Impero sasanide: differenze tra le versioni
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|forma di stato = [[Impero]]
|governo = [[Feudalesimo|monarchia feudale]]<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=k8mLAgAAQBAJ&pg=PT1091|p=1091|lingua=en|titolo=The World's Religions: Continuities and Transformations|autore=Peter B. Clarke|autore2=Peter Beyer|editore=Routledge|anno=2009|isbn=978-11-35-21099-1}}</ref>
|titolo capi di stato = ''[[Scià|
|elenco capi di stato = [[Sovrani della Persia#Impero sasanide (224 d.C. - 651 d.C.)|vedi elenco]]
|titolo capi di governo =
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Bābak era in origine il sovrano della regione di Kheir, tuttavia, a partire dall'anno 200, riuscì a rovesciare Gocihr e ad autoproclamarsi nuovo re dei Bazrangidi. Sua madre, Rodhagh, era la figlia del governatore provinciale di Persia. Bābak e suo figlio maggiore Sapore riuscirono a espandere la propria potenza su tutta la Persia.<ref name="far180"/><ref name="zar194198"/> Gli avvenimenti successivi non sono chiari, a causa dell'insufficienza delle fonti. È certo tuttavia che, deceduto Babak, il governatore di [[Darab|Darabgerd]], Ardashir, fu coinvolto in una lotta per il potere con suo fratello maggiore Sapore. Le fonti narrano che Sapore, andandosene da un incontro con il fratello, fu ucciso da un tetto di un edificio che crollò su di lui. A partire dal 208, dopo avere giustiziato gli altri fratelli, Ardashir si proclamò re di Persia.<ref name="far180">{{cita|Farrokh e Frye (2009)|p. 180}}.</ref><ref name="zar194198">{{cita|Zarinkoob (1999)|pp. 194-198}}.</ref>
Una volta diventato ''[[shahanshah|shāhanshāh]]'' (re), Ardashir trasferì la sua capitale al sud della Persia fondando Ardashir-Khwarrah (in precedenza ''Gur'', l'odierna [[Firuzabad]]). La città, ben protetta dalle alte montagne e facilmente difendibile a causa dei passi stretti, divenne il centro dei tentativi di Ardashir di ottenere più potere.<ref name="far182"/> La città era circondata da alte mura circolari e al lato settentrionale si trovava un immenso palazzo, i cui resti sopravvivono ancora oggi. Dopo avere consolidato il dominio in Persia Ardashir I estese rapidamente il suo territorio, pretendendo fedeltà dai principi locali di Fars e ottenendo il controllo delle province confinanti di Kermān, Iṣfahān, [[Susa (città antica)|Susiana]] e [[Mesene]].<ref name="far182"/> Questa espansione preoccupò [[Artabano IV]], il re dei Parti, che in un primo momento ordinò al governatore del Khuzestān di condurre guerra contro Ardashir nel 224, ma i primi scontri furono vittoriosi per quest'ultimo. In un secondo tentativo di annientarlo, lo stesso Artabano si scontrò con lo ''[[Scià|shāhanshāh]]'' in [[Battaglia di Hormozdgan|battaglia presso Hormozgan]], venendone ucciso. Dopodiché Ardashir I invase le province occidentali dell'Impero dei Parti, sottomettendole e ponendo fine a esso.<ref name="far182">{{cita|Farrokh e Frye (2009)|p. 182}}.</ref>
[[File:AhuraMazda Ardeshir.jpg|miniatura|upright=1.4|sinistra|Fregio sasanide a [[Naqsh-e Rostam]] ([[Iran]]), raffigurante [[Ardashir I]] incoronato da [[Ahura Mazdā]] (a destra); la figura in piedi alle sue spalle è probabilmente il successore, suo figlio [[Sapore I]].]]
