Castell'Arquato: differenze tra le versioni

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In [[Regno longobardo|epoca longobarda]] la zona è attraversata dalla via dei monasteri che permetteva il collegamento, attraverso la catena appenninica, tra la pianura Padana e la [[Lunigiana]]<ref name=turismo/>.
 
Il primo documento scritto che menziona il luogo è un atto di vendita datato 13 marzo 760, parte delle carte di Varsi in cui viene citato ''in finibus Castri Arquatense''<ref name=storia>{{cita web|url=http://www.comune.castellarquato.pc.it/pagina.asp?IDpag=110&idbox=20&idvocebox=147|titolo=Storia|accesso=27 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190620150113/http://www.comune.castellarquato.pc.it/pagina.asp?IDpag=110&idbox=20&idvocebox=147|urlmorto=sì}}</ref>. In documenti successivi viene nominato come ''Castro Fermo'', ''Castro Fermo Arquatense'' e ''Fines Castellana''. In alcuni di questi documenti viene citato un nobile chiamato Magno, a cui si deve l'edificazione della pieve di Castell'Arquato dedicata alla gran [[Maria (madre di Gesù)|Madre di Dio]], tra il 756 e il 758, e del [[castello]] a base quadrata. Nel momento della sua morte nel 789, egli dona al [[Diocesi di Piacenza|vescovo di Piacenza]] il paese, la chiesa di Santa Maria e i beni annessi<ref name=turismo/><ref name=medioevo>{{cita web|url=https://www.comune.castellarquato.pc.it/it/page/il-dominio-vescovile789-1220-dc|titolo=Il Dominio Vescovile(789-1220 d.C.)|data=2021-04-15 aprile 2021|accesso=9 febbraio 2023 |sito= Comune di Castell'Arquato }}</ref>.
 
Ci sono testimonianze di notevole vitalità del borgo negli ultimi decenni del [[I millennio]]. In questo periodo il vescovo di Piacenza amministra la zona arquatese mediante uomini scelti e gode del [[fodro]], il diritto di esazione delle imposte dirette, su tutti gli uomini, ''nobiles'', ''burgenses'' o castellani che posseggono case e terreni e sugli ecclesiastici di Santa Maria<ref name=turismo/>.
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=== Architetture civili ===
[[File:Palazzo del Podestà (Castell'Arquato) - facciata e lato ovest 2022-07-16.jpg|thumb|left|Palazzo del Podestà]]
 
