Padre Eterno con un putto: differenze tra le versioni

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== Storia ==
"Questo piccolo bellissimo dipinto"<ref name="Boccardo p.38">Boccardo p.38</ref> era originariamente destinato a fungere da coronamento alla pala con la ''[[Vestizione di san Guglielmo]]'', commissionata da Cristoforo Locatelli al Guercino per l'altare da lui posseduto nella [[chiesa dei Santi Gregorio e Siro]] a [[Bologna]]. Tuttavia, affascinato dalla bellezza del dipinto, il committente "lo tenne per sé ponendovi una copia"<ref>Malvasia 1678, II p.364</ref><ref>Malvasia 1841, II p.259</ref>. La copia rimase al suo posto sicuramente fino al 1962. È stato ipotizzato da Irnerio Patrizi, che però non conosceva l'originale, che il dipinto sopra alla pala fosse l'originale.<ref>Patrizi pp.78-81</ref> Tuttavia, l'altissima qualità del dipinto in oggetto, fugò qualsiasi dubbio<ref> name="Boccardo p.38<"/ref>.
 
Il quadro compare per la prima volta nel catalogo della quadreria di [[Giovanni Francesco II Brignole Sale]], ubicata a [[Palazzo Rosso (Genova)|Palazzo Rosso]] ([[Genova]]), del 1748 e poi in quello del 1756 . Egli aveva ereditato dalla nonna Maria Durazzo una ricca collezione di dipinti, che si aggiunse a quella già in possesso del padre [[Anton Giulio II Brignole Sale]]. Giovanni Francesco II ampliò notevolmente la collezione con nuovi acquisti e, '''i'''ntorno al 1740, destinò tutte le sale del secondo piano nobile di Palazzo Rosso alla quadreria di famiglia. Questa collezione comprendeva opere di artisti come [[Anton van Dyck]], [[Guido Reni]], [[Mattia Preti]] e [[Bernardo Strozzi]], oltre allo stesso Guercino. Pur in assenza di documentazione, tutto "induce ad identificare in lui il probabile acquirente"<ref> name="Boccardo p.38<"/ref>.
 
Nella seconda metà del XIX secolo, l’ultima discendente della famiglia Brignole-Sale, Maria (1811-1888), duchessa di Galliera, selezionò alcune opere della collezione di famiglia, tra cui la piccola tela del Guercino, per arredare la sua residenza parigina, l'odierno [[Hôtel Matignon]]. Quando nel 1874, d’accordo con il figlio Filippo, donò Palazzo Rosso e le sue raccolte al [[Comune di Genova]], il dipinto restò escluso dalla donazione. In un primo momento era previsto che, alla sua morte, i beni conservati nella dimora francese passassero alla città di Parigi, ma i mutamenti politici in Francia la spinsero a rivedere le sue disposizioni, destinando anche tali opere a Genova. Esse costituirono il primo nucleo del nuovo museo di [[Palazzo Bianco]], anch’esso di sua proprietà. In una successiva riorganizzazione, il Comune di Genova decise di spostare questa opera del Guercino a Palazzo Rosso, dove tuttora si trova.
 
== Descrizione e stile ==