Favor debitoris (principio generale): differenze tra le versioni

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==Origine storica==
Nato intorno alla fine del [[Secolo XVIII|1700]], quando la legislazione [[Rivoluzione francese|rivoluzionaria francese]] volle iniziare a proteggere la classe sociale popolare, oppressa dai [[Debito|debiti]]. In questo disegno si inseriva pure una [[legge]] del [[1793]], che abolì in [[Francia]] l’arresto personale per debiti.<br/>Nel [[Codice Napoleonico]], a tale principio si ispirarono varie norme, soprattutto quelle in materia di [[credito ipotecario]], che consentivano ad ogni cittadino di iscrivere [[ipoteca]] su sé stesso a fini di finanziamento.<br/>Lo scopo indirettamente perseguito era però quello di tutelare non tanto i piccoli contadini e il popolino, bensì le nuove classi sociali emergenti dalla media [[borghesia]], cioè quei mercanti che impegnavano il proprio capitale non solo per acquistare i [[eversione dell'asse ecclesiastico|beni tolti alla chiesa]] ed all’aristocrazia, ma anche per incrementare la produzione e gli scambi.<br/> Nella codificazione italiana dell'[[Secolo XIX|Ottocento]], si evidenziava una distinzione tra disciplina civilistica (che ad esempio prevedeva il principio nominalistico, i soli interessi legali per il danno da [[mora (diritto)|mora]] nel pagamento dei debiti pecuniari, ecc.) e la disciplina del commercio (dove al contrario era assecondata una politica ispirata al ''favor creditoris'', cioè di favore per i commercianti e gli [[Imprenditore|imprenditori]], artefici del fenomeno di [[accumulazione capitalistica]]).
 
==Normativa attuale==