cui seguirono ulteriori tredici esemplari costruiti fino al 1963<ref>{{cita web|url=http://www.globalsecurity.org/military/world/russia/627.htm|titolo=La classe November su globalsecurity.org|accesso=18 aprile 2009|lingua=en|data=}}</ref>. I November furono affiancati, a partire dal 1965, dalla più perfezionata [[classe Victor I/III|classe Victor]], della quale entrarono in servizio 48 esemplari fino ai primi anni novanta. I Victor furono costruiti in tre versioni, identificati in Occidente con i [[nome in codice NATO|nomi in codice NATO]] di ''Victor I'', ''Victor II'' e ''Victor III''<ref>{{Cita web| url=http://www.globalsecurity.org/military/world/russia/671.htm| titolo=I Victor su globasecurity.org |data=18 aprile 2009| accesso=}}</ref>. Queste unità, dallo scafo idrodinamico, rappresentarono per quasi due decenni la spina dorsale delle forze subacquee sovietiche, e a partire dai primi anni ottanta furono progressivamente sostituite dalle unità delle classi [[Classe Sierra|Sierra]] e [[Classe Akula|Akula]]. Contrariamente a quanto avveniva nello stesso periodo in Occidente, la marina sovietica non volle affidarsi a un unico progetto per rimpiazzare i Victor, ma ne fece sviluppare due molto simili tra di loro.
===== Gli SSGN =====
|