Massimo D'Alema: differenze tra le versioni

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*[[Presidente]] della [[Commissione parlamentare per le riforme costituzionali]] <small>(dal 05/02/1997 al 21/10/1998)</small>
'''XVI legislatura:'''
*[[COPASIR#Presidenti|Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica]] <small>(dal 26/01/2010 al 15/03/2013)</small>
| sito12 = http://leg16.camera.it/29?shadow_deputato=29400&idpersona=29400
| carica13 = [[Europarlamentare]]
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Ha ricoperto successivamente la carica di [[Ministri degli affari esteri della Repubblica Italiana|ministro degli affari esteri]] e [[Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|vicepresidente del Consiglio]] del [[governo Prodi II]] (17 maggio 2006 - 8 maggio 2008).
 
È stato segretario nazionale della [[Federazione Giovanile Comunista Italiana]] dal 1975 al 1980, segretario nazionale del [[Partito Democratico della Sinistra]] dal 1994 al 1998 e presidente dei [[Democratici di Sinistra]] dal 2000 al 2007.
 
È stato deputato per sette legislature e più volte vicepresidente dell'[[Internazionale Socialista]].
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Grazie a queste esperienze, i due entrarono quasi subito nella dirigenza locale del PCI (il cui segretario, fra l'altro, era amico del padre di D'Alema) e organizzarono molte iniziative e manifestazioni rischiando spesso il [[reclusione|carcere]] e scontrandosi coi più radicali elementi di [[Lotta Continua]], che ritenevano D'Alema troppo allineato alla posizione del PCI.<ref name=fa/>
 
D'Alema si ritirò dagli studi poco prima di discutere la tesi, che avrebbe dovuto vertere sull'opera ''Produzione di merci a mezzo di merci'' dell'economista [[Piero Sraffa]], amico di [[Antonio Gramsci]]. Secondo l'amico del tempo [[Marco Santagata]], D'Alema vi rinunciò per non essere sospettato di favoritismi, poiché l'intellettuale del PCI [[Nicola Badaloni (politico 1924)|Nicola Badaloni]] era diventato preside di Lettere e Filosofia;<ref name=fa/>; sicuramente influirono notevolmente in questa scelta gli impegni politici assunti da D'Alema prima a livello locale, a Pisa, e poi, a livello nazionale, con la segreteria della [[Federazione Giovanile Comunista Italiana|FGCI]]; poco dopo entrò nel comitato federale nel partito.
 
Nel [[1968]] fu uno dei manifestanti che presero parte ai [[fatti della Bussola]].<ref>{{Cita web|url=https://distoriainstoria.it/ribellarsi-e-giusto-la-notte-della-bussola-1-episodio/|titolo=Ribellarsi è giusto: La notte della Bussola|autore=Vera Paggi|sito=di Storia /in Storia|data=26 dicembre 2021|accesso=7 giugno 2023|urlmorto=sì|dataarchivio=23 aprile 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230423210417/https://distoriainstoria.it/ribellarsi-e-giusto-la-notte-della-bussola-1-episodio/}}</ref>
 
Alle [[elezioni amministrative in Italia del 1970|elezioni amministrative del 1970]] vienesi elettocandida inal [[Consiglio comunale (ordinamento italiano)|consiglio comunale]] edi divenne[[Pisa]], capogruppotra le liste del PCI, risultando eletto [[consigliere comunale]] e divenendo [[Capogruppo (parlamento)|capogruppo]]. In tale veste fuè stato uno dei promotori della [[giunta comunale]] guidata da [[Elia Lazzari]] tra il luglio [[1971]] e il maggio [[1976]], un esperimento inedito sostenuto da [[Partito Comunista Italiano|PCI]], [[Partito Socialista Italiano]] (PSI), [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1964)|Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]] e da una parte della [[Democrazia Cristiana|DC]] (DC) per superare un momento di stallo e votare il [[bilancio comunale]].
 
Con questo, D'Alema conquistò l'attenzione dei vertici del partito e si fece la fama di aspirante capo del partito<ref name=fa/>. Tuttavia non mancarono le contestazioni della sua linea, che provocò grandi discussioni: era giudicato presuntuoso e si temevano le sue relazioni coi movimenti estremisti<ref name=fa/>. Un altro ostacolo erano i commenti moralisti sulla sua relazione libera e aperta con Gioia Maestro, conosciuta da poco: ostacolo che fu rimosso con un matrimonio celebrato il 19 aprile [[1973]] e concluso un anno e mezzo dopo<ref name=fa/>.
Tuttavia non mancarono le contestazioni della sua linea, che provocò grandi discussioni: era giudicato presuntuoso e si temevano le sue relazioni coi movimenti estremisti.<ref name=fa/> Un altro ostacolo erano i commenti moralisti sulla sua relazione libera e aperta con Gioia Maestro, conosciuta da poco: ostacolo che fu rimosso con un matrimonio celebrato il 19 aprile [[1973]] e concluso un anno e mezzo dopo<ref name=fa/>.
 
Nel 2013 D'Alema ha così rievocato gli anni attorno al 1968: «''Faccio parte della generazione del Sessantotto. Noi eravamo antisovietici, ma nel partito c'era gente che aveva rapporti stretti con l'Unione Sovietica. Erano legami personali e culturali profondi, creati durante la guerra, una guerra antifascista. In seno allo stesso partito, per anni, hanno convissuto diverse culture politiche. Enrico Berlinguer aveva capito qual era il vero volto dell'URSS. Ma prevalse in lui la preoccupazione che una rottura con quel mondo avrebbe portato a una spaccatura nel partito. Questa preoccupazione ha finito per rallentare il rinnovamento necessario del PCI. E così all'appuntamento con la storia siamo arrivati in ritardo''».<ref>''[[L'Espresso]]'', 7 febbraio 2013.</ref>
 
==== Segretario della FGCI ====
Nel [[1975]] [[Enrico Berlinguer]] stava cercando un successore per [[Renzo Imbeni]] alla guida della [[Federazione Giovanile Comunista Italiana|FGCI]], per la quale voleva un nuovo corso che la risollevasse dalla diminuzione degli iscritti e la portasse più vicina alla linea del [[compromesso storico]]<ref name=fa/>. Il successore designato era Amos Cecchi, ma il suo principale sostenitore [[Carlo Alberto Galluzzi]] fu sostituito nella carica di supervisore della FGCI dall'''[[Giorgio Amendola|amendoliano]]'' [[Gerardo Chiaromonte]], amico di famiglia dei D'Alema, che scelse il futuro segretario fra D'Alema e Mussi, optando infine - dopo una cena informale coi due - per il primo, che pure non era formalmente iscritto all'organizzazione come previsto dallo statuto: la scelta di uno sconosciuto sembrò ai membri della FGCI un atto di forza e un attentato all'autonomia dell'organizzazione.
 
