Polifemo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Specificazione
Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Collegamenti
Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 43:
ὑψηλῶν ὀρέων, ὅ τε φαίνεται οἶον ἀπ' ἄλλων.}}}}
 
Omero narra che [[Ulisse]], durante il suo lungo viaggio di ritorno dalla [[guerra di Troia]], sbarcò nella Terra dei Ciclopi. Spinto dalla curiosità, Ulisse raggiunse e visitò la grotta. Curioso di conoscere il padrone di casa di tale rifugio, Ulisse decise di restare in attesa. Al sentire la terra tremare sotto i passi del gigante, l'eroe e i suoi compagni si nascosero, venendo però presto scoperti. Ulisse si fece pertanto avanti, chiedendo ospitalità al ciclope. Polifemo era tuttavia il più grande, il più forte e il più feroce della sua specie e in quanto figlio di Poseidone si vantava di essere più forte persino di [[Zeus]] (dimostrando di peccare di ''[[hybris]]''). In segno di disprezzo verso la [[Xenia (antica Grecia)|Xenìa]], afferrò e divorò sei compagni (due seduta stante e altri quattro nel corso della giornata successiva) del re di Itaca, tra i quali [[Antifo (compagno di Ulisse)|Antifo]], e imprigionò i Greci nella grotta, intenzionato a mangiarli uno per uno. Dopodiché si addormentò.
 
Prima di procedere a divorare i primi due compagni del figlio di [[Laerte]], Polifemo chiese ad Ulisse se avesse altri compagni ad aspettarlo sulle navi nella baia. Ulisse fece la saggia scelta di mentire al Ciclope, affermando che le loro navi fossero state distrutte e loro fossero gli unici sopravvissuti. Così facendo, assicurò l'incolumità dei suoi compagni che lo aspettavano ignari, evitando che finissero preda di Polifemo e degli altri ciclopi. Ulisse, inoltre, bloccò il suo impulso di uccidere il gigante mentre dormiva in quanto, anche se fossero riusciti ad ucciderlo con le spade, una volta morto Polifemo nessuno avrebbe più spostato il masso e sarebbero morti tutti di fame e di stenti nella grotta.
 
Intrappolato con i suoi compagni nella caverna del Ciclope, il cui ingresso era bloccato da un masso enorme, Ulisse escogitò un piano per sfuggire alla prigionia di Polifemo. Come prima mossa al ritorno di Polifemo dal pascolo del gregge, egli offrì del vino dolcissimo e molto forte al Ciclope, per farlo cadere in un sonno profondo. Polifemo gradì così tanto il vino che promise a Ulisse un dono, chiedendogli però il suo nome. Ulisse, astutamente, gli rispose allora di chiamarsi "Nessuno". "E io mangerò per ultimo Nessuno", fu il dono del ciclope.