Adriano Olivetti: differenze tra le versioni
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{{Vedi anche|Olivetti (famiglia)}}[[File:Olivetti Adriano 1925.jpg|miniatura|Ritratto fotografico di Adriano Olivetti nel 1925 con la sua firma]]
Nacque sulla collina di Monte Navale, ad [[Ivrea]], l'11 aprile del [[1901]], da [[Camillo Olivetti|Camillo]], [[ebrei|ebreo]], e Luisa Revel, [[valdismo|valdese]]. Non ricevette alcuna educazione religiosa (anche se era riuscito a procurarsi un certificato di [[battesimo]] valdese per sfuggire alle [[leggi razziali fasciste]] del [[1938]]); solo nella maturità, in vista del secondo matrimonio, si convertì al [[Cattolicesimo]].<ref name=ochetto>{{cita libro | nome= Ochetto | cognome= Valerio | titolo= Adriano Olivetti. La biografia | anno= 2013 | editore= Edizioni di Comunità | città= Roma-Ivrea | isbn= 978-88-98220-09-0}}</ref>
Diplomatosi presso la sezione fisico-matematica dell'Istituto tecnico di [[Cuneo]], nell’aprile del 1918 si arruola volontario nel 4º reggimento [[Alpini]]. Terminato il [[servizio militare]] si iscrive al [[Politecnico di Torino]] e inizia a partecipare in maniera attiva al dibattito sociale e politico, collaborando alle riviste «L'azione riformista» e «Tempi Nuovi» di cui il padre è rispettivamente l'editore e il principale finanziatore, ed entrando in contatto con [[Piero Gobetti]] e [[Carlo Rosselli]].<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.imprese.san.beniculturali.it/web/imprese/protagonisti/scheda-protagonista?p_p_id=56_INSTANCE_6uZ0&articleId=132612&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=18701&viewMode=normal|titolo=Adriano Olivetti|sito=SAN - Archivi d'impresa|accesso=23 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171201044216/http://www.imprese.san.beniculturali.it/web/imprese/protagonisti/scheda-protagonista?p_p_id=56_INSTANCE_6uZ0&articleId=132612&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=18701&viewMode=normal|dataarchivio=1 dicembre 2017|urlmorto=no}}</ref>
Adriano Olivetti ebbe un rapporto dialettico con il padre [[Camillo Olivetti|Camillo]]. Apparentemente visse la ribellione tipica dei figli "intelligenti" nel confronto dei padri altrettanto "intelligenti". Si può comunque affermare che tra Adriano e Camillo Olivetti ci fu sempre identità di vedute nelle linee generali della politica e dell'idealità anche se, spesso e volentieri, Adriano ebbe modo di affermare anche in quel campo la propria autonomia e la propria statura intellettuale.
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Camillo Olivetti fu un cauto interventista sopravvivendo in lui lo spirito risorgimentale. Adriano, in sintonia, dopo [[Battaglia di Caporetto|Caporetto]] si arruolò volontario pur non combattendo in quanto la guerra finì prima che potesse raggiungere il fronte. Adriano si laureò in [[Ingegneria chimica]] presso il Politecnico di Torino, fu una ribellione a metà nei confronti del padre, che sicuramente l'avrebbe preferito ingegnere meccanico. A metà, perché le sue inclinazioni erano all'epoca più vicine alla cultura umanistica che non a quella scientifica.