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==== Sapore I ====
[[File:Bas relief nagsh-e-rostam al.jpg|miniatura|[[Bassorilievo]] sasanide a [[Naqsh-e Rostam]] raffigurante [[Sapore I]] (a cavallo) mentre fa prigioniero l'imperatore romano [[Valeriano]] (in piedi) e [[Filippo l'Arabo]] (
Il figlio di Ardashir I, [[Sapore I]], continuò l'espansione dell'impero, conquistando la [[Battria]] e la porzione occidentale dell'[[Impero Kusana]], mentre conduceva alcune campagne contro [[Impero romano|Roma]]. Invadendo la Mesopotamia romana, Sapore I espugnò [[Carre (città antica)|Carre]] e [[Nisibis]], ma nel 243 il generale romano [[Timesiteo]] sconfisse i Persiani a [[Battaglia di Resena|Resena]] e recuperò i territori perduti.<ref name="fry125">{{cita|Frye (1993)|p. 125}}.</ref> L'imperatore [[Gordiano III]] (238-244) avanzò successivamente verso l'Eufrate ma fu sconfitto a [[Battaglia di Mesiche|Mesiche]] (244), portando all'assassinio di Gordiano, ucciso dalle sue stesse truppe, e alla conclusione di un trattato con Roma vantaggioso per la Persia stretto con il nuovo imperatore [[Filippo l'Arabo]], con cui si assicurò dai Romani l'immediato pagamento di 500.000 ''denarii'' e ulteriori pagamenti annuali.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=Wv0hEAAAQBAJ&pg=PA149|p=149|lingua=en|titolo=Gordian III and Philip the Arab: The Roman Empire at a Crossroads|autore=Ilkka Syvänne|editore=Pen and Sword Military|anno=2021|isbn=978-15-26-78678-4}}</ref>
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=== Periodo intermedio (379-498) ===
[[File:Folio from a Khamsa-c.jpg|miniatura|[[Bahram V]] favorì la fioritura della poesia e nella [[letteratura persiana]]. "Bahram e la principessa indiana nel padiglione nero", dipinto di una ''
Dalla morte di Sapore II fino alla prima incoronazione di [[Kavad I]] (488-531) la Persia conobbe un periodo di stabilità con un periodo di pace quasi ininterrotta con l'Impero romano d'oriente (meglio conosciuto come [[impero bizantino]]), interrotta solo da due brevi guerre, la prima nel 421-422 e la seconda nel 440.<ref name="neu68">{{cita|Neusner (2008)|p. 68}}.</ref><ref>{{cita|Bury (1923)|cap. XIV.1}}.</ref><ref>{{cita|Frye (1993)|p. 145}}.</ref><ref>{{cita|Greatrex e Lieu (2002)|pp. 37-51}}.</ref> In questo periodo la politica religiosa dei Sasanidi variava da re a re. Nonostante una serie di re deboli, il sistema amministrativo fondato da Sapore II rimase forte, e l'impero continuò a funzionare efficacemente.<ref name="neu68"/>
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[[File:Asia 500ad.jpg|miniatura|sinistra|upright=1.4|L'Impero sasanide nel 500. La mappa mostra anche i confini del Khanato degli [[Eftaliti]] e l'[[Impero bizantino]].]]
Il secondo periodo d'oro cominciò con il secondo regno di Kavad I. Per pagare i tributi agli [[Eftaliti]] l'imperatore Kavad I chiese un prestito ai [[Bizantini]]. Al rifiuto dell'imperatore bizantino, [[Kavad I]] decise di incominciare una nuova guerra contro i Bizantini (o Romani d'Oriente). Con il supporto dei Eftaliti, nel 502 l'[[esercito sasanide]] prese Teodosiopoli ([[Erzurum]]) nella moderna Turchia, ma la riperse subito dopo. Nel 503 prese [[Diyarbakır|Amida]] (attuale Diyarbakır) sul Tigri. Nel 504 un'invasione dell'Armenia da parte degli
Nel 521 o 522 Kavad perse il controllo della [[Lazica]], che era diventata fedele ai Romani d'Oriente; un tentativo da parte degli [[Regno di Iberia|Iberiani]] nel 524-525 di fare lo stesso fece scoppiare una guerra tra l'impero romano d'Oriente e la Persia. Nel 527 un'offensiva bizantina contro [[Nisibis]] venne respinta e i tentativi di fortificare le posizioni vicino alla frontiera vennero ostacolati. Nel 530 Kavad mandò un esercito comandato da Firouz il Mirrane ad attaccare l'importante città bizantina di confine di [[Dara]].<ref name="zar229"/> L'esercito sasanide si scontrò con l'esercito bizantino condotto dal generale [[Belisario]], e sebbene fosse superiore in numero, fu sconfitto nella [[battaglia di Dara]]. Nello stesso anno, un secondo esercito persiano condotto da Mihr-Mihroe venne sconfitto a Satala dai Bizantini comandati da [[Sitta (generale bizantino)|Sitta]] e [[Doroteo (magister militum)|Doroteo]], ma nel 531 un esercito persiano, appoggiato da un contingente [[Lakhmidi|lakhmide]] condotto da [[Al-Mundhir III ibn Imru' al-Qays|al-Mundhir III]], sconfisse Belisario nella [[battaglia di Callinicum]] e nel 532 fu concluso un trattato di pace "eterna".<ref name="zar229">{{cita|Zarinkoob (1999)|p. 229}}.</ref> Sebbene non fosse riuscito a liberarsi dal giogo degli Eftaliti, Kavad riuscì a riportare l'ordine nello Stato con alcuni provvedimenti di politica interna, combatté con successo i Romani d'Oriente e fondò alcune città.
