Impero partico: differenze tra le versioni

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L{{'}}'''Impero partico''' o '''arsacide''' fu una delle potenze politiche e culturali iraniche nell'[[Persia|antica Persia]].<ref>{{cita|Waters 1974|p. 424}}.</ref> Era retto dalla [[Arsacidi di Partia|dinastia arsacide]], fondata da [[Arsace I]],<ref>{{cita|Brosius 2006|p. 84}}.</ref> capo della [[tribù]] [[Popoli nomadi|nomade]] [[sciti]]co-iranica dei [[Dahai|Parni]], che fondò l'impero a metà del [[III secolo a.C.]] conquistando la [[Partia (satrapia)|Partia]],<ref>{{cita|Bickerman 1983|p. 6}}: "Roughly western [[Khorasan|Khurasan]]" (all'incirca il Khurasan occidentale").</ref> nel nord-est dell'[[Iran]], una [[satrapia]] allora in rivolta contro l'[[Impero seleucide]]. Sotto [[Mitridate I di Partia]], l'impero si espanse conquistando la [[Medi]]a e la [[Mesopotamia]] a danno dei Seleucidi. Al suo culmine ([[I secolo a.C.]]), si estendeva dall'[[Eufrate]] (odierna Turchia sud-estorientale) all'Iran orientale. Era attraversato dalla [[Via della seta]], che collegava l'[[Impero romano]] nel [[bacino del Mediterraneo]] e lall'[[Dinastia Han|Impero Han]] della [[Cina]], e conobbe fiorenti traffici commerciali.
 
I Parti assorbirono vari aspetti delle civiltà dei popoli sottomessi, specie quellequelli delle civiltà [[Cultura persiana|persiana]] ed [[Civiltà ellenistica|ellenistica]]. Con il passare dei secoli la civiltà persiana prevalse su quella ellenistica, che fu progressivamente abbandonata nel corso degli anni, anche se mai del tutto. I re arsacidi erano detti "[[re dei re]]" e si dicevanoconsideravano eredi dell'[[Impero achemenide]]. Ne differivano però per un sistema di governo più decentrato: molte regioni erano governate da re vassalli, non da [[satrapi]]. Con l'espansione dell'Imperoimpero, la sede del governo fu spostata da [[Nisa (città)|Nisa]], in [[Turkmenistan]], a [[Ctesifonte]], lungo il [[Tigri]] (poco a sud dell'odierna [[Baghdad]], in Iraq); varie altre città furono capitalecapitali per breve tempo.
 
I primi nemici dei Parti furono i [[Seleucidi]] ada ovest e gli [[Sciti]] ada est. Tuttavia, man mano che la Partia si espanse ada ovest, venne a scontrarsi con il [[Regno d'Armenia]], e poi con [[Storia romana|Roma]]. Roma e la Partia si contesero per secoli il controllo indiretto sul [[Regno cliente (storia romana)|regno cliente]] di d'[[Regno d'Armenia|Armenia]]. I [[Guerre romano-partiche|conflitti tra le due potenze]], combattuti in Armenia, Siria ed ine Mesopotamia, finirono insenza risultati nulladecisivi, e nessun contendente riuscì a togliere territori stabilmente all'altro. Le frequenti guerre civili tra i contendentipretendenti al trono partici furono più pericolose delle invasioni straniere, e l'Impero dei Parti cadde quando [[Ardashir I]], un re vassallo dei Parti, si rivoltò contro gli Arsacidi e ne detronizzò l'ultimo re, [[Artabano IV]]. Nel 224 d.C. Ardashir fondò l'[[Impero sasanide]], destinato a governare l'Iran e larga parte del [[Vicino Oriente]] fino alle [[espansione islamica|conquiste islamiche]] del [[VII secolo d.C.]], anche se la dinastia arsacide si perpetuò nella [[Arsacidi d'Armenia|dinastia arsacide di Armenia]].
 
Le fonti native partiche, scritte in [[lingua partica|partico]], in [[lingua greca|greco]], nonchée in numerosi altri idiomi, sono assai poche se comparate a quelle sasanidi o achemenidi. A parte poche tavoletavolette [[cuneiformi]], [[ostraca]] frammentari, iscrizioni su rocciarupestri, [[dracma|dracme]], ed alcuni altri documenti, molta della storia dei Parti è pervenuta solo tramite fonti estere, [[storiografia greca|greche]] e [[storiografia romana|romane]], ma anche [[storiografia cinese|cinesi]]. L'arte partica è considerata dagli studiosi una fonte valida per lo studio e per la comprensione di quegli aspetti della società e della cultura partica che non sono trattati nelle altre fonti.
 