Acutamente, [[Natalia Ginzburg|Natalia Levi Ginzburg]] (che sarebbe diventata la sorella di sua moglie) nel libro ''[[Lessico famigliare]]'' descrive in questi termini il rapporto tra Adriano Olivetti e la propria famiglia:<ref>il padre di [[Natalia Ginzburg]], [[Giuseppe Levi]], fu un brillante docente di anatomia all'università di Torino. Adriano Olivetti ne sposerà la figlia Paola Levi, sorella di Natalia</ref>
{{Citazione|Fra questi amici ce n'era uno che si chiamava Olivetti, e io ricordo la prima volta che entrò in casa nostra, vestito da soldato perché faceva in quel tempo il servizio militare. Adriano aveva allora la barba, una barba incolta e ricciuta, di un colore fulvo; aveva lunghi capelli biondo fulvi, che si arricciolavano sulla nuca ed era grasso e pallido. La divisa militare gli cadeva male sulle spalle, che erano grasse e tonde; e non ho mai visto una persona, in panni grigio verdi e con pistola alla cintola, più goffa e meno marziale di lui. Aveva un'aria molto malinconica, forse perché non gli piaceva niente fare il soldato; era timido e silenzioso, ma quando parlava, parlava allora a lungo e a voce bassissima, e diceva cose confuse ed oscure, fissando il vuoto con i piccoli occhi celesti, che erano insieme freddi e sognanti.}}
=== Dal primo dopoguerra agli anni del consenso fascista ===
{{Vedi anche|Fascismo e questione ebraica|Levi-Tanzi (famiglia)}}
Nel [[1919]] collaborò con il padre nella redazione de ''L'Azione Riformista'': è provato da numerosi riferimenti del padre, anche se non siamo in grado di riconoscere gli articoli scritti da Adriano Olivetti in quanto anonimi o firmati con uno pseudonimo. Quando nel [[1920]] Camillo decise di sospendere la pubblicazione di quel settimanale canavesano da lui ritenuto troppo provinciale e quindi privo di un'influenza reale nella politica, Adriano convinse il padre a cedere a lui "''e a dei suoi giovani amici"''<ref>dal commiato di Camillo ai lettori Azione Riformista 1919.</ref> quel foglio, che tuttavia non andrà oltre al 1920.
Sappiamo che collaborò anche con ''Tempi Nuovi'' il settimanale politico torinese che il padre promuoverà con [[Donato Bachi]] (che ne sarà il direttore) e altri progressisti. Con la svolta, prima critica, poi più marcatamente antifascista di quel giornale, ci fu anche la svolta politica di Adriano Olivetti, anche influenzato dall'ambiente culturale del Politecnico e dall'amicizia con la famiglia Levi. In particolare con [[Gino Levi Martinoli|Gino Levi]] suo compagno di corso.
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Si oppose al regime [[fascismo|fascista]] con momenti di militanza attiva; sappiamo però, dagli articoli su ''Tempi Nuovi'', che la redazione, almeno fino al [[1923]], aveva avuto un rapporto di reciproca stima con il fascismo torinese di [[Giuseppe Mario Gioda|Mario Gioda]], il quale, sia pur scomparso nel [[1924]], aveva lasciato numerosi seguaci nella federazione torinese. L'antifascismo di Adriano si era già espresso immediatamente dopo il ritrovamento del cadavere di [[Giacomo Matteotti]] nella manifestazione che promosse, insieme al padre, al [[teatro Giacosa]] di [[Ivrea]] nel 1924.
Partecipò con [[Carlo Rosselli]], [[Ferruccio Parri]], [[Sandro Pertini]] e altri alla liberazione di [[Filippo Turati]].<ref>
Dal 1931 la questura di [[Aosta]] (dalla quale l'imprenditore necessitava la certificazione di appartenenza alla [[razza ariana]] a causa delle origini del padre [[Ebrei|ebreo]]) definì il giovane Olivetti come sovversivo.<ref name=Adriano_Olivetti>{{cita web|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/biografie/adriano-olivetti/46/default.aspx|titolo=Adriano Olivetti-La storia siamo noi|accesso=10 giugno 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130621160041/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/biografie/adriano-olivetti/46/default.aspx|dataarchivio=21 giugno 2013|urlmorto=sì}}</ref>