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[[File:Justinian Byzanz.png|miniatura|upright=1.4|sinistra|Gli imperi bizantino e sasanide nel 500, un secolo prima della conquista islamica.]]
Intorno al 570, Ma'
Il regno di Cosroe I è caratterizzato dall'ascesa dei [[dehqan]] (letteralmente, "signori dei villaggi"), la nobiltà di proprietari terrieri che costituivano l'ossatura della tarda amministrazione provinciale sasanide e del sistema di raccolta delle imposte.<ref name="Chamber">{{cita web|url=https://www.iranchamber.com/history/sassanids/sassanids.php|titolo=Iran Chamber Society: ''The Sassanid Empire, 224-642 CE''|lingua=en|accesso=22 aprile 2022}}</ref> Cosroe I in politica edilizia abbellì la sua capitale di nuovi fastosi monumenti, fondò nuove città, e costruì nuovi edifici. Ricostruì i canali e rifornì le fattorie distrutte nel corso delle guerre. Costruì forti fortificazioni presso i passi e collocò tribù suddite in città scelte con attenzione sulla frontiera in modo che agissero come guardiani contro gli invasori. Fu tollerante con tutte le religioni, anche se decretò che il [[zoroastrismo]] sarebbe stata la religione di Stato ufficiale, e non se la prese quando uno dei suoi figli si convertì al cristianesimo.
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Nella primavera del 632 salì al trono un nipote di Cosroe I, [[Yazdgard III]]. Nello stesso anno gli [[Arabi]], uniti dall'[[Islam]], fecero le prime incursioni nel territorio sasanide. Anni di guerra continua avevano indebolito sia i Bizantini sia i Sasanidi. I Sasanidi vennero indeboliti anche da una crisi economica, da tasse elevate, malcontento religioso, rigida [[stratificazione sociale]], ascesa dei proprietari terrieri provinciali e un rapido susseguirsi di re. Questi fattori facilitarono la [[conquista islamica della Persia]].<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=TT7xBQAAQBAJ&pg=PA26|p=26|titolo=Chain Reaction and Chaos: Toward Modern Persia|autore=Sadegh Shajari|editore=University Press of America|anno=2014|isbn=978-07-61-86522-3}}</ref>
Yazdgard era un ragazzo alla mercé dei suoi consiglieri ed era incapace di unire un paese vasto sbriciolatosi in piccoli regni feudali, nonostante i Bizantini, impegnati a respingere gli attacchi arabi, non fossero più una minaccia.<ref name="dar3638">{{cita|Daryaee (2009)|pp. 36-38}}.</ref> Il primo scontro tra Sasanidi ed Arabi avvenne nella [[battaglia del Ponte]] nel 634 e venne vinto dai Sasanidi; tuttavia gli Arabi non si arresero e poco dopo le truppe disciplinate di [[Khalid ibn al-Walid]], generale dell'esercito arabo, sconfissero l'esercito persiano comandati dal generale [[Rostam Farrokhzād]] nelle pianure di [[Battaglia di al-Qadisiyya|al-
In cinque anni la maggior parte del territorio sasanide venne annesso al [[Califfato dei Rashidun|Califfato islamico]]. Con l'assassinio di [[Yazdgard III]] a [[Merv]] nel 651 si concludeva la storia dei Sasanidi e incominciava quella della Persia islamica.<ref name="dar3638"/>
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I Sasanidi stabilirono un impero all'incirca all'interno le frontiere del precedente impero dei [[impero partico|Parti Arsacidi]], con capitale [[Ctesifonte]], città della provincia di [[Asuristan]]. Nell'amministrare il loro territorio, i re sasanidi assunsero il titolo di ''[[shahanshah|shāhanshāh]]'' ("re dei re", noto anche semplicemente come ''shāa'' e traslitterato in italiano in scià), divennero l'autorità centrale e assunsero il dovere di custodire il fuoco sacro (''atar''), il simbolo della religione nazionale. Questo simbolo è presente sulle monete sasanidi dove il monarca regnante, con corona e regalia, appare sull'obverso, con il fuoco sacro, il simbolo della religione in cui credeva, sull'altro lato della moneta.