Economia della Repubblica Democratica Tedesca: differenze tra le versioni
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| Riga 56: ===Anni Cinquanta=== Nel 1950 la quota delle imprese socialiste sul reddito nazionale era del 36,8%, quella privata del 43,2%.<ref name=":14" /> Nel maggio 1950, il governo sovietico dimezzò le richieste di riparazioni imposte alla DDR e, a partire dal 1954, ne sospese completamente la riscossione.<ref name=":14" /> Inoltre, l’Unione Sovietica restituì alla Germania Est le imprese precedentemente cedute a titolo di riparazione e ridusse le spese relative alla presenza delle truppe sovietiche sul territorio della RDT, fissandole a un massimo del 5% delle entrate del bilancio statale.<ref name=":14" /> In seguito, l’URSS rinunciò del tutto a tali contributi.<ref name=":14" /> Riga 110 ⟶ 112: ===Anni Settanta=== Nel 1970, l'85,6% del reddito nazionale era dato dalle imprese socialiste, l'8,7% dalle aziende statali e il 5,7% da quelle private.<ref name=":14" /> Nei primi anni Settanta fu avviata una pianificazione a lungo termine, con linee guida di durata compresa tra i 15 e i 20 anni, pensate per garantire coerenza tra i diversi piani quinquennali.<ref name="countrystudy88" /> L’VIII Congresso del SED, svoltosi nel giugno 1971, approvò gli obiettivi del Piano quinquennale 1971–1975 con lo scopo principale di migliorare ulteriormente le condizioni di vita materiali e culturali della popolazione, basato su alti tassi di crescita della produzione socialista, maggiore efficienza, progresso scientifico e tecnologico e incremento della produttività del lavoro.<ref name=":14" /> Nel periodo 1971–1975, si prevedeva un aumento del reddito nazionale del 26-28%, un incremento della produzione industriale di beni del 34-36% e una crescita della produttività del lavoro nell'industria del 35-37%. Entro il 1975, i consumi sarebbero dovuti aumentare del 21-23%.<ref name=":14" />  Riga 156 ⟶ 160: === Industria === [[File:Bundesarchiv Bild 183-C0214-0003-002, Scharfenstein, Plaste für Haushaltskühlschränke.jpg|thumb|Due operai assemblano dei refrigeratori nella catena di montaggio della VEB DKK Scharfenstein, 1964.]]L’industria costituiva il 67% del reddito nazionale della RDT. L’apparato industriale si articolava in tre settori: socialista (composto da imprese statali e cooperative artigiane), statale e privato.<ref name=":14" /> Il settore socialista occupava la posizione dominante: nel 1968 impiegava circa 2,4 milioni di operai e impiegati. Le imprese a partecipazione pubblica e private, con oltre 440 000 lavoratori, svolgevano un ruolo ausiliario ma significativo, fungendo da fornitori per le imprese statali e producendo beni specializzati destinati all'esportazione.<ref name=":14" /> Nei primi anni del dopoguerra, il livello industriale iniziale della Germania orientale era inferiore rispetto a quello delle regioni occidentali, e le industrie di base risultavano meno sviluppate. I danni causati dalla guerra furono più gravi rispetto alla Germania Ovest.<ref name=":14" /> La divisione della Germania accentuò gli squilibri preesistenti, interrompendo i tradizionali legami economici tra le regioni orientali e occidentali. L’industria manifatturiera della RDT si trovò così a operare senza un’adeguata base di combustibili, energia e prodotti metallurgici.<ref name=":14" /> Il primo gennaio 1954, il governo sovietico prese il controllo di 33 imprese della RDT tra cui le industrie chimiche Leuna e Buna, mentre la Germania orientale divenne proprietaria di tutte le imprese nel suo territorio. La struttura settoriale, inizialmente dominata dall'industria pesante, subì profonde trasformazioni durante gli anni del potere socialista. La base energetica venne ampliata, soprattutto grazie all'aumento della produzione di [[lignite]] e all'importazione di petrolio dall'URSS. Furono sviluppate nuove industrie e creata una base metallurgica nazionale.