Adriano in quel frangente si mobilitò e molto spese del suo per difendere il suocero e l'amico cognato. È quello il periodo in cui a Camillo Olivetti fu momentaneamente ritirato il passaporto. Tuttavia i rapporti con il fascismo migliorarono negli anni trenta. Sarà soprattutto l'incontro con gli architetti [[Figini e Pollini|Luigi Figini]] e [[Gino Pollini]], i quali erano la punta più avanzata di quel razionalismo in architettura che in un primo periodo venne sostenuto anche da [[Benito Mussolini|Mussolini]]. I due architetti erano i corrispondenti italiani del grande [[Le Corbusier]], il quale, pure lui, per un certo periodo fu estimatore di Mussolini in quegli anni che saranno definiti ''del consenso'',<ref>Renzo De Felice, ''Gli anni del consenso'', Einaudi</ref>
Sicuramente Adriano da loro fu influenzato; essi saranno infatti gli architetti della nuova Olivetti e saranno anche, con Adriano, estensori del ''Piano per la [[provincia di Aosta]]'' (di cui Ivrea faceva parte in quegli anni). Non sappiamo con quanta convinzione, ma ad ogni modo è provato che Adriano Olivetti, nel 1937, fu definitivamente radiato dal [[casellario politico centrale]].<ref>Paolo Bricco, ''Adriano Olivetti, un italiano del Novecento'', Rizzoli, 2022.</ref> e che chiese - e ottenne - la tessera al [[Partito Nazionale Fascista|PNF]]<ref>Valerio Ochetto, ''Adriano Olivetti'', Milano, Mondadori, 1985.</ref>
{{Citazione|Sig Adriano Olivetti Roma<br />
Ho visto i tuoi articoli sulla Stampa e sulla Gazzetta del popolo per il piano per la Provincia di Aosta, e spero che questo tuo lavoro ti possa dare molta gloria, ma pochi fastidi.<br />
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Nel [[1945]] Olivetti pubblicò ''L'ordine politico delle Comunità'' che va considerato la base teorica per un'idea [[federalismo|federalista]] dello Stato che, nella sua visione, si fondava appunto sulle comunità, vale a dire unità territoriali culturalmente omogenee e economicamente autonome. Divenne un sostenitore del [[federalismo#Federalismo europeo|federalismo europeo]] dopo aver conosciuto [[Altiero Spinelli]] durante l'esilio in Svizzera, iniziato da Olivetti nel 1944 a causa della sua attività antifascista.
Nel [[1949]] Olivetti si convertì al [[chiesa cattolica|cattolicesimo]] «per la convinzione della sua superiore teologia»<ref>Davide Cadeddu, «Adriano Olivetti, le utopie al potere», ''[[Avvenire]]'', 25 febbraio 2010.</ref>. Verso la fine degli anni Quaranta fu per un certo periodo in analisi con [[Ernst Bernhard]].<ref>"Ma Bernhard attira comunque illustri pazienti, sensibili alla figura del padre saggio, come l'industriale Adriano Olivetti, che è in analisi con lui tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni successivi." ''I Ching di Ernst Bernhard'', a cura di Luciana Marinangeli, La Lepre edizioni, Roma, 2015, p. 137.</ref>
Le idee sostenute in ''L'ordine politico delle comunità'' supporteranno il ''[[Movimento Comunità]]'', da lui fondato nella città di Torino nel 1948. Nel 1950 espose la sua visione del primato in campo politico dell'Urbanistica e della [[Pianificazione]]. Sotto l'impulso delle fortune aziendali e dei suoi ideali comunitari, Ivrea negli [[anni 1950|anni cinquanta]] raggruppò una quantità straordinaria di intellettuali che operavano (chi in azienda chi all'interno del [[Movimento Comunità]]) in differenti campi disciplinari, inseguendo il progetto di una sintesi creativa tra cultura tecnico-scientifica e cultura [[umanesimo|umanistica]].<ref name="urlFondazione Adriano Olivetti">{{Cita web | url = http://www.fondazioneadrianolivetti.it/lafondazione.php?id_lafondazione=1 | titolo = Fondazione Adriano Olivetti: A. Olivetti | autore = | data = | accesso = | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130606112400/http://www.fondazioneadrianolivetti.it/lafondazione.php?id_lafondazione=1 | dataarchivio = 6 giugno 2013 | urlmorto =
Il movimento, che tentava di unire sotto un'unica bandiera l'ala socialista con quella liberale (si vedano ''[[socialismo umanitario]]'' e ''[[socialismo libertario|libertario]]''), assunse nell'[[Italia]] degli anni cinquanta una notevole importanza nel campo della cultura economica, sociale e politica. Scopo dell'iniziativa politica era creare un movimento socio-[[Tecnocrazia|tecnocratico]] di una trentina di deputati in grado di costituire l'ago della bilancia fra il centro (egemonizzato dalla [[Democrazia Cristiana]]) e la sinistra (egemonizzata dal [[Partito Comunista Italiano|PCI]]).