In quel periodo il motto della FGCI era "''stare nel movimento''": D'Alema cercò di mediare fra la [[sinistra extraparlamentare]] e il partito per evitare una rottura definitiva, inizialmente senza risultati di rilievo. Per dare consistenza a questa prova di dialogo, si creò il settimanale ''Città futura'', che arrivò a vendere 50.000 copie: era diretto da [[Ferdinando Adornato]] e ospitava articoli di persone dalle opinioni più varie, animato da [[Umberto Minopoli]], [[Claudio Velardi]], [[Giovanni Lolli]], [[Goffredo Bettini]], [[Marco Fumagalli]], [[Walter Vitali]], [[Giulia Rodano]], [[Livia Turco]], [[Leonardo Domenici]]: secondo D'Alema «''l'ultima generazione di quadri del partito. Lì si formò un legame umano [...] quel tipo di solidarietà non si è spezzato, anche se abbiamo preso strade diverse''». Il giornale chiuse poco dopo.
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Il 19 marzo [[1980]] D'Alema arrivò a [[Bari]], dove venne accolto dal segretario locale della FGCI, Renato Miccoli, con cui avrebbe convissuto per quasi quattro anni. Come primo atto da responsabile di stampa e propaganda acquistò la televisione locale ''TvZeta'', finanziata anche con dei concerti. Poco dopo fu promosso responsabile dell'organizzazione. Come tale, partecipava a tutti i comizi, manifestazioni e incontri del partito, per costruire un rapporto diretto con la base del partito ed essere indipendente dal resto della dirigenza, che gli era ostile, ritenendo il suo arrivo un commissariamento.<ref name=fa/>
 
I suoi discorsi inizialmente furono giudicati troppo freddi, ma presto apprese le tecniche oratorie e conquistò la base, così che quando, dopo le fallimentari [[Elezioni amministrative in Italia del 1981|elezioni amministrative del 1981]] (vinte dai democristiani), il segretario regionale si dimise, egli fu eletto al suo posto: la sua rafforzata posizione aveva permesso a Berlinguer e [[Alessandro Natta]] di premere in suo favore senza esporsi eccessivamente.<ref name=fa/>
 
Poco dopo, Berlinguer sferrò pesanti accuse al PSI e alla politica clientelare in generale (la cosiddetta [[Cleptocrazia|questione morale]]), in particolare in un'intervista a [[Eugenio Scalfari|Scalfari]] ne ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'' del 28 luglio 1981<ref>{{cita web|url=http://www.metaforum.it/berlinguer/questionemorale.htm|titolo=La questione morale Enrico Berlinguer - Repubblica, 1981|sito=Metaforum - Enrico berlinguer|accesso=15 dicembre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110809151835/http://www.metaforum.it/berlinguer/questionemorale.htm|urlmorto=sì}}</ref> a [[Eugenio Scalfari|Scalfari]] ne ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'' del 28 luglio 1981. D'Alema si attestò sulla stessa posizione e cominciò una dura battaglia per impedire al PSI di fare della [[Puglia]] una solida base politica e di potere: la prima mossa fu ostacolare ogni alleanza locale fra PSI e DC; a questo scopo formò a Bari una giunta di sinistra col socialista [[Rino Formica]], mentre in molti altri comuni si alleò con la DC. Infine, nonostante le resistenze interne al partito, strinse un'alleanza con la DC anche per la Regione.
 
Con questo curriculum, al XVI congresso del PCI delnel [[1983]] fuvenne eletto membro della direzioneDirezione nazionale, assieme ad altri dirigenti locali come [[Piero Fassino]], [[Giulio Quercini]] e [[Lalla Trupia]].
 
=== Periodo post-Berlinguer ===
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=== Nascita del Partito Democratico della Sinistra ===
Nel [[1990]], terminòterminata l'esperienza come direttore de ''L'Unità'':, Occhetto aveva bisogno di lui per dare seguito alla [[svolta della Bolognina]]. D'Alema, da coordinatore della segreteria, si occupava dei rapporti con l'ala a sinistra del partito ed era una garanzia di stabilità, per il suo essere un «''figlio del partito''» che non l'avrebbe mai tradito o gettato a mare; al contrario, Occhetto appariva voler approfittare della svolta per demolire parte della tradizione del partito con cui non era a proprio agio<ref name="fa" />. Infatti nel suo libro ''Il sentimento e la ragione'' Occhetto scrive che D'Alema affrontò la svolta descrivendola come una "''dura necessità''", impostazione che strideva con la sua.
 
D'Alema divenne subito coordinatore della segreteria del neonato partito, acquistandovi una posizione eminente (anche grazie al controllo delle leve organizzative) e quasi facendo ombra a Occhetto, tanto da essere considerato il vicesegretario di fatto, cosicché, nell'aprile [[1992]], fu escluso dalla direzione per diventare capogruppo alla Camera (dopo essere stato capolista alle elezioni). Contemporaneamente [[Walter Veltroni]], responsabile della propaganda, fu promosso da Occhetto alla direzioneDe facto|''de facto''l'Unità'']].
 
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 1992|politiche del 1992]] si ricandidò alla Camera, come capolista del [[Partito Democratico della Sinistra]] (PDS) nella [[circoscrizione Lecce-Brindisi-Taranto|medesima circoscrizione]], venendo rieletto con 30.819 preferenze<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=C&dtel=05/04/1992&tpa=I&tpe=I&lev0=0&levsut0=0&levsut1=1&es0=S&es1=S&ms=S&ne1=25&lev1=25|titolo=Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT|sito=Eligendo|accesso=2025-04-23}}</ref>. Nel corso della [[XI legislatura della Repubblica Italiana|XI legislatura]] ha fatto parte della [[Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei deputati|5ª Commissione Bilancio, tesoro e programmazione]], oltre a ricoprire l'incarico di capogruppo del [[gruppo parlamentare]] PDS a [[Montecitorio]]. Ad aprile 1992 venne escluso dalla direzione del partito per diventare capogruppo alla Camera. Contemporaneamente [[Walter Veltroni]], Responsabile della propaganda, venne promosso da Occhetto alla direzione de ''L'Unità''.
 
=== Transizione dalla prima alla seconda Repubblica ===
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Durante l'[[Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1992|elezione del Presidente della Repubblica del 1992]], nel clima di instabilità esacerbata dalla [[strage di Capaci]], D'Alema sostenne, assieme al [[Presidente del Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana|presidente della DC]] [[Ciriaco De Mita]], la candidatura del [[Presidente della Camera dei deputati (Italia)|presidente della Camera]] [[Oscar Luigi Scalfaro]] rispetto a quella del [[Presidente del Senato della Repubblica|presidente del Senato]] [[Giovanni Spadolini]] caldeggiata da [[Achille Occhetto|Occhetto]] ma entrambe in ottica anti-[[andreotti]].<ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/17/colle-11-presidenti-scalfaro-al-quirinale-per-672-elett/566215/|titolo=Colle, gli 11 presidenti - Scalfaro, l'uomo dell'emergenza|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2013-04-17|lingua=it-IT|accesso=2024-06-19}}</ref>
 
Quando nacque il [[governo Amato I|primo governo]] di [[Giuliano Amato]], D'Alema non votò la [[Fiducia parlamentare|fiducia]], ma cominciò una fase di dialogo e collaborazione per superare le difficoltà politiche e finanziarie del momento: dopo la [[crisi deldi governo]], D'Alema fu intervistato - primo ex comunista - dal giornale della DC ''[[Il Popolo]]''. In quell'intervista accreditò l'idea di un governo sostenuto dai partiti riformatori ma guidato da un uomo nuovo: era il profilo di [[Romano Prodi]], ma per quella fase si scelse di formare un [[governo tecnico]] guidato da [[Carlo Azeglio Ciampi]], per cui giurarono anche dei pidiessini. Essi tuttavia si dimisero dopo che il [[Parlamento italiano|Parlamento]] aveva negato ai magistrati l'autorizzazione a procedere nei confronti di Craxi; il [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] non votò la fiducia ma D'Alema mantenne dei contatti di collaborazione col governo.
 