;Palazzo del Podestà: La costruzione fu voluta da [[Alberto Scotti]] nel 1292. Successivamente il palazzo fu sede del governo del podestà e abitazione del conte di Santa Fiora; dalla fine del [[cinquecento]] al 1850 fu sede della pretura. La parte duecentesca dell'edificio, interamente realizzato con mattoni in [[cotto]], è il blocco di tre piani costellato da merli a coda di rondine<ref name=":0" />. La scala, i pilastrini e la tettoia esterna sono aggiunte quattrocentesche. In mezzo alle finestre è affrescato lo stemma della Communitas Castri Arquati con due leoni controrampanti e un castello merlato. Verso il lato corto dell'edificio si trova la loggia dei Notari, adibita a sede dell'ufficio informazioni turistiche, sormontata da una loggetta ad angolo detta "delle grida", perché da qui venivano proclamati gli editti comunali<ref name=":0" />. Una torre con due orologi, uno affacciato alla piazza e uno al borgo, sovrasta l'edificio<ref name=":0" />. All'interno, nella grande sala consigliare, è possibile ammirare il soffitto a cassettoni completamente dipinto<ref name=":0" />. L'interno conserva un ciclo pittorico realizzato in stile [[Architettura neogotica|neogotico]] nel 1893 da [[Antonio Malchiodi]]. Il palazzo del Podestà viene utilizzato per ospitare mostre di vario genere<ref name=":0">{{cita web|url=https://www.castellarquato.com/turismo/monumenti/podesta/|titolo=Il palazzo del Podestà di Castell'Arquato|accesso=29 settembre 2019}}</ref>.
==== Palazzo del Podestà ====
;Palazzo del Podestà: La costruzione fu voluta da [[Alberto Scotti]] nel 1292. Successivamente il palazzo fu sede del governo del podestà e abitazione del conte di Santa Fiora; dalla fine del [[cinquecento]] al 1850 fu sede della pretura. La parte duecentesca dell'edificio, interamente realizzato con mattoni in [[cotto]], è il blocco di tre piani costellato da merli a coda di rondine<ref name=":0" />. La scala, i pilastrini e la tettoia esterna sono aggiunte quattrocentesche. In mezzo alle finestre è affrescato lo stemma della Communitas Castri Arquati con due leoni controrampanti e un castello merlato. Verso il lato corto dell'edificio si trova la loggia dei Notari, adibita a sede dell'ufficio informazioni turistiche, sormontata da una loggetta ad angolo detta "delle grida", perché da qui venivano proclamati gli editti comunali<ref name=":0" />. Una torre con due orologi, uno affacciato alla piazza e uno al borgo, sovrasta l'edificio<ref name=":0" />. All'interno, nella grande sala consigliare, è possibile ammirare il soffitto a cassettoni completamente dipinto<ref name=":0" />. L'interno conserva un ciclo pittorico realizzato in stile [[Architettura neogotica|neogotico]] nel 1893 da [[Antonio Malchiodi]]. Il palazzo del Podestà viene utilizzato per ospitare mostre di vario genere<ref name=":0">{{cita web|url=https://www.castellarquato.com/turismo/monumenti/podesta/|titolo=Il palazzo del Podestà di Castell'Arquato|accesso=29 settembre 2019}}</ref>.
 
[[File:Palazzo del Duca (Castell'Arquato) - facciata e lato nord 1 2022-07-16.jpg|thumb|Palazzo del duca]]
 
;Palazzo del Duca: Costruito nel 1292 da Alberto Scotti come palazzo di giustizia, deve la sua denominazione al fatto che nella prima metà del [[seicento]] divenne la residenza dei duchi Sforza. In un piccolo bassorilievo al piano terra è presente il braccio armato di spada, o brando, parte dello stemma della famiglia Brandolini, detentrice del potere a Castell'Arquato tra il 1455 e il 1466. Al di sotto del palazzo si trovano le fontane del duca con otto bocche in bronzo a forma di testa di animale. Di fianco alle cannelle era presente un lavatoio, dove fino agli inizi del novecento le donne del borgo erano solite far fare il bagno ai bambini e fare il bucato<ref>{{cita web|url=https://www.comune.castellarquato.pc.it/it/page/1501|titolo=Il Palazzo del Duca|accesso=2 giugno 2024|data=15 aprile 2021}}</ref>, mentre era proibito portare gli animali ad abbeverarsi per non deturpare la purezza dell'acqua.
==== Palazzo del Duca ====
;Palazzo del Duca: Costruito nel 1292 da Alberto Scotti come palazzo di giustizia, deve la sua denominazione al fatto che nella prima metà del [[seicento]] divenne la residenza dei duchi Sforza. In un piccolo bassorilievo al piano terra è presente il braccio armato di spada, o brando, parte dello stemma della famiglia Brandolini, detentrice del potere a Castell'Arquato tra il 1455 e il 1466. Al di sotto del palazzo si trovano le fontane del duca con otto bocche in bronzo a forma di testa di animale. Di fianco alle cannelle era presente un lavatoio, dove fino agli inizi del novecento le donne del borgo erano solite far fare il bagno ai bambini e fare il bucato<ref>{{cita web|url=https://www.comune.castellarquato.pc.it/it/page/1501|titolo=Il Palazzo del Duca|accesso=2 giugno 2024|data=15 aprile 2021}}</ref>, mentre era proibito portare gli animali ad abbeverarsi per non deturpare la purezza dell'acqua.
 