Negli anni cinquanta insieme a Guido Nadzo fu uno dei responsabili dell'[[United Nations Relief and Rehabilitation Administration|Unrra-Casas]], quando si cercò di operare, in modo organico, in termini urbanistici; divenne promotore di uno studio sociologico sui Sassi di [[Matera]] e della successiva realizzazione del borgo [[La Martella]]. Nel [[1955]] durante la seconda edizione del [[premio Compasso d'oro|premio Compasso d'Oro]] ad Adriano Olivetti venne attribuito il primo "Gran Premio Nazionale", prestigioso riconoscimento datogli per la sua influenza nell'[[Economia d'Italia#Settore secondario: industria.2C edilizia.2C artigianato|industria]] e nel [[design italiano]].<ref>{{cita web|url=http://www.italianidea.it/engine/compasso1.html|titolo=premio compasso d'oro|accesso=17 febbraio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120703010452/http://www.italianidea.it/engine/compasso1.html|dataarchivio=3 luglio 2012}}</ref>
Nel frattempo, Adriano si era risposato, nel 1950, con Grazia Galletti,<ref>(1927-2014).</ref>
L'urbanistica fu solo una delle tante passioni di Olivetti che si interessò anche di storia, filosofia, letteratura e arte. È al suo personale rifinanziamento che si deve la rinascita della rivista ''Urbanistica''. Nel 1953 decise di aprire una fabbrica di macchine calcolatrici a [[Pozzuoli]] offrendo posti di lavoro con salari sopra le medie e assistenza alle famiglie degli operai: la produttività in questo stabilimento superò quella dei colleghi della fabbrica di Ivrea.<ref>{{cita web|URL=https://www.quicampiflegrei.it/2021/04/28/olivetti-una-fabbrica-per-la-classe-operaia/|titolo=Olivetti fabbrica per la classe operaia (con foto)||data=28 Aprile 2021|autore=Anna Abbate}}</ref>
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Adriano Olivetti<ref>{{cita web|URL=https://www.osservatoreromano.va/it/news/2022-08/quo-185/lavoro-e-responsabilita-d-impresa-la-lezione-di-adriano-olivetti.html|titolo=Lavoro e responsabilità d'impresa: la lezione di Adriano Olivetti|data=13 Ago. 2022}}</ref> riuscì a creare nel [[secondo dopoguerra in Italia|secondo dopoguerra italiano]] un'esperienza di fabbrica nuova e unica al mondo<ref>{{Cita web|url=http://www.imprese.san.beniculturali.it/web/imprese/percorsi/scheda-dossier?p_p_id=56_INSTANCE_0Coy&articleId=32318&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=18701&viewMode=normal|titolo=Olivetti: l'industria come comunità|sito=SAN - Archivi d'impresa|data=5 dicembre 2017|accesso=5 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171205194916/http://www.imprese.san.beniculturali.it/web/imprese/percorsi/scheda-dossier?p_p_id=56_INSTANCE_0Coy&articleId=32318&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=18701&viewMode=normal|dataarchivio=5 dicembre 2017|urlmorto=no}}</ref> in un periodo storico in cui si fronteggiavano due ideologie politiche incarnate da due grandi potenze, [[capitalismo]] e [[comunismo]]. Olivetti credeva che fosse possibile creare un equilibrio tra [[solidarietà]] sociale e profitto, tanto che l'organizzazione del lavoro comprendeva un'idea di felicità collettiva che generava efficienza. Gli operai vivevano in condizioni migliori rispetto alle altre grandi fabbriche italiane: ricevevano salari più alti, vi erano asili e abitazioni vicino alla fabbrica che rispettavano la bellezza dell'ambiente, i dipendenti godevano di convenzioni.