In seguito alla vittoria del PDS alle [[Elezioni amministrative in Italia del 1993|elezioni amministrative del 1993]], furono indette in anticipo nuove elezioni anticipate, che si tennero nel l'[[1994|anno successivo]]: furono vinte da [[Silvio Berlusconi]] mentre D'Alema fu eletto nel collegio n. 11 della [[Puglia]].
 
=== Segretario del Partito Democratico della Sinistra ===
 
==== Elezione a segretario ====
In seguito alla sconfitte elettorali del PDS alle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche]] ed [[Elezioni europee del 1994 in Italia|europee del 1994]], Occhetto si dimise da segretario e, nella successione apertasi, D'Alema si candidò alla segreteria del partito, contendendosela con [[Walter Veltroni|Veltroni]], direttore de ''L'Unità'' e sostenuto dall'uscente Occhetto e da diversi dirigenti come [[Piero Fassino|Fassino]].
 
[[Eugenio Scalfari]] su ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'' suggerì di scegliere il segretario tramite un [[referendum]], che la direzione del partito decise di tenere fra tutti i 19.000 dirigenti centrali e locali del partito. Scalfari scriveva che se fosse stato eletto D'Alema non sarebbe cambiato nulla; esperti di immagine lo bocciavano; [[Giampaolo Pansa]] lo soprannominava «''baffino di ferro''» (riferimento al nomignolo attribuito a [[Stalin]] «''baffone''»), alludendo ad un suo presunto attaccamento ad una vecchia concezione della politica e del partito.
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[[File:Romano Prodi Lamberto Dini Massio D'Alema 1996.jpg|thumb|D'Alema ([[Partito Democratico della Sinistra#Segretario|segretario del PDS]]) insieme a [[Romano Prodi]] (candidato [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|premier]] per [[L'Ulivo]]) e [[Lamberto Dini]] (premier uscente) nel [[1996]]]]
Il 21 aprile [[1996]], a seguito di una nuova [[Elezioni politiche in Italia del 1996|tornata elettorale]] che vide prevalere la coalizione de [[L'Ulivo]] sul centro-destra, riconfermò il proprio seggio. Sotto la sua guida, nel [[1996]], il [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] diventò il primo partito nazionale (21,1%), prima e unica volta per un partito di sinistra in elezioni politiche (il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] lo fu ma nelle elezioni europee del 1984).[[File:Massimo D'Alema 1996.jpg|thumb|left|Massimo D'Alema rieletto alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] nel 1996.]]Il 5 febbraio [[1997]] D'Alema viene eletto presidente della [[Commissione parlamentare bicamerale per le riforme istituzionali]], dopo aver convinto il leader di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] [[Silvio Berlusconi]] a sostenere la sua candidatura. Il 9 ottobre [[1997]], dopo che [[Rifondazione Comunista]] tolse l'appoggio al governo, Prodi si dimise temporaneamente. D'Alema sarebbe stato orientato verso elezioni anticipate, approfittando delle difficoltà sia del Polo per le Libertà che della stessa Rifondazione. Prodi riuscì però a trovare un compromesso con [[Fausto Bertinotti]], [[Rifondazione Comunista#Segretario|segretario di Rifondazione Comunista]], e la crisi rientrò.
 
Alle [[Elezioni amministrative in Italia del 1997|amministrative del 1997]] si candida al consiglio comunale di Roma, come capolista del PDS a sostegno del [[Sindaci di Roma|sindaco uscente]] [[Francesco Rutelli]], venendo eletto consigliere comunale come il più votato e rimanendo in carica fino allo scioglimento del [[Comune (Italia)|comune]] nel 2001.<ref>{{Cita web|url=https://amministratori.interno.gov.it/index.php?page=InfoAnagrafica&IdAnagrafica=896675|titolo=Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali|sito=amministratori.interno.gov.it|accesso=2025-04-23}}</ref>
 
Nel [[1998]] D'Alema guida il PDS verso gli "''Stati Generali della Sinistra''", per unificare il PDS con altre forze della sinistra italiana e creare un unico soggetto politico<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/02/02/sara-una-cosa-un-grande-pds.html|titolo=Sarà una Cosa 2 o un grande Pds? - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=6 novembre 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/scheda/70285/organizzare-la-speranza-i-cristiani-nella-coalizione-democratica-i-assemblea-nazionale|titolo="Organizzare la speranza: i cristiani nella coalizione democratica" I Assemblea Nazionale dei Cristiano Sociali|autore=Radio Radicale|sito=Radio Radicale|data=18 febbraio 1995|accesso=6 novembre 2020}}</ref>. Il partito si apre in tal modo ai contributi di altre culture [[Riformismo|riformiste]], dandosi una svolta in chiave moderna, eliminando i riferimenti ad un [[comunismo]] deteriorato dall'età, infatti decide di "ammainare", ossia togliere dal simbolo lo stendardo recante la falce e il martello ed al suo posto viene inserita la rosa, vessillo del [[socialismo europeo]], e proponendosi come efficace forza [[Socialdemocrazia|socialdemocratica]]. Il rinnovato soggetto politico prese il nome di [[Democratici di Sinistra]] (DS), al quale aderisce oltre il PDS, la [[Federazione Laburista]], il [[Movimento dei Comunisti Unitari]], i [[Cristiano Sociali]], la [[Sinistra Repubblicana (Italia)|Sinistra Repubblicana]], ossia molti esponenti di estrazione [[Socialismo|socialista]], [[Repubblicanesimo|repubblicana]], [[Cristianesimo democratico|cristiano-sociale]] e [[Ambientalismo|ambientalista]]: il 13 febbraio si celebra il congresso costitutivo dei DS, che si presenta quale partito ''leader'' della sinistra e del centro-sinistra italiano.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/02/13/il-tempo-dell-unita.html|titolo=È il tempo dell'unità - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=6 novembre 2020}}</ref>
 