== Storia ==
=== Origini ===
{{Vedi anche|Partia (satrapia)|Iranici}}
Prima che [[Arsace I di Partia|Arsace I]] fondasse la dinastia arsacide, egli era il capo tribale dei [[Parni]], una delle diverse tribù [[nomadi]] facenti parte della confederazione dei [[Dahae]]. I Parti erano una [[popolazione indoeuropea]] proveniente dall'Asia Centrale, e risiedevano a nord della Partia.<ref>{{cita|Katouzian 2009|p. 41}}; {{cita|Curtis 2007|p. 7}}; {{cita|Bivar 1983|pp. 24-27}}; {{cita|Brosius 2006|pp. 83-84}}.</ref> Quest'ultima era una provincia nordorientalenord-orientale dell'[[Impero achemenide]] prima, e [[Seleucidi|seleucide]] poi.<ref>{{cita|Bivar 1983|pp. 24-27}}; {{cita|Brosius 2006|pp. 83-84}}.</ref> La scarsa attenzione dedicata alle province orientali del loro impero dai sovrani seleucidi di Siria permise al satrapo [[Andragora]] di rivoltarsi e separare la Partia dal resto dell'Impero intorno al 247 a.C.; poco tempo dopo, intorno al 238 a.C., la Partia fu invasa dai Parni, condotti da Arsace I, che deposero Andragora e si impadronirono della regione, fondando così l'Impero partico, come narrato dallo storico romano [[Marco Giuniano Giustino|Giustino]]:
{{Citazione|([Arsace)] era dedito a una vita di saccheggi e di ruberie quando, ricevuta la notizia della sconfitta di [[Seleuco II Callinico|Seleuco]] contro i [[Galli]], non avendo più paura del re, attaccò i Parti con una banda di predoni, rovesciò il loro prefetto Andragora, e, dopo averlo ucciso, assunse il comando sulla nazione|[http://www.forumromanum.org/literature/justin/texte41.html Giustino, xli.XLI, 4]|lingua=la|Hic solitus latrociniis et rapto vivere accepta opinione Seleucum a Gallis in Asia victum, solutus regis metu, cum praedonum manu Parthos ingressus praefectum eorum Andragoran oppressit sublatoque eo imperium gentis invasit.}}
 
=== Inizi dell'Impero dei parti (dal 247-171 a.C.) ===
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[[File:Pdc 24586.jpg|thumb|left|[[Dracma]] d'argento di [[Arsace I di Partia|Arsace I]] (''r''. ''c''.&nbsp;247-211&nbsp;a.C.) con un'iscrizione in [[alfabeto greco]] del suo nome (ΑΡΣΑΚΟΥ).]]
 
Non è chiaro perché la corte arsacide abbia scelto retroattivamente il 247&nbsp;a.C. come il primo anno dell'era arsacide. Alcuni studiosi, come Vesta Sarkhosh Curtis, asseriscono che il 247 a.C. fu semplicemente l'anno in cui Arsace venne nominato capo tribale dei Parni;<ref name="curtis_2007_7">{{cita|Curtis 2007|p. 7}}.</ref> altri studiosi, come Homa Katouzian<ref name="katouzian_2009_41">{{cita|Katouzian 2009|p. 41}}.</ref> e Gene Ralph Garthwaite,<ref name="garthwaite_2005_67">{{cita|Garthwaite 2005|p. 67}}.</ref> sostengono, invece, che fu in quell'anno che Arsace conquistò la Partia ed espulse le autorità seleucidi; altri studiosi ancora, come Curtis<ref name="curtis_2007_7"/> e Maria Brosius,<ref name="brosius_2006_85">{{cita|Brosius 2006|p. 85}}.</ref> ritengono che Andragora sia stato rovesciato dagli Arsacidi solo nel 238&nbsp;a.C. [[Adrian David Hugh Bivar]] conclude che Arsace I conquistò la regione intorno al 238 a.C., ma "retrodatò i suoi anni di regno" al momento in cui i Seleucidi persero il controllo della Partia a causa della rivolta del loro [[satrapo]] [[Andragora]] (247 a.C.).<ref name="bivar_1983_28-29">{{cita|Bivar 1983|pp. 28-29}}.</ref>
 