[[File:Palazzo Stradivari (Castell'Arquato) - facciata nord 4 2022-07-16.jpg|thumb|left|Palazzo Stradivari]]
;Palazzo Stradivari: Costruito nel 1880, il palazzo fu eretto come residenza signorile da alcuni discendenti di [[Antonio Stradivari]].
 
==== Palazzo Stradivari ====
;Ostello Conservatorio Villaggi: Costruzione sorta tra il 1663 e il 1700 su ordine del capitano Francesco Guarnieri per volontà dello zio don Francesco Villaggi. Inizialmente era un convento di clausura per le suore dette "Luigine"; successivamente divenne un conservatorio per ragazze indigenti della val d'Arda e poi una scuola. Nei primi anni del 2000 assunse le funzioni di ostello, poi fu chiuso.
;Palazzo Stradivari: Costruito nel 1880, il palazzo fu eretto come residenza signorile da alcuni discendenti di [[Antonio Stradivari]].
 
==== Ostello Conservatorio Villaggi ====
;Ostello Conservatorio Villaggi: Costruzione sorta tra il 1663 e il 1700 su ordine del capitano Francesco Guarnieri per volontà dello zio don Francesco Villaggi. Inizialmente era un convento di clausura per le suore dette "Luigine"; successivamente divenne un conservatorio per ragazze indigenti della val d'Arda e poi una scuola. Nei primi anni del 2000 assunse le funzioni di ostello, poi fu chiuso.
 
[[File:Casa medievale (Castell'Arquato) - facciata 1 2022-07-16.jpg|thumb|Casa medievale]]
 
;Casa medievale: Situata nei pressi della chiesa di San Pietro, è uno dei pochi esempi di costruzione tardomedievale rimasta nel borgo antico; risalente al [[XV secolo]], ha una facciata realizzata in materiale laterizio con travi [[legno|lignee]] portanti<ref name=itin/>.
==== Casa medievale ====
;Casa medievale: Situata nei pressi della chiesa di San Pietro, è uno dei pochi esempi di costruzione tardomedievale rimasta nel borgo antico; risalente al [[XV secolo]], ha una facciata realizzata in materiale laterizio con travi [[legno|lignee]] portanti<ref name=itin/>.
 
=== Architetture militari ===
[[File:Rocca Viscontea (Castell'Arquato) - mastio e torre nord 2 2022-07-16.jpg|thumb|left|Rocca Viscontea]]
 
;[[Rocca Viscontea (Castell'Arquato)|Rocca Viscontea]]: La rocca, sorta su fondazioni precedenti tra il 1342 e il 1349 per volontà di Luchino Visconti<ref name=ducato>{{cita web|url=https://www.castellidelducato.it/castellidelducato/castello.asp?el=rocca-viscontea-di-castellarquato-in-val-darda-gioiello-dei-castelli-del-ducato-di-parma-piacenza|titolo=Rocca Viscontea di Castell'Arquato|accesso=29 settembre 2019}}</ref>, era adibita a sede della guarnigione militare. Ha un impianto planimetrico quadrangolare con quattro torri quadrate poste ai vertici, circondata da un fossato solcato da due ingressi. Tutto il complesso è dominato dal [[mastio]], alto 42 metri<ref name=ducato/>. Torri e cortine si presentano a filo, cioè prive di apparato a sporgere: l'edificio non fu, infatti, adeguato a nuove tecniche di difesa dopo la costruzione. Il mastio, o torre principale, è l'unica torre articolata su quattro lati, a differenza delle altre che si presentano [[Torre scudata|"a scudo"]], ossia su tre lati per permettere il controllo della guarnigione. La rocca, ancora conservata nella sua immagine di cortine-recinto, ospita al suo interno il museo di vita medioevale<ref name=ducato/>.
==== Rocca Viscontea ====
{{vedi anche|Rocca Viscontea (Castell'Arquato)}}
;[[Rocca Viscontea (Castell'Arquato)|Rocca Viscontea]]: La rocca, sorta su fondazioni precedenti tra il 1342 e il 1349 per volontà di Luchino Visconti<ref name=ducato>{{cita web|url=https://www.castellidelducato.it/castellidelducato/castello.asp?el=rocca-viscontea-di-castellarquato-in-val-darda-gioiello-dei-castelli-del-ducato-di-parma-piacenza|titolo=Rocca Viscontea di Castell'Arquato|accesso=29 settembre 2019}}</ref>, era adibita a sede della guarnigione militare. Ha un impianto planimetrico quadrangolare con quattro torri quadrate poste ai vertici, circondata da un fossato solcato da due ingressi. Tutto il complesso è dominato dal [[mastio]], alto 42 metri<ref name=ducato/>. Torri e cortine si presentano a filo, cioè prive di apparato a sporgere: l'edificio non fu, infatti, adeguato a nuove tecniche di difesa dopo la costruzione. Il mastio, o torre principale, è l'unica torre articolata su quattro lati, a differenza delle altre che si presentano [[Torre scudata|"a scudo"]], ossia su tre lati per permettere il controllo della guarnigione. La rocca, ancora conservata nella sua immagine di cortine-recinto, ospita al suo interno il museo di vita medioevale<ref name=ducato/>.
 