=== Presidente del Consiglio dei ministri ===
{{Vedi anche|Governo D'Alema I|Governo D'Alema II}}[[File:Elezione Ciampi.jpg|thumb|Massimo D'Alema e [[Carlo Azeglio Ciampi]] eletto nuovo presidente della Repubblica il 18 maggio [[1999]].]]Il 9 ottobre 1998 cade il governo Prodi, in seguito alla [[crisi di governo]] aperta da [[Rifondazione Comunista]] e campeggiata dal suo segretario [[Fausto Bertinotti|Bertinotti]], per pochi voti (312 favorevoli e 313 contrari), nonostante una parte dei parlamentari di Rifondazione (contrari alla crisi) abbiano votato a favore (e che in seguito abbandonano il partito e costituiscono il [[Partito dei Comunisti Italiani]]). Durante la formazione di un nuovo governo di centro-sinistra, alcuni parlamentari centristi eletti col [[Polo per le Libertà]], guidati da [[Clemente Mastella]] e ispirati dal [[Presidente emerito della Repubblica Italiana|presidente emerito della Repubblica]] [[Francesco Cossiga]], si mostrarono disponibili ad appoggiarlo, ma a patto che non sia guidato da Prodi; molti videro in questa richiesta una chiara indicazione di D'Alema come nuovo capo di governo<ref>{{Cita news|autore=Felice Saulino|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/dicembre/19/Prodi_accusa_Alema_Cossiga_co_0_98121913205.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100506053104/http://archiviostorico.corriere.it/1998/dicembre/19/Prodi_accusa_Alema_Cossiga_co_0_98121913205.shtml|titolo=Prodi accusa D'Alema e Cossiga|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=19|mese=12|anno=1998|p=11|accesso=15 dicembre 2009|urlmorto=sì}}</ref>.
[[File:25th G8 family pictures 1.jpg|sinistra|miniatura|D'Alema (secondo da destra) al [[G8]] del [[1999]] a [[Colonia (Germania)|Colonia]] ([[Germania]])]]
Il 19 ottobre il [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]] [[Scalfaro]] diede l'[[Presidente del Consiglio incaricato|incarico di formare un governo]] a Massimo D'Alema, che accettò con riserva, e il 21 ottobre 1998 entrò in carica, diventando a 49 anni e 6 mesi uno dei più giovani [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidenti del Consiglio]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://pagellapolitica.it/articoli/non-e-un-governo-per-giovani-tutti-i-dati-sugli-esecutivi-italiani-per-eta|titolo=Non è un governo per giovani: tutti i dati sugli esecutivi italiani per età|sito=Pagella Politica|accesso=2025-03-29}}</ref>, oltreché il primo (e finora unico) esponente dell'ex PCI ad assumere la carica, tant'è che Cossiga (riconoscendone il significato storico) regalò a D'Alema nell’aula di [[Palazzo Madama (Roma)|palazzo Madama]] un [[bambino]] di [[zucchero]], ironizzando sulla diceria secondo cui i comunisti mangiano i bambini<ref>{{Cita web|autore=Adnkronos|url=https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1998/10/27/Politica/COSSIGA-REGALA-A-DALEMA-UN-BAMBINO-DI-ZUCCHERO_192000.php|titolo=COSSIGA: REGALA A D'ALEMA UN BAMBINO DI ZUCCHERO...|sito=Adnkronos|data=1998-10-27|accesso=2025-03-26}}</ref>.
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Il secondo governo D'Alema giura al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]] il 22 dicembre [[1999]] davanti al nuovo presidente della Repubblica [[Carlo Azeglio Ciampi]]. Questo esecutivo, rimasto in carica per 4 mesi e 4 giorni, è ricordato per essere come uno dei più brevi della [[Storia della Repubblica Italiana|storia repubblicana]].
 
Il 19 aprile 2000, in seguito alla sconfitta de L'Ulivo alle [[Elezioni regionali in Italia del 2000|elezioni regionali di quell'anno]], rassegna le dimissioni da premier, affermando di farlo come «''atto di sensibilità politica, non certo per dovere istituzionale''»<ref>{{Cita web|url=http://leg13.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed712/s000r.htm|titolo=Sed. 712 s000r|sito=leg13.camera.it|accesso=26 dicembre 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://presidenti.quirinale.it/Ciampi/dinamico/ContinuaCiampi.aspx?tipo=comunicato&key=4252|titolo=Comunicato del Presidente Ciampi|sito=presidenti.quirinale.it|accesso=26 dicembre 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://archivio.agi.it/articolo/a750b9472612ad27ae2ba65f36503026_20000419_crisi-la-giornata-di-d-alema/|titolo=Crisi: la giornata di d'alema {{!}} Agi Archivio|sito=archive.is|data=7 ottobre 2016|accesso=26 dicembre 2020|urlarchivio=https://archive.is/20161007090204/http://archivio.agi.it/articolo/a750b9472612ad27ae2ba65f36503026_20000419_crisi-la-giornata-di-d-alema/}}</ref>. In particolare D'Alema ricevette la delusione peggiore nel [[Lazio]], dove vinse per la [[Casa delle Libertà]] [[Francesco Storace]], ex [[missino]], deputato di [[Alleanza Nazionale]] (AN) e [[Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi|presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai]].
 
Il 26 aprile 2000 gli succede alla Presidenza del Consiglio [[Giuliano Amato]], che ricopriva l'incarico di [[Ministri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica della Repubblica Italiana|Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica]] durante i suoi governi.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfoglio.it/politica/2020/08/27/news/regionali-fatali-lo-spettro-di-d-alema-che-aleggia-su-conte-e-zingaretti-332055/|titolo=Regionali fatali. Lo spettro di D'Alema che aleggia su Conte (e Zingaretti)|accesso=26 dicembre 2020}}</ref>
 
Durante il suo secondo governo vienevenne approvata la discussa riforma del [[Costituzione della Repubblica Italiana#Revisione del 2001|titolo V della Costituzione]], la legge sulla ''[[Par condicio]]'' che regolava l'accesso ai mezzi d'informazione delle forze politiche. Si tratta dell'unico tentativo nel corso della seconda repubblica di limitare, dal punto di vista [[legislativo]], la predominanza nel mondo dell'[[informazione]] di Berlusconi.
 
Nel dicembre [[2000]] è stato eletto [[Democratici di Sinistra#presidente|presidente dei DS]]; ha mantenuto la carica fino ad aprile [[2007]].
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=== Ministro degli affari esteri ===
[[File:D'Alema et Rice.jpg|thumb|D'Alema col [[Segretario di Stato statunitense]] [[Condoleezza Rice]] il 16 giugno [[2006]].]]
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 2006|elezioni politiche del 2006]] D'Alema si ricandida alla Camera, vintetra dellale coalizioneliste dide L'Ulivo (che univa principalmente i DS con [[centrosinistra|centro-sinistraLa Margherita]]) come capolista nella [[L'UnioneCircoscrizione Puglia (Camera dei deputati)|circoscrizione Puglia]], D'Alema vienevenendo eletto deputato, rinunciandoe quindidimettendosi allada caricaeuroparlamentare, divenendo Parlamentaresostituito europeoda [[Andrea Losco]]. È stato proposto in modo informale da [[L'Unione]] come presidente della Camera dei deputati, ma lo stesso D'Alema ha poi rinunciato a questo incarico per evitare possibili divisioni all'interno della coalizione e facilitando così la proposta e successiva elezione di [[Fausto Bertinotti]]..
 