<ref name=":14" /> Le industrie non metalliche e ad alta intensità di materiali vennero potenziate, contribuendo al progresso tecnico dell’intero sistema economico.<ref name=":14" /> Particolare attenzione fu dedicata allo sviluppo dell’industria chimica, in particolare della petrolchimica, oltre che dell’elettronica, della strumentazione, della cantieristica navale e della metallurgia di seconda lavorazione, come la trasformazione dei laminati d'acciaio. Tra il 1950 e il 1970, la produzione industriale totale della DDR aumentò di 5,4 volte, con una crescita ancora più marcata nei settori della chimica e della metallurgia.<ref name=":14" /> Agli inizi degli anni Ottanta, l'istituzione dei ''Kombinate'' sia per le aziende centrali che distrettuali fu essenzialmente completata. In particolare dal 1982 al 1984, il governo stabilì varie regolamentazioni e leggi per definire precisamente i parametri di questi enti, tendendo a rinforzare il ruolo primario della pianificazione centrale e a limitare l'autonomia dei ''Kombinate'', all'epoca maggiore rispetto a quanto pianificato. All'inizio del 1986, erano attivi 132 ''Kombinate'' a gestione centrale con una media di 25 000 impiegati ciascuna, mentre quelli a direzione distrettuale erano 93 con una media di 2 000 lavoratori ciascuna.<ref name="countrystudy88" />▼ Nel 1969, circa il 72,9% della produzione industriale era concentrato negli otto distretti meridionali e sud-occidentali del Paese.<ref name=":14" /> Tuttavia, le disparità tra il sud fortemente industrializzato e il nord a vocazione agricola iniziarono gradualmente a ridursi. Nelle regioni settentrionali furono infatti avviati importanti poli industriali, in particolare nei settori della cantieristica navale e della raffinazione del petrolio. Alla base dell'intera struttura economica vi erano le unità produttive: sebbene differissero per ruolo e dimensioni, il governo gradualmente ridusse il loro numero ed aumentò le loro dimensioni. Il numero delle imprese industriali nel 1985 era leggermente superiore di un quinto rispetto al 1960. La loro indipendenza diminuì in modo significativo quando i ''Kombinate'' divennero completamente operative.<ref name="countrystudy88" />▼ ====  Tra le risorse minerarie, la RDT era autosufficiente solo per lignite e sali di [[potassio]]. La lignite costituiva la base del settore energetico, coprendo l’85% della produzione elettrica, con i principali bacini situati a [[Halle (Sassonia-Anhalt)|Halle]]-[[Lipsia]] e nella bassa [[Lusazia]] ([[distretto di Cottbus]]), che da solo rappresentava il 45% dell’estrazione di lignite e il 37% della produzione di energia elettrica.<ref name=":14" /> Altre risorse estratte includevano [[carbone fossile]] ([[Zwickau]]-[[Oelsnitz (Monti Metalliferi)|Oelsnitz]]), [[ferro]] ([[Harz]], [[Selva di Turingia]]), [[nichel]] ([[Glauchau]]), [[Stagno (elemento chimico)|stagno]], [[zinco]] e [[piombo]] ([[Monti Metalliferi]]), oltre all'[[uranio]] ([[Elbsandsteingebirge]]). I giacimenti di [[potassa]] si concentravano nella zona sud-occidentale e ai piedi dell’Harz. Era inoltre iniziata l’estrazione di petrolio a [[Stralsund]].<ref name=":14" /> == Organizzazione == [[File:Bundesarchiv Bild 183-1988-0126-018, Infografik, Rohholz für die Volkswirtschaft.jpg|thumb|Produzione del legname: da 7 milioni di metri cubi nel 1970 a 11 milioni nel 1990 (poster di [[propaganda]] del 1988).]] === {{Vedi anche|Partito Socialista Unificato di Germania}} La principale forza direttrice dell'economia e di ogni aspetto della società, era il [[Partito Socialista Unificato di Germania]], che esercitava formalmente la sua leadership durante i congressi del partito, quando accettava i rapporti del segretario generale e adottava in seguito la bozza del seguente piano quinquennale.