Metafisica: differenze tra le versioni
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Poiché la metafisica «...si propone di individuare la natura ultima e assoluta della realtà, al di là delle sue determinazioni relative...»<ref>{{Treccani|metafisica|metafisica}}</ref>, le è stato spesso attribuito un carattere [[mistica|mistico]] e [[religione|religioso]], di tensione verso l'assoluto, [[Dio]] e la [[trascendenza]].<ref>Come fa [[René Guénon]], in ''{{cita testo|url=http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/reneguenon/caressme.htm|titolo=Caratteri essenziali della metafisica}}'' riferendola ad un'attività "sovra-razionale".</ref>
Già con Aristotele, la metafisica è la scienza dell'essere perfetto, cioè lo studio di Dio: poiché infatti cercava le cause prime della realtà, essa così diveniva anche indagine su Dio. Lo stretto legame con la [[teologia]] resterà valido per quasi tutto il [[Medioevo]]. È fondamentale in questo senso il contributo di [[Tommaso d'Aquino]], che
theologia sive scientia divina non tamquam subiectum scientiae, set tamquam principia subiecti, et talis est theologia quam philosophi prosequuntur, que alio nomine metaphysica dicitur".</ref> e pertanto considerava possibile una sintesi di [[ragione]] e [[fede]].
Da alcuni punti di vista il [[Medioevo]] termina quando l'intuizione si separa dalla ragione, quando metafisica e teologia tendono a essere viste come discipline separate. Alcuni filosofi, tra cui [[Cartesio]] e [[Hegel]], cercheranno di costruire un'autonomia della ragione, rendendola indipendente dall'intuizione.
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