NelA maggio del [[2006]], alla scadenza del settennato di [[Carlo Azeglio Ciampi]] e dopo la rinuncia di quest'ultimo ad un possibile nuovo reincarico, è stato per alcuni giorni proposto in modo informale dal [[centrosinistra|centro-sinistra]] come [[presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]]. Data la divisione che il suo nome ha provocato nel mondo politico, [[l'Unione]], dopo una nuova rinuncia di D'Alema, ha preferito convenire per il [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]] sul nome di un altro esponente dei DS, [[Giorgio Napolitano]], eletto presidente della Repubblica il 10 maggio [[2006]].
 
IlCon 17la maggiovittoria della coalizione de [[2006L'Unione]] diventaalle [[Vicepresidenteelezioni dele Consiglioil deisuccessivo ministriincarico delladi Repubblicaformare Italiana|vicepresidenteun delgoverno Consiglioaffidato deia Ministri[[Prodi]], assiemeil a17 [[Francescomaggio Rutelli]]2006 ediventa [[Ministri degli affari esteri della Repubblica Italiana|ministro degli affari esteri]] e [[vicepresidente del Consiglio dei ministri]] in quota DS nel [[Governo Prodi II|secondo governo Prodi]]. Durante il suo mandato c'è stata una politica di freddezza nei confronti dell'[[Presidenza di George W. Bush|amministrazione Bush]], si ricorda ad esempio il rifiuto del rafforzamento delle truppe nella [[guerra in Iraq]],<ref>{{Cita web|url= http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/esteri/iraq-107/dalema-medio-oriente/dalema-medio-oriente.html|sito=Repubblica.it|titolo=Iraq, D'Alema critica il piano Bush
"Via d'uscita non è inviare più truppe"|editore=''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]''|data=14 gennaio 2007|accesso=}}</ref>,, la presenza dell'Italia nella missione di pace durante la [[guerra del Libano (2006)|guerra del Libano]]<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/esteri/medio-oriente-15/dalema-espresso/dalema-espresso.html|sito=Repubblica.it|titolo=D'Alema: in Libano rimarremo anni
ma sarà un'operazione di pace|editore=''la Repubblica''|data=17 agosto 2006|accesso=}}</ref>, e in seguito l'impegno per la promozione di una moratoria presentata all'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] sull'abolizione della [[pena di morte nel mondo]]<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/esteri/pena-di-morte2/dalema-task-force/dalema-task-force.html|titolo=Pena di morte, ribadito l'impegno dell'Italia "Una task force per accelerare la risoluzione"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |giorno=28|mese=09|anno=2007|accesso=27 aprile 2016}}</ref>. sull'abolizioneNel della2006 ha ricevuto il titolo di [[penaCavaliere di mortegran nelcroce]] mondodell'[[Ordine Piano]]<ref name="ilfattoquotidiano.it">{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/07/il-vice-conte-maxalla-cortedi-papa-ratzinger/155779/|titolo=Il vice-conte Max alla corte di papa Ratzinger|sito=Il Fatto Quotidiano|data=7 settembre 2011|lingua=it|accesso=23 gennaio 2024}}</ref>.[[File:The Deputy Prime Minister and Minister of Foreign Affairs of Italy, Mr. Massimo D’Alema calling on the Prime Minister, Dr. Manmohan Singh, in New Delhi on October 10, 2007.jpg|sinistra|miniatura|D'Alema col [[Primi ministri dell'India|Primo Ministro indiano]] [[Manmohan Singh]] a [[Nuova Delhi]] il 10 ottobre [[2007]].]]
Il 21 febbraio [[2007]] è stato chiamato in [[Senato della Repubblica|Senato]] a riferire sulle linee guida di [[politica estera]] del governo, dopo aver dichiarato pubblicamente che qualora non si fosse raggiunta la maggioranza sulla mozione il governo si sarebbe dovuto dimettere. L'esito della votazione seguita alla sua relazione (158 favorevoli, 136 contrari e 24 astenuti) ha visto battuto il governo (non essendo stato raggiunto il quorum di voti favorevoli necessario, pari a 160 voti), motivo per cui il presidentePresidente del consiglio [[RomanoConsiglio Prodi]] ha rassegnato le dimissioni. Rinnovata la fiducia al governo, D'Alema ha ripreso a ricoprire la carica di [[Ministri degli affari esteri della Repubblica Italiana|Ministro degli affari esteri]] fino alla caduta del Governo Prodigoverno il 24 gennaio [[2008]].
 
Nel 2006 ha ricevuto il titolo di [[Cavaliere di gran croce]] dell'[[Ordine Piano]]<ref name="ilfattoquotidiano.it">{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/07/il-vice-conte-maxalla-cortedi-papa-ratzinger/155779/|titolo=Il vice-conte Max alla corte di papa Ratzinger|sito=Il Fatto Quotidiano|data=7 settembre 2011|lingua=it|accesso=23 gennaio 2024}}</ref>.
[[File:The Deputy Prime Minister and Minister of Foreign Affairs of Italy, Mr. Massimo D’Alema calling on the Prime Minister, Dr. Manmohan Singh, in New Delhi on October 10, 2007.jpg|sinistra|miniatura|D'Alema col [[Primi ministri dell'India|Primo Ministro indiano]] [[Manmohan Singh]] a [[Nuova Delhi]] il 10 ottobre [[2007]].]]
Il 21 febbraio [[2007]] è stato chiamato in [[Senato della Repubblica|Senato]] a riferire sulle linee guida di [[politica estera]] del governo, dopo aver dichiarato pubblicamente che qualora non si fosse raggiunta la maggioranza sulla mozione il governo si sarebbe dovuto dimettere. L'esito della votazione seguita alla sua relazione (158 favorevoli, 136 contrari e 24 astenuti) ha visto battuto il governo (non essendo stato raggiunto il quorum di voti favorevoli necessario, pari a 160 voti), motivo per cui il presidente del consiglio [[Romano Prodi]] ha rassegnato le dimissioni. Rinnovata la fiducia al governo, D'Alema ha ripreso a ricoprire la carica di [[Ministri degli affari esteri della Repubblica Italiana|Ministro degli affari esteri]] fino alla caduta del Governo Prodi il 24 gennaio [[2008]].
 
