Roberto Luciani: differenze tra le versioni

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In Sardegna progetta e dirige lavori di restauro di oltre 50 fabbriche architettoniche, (chiese, conventi, palazzi, torri, castelli) e innumerevoli beni storico artistici. Raro studioso capace di coniugare la ricerca con la realizzazione di interventi conservativi, Luciani predilige l’anastilosi (recupero di conci calcarei squadrati rovinati a terra ricollocati nei siti originari).
 
[[File:7Martis (SS) -SAN chiesa di San Pantaleo -PANTALEO-DI-AMARTIS 01.jpg|thumb|alt=7. Martis (SS), Chiesa di San Pantaleo, XIV sec., restaurata nel 1990-1999]]
 
Utilizza questa metodologia, tra l’altro, nel Forte Carlo Felice detto Forte Camicia a La Maddalena (SS); nel delicato e lungo restauro (1988-1998) della chiesa trecentesca di San Pantaleo di Martis (SS), progettato inizialmente dall’arch. Marilena Dander, volto ad impedire la perdita totale dove oltre all’intervento in anastilosi sulla struttura muraria è stato indispensabile consolidare l’intera collina che stava scivolando <ref>R. Luciani, M. Dander, ''San Pantaleo di Martis in Sardegna: restauro della struttura e stabilizzazione della collina'', in “Atti del IV Congresso Nazionale ASSI.R.C.CO. – Consolidamento e recupero dell’Architettura tradizionale”, Prato 3-5 giugno 1992, pp. 111-121; Idem, ''Restauro e consolidamento della chiesa trecentesca di San Pantaleo di Martis (SS)'', in “Tecniche edilizie tradizionali, contributi per la conoscenza e la conservazione del patrimonio archeologico”, a cura di L. Marino e C. Pietramellara, Firenze 1998, pp. 41-44; R. Luciani, ''Cronache di restauro: Martis (SS)'', in “Tema tempo materia architettura”, rivista di restauro, Franco Angeli Editore, n. 4, Milano 1993, p.78</ref>; nell’abside e nella facciata della chiesa edificata prima del 1122 di San Nicola di Silanis a Sedini (SS); nell’abbazia cistercense Nostra Signora di Paulis di Ittiri, già in rovina nel sec. XV, i cui restauri della chiesa hanno fornito maggiore leggibilità all’impianto romanico originario (ne erano in piedi l’abside a pianta quadrata, il transetto e parti del colonnato) e agli annessi ambienti monastici, ripristinando l’assetto che aveva assunto nel sec. XVII <ref>R. Luciani, A. Premoli, ''Abbazia Nostra Signora di Paulis'', scheda, in “Cinque strade per cinquecento secoli di storia”, Provincia di Sassari-Assessorato al turismo e alle attività produttive, Monastir (Cagliari), 2000, p. 142</ref>.