Anche all'interno della fabbrica l'ambiente era diverso: durante le pause i dipendenti potevano servirsi delle biblioteche, ascoltare concerti, seguire dibattiti, e non c'era una divisione netta tra ingegneri e operai, in modo che conoscenze e competenze fossero alla portata di tutti. L'azienda accoglieva anche [[artista|artisti]], [[Letteratura|scrittori]], [[disegnatore|disegnatori]] e [[poeta|poeti]], poiché l'imprenditore Adriano Olivetti<ref>{{cita web|URL=https://olivettiana.it/adriano-olivetti-la-ricomposizione-delle-due-culturee-il-ruolo-delle-arti-figurative-di-lauro-mattalucci/|titolo=Adriano Olivetti, la ricomposizione delle due culture e il ruolo delle arti figurative|data=4 Feb. 2022|autore=Lauro Mattalucci}}</ref> riteneva che la fabbrica non avesse bisogno solo di tecnici ma anche di persone in grado di arricchire il lavoro con [[creatività]] e sensibilità.<ref>{{Cita web|autore = Gabriele La Porta|url = https://gabrielelaporta.wordpress.com/2014/06/10/oltre-il-taylorismo-adriano-olivetti-e-le-nuove-frontiere-del-lavoro/|titolo = Oltre il taylorismo: Adriano Olivetti e le nuove frontiere del lavoro|accesso = 10 giugno 2014|editore = Gabriele La Porta|data = |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140714235938/http://gabrielelaporta.wordpress.com/2014/06/10/oltre-il-taylorismo-adriano-olivetti-e-le-nuove-frontiere-del-lavoro/|dataarchivio = 14 luglio 2014|urlmorto = no}}</ref>
Adriano Olivetti credeva nell'idea di [[comunità]], unica via da seguire per superare la divisione tra [[industria]] e [[agricoltura]], ma soprattutto tra [[produzione]] e [[cultura]]. L'idea, infatti, era quella di creare una [[Fondazione (ente)|fondazione]] composta da diverse forze vive della comunità:<ref>{{Cita web|autore = Manlio Lo presti|url = https://filomatinews.wordpress.com/2014/06/13/diritti-umani-e-filomazia-insieme/|titolo = Adriano Olivetti e le nuove frontiere del lavoro|accesso = |editore = Philomath News|data = |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190417201711/https://filomatinews.wordpress.com/2014/06/13/diritti-umani-e-filomazia-insieme/|dataarchivio = 17 aprile 2019|urlmorto = no}}</ref>
Vi è il dubbio a tutt'oggi, se le sue idee abbiano preso spunto o ulteriore concretezza da quelle di [[Rudolf Steiner]] in merito all'organizzazione sociale. Ciò deriva dal fatto che vi sono dei riscontri in merito a suoi finanziamenti dei movimenti steineriani e della stampa antroposofica.<ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/davide-cadeddu/olivetti-antroposofo-teoria-sociale-marxismo_b_6676272.html|titolo=Olivetti steineriano? Nella sua teoria sociale, secondo me, c'era anche il marxismo|sito=L'HuffPost|data=2015-02-17
== Parallelismi con Enrico Mattei ==
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== Opere ==
* ''L'ordine politico delle Comunità. Le garanzie di libertà in uno Stato socialista'', Ivrea, Nuove Edizioni Ivrea, 1945
* ''L'ordine politico delle Comunità. Dello Stato secondo le leggi dello spirito'', Roma, Edizioni di Comunità, 1946
* ''Società Stato Comunità. Per una economia e politica comunitaria'', Milano, Edizioni di Comunità, 1952
* ''L'idea di una comunità concreta. Per una civiltà cristiana'', seconda edizione, Movimento Comunità, 1958
* ''Città dell'uomo'', Milano, Edizioni di Comunità, 1959
* ''L'ordine politico delle Comunità. Le garanzie di libertà in uno stato socialista'', a cura di Renzo Zorzi, Milano, Edizioni di Comunità, 1970
* ''Fini e fine della politica'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 2009
* ''Ai Lavoratori. Discorsi agli operai di Pozzuoli e Ivrea'', Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2012
* ''Democrazia senza partiti'', Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2013