Da Ministro degli Esteri, il 18 dicembre [[2007]], ottiene un importante successo come promotore di una [[Moratoria universale della pena di morte|moratoria sulla pena di morte]] approvata per la prima volta nella storia dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] (104 voti a favore, 54 contrari e 29 astenuti) dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto per il mancato raggiungimento del quorum.
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Il 26 gennaio [[2010]], a seguito delle dimissioni di [[Francesco Rutelli]] dopo essere uscito dal PD, viene eletto all'unanimità [[Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica#Presidenti|presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica]] (COPASIR), rimanendo in carica fino alla fine della [[XVI legislatura della Repubblica Italiana|XVI legislatura]].<ref name="COPASIR" />
 
In vista delle [[elezioni politiche in Italia del 2013|elezioni politiche del 2013]] decide, in caso di vittoria di [[Pier Luigi Bersani|Bersani]] alle [[Elezioni primarie di "Italia. Bene Comune" del 2012|primarie di "Italia. Bene Comune"]], di non ricandidarsi al [[Parlamento italiano|Parlamento]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.today.it/politica/massimo-d-alema-non-si-candida.html|titolo=Effetto Renzi: anche D'Alema non si candida|sito=Today|accesso=2025-03-29}}</ref>. Durante l'[[Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013|elezione del Presidente della Repubblica del 2013]] il suo nome è circolato tra i candidati come convergenza tra [[Partito Democratico (Italia)|PD]], [[Popolo della Libertà]] e [[Scelta Civica]] come [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]]. Il suo nome era in una rosa di nomi presentata dal segretario del PD Bersani al quale il presidente del PdL [[Berlusconi]] aveva ristretto poi una terna in cui oltre a D'Alema comparivano i nomi di [[Giuliano Amato]] e [[Franco Marini]], che poi sarà scelto, per una ampia intesa al primo scrutinio con il quorum più alto.
 
=== Opposizione a Matteo Renzi e Scissione di Articolo Uno ===
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Il 20 febbraio [[2017]] abbandona il Partito Democratico, a causa di un acceso dibattito con la maggioranza per la linea attuata dal partito sotto la segreteria di Renzi. Cinque giorni dopo, assieme a Bersani, Speranza, [[Arturo Scotto]], [[Guglielmo Epifani]], [[Enrico Rossi]] e [[Vasco Errani]] crea un nuovo partito chiamato [[Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista]], formato da parlamentari fuoriusciti dal PD e [[Sinistra Italiana]].<ref>{{Cita web|url=https://articolo1mdp.it/rassegna-stampa/speranza-pd-renzi-partito-dei-moderati/|titolo=Speranza: Il Pd di Renzi è il partito dei moderati|sito=Articolo Uno|data=2017-04-26|lingua=it-IT|accesso=2024-06-19}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.today.it/politica/mdp-nuovo-partito-bersani-movimento-democratico-progressista.html|titolo=Centrosinistra in frantumi, nasce Mdp: 37 tra deputati e senatori lasciano il Pd|sito=Today|lingua=it|accesso=2024-06-19}}</ref>
 
Alle [[elezioni politiche in Italia del 2018|elezioni politiche del 2018]] viene candidato al [[Senato della Repubblica]] nel [[Collegio uninominale Puglia - 06 (Senato della Repubblica)|collegio uninominale Puglia - 06 (Nardò)]] per [[Liberi e Uguali]], [[lista elettorale]] guidata dal [[Presidente del Senato della Repubblica|presidente del Senato uscente]] [[Pietro Grasso]], ma raccoglie il 3,91% dei voti e viene sconfitto giungendo quarto dietro ai candidati del [[Movimento 5 Stelle]] [[Barbara Lezzi]] (39,88%), del [[Coalizione di centro-destra alle elezioni politiche in Italia del 2018|centro-destra]] Luciano Cariddi (35,2%) e del [[Coalizione di centro-sinistra alle elezioni politiche italiane del 2018|centro-sinistra]], in quota PD, la[[Teresa Bellanova]], [[Viceministro|viceministra]] dello [[Ministero dello sviluppo economico|sviluppo economico]] [[Teresauscente, Bellanova]]nonché ([[Matteo Renzi|''renziana'']] ed ex ''dalemiana'' (17,36%).
 
A gennaio 2022, durante un evento online dei dirigenti di Articolo Uno, D’Alema auspica il suo scioglimento e il ritorno dei suoi politici e militanti dentro il PD per costruire «''una grande forza progressista''», cosa che poi avviene il 10 giugno 2023.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.ilpost.it/2022/01/02/dalema-articolo-uno-pd/|titolo=D'Alema vuole che Articolo Uno torni dentro il PD|sito=Il Post|data=2022-01-02|accesso=2025-03-29}}</ref>, cosa che poi avviene il 10 giugno 2023 dopo le [[Elezioni primarie del Partito Democratico del 2023 (Italia)|primarie del PD di quell'anno]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://napoli.repubblica.it/cronaca/2023/06/10/news/napoli_speranza_si_commuove_ho_servito_il_mio_paese_con_disciplina_e_onore-403947172/|titolo=Napoli, Speranza "Articolo 1 non è più un partito, daremo forza al Pd". Poi si commuove: "Ho servito il Paese con onore"|sito=la Repubblica|data=2023-06-10|accesso=2025-03-29}}</ref>, dove durante la fase congressuale ha ribadito di non esserne interessato e di essere "''in pensione''".<ref>{{Cita web|lingua=It|url=https://www.fanpage.it/politica/massimo-dalema-dice-che-non-si-interessera-delle-primarie-del-pd-sono-in-pensione/|titolo=Massimo D’Alema dice che non si interesserà delle primarie del Pd: “Sono in pensione”|sito=Fanpage.it}}</ref>
 
=== Attività extra-politiche ===
Parallelamente all’esperienza politica, D’Alema con la moglie e i figli investe nel settore [[Vinicoltura|vinicolo]] nella cantina “La Madelaine” che si trova tra [[Narni]] e [[Otricoli]] innella [[provincia di [[Terni]].<ref>{{Cita web|url=https://www.cronachedigusto.it/archivio-articoli-dal-05042011/lintervista/dalema-dalla-politica-al-vino-lo-fanno-in-tanti-i-piu-bravi-brunetta-e-la-moratti/|titolo=D'Alema, dalla politica al vino: "Lo fanno in tanti. I più bravi? Brunetta e la Moratti"|autore=Fabrizio Carrera|sito=Cronache di Gusto|data=20 novembre 2019|lingua=it|accesso=9 giugno 2024}}</ref>
 
Terminata l'attività politica attiva, D’Alema inizia a operare come [[consulente]] e [[Lobbing|lobbista]] per l’acquistol'acquisto di ventilatori durante la [[pandemia di COVID-19]] e non solo con la ''DL&M Advisor srl'', società aperta a [[Roma]] nel 2019. Tramite questa società è anche socio, sempre dal 2019, della ''Silk Road Wines'' («Vini della strada della seta» dall’inglese) che commercializza vino all’estero.<ref>{{Cita web|url=https://www.affaritaliani.it/economia/d-alema-2.html|titolo=D’Alema, il vino meglio berlo che commercializzarlo: giù l’utile della Silk Road Wines|sito=Affaritaliani.it|data=21 giugno 2023|lingua=it|accesso=9 giugno 2024}}</ref>
 