[[File:Torrione Farnese (Castell'Arquato) - lati sud-est e sud-ovest 2022-07-16.jpg|thumb|Torrione Farnese]]
 
;[[Torrione Farnese]]: Detto anche ''del Duca'', il torrione fu fatto erigere tra il 1527 e il 1535 per volere di [[Bosio II Sforza|Bosio II]] di santa Fiora e fu ultimato nel 1570 da [[Sforza I Sforza]]. Realizzato in cotto, è un imponente edificio a pianta quadrata con quattro baluardi agli angoli, che fungeva da avamposto contro le armate nemiche. Alto {{M|20|u=m}}, all'interno si sviluppa su cinque livelli, costituiti da una stanza quadrata per piano e collegati da una scala elicoidale<ref>{{cita web|url=https://www.castellarquato.com/turismo/monumenti/torrione/|titolo=Il torrione Farnese di Castell'Arquato|accesso=1º ottobre 2019}}</ref>, che riporta agli schemi architettonici di Michelangelo e del Vignola. Nel secondo dopoguerra divenne sede degli studi portati avanti dall'intellettuale [[Aldo Braibanti]]<ref>{{cita news|url=http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/04/08/news/letteratura_morto_aldo_braibanti-83062547/?refresh_ce|titolo=Letteratura, è morto l'artista e partigiano Aldo Braibanti|data=8 aprile 2014|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]}}</ref>. Dopo essere stato abbandonato per molti anni, è stato adibito a sede della scuola d'Arme Gens Innominabis che si dedica allo studio e alla pratica delle tecniche di combattimento medievali<ref>{{cita web|url=http://turismo.provincia.piacenza.it/it/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/item/torrione-del-duca-detto-farnesiano.html|titolo=Torrione "del duca" detto Farnesiano|accesso=1º ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180627144912/http://turismo.provincia.piacenza.it/it/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/item/torrione-del-duca-detto-farnesiano.html|urlmorto=sì}}</ref>. Al secondo piano, arredato come una sala riunioni-conviviale dei cavalieri, si trova un camino risalente al cinquecento.
==== Torrione Farnese ====
{{vedi anche|Torrione Farnese}}
;[[Torrione Farnese]]: Detto anche ''del Duca'', il torrione fu fatto erigere tra il 1527 e il 1535 per volere di [[Bosio II Sforza|Bosio II]] di santa Fiora e fu ultimato nel 1570 da [[Sforza I Sforza]]. Realizzato in cotto, è un imponente edificio a pianta quadrata con quattro baluardi agli angoli, che fungeva da avamposto contro le armate nemiche. Alto {{M|20|u=m}}, all'interno si sviluppa su cinque livelli, costituiti da una stanza quadrata per piano e collegati da una scala elicoidale<ref>{{cita web|url=https://www.castellarquato.com/turismo/monumenti/torrione/|titolo=Il torrione Farnese di Castell'Arquato|accesso=1º ottobre 2019}}</ref>, che riporta agli schemi architettonici di Michelangelo e del Vignola. Nel secondo dopoguerra divenne sede degli studi portati avanti dall'intellettuale [[Aldo Braibanti]]<ref>{{cita news|url=http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/04/08/news/letteratura_morto_aldo_braibanti-83062547/?refresh_ce|titolo=Letteratura, è morto l'artista e partigiano Aldo Braibanti|data=8 aprile 2014|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]}}</ref>. Dopo essere stato abbandonato per molti anni, è stato adibito a sede della scuola d'Arme Gens Innominabis che si dedica allo studio e alla pratica delle tecniche di combattimento medievali<ref>{{cita web|url=http://turismo.provincia.piacenza.it/it/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/item/torrione-del-duca-detto-farnesiano.html|titolo=Torrione "del duca" detto Farnesiano|accesso=1º ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180627144912/http://turismo.provincia.piacenza.it/it/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/item/torrione-del-duca-detto-farnesiano.html|urlmorto=sì}}</ref>. Al secondo piano, arredato come una sala riunioni-conviviale dei cavalieri, si trova un camino risalente al cinquecento.
 
