Radio libere: differenze tra le versioni
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Nel [[1974]] la [[Corte costituzionale (Italia)|Corte Costituzionale]] concesse ai privati la facoltà di trasmettere via cavo in ambito locale<ref>[http://www.giurcost.org/decisioni/1974/0226s-74.html Sentenza C. Cost n. 226 del 10 luglio 1974]</ref>. Fu la prima storica sentenza contro il monopolio statale. La trasmissione via etere rimaneva interdetta ai privati. Però, sentendo che i tempi stavano cambiando, alcuni pensarono che prima o poi sarebbero state liberalizzate anche le trasmissioni via etere. Senza aspettare un successivo pronunciamento, nacquero in alcune città italiane le prime [[radio pirata]], sull'esempio del Regno Unito<ref>[https://www.newslinet.com/storia-della-radiotelevisione-italiana-le-radio-pirata-italiane-in-onde-corte/ Storia della radiotelevisione italiana]</ref>. La prima radio pirata in Italia fu [[Radio Valle Camonica]], le cui trasmissioni cominciarono il 6 novembre 1974 alle ore 15:30.<ref>{{Cita web|url=https://new.radiovallecamonica.it/la-storia-della-radio/|titolo=La Storia della Radio|sito=Radio Valle Camonica|lingua=it-IT|accesso=2024-11-06}}</ref> Alle ore 11 del 23 novembre 1974 dai colli dell'Osservanza a [[Bologna]] iniziarono le trasmissioni di [[Radio Bologna per l'accesso pubblico]], ideata dalla Cooperativa Lavoratori Informazione. Nata da un'idea di Roberto Faenza e Rino Maenza, l'emittente trasmise per otto giorni interviste, discorsi e musica. Meno di un mese dopo, in dicembre, Radio Parma avviò le trasmissioni sperimentali e, dal 1º gennaio 1975, iniziò i programmi regolari sulla frequenza 102 MHz. È considerata la radio libera italiana con un palinsesto completo che trasmette continuativamente da più anni.<ref>{{Cita web|url=https://www.uniontel.it/blog/le-radio-libere-44-anni-di-storia-tutta-italiana|titolo=Le radio libere, 44 anni di storia tutta italiana {{!}} Uniontel.it|sito=www.uniontel.it|lingua=it|accesso=2024-05-18}}</ref> La prima radio libera di [[Milano]] fu [[Radio Milano International]] (10 marzo 1975), che si posizionò sui 101.00 MHz.
Nel 1970 in Sicilia [[Danilo Dolci]] fu promotore, tra le altre, di una nuova iniziativa nonviolenta particolarmente creativa e clamorosa, l'apertura della prima radio italiana a infrangere il monopolio radiofonico della [[RAI]]. ''Radio Partinico Libera'' iniziò le sue trasmissioni alle 17:31 del 25 marzo 1970 per lanciare un appello disperato: a più di due anni dal tremendo sisma che aveva devastato la Sicilia occidentale «si marcisce di chiacchiere e di ingiustizie, la Sicilia muore». Infatti, non un solo edificio era stato ricostruito, la gente continuava a vivere nelle baracche. 27 ore dopo l'inizio delle trasmissioni le forze dell'ordine provvedevano al sequestro degli impianti e alla chiusura dell'emittente.
Gli apparecchi che gli italiani avevano in casa erano in grado di ricevere sia la [[modulazione di ampiezza]] (AM) che la [[modulazione di frequenza]] (FM). Però gli italiani erano abituati ad ascoltare la sola AM. Le radio private sfruttarono le potenzialità dell'FM. L'FM presentava pregi e difetti. Un limite era l'ampiezza geografica: difficilmente un'emittente poteva coprire un'intera provincia. Le radio libere trasformarono questo limite in punto di forza: nacquero programmi indirizzati a pubblici (''target'') facilmente individuabili. I punti di forza delle radio libere, rispetto al gestore pubblico, erano invece la possibilità di utilizzare tecnologie nuove come la [[stereofonia]] (in questo precedettero la stessa Rai) e l'interattività con gli ascoltatori (sebbene questa fosse già stata avviata dalla RAI con la trasmissione ''[[Chiamate Roma 3131]]'' dalla fine degli anni '60) che vennero coinvolti direttamente dando loro la possibilità di telefonare nel corso dei programmi fornendo opinioni e commenti, oppure dando loro la possibilità di scegliere brani musicali di loro gradimento; molte radio cominciarono così a impostare [[palinsesto|palinsesti]] dedicati a fasce di utenza ben precise centrando la programmazione su tematiche musicali (Rock, musica italiana, folklore locale etc.) o sociali (politica ''in primis''). La Rai trasmetteva in FM dagli 87,50 ai 100,00 MHz<ref>{{cita web|url=https://www.flickr.com/photos/79918201@N07/28292411974/|titolo=''La Rai al contrattacco'' (4 marzo 1976)|accesso=11 agosto 2016}}</ref>. Tutte le radio private occuparono inizialmente le frequenze superiori ai 100 MHz (fino a 108,00), poi successivamente utilizzarono anche quelle inferiori, a causa dell'affollamento incontrollato.
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