Successivamente apre un'altra società in [[Albania]], la ''A&I'', che offre consulenze istituzionali alle imprese che vogliono internazionalizzarsi e quindi investire in quel paese.<ref>{{Cita web|url=https://www.open.online/2024/06/02/massimo-d-alema-nuova-societa-tirana/|titolo=Una nuova società aperta a Tirana, la cena faccia a faccia con Edi Rama. L’italiano più famoso a fare business in Albania è Massimo D’Alema|autore=Franco Bechis|sito=Open|data=2 giugno 2024|lingua=it|accesso=4 giugno 2024}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiornale.it/news/cronache/dalema-spa-tutti-affari-baffo-doro-1946695.html|titolo=D'Alema spa: tutti gli affari del Baffo d'oro|sito=ilGiornale.it|data=15 maggio 2021|lingua=it|accesso=4 giugno 2024}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/politica/2021/05/13/news/il_senso_di_d_alema_per_gli_affari-5103509/|titolo=Il senso di D'Alema per gli affari (di S. Baldolini)|sito=HuffPost Italia|data=13 maggio 2021|lingua=it|accesso=4 giugno 2024}}</ref>
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== Vicende giudiziarie ==
=== Finanziamento illecito ai partiti ===
Secondo un'[[inchiesta]] di Maurizio Tortorella sul settimanale ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]'', nel [[1985]] Massimo D'Alema, allora segretario regionale del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] in Puglia, avrebbe ricevuto un contributo di 20 milioni di [[lira italiana|lire]] per il partito da parte di Francesco Cavallari, imprenditore barese, "re" delle case di cura riunite<ref name="MicromegaDalemaCavallari">''[[MicroMega]] - la primavera'', n. 4, 23 marzo 2006, p. 55</ref><ref name=adpersonam>{{Cita libro|titolo = Ad personam. 1994–2010: così destra e sinistra hanno privatizzato la democrazia|autore = Marco Travaglio|wkautore = Marco Travaglio|editore = Chiarelettere|città = Milano|anno = 2010|annooriginale = 2010|p = 81|ISBN = 978-88-6190-104-9}}</ref><ref>Secondo quanto riportato da Panorama in un interrogatorio davanti al P.M. Alberto Maritati avvenuto il 19 settembre 1994 Cavallari avrebbe dichiarato: "Non nascondo che in una circostanza particolare ho dato un contributo di 20 milioni al partito. D'Alema è venuto a cena a casa mia, e alla fine della cena io spontaneamente mi permisi di dire, poiché eravamo alla campagna elettorale [[1985]], che volevo dare un contributo al Pci." Dichiarazione poi riconfermata il successivo 7 ottobre ({{Cita news|autore=[[Maurizio Tortorella]]|url=http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001009740|titolo=D'Alema e quel peccatuccio da 20 milioni sepolto a Bari|pubblicazione=[[Panorama (rivista)|Panorama]]|giorno=1|mese=06|anno=2000|accesso=15 dicembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100703122614/http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001009740}}</ref>. L'episodio sarebbe stato ammesso da D'Alema in sede processuale, e, sempre secondo quanto riportato da ''Panorama'' il giudice Russi nel decreto di archiviazione del caso avrebbe aggiunto le seguenti considerazioni: "''Uno degli episodi di illecito finanziario, e cioè la corresponsione di un contributo di 20 milioni in favore del PciPCI, ha trovato sostanziale conferma, pur nella diversità di alcuni elementi marginali, nella leale dichiarazione dell'onorevole D'Alema (...)''"<ref name=panorama2000>{{Cita news|autore=[[Maurizio Tortorella]]|url=http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001009740|titolo=D'Alema e quel peccatuccio da 20 milioni sepolto a Bari|pubblicazione=[[Panorama (rivista)|Panorama]]|giorno=1|mese=06|anno=2000|accesso=15 dicembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100703122614/http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001009740}}</ref>. L'inchiesta sottolinea inoltre come all'epoca dei fatti la vicenda non avesse trovato spazio sulla stampa<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/15/Archiviazione_per_Alema_Tatarella_co_0_9602155442.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110716072027/http://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/15/Archiviazione_per_Alema_Tatarella_co_0_9602155442.shtml|titolo=Archiviazione per D'Alema e Tatarella|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=15|mese=02|anno=1996|p=5|accesso=15 dicembre 2009|urlmorto=sì}}</ref>. Il reato è risultato già prescritto all'inizio delle indagini.<ref name=adpersonam/><ref>{{Cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/30/cento-parlamentari-condannati-imputati-indagati-o-prescritti/|titolo=I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti|pubblicazione=[[Il Fatto Quotidiano]]|data=30 settembre 2012|accesso=24 ottobre 2013}}</ref>
 
=== Sospetto di concorso in aggiotaggio nella scalata alla BNL ===
Per D'Alema è stato ipotizzato dal [[Giudice per le indagini preliminari|GIP]] [[Clementina Forleo]] il concorso in [[aggiotaggio]] nell'ambito della scalata alla [[Banca Nazionale del Lavoro]] (BNL) organizzata dalla [[Unipol]] di [[Giovanni Consorte]]<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/08_giugno_27/forleo_trasferimento_1e93a66e-4439-11dd-b2f6-00144f02aabc.shtml|titolo=Il Csm assolve la Forleo E lei: «La giustizia trionfa»|pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |giorno=27|mese=06|anno=2008|accesso=15 dicembre 2009}}</ref> nell'ambito della scalata alla [[Banca Nazionale del Lavoro]] (BNL) organizzata dalla [[Unipol]] di [[Giovanni Consorte]]. Il giudice Forleo richiese nel 2007 al Parlamento italiano la possibilità di utilizzare le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche che coinvolgevano D'Alema<ref name="Le intercettazioni sul Corriere">{{Cita news|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/06_Giugno/12/dalema_a_consorte_facci_sognare_vai.shtml|titolo=Ecco le telefonate D'Alema a Consorte|pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |giorno=12|mese=06|anno=2007|accesso=15 dicembre 2009}}</ref> che coinvolgevano D'Alema, Consorte e [[Piero Fassino]] nel procedimento a carico degli scalatori, procedimento che peraltro non vede D'Alema tra gli indagati..
 
Secondo il [[Parlamento europeo]] - chiamato dal Parlamento italiano a pronunciarsi in materia, in quanto D'Alema era parlamentare europeo all'epoca dei fatti - i testi delle telefonate tra D'Alema e Consorte<ref name="Le intercettazioni sul Corriere" /> non potranno essere utilizzati in quanto già esistono agli atti elementi di prova sufficienti a suffragare l'accusa nei confronti degli autori della scalata, peraltro già rinviati a giudizio.<ref name="Le intercettazioni sul Corriere" /><ref name="La decisione del Parlamento Europeo">{{pdf}} {{cita web|url=https://www.europarl.europa.eu/pdfs/news/expert/infopress/20081117IPR42195/20081117IPR42195_it.pdf|titolo=Immunità di Massimo D'Alema|sito=Comunicato stampa Parlamento Europeo|accesso=15 dicembre 2009}}</ref>.
 
