Arco di Augusto (Rimini): differenze tra le versioni
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La funzione principale dell'opera, oltre a quella di porta urbica, era quella commemorativa e propagandistica svolta dall'iscrizione presente nell'attico, andata parzialmente persa, e probabilmente da un gruppo plastico,<ref name="P72-14" /> come poteva essere la statua bronzea dell'[[Augusto|imperatore Augusto]] ritratto nell'atto di condurre una [[quadriga]].<ref>{{Cita libro|titolo=Rimini, Arco d'Augusto (come era in origine)|url=https://scoprirete.bibliotecheromagna.it/opac/resource/rimini-arco-daugusto-come-era-in-origine/RAV1383676?tabDoc=taboggd|accesso=2023-02-17|editore=Farneti, Vittorio|lingua=italiano}}</ref>
L'iscrizione, ora mutila delle parti ricostruite tra parentesi quadre, era la seguente:
{{Citazione|Il Senato e il popolo romano (dedicarono) al condottiero Cesare, figlio del divino Giulio, Augusto, condottiero per la settima volta, console per la settima volta designato per l’ottava, essendo state
restaurate per Sua decisione e autorità la via Flaminia e le altre più importanti vie dell’Italia
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|SENATVS·POPVLVS[que·Romanus· /
Imp·Caesari·Divi·Iuli·F·Augusto·Imp·Sept·] /
COS·SEPT·DESIGNAT·OCTAVOM
CELEBERRIMEIS·ITALIAE·VIEIS·CONSILIO [Et·Auctoritate·Ei]VS·MVNITEIS|lingua=la}}[[File:Rimini 14.jpg|miniatura|Dettaglio dell'iscrizione superstite nell'attico]]L'elevata larghezza del [[fornice]], all'epoca, non avrebbe consentito di ospitare una porta e ciò è dovuto al fatto che il regime di pace al centro della propaganda politica dell'Imperatore Augusto, la cosiddetta ''[[Pax Augustea]]'', rendeva remota la necessità di una porta civica che si potesse chiudere,<ref name="P72-14" /> non essendoci il pericolo di essere attaccati.▼
▲L'elevata larghezza del [[fornice]], all'epoca, non avrebbe consentito di ospitare una porta e ciò è dovuto al fatto che il regime di pace al centro della propaganda politica dell'Imperatore Augusto, la cosiddetta ''[[Pax Augustea]]'', rendeva remota la necessità di una porta civica che si potesse chiudere,<ref name="P72-14" /> non essendoci il pericolo di essere attaccati.
L'Arco di Augusto rimase la porta principale della città, affiancato da edifici di modesta qualità, fino al periodo [[Fascismo|fascista]], quando tra il [[1936]] e il [[1938]], per volere di [[Benito Mussolini|Mussolini]], venne isolato demolendo le costruzioni adiacenti, e anche le torri che erano tornate a fiancheggiare l'arco dopo le demolizioni.<ref name="P72-12" />
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