* ''Il cammino della Comunità'', Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2013
* ''Il mondo che nasce'', Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2013
* ''L'ordine politico delle Comunità'', a cura di Davide Cadeddu, Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2014
* ''L'ordine politico delle Comunità'', a cura di Davide Cadeddu, Roma, Edizioni di Comunità, 2021
* ''Società Stato Comunità. Per una economia e politica comunitaria'', a cura di Davide Cadeddu, Roma, Edizioni di Comunità, 2021
* ''Le fabbriche di bene'', Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2014
* ''Noi sogniamo il silenzio'', Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2015
* ''Città dell'uomo'', Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2015
* ''Dall'America: lettere ai familiari'' (1925-26), Roma/Ivrea, Edizioni di Comunità, 2016
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== Archivio ==
Il fondo ''Adriano
== Filmografia ==
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== Bibliografia ==
* Pippo Ciorra, Francesca Limana, Matilde Trevisani (a cura di), ''Universo Olivetti. Comunità come utopia concreta,'' [[Edizioni di Comunità]], 2020
* Alessandro Quinti, ''Adriano Olivetti - Il valore del Capitale umano'', 2020
* Luca Azzolini, ''Adriano Olivetti. L'industriale del popolo'', EL, 2019
* Furio Colombo, Maria Pace Ottieri, ''Il tempo di Adriano Olivetti'', Edizioni di Comunità, 2019
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* Francesca Limana (a cura di), Federico Bilò, Ettore Vadini, [http://www.fondazioneadrianolivetti.it/pubblicazioni.php?id_pubblicazioni=276 Matera e Adriano Olivetti], [[Edizioni di Comunità]], 2016
* AA.VV., ''[http://www.fondazioneadrianolivetti.it/pubblicazioni.php?id_pubblicazioni=301 Adriano Olivetti e Jacques Maritain per un’economia più umana]'', Fondazione Adriano Olivetti, Collana Intangibili, 2016
* Marco Maffioletti,
* AA.VV.
* AA.VV.,
* Giuseppe Barbaluce, ''Adriano Olivetti: Movimenti politici, partiti, partitocrazia 1945-1958'', Gangemi Editore, 2015
* Giancarlo Lunati, ''Con Adriano Olivetti alle elezioni del 1958'', Edizioni di Comunità, 2015
* Franco Ferrarotti, Giuliana Gemelli, ''Adriano Olivetti, Un imprenditore di idee'', Edizioni di Comunità 2015
* Umberto Serafini, ''Adriano Olivetti e il Movimento Comunità: una anticipazione scomoda, un discorso aperto'', Edizioni di Comunità, 2015
* Maria Pia Di Nonno,
* Silvia Bodei, Le Corbusier e Olivetti, Quodlibet, 2014
* Valerio Ochetto, ''Adriano Olivetti. La Biografia'', Edizioni di Comunità, 2013
* Federico Bilò, Ettore Vadini, [http://www.fondazioneadrianolivetti.it/pubblicazioni.php?id_pubblicazioni=276 ''Matera e Adriano Olivetti''], Fondazione Adriano Olivetti, Collana Intangibili, n. 23, 2013
* Giuliana Gemelli, ''[http://www.fondazioneadrianolivetti.it/pubblicazioni.php?id_pubblicazioni=278 Normalizzare l’innovazione. Le vicende dell’elettronica e dell’informatica da Adriano a Roberto Olivetti]'', Fondazione Adriano Olivetti, Collana Intangibili, 2013
* Roberto Scarpa, ''Il coraggio di un sogno italiano'', Scienza Express, 2013
* Giancarlo Liviano D'Arcangelo, ''La città dell'uomo'', in Id., ''Invisibile è la tua vera patria. Reportage del declino. Luoghi e vite dell'industria italiana che non c'è più'', Il Saggiatore, 2013
*''[http://www.fondazioneadrianolivetti.it/pubblicazioni.php?id_pubblicazioni=250 La Biblioteca di Adriano Olivetti]'', Fondazione Adriano Olivetti, Collana Intangibili, n. 21, 2012
* Sandro Pisani, ''[https://itunes.apple.com/it/book/le-citta-di-olivetti/id520173362?mt=11 Le città di Olivetti]'', MultiMediaDocumentary, 2012
*''[http://www.fondazioneadrianolivetti.it/pubblicazioni.php?id_pubblicazioni=244 In me non c'è che futuro]'', Sattva Films, 2011
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