=== Vendita di vino e libri alla cooperativa CPL Concordia ===
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===Vendita di sistemi militari alla Colombia===
A marzo 2022 è stato coinvolto, con ampia eco sulla stampa<ref>{{Cita web|url=https://www.affaritaliani.it/economia/d-alema-armi-alla-colombia-la-carta-di-finmeccanica-che-inguaia-ex-premier-786906.html|titolo=D'Alema, armi alla Colombia. La carta di Finmeccanica che inguaia l'ex premier|sito=Affaritaliani.it|data=22 marzo 2022|lingua=it|accesso=23 gennaio 2024}}</ref><ref>[https://www.huffingtonpost.it/politica/2022/03/01/news/d_alema_armi_colombia-8870002/ L'intermediario D'Alema e la vendita di mezzi da guerra alla Colombia - Huffington Post]</ref>, in una vicenda internazionale di vendita di sistemi militari alla [[Colombia]] da parte di alcune aziende italiane come [[Leonardo (azienda)|Leonardo]] e [[Fincantieri]]. Nell'ambito di tale negoziazione D'Alema avrebbe ricoperto un ruolo di mediatore. Al riguardo la [[Procura della Repubblica|procura]] di Napoli ha aperto un'inchiesta, dove l'ex presidente del Consiglio non risultava indagato fino al 6 giugno [[2023]], quando assieme ad [[Alessandro Profumo]] viene indagato per [[corruzione]] internazionale aggravata.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/03/23/dalema-e-le-armi-alla-colombia-la-procura-di-napoli-indaga-su-sedicenti-intermediatori-dopo-un-esposto/6534798/|titolo=D’Alema e le armi alla Colombia, la procura di Napoli ha aperto un fascicolo|sito=Il Fatto Quotidiano|data=23 marzo 2022|lingua=it|accesso=12 giugno 2023}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/06/06/navi-e-aerei-alla-colombia-dalema-e-profumo-indagati-_6318ac80-8834-4831-a98b-f92e2bc68940.html|titolo=Navi e aerei alla Colombia, D'Alema e Profumo indagati - Cronaca|sito=Agenzia ANSA|data=6 giugno 2023|lingua=it|accesso=6 giugno 2023}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.rainews.it/articoli/2023/06/lindagine-sulla-compravendita-di-navi-e-aerei-dalla-colombia-dalema-e-profumo-indagati--f535514a-65d7-4bd6-95a9-9cec014d944d.html|titolo=L'indagine sulla compravendita di navi e aerei dalla Colombia: D'Alema e Profumo indagati|autore=Redazione di Rainews|sito=RaiNews|data=6 giugno 2023|lingua=it|accesso=6 giugno 2023}}</ref>

L'11 aprile [[2025]] il Tribunale di Napoli dispone, su richiesta della Procura, l'archiviazione per tutti gli indagati.<ref>https://www.corriere.it/politica/25_aprile_11/armi-alla-colombia-archiviato-d-alema-cf5c2ef6-773e-470f-8f8c-d20f066eexlk.shtml</ref><ref>https://www.laverita.info/armi-la-colombia-salva-dalema-la-corruzione-ce-ma-si-archivia-2671753607.html</ref><ref>https://napoli.repubblica.it/cronaca/2025/04/11/news/armi_alla_colombia_archiviate_a_napoli_le_accuse_per_d_alema_e_profumo-424122052/</ref>
 
== Controversie ==
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-->
{{Box successione
|tipologia = incaricoIncarico governativoparlamentare
|carica = [[COPASIR#Presidenti|Presidente del ConsiglioComitato deiparlamentare ministriper la sicurezza della Repubblica Italiana]]
|immagine = Flag of the Prime MinisterEmblem of Italy.svg
|periodo = 2126 ottobregennaio 199820102615 aprilemarzo 20002013
|precedente = [[RomanoFrancesco ProdiRutelli]]
|successivo = [[GiulianoGiacomo AmatoStucchi]]
}}
{{Box successione
Riga 442 ⟶ 444:
|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo = 17 maggio 2006 – 8 maggio 2008
|precedente = [[Gianfranco Fini]]<br />[[Giulio Tremonti]]
|successivo = [[Angelino Alfano]]<br />([[Governo Letta]])
}}
{{Box successione
Riga 454 ⟶ 456:
}}
{{Box successione
|tipologia = incarico parlamentaregovernativo
|carica = [[COPASIR#Presidenti|Presidente del COPASIR]]
|carica = [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana]]
|periodo = 26 gennaio 2010 – 15 marzo 2013
|immagine = Flag of the Prime Minister of Italy.svg
|precedente = [[Francesco Rutelli]]
|periodo = 2621 gennaioottobre 201019981526 marzoaprile 20132000
|successivo = [[Giacomo Stucchi]]
|precedente = [[FrancescoRomano RutelliProdi]]
}}
|successivo = [[GiacomoGiuliano StucchiAmato]]
{{Box successione
|tipologia = incarico parlamentare
|carica = [[Partito Democratico della Sinistra#Capogruppo alla Camera|Capogruppo del Partito Democratico della Sinistra alla Camera dei deputati]]
|periodo = 30 aprile 1992 – 14 aprile 1994
|precedente = [[Giulio Quercini]]
|successivo = [[Luigi Berlinguer]]
}}
{{Box successione
Riga 470 ⟶ 467:
|carica = [[Democratici di Sinistra#Segretario|Segretario dei Democratici di Sinistra]]
|immagine = Logo Democratici di Sinistra.svg
|periodo = 14 febbraio 1998 – 6 novembre 1998
|precedente = ''caricaCarica istituitacreata''
|successivo = [[Walter Veltroni]]
}}
Riga 480 ⟶ 477:
|periodo = 1º luglio 1994 – 12 febbraio 1998
|precedente = [[Achille Occhetto]]
|successivo = ''caricaCarica abolitacessata''
}}
{{Box successione
|tipologia = incarico di partitoparlamentare
|carica = [[Partito Democratico della Sinistra#Capogruppo alla Camera|Capogruppo del Partito Democratico della Sinistra]] alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]]
|carica = [[Federazione Giovanile Comunista Italiana#Segretari nazionali|Segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana]]
|immagine = EmblemLogo ofdella FGCICamera dei deputati.svg
|periodo = 330 aprile 197519921214 giugnoaprile 19801994
|precedente = [[RenzoGiulio ImbeniQuercini]]
|successivo = [[MarcoLuigi FumagalliBerlinguer]]
}}
{{Box successione
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|precedente = [[Gerardo Chiaromonte]]
|successivo = [[Renzo Foa]]
}}
{{Box successione
|tipologia = incarico di partito
|carica = [[Federazione Giovanile Comunista Italiana#Segretari nazionali|Segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana]]
|immagine = Emblem of FGCI.svg
|periodo = 303 aprile 199219751412 aprile 1994giugno 1980
|precedente = [[GiulioRenzo QuerciniImbeni]]
|successivo = [[LuigiMarco BerlinguerFumagalli]]
}}
{{Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana}}