Non è ben chiaro chi sia stato il successore di Arsace I, anche a causa delle discordanze tra le fonti: secondo i frammenti della ''Parthica'' di [[Arriano]], alla morte di Arsace I gli succedette il fratello Tiridate I, a sua volta succeduto dal figlio Artabano I; per lo storico romano [[Marco Giuniano Giustino|Giustino]], invece, il successore di Arsace I fu il figlio [[Arsace II di Partia|Arsace II]]. In passato, sulla base dell'autorevole parere dello studioso polacco Jozef Wolski, la versione di Arriano è stata respinta a favore del racconto di Giustino da molta della storiografia moderna, per la quale Tiridate I era da considerarsi un sovrano leggendario e Arsace I avrebbe in realtà regnato dal 246 a.C. fino al 211 a.C., succeduto dal figlio Arsace II. Recentemente, tuttavia, la teoria che ad Arsace I succedette il fratello e non il figlio è tornata in auge in seguito al rinvenimento di un<nowiki>'</nowiki>''ostraca'' nel corso di scavi archeologici, che attesta che [[Friapazio]] fosse il "figlio del nipote di Arsace", suggerendo che effettivamente suo padre, Artabano I/Arsace II, non era figlio di Arsace I, come sostenuto da Giustino, bensì figlio del fratello, come sostenuto da Arriano;. sullaSulla base di quest'''ostraca'', Bivar conclude che la versione di Arriano non può essere respinta del tutto.<ref>{{cita|Bivar 1983|pp. 29-31}}.</ref> Gli studiosi sono tuttora divisi tra chi, come Katouzian,<ref name="katouzian_2009_41"/> ritiene che ad Arsace I succedette il fratello [[Tiridate I di Partia|Tiridate I]], e chi, come Curtis<ref name="curtis_2007_8">{{cita|Curtis 2007|p. 8}}.</ref> e Brosius,<ref name="brosius_2006_86">{{cita|Brosius 2006|p. 86}}.</ref> sostiene che Arsace II fu l'immediato successore di Arsace I. Anche le date di inizio regno e fine regno sono incerte: Curtis sostiene che il regno di Arsace II ebbe inizio nel 211&nbsp;a.C., mentre per Brosius ciò avvenne nel 217&nbsp;a.C. Come osserva Bivar, il 138&nbsp;a.C., l'ultimo anno di regno di Mitridate I, è "la prima data di regno della storia dei Parti che è possibile determinare con precisione."<ref>{{cita|Bivar 1983|p. 36}}.</ref> A causa di queste e altre discrepanze, Bivar ha redatto due distinte cronologie dei re accettate dagli storici.<ref name="bivar_1983_98-99">{{cita|Bivar 1983|pp. 98-99}}.</ref>
 
[[File:Rome-Seleucia-Parthia 200bc.jpg|thumb|upright=1.4|La [[Partia (satrapia)|Partia]], in giallo, l'[[Seleucidi|Impero seleucide]] (blu) e la [[Repubblica romana]] (viola) nel 200&nbsp;a.C.]]
 
Negli anni successivi, Arsace consolidò la sua posizione in Partia e in [[Ircania]] approfittando del fatto che i Seleucidi erano impegnati in una guerra contro il re ellenistico delld'Egitto [[Tolomeo III|Tolomeo III Euergete]] (''r''.&nbsp;246-222&nbsp;a.C.), che tra l'altro aveva invaso la Siria stessa, e dunque non potevano concentrare le loro attenzioni sulle province orientali del loro dell'impero. Il conflitto con Tolomeo, la cosiddetta [[Terza guerra siriaca]] (246-241&nbsp;a.C.), consentì anche a [[Diodoto I]] di rivoltarsi e fondare il [[regno greco-battriano]] nell'Asia Centrale.<ref name="brosius_2006_85"/> Il successore di quest'ultimo, [[Diodoto II]], formò un'alleanza con Arsace contro i Seleucidi; malgrado tale alleanza, i Parti furono messi in difficoltà dalla successiva controffensiva seleucide volta a riconquistare i territori perduti: Arsace fu temporaneamente costretto a ritirarsi dalla Partia dalle forze di [[Seleuco II Callinico]] (''r''.&nbsp;246-225&nbsp;a.C.),<ref name="brosius_2006_85-86">{{cita|Brosius 2006|pp. 85-86}}.</ref> anche se poi, dopo aver trascorso un periodo in esilio presso la tribù nomade degli [[Apasiacae]], riuscì a sferrare una vittoriosa controffensiva che gli consentì di riconquistare il proprio regno. Il successore di Seleuco II, [[Antioco III il Grande]] (''r''.&nbsp;222-187&nbsp;a.C.), fu incapace di intervenire immediatamente perché le sue truppe erano ancora intenteimpegnate nela reprimere la rivolta di [[Molone (satrapo)|Molone]] in [[Media (regione storica)|Media]].<ref name="brosius_2006_85-86"/>
 
Antioco III lanciò una campagna massiccia per riconquistare la Partia e la Battria nel 210 o nel 209&nbsp;a.C. Fallì nel suo intento, ma negoziò un accordo di pace con Arsace II. A quest'ultimo fu garantito il titolo di re (in greco antico: ''[[basileus]]'') in cambio della sua sottomissione aad Antioco III e del riconoscimento della sua superiorità.<ref name="bivar_1983_29_brosius_2006_86 kennedy_1996_74">{{cita|Bivar 1983|p. 29}}; {{cita|Brosius 2006|p. 86}}; {{cita|Kennedy 1996|p. 74}}.</ref> I Seleucidi furono incapaci di intervenire ulteriormente negli affari partici a causa della crescente influenza acquisita dalla [[Repubblica romana]] in Asia Minore e della conseguente sconfitta seleucide [[Battaglia di Magnesia|a Magnesia]] nel 190&nbsp;a.C.<ref name="bivar_1983_29_brosius_2006_86 kennedy_1996_74"/> [[Friapazio]] (''r''. ''c''.&nbsp;191-176&nbsp;a.C.) succedette ad Arsace II, seguito a sua volta da [[Fraate I]] (''r''. ''c''.&nbsp;176-171&nbsp;a.C.). Fraate I governò la Partia senza alcunalcuna interferenza seleucide.<ref>{{cita|Bivar 1983|pp. 29-31}}; {{cita|Brosius 2006|p. 86}}.</ref>
 
=== Espansionismo (171-92 a.C.) ===