Polifemo: differenze tra le versioni

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Specificazione origine del vino
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Prima di procedere a divorare i primi due compagni del figlio di [[Laerte]], Polifemo chiese ad Ulisse se avesse altri compagni ad aspettarlo sulle navi nella baia. Ulisse fece la saggia scelta di mentire al Ciclope, affermando che le loro navi fossero state distrutte e loro fossero gli unici sopravvissuti. Così facendo, assicurò l'incolumità dei suoi compagni che lo aspettavano ignari, evitando che finissero preda di Polifemo e degli altri ciclopi. Ulisse, inoltre, bloccò il suo impulso di uccidere il gigante mentre dormiva in quanto, anche se fossero riusciti ad ucciderlo con le spade, una volta morto Polifemo nessuno avrebbe più spostato il masso e sarebbero morti tutti di fame e di stenti nella grotta.
 
Intrappolato con i suoi compagni nella caverna del Ciclope, il cui ingresso era bloccato da un masso enorme, Ulisse escogitò un piano per sfuggire alla prigionia di Polifemo. Come prima mossa al ritorno di Polifemo dal pascolo del gregge, egli offrì del vino dolcissimo e molto forte al Ciclope, per farlo cadere in un sonno profondo (il vino era stato precedentemente preso dall'isola di [[Ciconi|Ismaro]], dopo che Ulisse e i suoi l'avevano saccheggiata). Polifemo gradì così tanto il vino che promise a Ulisse un dono, chiedendogli però il suo nome. Ulisse, astutamente, gli rispose allora di chiamarsi "Nessuno". "E io mangerò per ultimo Nessuno", fu il dono del ciclope.
 
Dopodiché Polifemo si addormentò profondamente, stordito dal vino. Qui Ulisse mise in atto la seconda parte del suo piano. Egli infatti, insieme ai suoi compagni, aveva preparato un bastone di notevoli dimensioni ricavato da un ulivo che una volta arroventato fu piantato nell'occhio del Ciclope dormiente dai Greci. Polifemo urlò così forte da destare dal sonno i ciclopi suoi fratelli. Essi corsero allora alla porta della sua grotta mentre Ulisse e i suoi compagni si nascondevano vicino al gregge del ciclope Polifemo. I ciclopi chiesero a Polifemo perché avesse urlato così forte e perché stesse invocando aiuto, ed egli rispose loro che "Nessuno" stava cercando di ucciderlo. I ciclopi, pensandolo ubriaco o in preda al dolore di Zeus, lo lasciarono allora nel suo dolore e gli raccomandarono di pregare aiuto a suo padre. La mattina dopo, mentre Polifemo faceva uscire il suo gregge per liberarlo, giacché lui non sarebbe stato più in grado di guidarlo, Ulisse e i suoi soldati scapparono grazie a un altro abile stratagemma, che faceva parte della terza parte del suo piano. Ognuno di loro si aggrappò infatti al vello del ventre di un montone per sfuggire al tocco di Polifemo, poiché il Ciclope si era posto davanti alla porta della caverna, tastando ogni pecora in uscita per impedire ai Greci di fuggire. Ulisse, ultimo ad uscire dalla grotta, la fece aggrappato all'ariete più grande, il preferito del Ciclope.