Assedio di Capua (211 a.C.): differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Utilizzo {{formatnum:}} o {{M}} |
→Anno 215 a.C.: da Cuma a Nola: wikilink |
||
Riga 69:
[[File:Shepherd-vicinity of Naples.jpg|left|thumb|upright=1.4|Il golfo di Napoli e la vicina Cuma (in alto a sinistra) che fu [[battaglia di Cuma (215 a.C.)|presa d'assedio da Annibale]]]]
Frattanto i Campani presero l'iniziativa di ridurre in loro potere la città di [[Cuma]], sollecitando dapprima i Cumani ad abbandonare l'alleanza con i Romani, e poiché che non riuscirono a sortire alcun effetto, provarono ad impadronirsene con l'inganno.<ref>{{cita|Livio|XXIII, 35.2}}.</ref> A Tiberio Gracco venne inviata un'ambasceria, dove il console veniva informato di ciò che i Campani stavano tramando nei confronti dei Cumani e che, tre giorni più tardi, avrebbero dovuto recarsi presso ''Hamas (o [[Hamae]])'' ad incontrare il senato e l'esercito riunito campano. Gracco allora consigliò ai Cumani di raccogliere più provviste possibili all'interno della città e di rimanervi. Egli intanto mosse l'[[Esercito romano della media repubblica|intero esercito]] verso ''Hamas'' (che distava {{formatnum:3000}} [[Passo (unità di lunghezza)|passi]], pari a circa 4,5 [[Chilometro|km]]) il giorno prima della celebrazione del sacrificio.<ref>{{cita|Livio|XXIII, 35.10-12}}.</ref> La [[battaglia di Cuma (215 a.C.)|battaglia che ne seguì]] volse a favore dei Romani e dei Cumani. Furono infatti uccisi più di {{formatnum:2000}} Campani, oltre al loro stesso condottiero, [[Mario Alfio]].<ref name="LivioXXIII35.19">{{cita|Livio|XXIII, 35.19}}.</ref> Le perdite romane furono invece meno di 100. Gracco, una volta impadronitosi dell'accampamento nemico, si affrettò a ritirarsi dentro le mura di Cuma, per timore che [[Annibale]] potesse raggiungerlo rapidamente, essendo lo stesso posizionato sul [[Monte Tifata]], a nord-est di [[Capua (città antica)|Capua]].<ref name="LivioXXIII36.1">{{cita|Livio|XXIII, 36.1}}.</ref>
Il giorno seguente, il condottiero cartaginese tornò a Cuma con tutte le [[Armi d'assedio (storia romana)|macchine]] e pose la città sotto assedio.<ref>{{cita|Livio|XXIII, 36.7}}.</ref> Neppure [[Quinto Fabio Massimo Verrucoso]], che aveva il ''[[castrum]]'' presso ''[[Cales]]'', aveva osato attraversare il Volturno, intento a prendere di nuovo gli auspici, dove gli aruspici rispondevano che non era facile placare l'ira degli dèi.<ref>{{cita|Livio|XXIII, 36.8-10}}.</ref> Sempronio, riuscendo a resistere e contrattaccando,<ref>{{cita|Livio|XXIII, 37.1-6}}.</ref> costrinse Annibale a togliere l'assedio e far ritorno al Monte Tifata.<ref>{{cita|Livio|XXIII, 37.7-9}}.</ref>
|