<ref name="countrystudy88" /> Ancora più importante era la supervisione del [[Politbüro]], che monitorava e dirigeva il processo economico in corso, limitandosi però solo a questioni generali o importanti, dato che doveva affrontare anche molti altri aspetti dello stato.<ref name="countrystudy88" /> ===  Al capo dell'apparato statale vi era il [[Consiglio dei Ministri della Repubblica Democratica Tedesca|Consiglio dei ministri]], l'organo esecutivo della SED che supervisionava e coordinava le attività di tutti gli enti economici, giocando anche un ruolo diretto e specifico in casi importanti.<ref name="countrystudy88" /> Riga 183 ⟶ 192: Oltre alla struttura base del settore industriale, dal Consiglio dei ministri e dalla Commissione per la pianificazione si dirama a un'ulteriore gerarchia di organi di governo costituita da sub-unità a livello territoriale. Le commissioni ed i consigli economici regionali, subordinate alla Commissione di Stato e al Consiglio dei ministri, si estendevano al livello locale e si occupavano del piazzamento ideale o proprio dell'industria, la protezione ambientale e delle abitazioni.<ref name="countrystudy88" /> === Kombinat === Al di sotto dei ministeri si trovavano i ''Kombinate'', strutture aziendali create sul modello sovietico dei [[Kombinat|kombinaty]] per sostituire le Associazioni delle Imprese Statali, che in precedenza fungevano da tramite tra i ministeri e le singole aziende.<ref name=":15">{{Cita|Burant 1988|p. 124}}.</ref> I ''Kombinate'' nacquero verso la fine degli anni Settanta attraverso la fusione di diverse industrie, raggruppate in base alle affinità produttive.<ref name=":15" /> Ogni ''Kombinat'' includeva anche istituti di ricerca, integrati per favorire uno sviluppo più mirato e accelerare il trasferimento dei risultati scientifici al settore produttivo.<ref name=":15" /> L’intero processo, dalla progettazione alla commercializzazione, era gestito da un’unica direzione.<ref name=":15" /> La riforma mirava anche a rafforzare i legami tra i ''Kombinate'' e le aziende orientate al mercato estero, ponendole sotto la doppia subordinazione del Ministero del Commercio Estero e dei ''Kombinate'' stessi.<ref name=":15" /> L’obiettivo della riorganizzazione era migliorare efficienza e razionalizzazione, concentrando l’autorità in una leadership intermedia. La gestione attraverso i ''Kombinate'' forniva inoltre un contributo rilevante alla pianificazione centrale.<ref name=":15" /> ▲ ▲Alla base  == Pianificazione centrale == [[File:DDR_Erster_Fünf_Jahres_Plan_1951_bis_1955.jpg|miniatura|Il sigillo del primo piano quinquennale della RDT (1951-1955).]] Il fatto che la RDT  === Pianificazione a breve termine === I piani a breve termine erano i più importanti sia per la produzione sia per l'allocazione delle risorse, duravano un solo anno e influivano sull'intera economia. Gli obiettivi principali fissati al livello centrale erano il tasso di crescita dell'economia, il volume e la struttura del prodotto interno e i suoi utilizzi, l'impiego di materie prime e del lavoro, la loro distribuzione sul territorio e il volume delle importazioni ed esportazioni. A partire con il piano del 1981, lo stato aggiunse l'assestamento del rapporto tra l'uso delle materie prime sul valore e la quantità dell'output per promuovere l'impiego efficiente delle risorse scarseggianti.<ref>{{Cita|Burant  === Piani quinquennali === | |||