[[File:Porta di Monteguzzo (Castell'Arquato) - lato esterno 2022-07-16.jpg|thumb|left|Porta di Monteguzzo]]
 
;Porta di Monteguzzo: Originariamente parte della cinta muraria fatta erigere a partire dal 1342 per volontà di Luchino Visconti, unica delle due superstiti insieme alla porta Sotana, la porta permetteva l'accesso all'omonimo quartiere posto nella parte settentrionale del borgo. È stata pesantemente rimaneggiata nel seicento, venendo inglobata in una casa. La porta, costruita in blocchi di arenaria, presenta un'ampia volta [[a tutto sesto]]; sono visibili anche i gangheri dei battenti e gli alloggiamenti delle catene del [[ponte levatoio]]<ref name=porte>{{cita web|url=https://www.castellarquato.com/turismo/monumenti/porta/|titolo=Le porte di Castell'Arquato|accesso=1º ottobre 2019}}</ref>.
==== Porta di Monteguzzo ====
;Porta di Monteguzzo: Originariamente parte della cinta muraria fatta erigere a partire dal 1342 per volontà di Luchino Visconti, unica delle due superstiti insieme alla porta Sotana, la porta permetteva l'accesso all'omonimo quartiere posto nella parte settentrionale del borgo. È stata pesantemente rimaneggiata nel seicento, venendo inglobata in una casa. La porta, costruita in blocchi di arenaria, presenta un'ampia volta [[a tutto sesto]]; sono visibili anche i gangheri dei battenti e gli alloggiamenti delle catene del [[ponte levatoio]]<ref name=porte>{{cita web|url=https://www.castellarquato.com/turismo/monumenti/porta/|titolo=Le porte di Castell'Arquato|accesso=1º ottobre 2019}}</ref>.
 
[[File:Porta di Sasso (Castell'Arquato) - lato esterno 2022-07-16.jpg|thumb|Porta di Sasso]]
 
;Porta di Sasso/porta Sotana:La porta di Sasso, o porta Sotana, unica struttura superstite senza rimaneggiamenti della cinta muraria trecentesca, è posta all'uscita del borgo in direzione di Lugagnano, Vernasca e, più in generale, dell'alta val d'Arda. È una costruzione in pietra e mattoni, caratterizzata da un arco a tutto sesto all'esterno e a sesto ribassato all'interno, di sopra del quale si ergono cinque merli a coda di rondine<ref name=porte/>.
==== Porta di Sasso/porta Sotana ====
;Porta di Sasso/porta Sotana:La porta di Sasso, o porta Sotana, unica struttura superstite senza rimaneggiamenti della cinta muraria trecentesca, è posta all'uscita del borgo in direzione di Lugagnano, Vernasca e, più in generale, dell'alta val d'Arda. È una costruzione in pietra e mattoni, caratterizzata da un arco a tutto sesto all'esterno e a sesto ribassato all'interno, di sopra del quale si ergono cinque merli a coda di rondine<ref name=porte/>.
 
