Cangrande I della Scala: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→Giovinezza: +ref +ref |
|||
Riga 24:
Nel poema dello storico vicentino Ferreto si descrive Cangrande come un giovane prodigioso che, anche se non si divertiva giocando con gli amici, trovava piacevoli le armi e sognava le imprese cavalleresche.<ref>Nel ''Cenni storici e documenti che risguardavano Cangrande I della Scala signore di Verona'' di Orti Manara è presente il poema in quattro libri, a cui lui ne aggiunge un quinto.</ref> Alberto curò personalmente l'educazione militare del figlio, e Cangrande ebbe grande affetto per il padre, da cui prese quindi le doti di condottiero e cavalliere: proprio da lui venne fatto cavaliere mentre era ancora bambino, durante la festa di [[San Martino]] del novembre [[1294]], per festeggiare la vittoria contro [[Azzo VIII d'Este]] e [[Francesco I d'Este]], insieme al fratello Bartolomeo e ai parenti Nicolò, Federico e Pietro.<ref>{{cita libro|M.|Carrara|Gli Scaligeri|1966|Dell'Oglio|Varese}} p.46</ref> Il padre morì nel [[1301]], quando era ancora minorenne, infatti venne affidato alla custodia del fratello [[Bartolomeo della Scala|Bartolomeo]], che divenne il nuovo signore di Verona. Fu sotto il suo principato che per la prima volta [[Dante]] venne ospitato nella città, dopo il suo esilio da [[Firenze]].
Bartolomeo, dopo aver consolidato il potere, morì prematuramente il [[7 marzo]] [[1304]], e gli successe il fratello Alboino, più incline alla mediazione che alla guerra. Cangrande, spesso al suo fianco, mostrava diversamente dal fratello un temperamento cavalleresco e ambizioso: per questo Cangrande ottenne di poter condivedere il peso del governo, anche se in rapporto di subordinazione data la giovane età (14 anni). La effettiva cooreggenza sarebbe iniziata solo nel [[1308]], quando Cangrande ebbe anche il comando supremo delle forza armate.<ref>{{cita libro|H.|Spangenberg|Cangrande I della Scala|1992|Grafiche Fiorini|Verona}} p.10</ref>
Cangrande partecipò alla prima azione militare a diciassette anni, nella campagna di suo fratello [[Alboino della Scala|Alboino]], nella quale fu messo a guida dell'esercito contro il guelfo [[Azzo VIII d'Este]], Signore di [[Ferrara]].
===Al potere insieme al fratello===
[[Immagine:Stemma della Scala con aquila.svg|thumb|150px|Variante dello stemma degli [[scaligeri]], assunto per la prima volta da Cangrande quando divenne vicario imperiale, da qui l'aquila imperiale in cima alla scala.<ref>{{cita libro|M.|Carrara|Gli Scaligeri|1966|Dell'Oglio|Varese}} p.70</ref>]]
Nel novembre [[1310]] l'imperatore [[Enrico VII di Lussemburgo]] arrivò in Italia con l'intento di conciliare la parte [[guelfi|guelfa]] con quella [[ghibellini|ghibellina]] sotto il vessillo di un impero unito: Cangrande e Alboino vennero a conoscenza del fatto che Enrico VII voleva che i guelfi [[Sambonifacio]] tornassero a Verona per riappacificarsi con loro, per cui i due non parteciparono alla coronazione come segno di protesta. Essi rinanciarono addirittura alla signoria, sicuri che il popolo veronese non avrebbe accettato di perdere i propri signori, come infatti accadde.<ref name= Pagina63-64-65 /> Alla fine l'imperatore si trovò a fare affidamento sul sostegno dei ghibellini per raggiungere i suoi obiettivi: inizialmente nominò [[vicario]] un cittadino pisano, ma dovette presto ricredersi, e il [[7 marzo]] [[1311]] decise di riconoscere come [[vicari]] imperiali di [[Verona]] Cangrande e Alboino. A questo punto i due possiedevano un doppio riconoscimento della loro autorità, assommarono l'investitura del Comune a quella dell'imperatore. Il lato negativo del vicariato era però quello finanziario, infatti costava molto denaro ed era loro dovere avere un contingente di soldati che potessero scortare il sovrano. Il Comune di Verona promise ad Enrico VII 3.435 fiorini d'oro, mentre altri 3.000 fiorini furono spediti al vicario di Lombardia [[Amedeo di Savoia]].<ref name= Pagina63-64-65 />
|