[[File:Pusterla (Vigolo Marchese, Castell'Arquato) - lato est 1 2022-07-20.jpg|thumb|left|Pusterla di Vigolo Marchese]]
;[[Pusterla di Vigolo Marchese]]: Il complesso, appartenuto alla famiglia Obertenga e utilizzato come rifugio da parte dei monaci benedettini della chiesa di Vigolo Marchese, sorse nella posizione in cui nel [[III secolo d.C.]] era stata realizzata una villa rustica romana. Nel quattrocento la famiglia Pusterla fece aggiungere la torre centrale dotata di caditoie e sistemò la cappella di san Giovanni. L'edificio è sede di un'azienda vitivinicola<ref>{{cita web|url=http://vinipusterla.it/lazienda/la-storia/|titolo=La storia|accesso=7 dicembre 2019}}</ref>.
 
==== Pusterla di Vigolo Marchese ====
;[[La Sforzesca]]: Complesso fortificato, parte del sistema difensivo arquatese verso la pianura Padana, fu di proprietà della famiglia Sforza di Santa Fiora fino al 1703, quando fu confiscato al conte Francesco, venendo successivamente comprato all'asta dal marchese Benedetto Mischi. Tra il 1818 e il 1863 la proprietà fu acquistata in due transazioni dalla famiglia Lucca, passando poi alla famiglia Verani e, infine, ai conti Manfredi. Il complesso, circondato da un giardino, si presenta in ottime condizioni di conservazione. Tuttavia ha subito negli anni diverse modifiche rispetto all'assetto originale, tra cui la distruzione di una scala elicoidale e l'aggiunta di corpi più recenti. Per tutta la lunghezza, appena sotto al tetto, la facciata è decorata da una fascia affrescata con ritratti all'interno di medaglioni e con motivi floreali cinquecenteschi<ref>{{cita|Artocchini|p. 396}}.</ref>.
;[[Pusterla di Vigolo Marchese]]: Il complesso, appartenuto alla famiglia Obertenga e utilizzato come rifugio da parte dei monaci benedettini della chiesa di Vigolo Marchese, sorse nella posizione in cui nel [[III secolo d.C.]] era stata realizzata una villa rustica romana. Nel quattrocento la famiglia Pusterla fece aggiungere la torre centrale dotata di caditoie e sistemò la cappella di san Giovanni. L'edificio è sede di un'azienda vitivinicola<ref>{{cita web|url=http://vinipusterla.it/lazienda/la-storia/|titolo=La storia|accesso=7 dicembre 2019}}</ref>.
 
==== La Sforzesca ====
;[[La Sforzesca]]: Complesso fortificato, parte del sistema difensivo arquatese verso la pianura Padana, fu di proprietà della famiglia Sforza di Santa Fiora fino al 1703, quando fu confiscato al conte Francesco, venendo successivamente comprato all'asta dal marchese Benedetto Mischi. Tra il 1818 e il 1863 la proprietà fu acquistata in due transazioni dalla famiglia Lucca, passando poi alla famiglia Verani e, infine, ai conti Manfredi. Il complesso, circondato da un giardino, si presenta in ottime condizioni di conservazione. Tuttavia ha subito negli anni diverse modifiche rispetto all'assetto originale, tra cui la distruzione di una scala elicoidale e l'aggiunta di corpi più recenti. Per tutta la lunghezza, appena sotto al tetto, la facciata è decorata da una fascia affrescata con ritratti all'interno di medaglioni e con motivi floreali cinquecenteschi<ref>{{cita|Artocchini|p. 396}}.</ref>.
 
== Società ==