<ref>{{cita web|accesso=24 aprile 2022|url=http://ecai.org/sasanianweb/|capitolo=Sasanian Seals Collection and Sasanian Empire Project|lingua=en|autore=Guitty Azarpay|titolo=The Near East in Late Antiquity The Sasanian Empire|dataarchivio=14 dicembre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061214083059/http://ecai.org/sasanianweb/|urlmorto=sì}}</ref> La sua salute e il suo benessere rivestivano grande importanza: a titolo di esempio, si pensi che nel rispondergli si diceva «Possa tu essere immortale».<ref name="dar41"/> Le monete sasanide emesse dal VI secolo in poi raffigurano una luna e un sole, che, nelle parole dello storico iraniano Touraj Daryaee, «suggeriscono che il sovrano fosse al centro del mondo e il sole e la luna gli giravano intorno». Ad avvalorare tale ipotesi si deve considerare di un'antica formula mesopotamica con cui si designava il monarca, ovvero «re dei quattro angoli del mondo».<ref name="dar41">{{cita|Daryaee (2009)|p. 41}}.</ref> Il re considerava tutti gli altri sovrani, siano essi romani, turchi o cinesi inferiori a lui. Vestiva abiti colorati, si truccava, indossava una corona pesante e la sua barba era decorata d'oro. I primi re sasanidi si consideravano di discendenza divina, definendosi "baia" (appunto divino).<ref name="dar42">{{cita|Daryaee (2009)|p. 42}}.</ref>
shāhanshāh
Quando il re usciva in pubblico, restava all'interno di una tenda e aveva davanti a sé alcuni dei suoi uomini, il cui compito era quello di tenere le masse lontane da lui e per spianare la strada.<ref name="dar41"/><ref name="mor92">{{cita|Morony (2005)|p. 92}}.</ref> Quando qualcuno giungeva al cospetto del re, si soleva prostrarsi dinanzi a lui (''[[proskýnesis]]''). Le guardie reali erano conosciute con il nome di ''pushtigban''. In altre occasioni, la massima autorità era protetta da un gruppo numericamente consistente di guardie del palazzo, i ''darigan''.<ref name="mor92"/> Entrambi questi gruppi erano arruolati dalle famiglie reali dell'impero sasanide ed erano sottoposte al comando dell{{'}}''hazarbed'', direttamente responsabile della sicurezza del re, dell'ingresso del palazzo reale, della presentazione dei visitatori e infine destinatario di comandi militari o all'occorrenza negoziatore.<ref name="mor92"/> L{{'}}''hazarbed'' venne autorizzato in alcuni casi a operare come boia reale.<ref name="mor92"/> Durante il [[Nawrūz]] (Capodanno iraniano) e il Mihragan (giorno dedicato alla festività della divinità zoroastriana Mihr), il re soleva tenere un discorso.<ref name="dar42"/>
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[[File:"Khusrau Parviz before his Father Hurmuzd (?)", Folio from a Shahnama (Book of Kings) MET DP215844.jpg|miniatura|sinistra|Miniatura del [[XV secolo]] tratta dallo ''[[Shāh-Nāmeh]]'' che raffigura [[Ormisda IV]] sul trono assieme alla sua corte]]
I re tenevano sempre in grande considerazione i consigli dei loro ministri, i quali lo affiancavano nella politica interna ed estera. Lo storico musulmano [[Mas'udi|Masʿūdī]] lodò l'impero parlando di un'«eccellente amministrazione dei re sasanidi, per la loro politica ben ordinata, il loro prendersi cura dei loro sudditi, e per la prosperità dei loro domini».<ref>{{cita|Durant (2011)|p. 150}}.</ref> Il centro dell'impero ruotava attorno alla regione di origine della famiglia imperiale, il [[Fars]], suddiviso in cinque distretti amministrativi (Iṣṭakhr, Ardashîr Khurrah, Churra Firuzabad, Dârâbjird, Sâbûr, Arrajân) e a nord in cinque distretti delle tribù curde (Remm).<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=vCyL06XqE18C&pg=PA247|pp=247-248|lingua=en|titolo=The Lands of the Eastern Caliphate: Mesopotamia, Persia, and Central Asia from the Moslem Conquest to the Time of Timur|autore=Guy Le Strange|editore=Cosimo, Inc.|anno=2010|isbn=978-16-16-40512-0}}</ref>
La nobiltà sasanide, unico ceto che accedeva alla corte, si componeva di un misto di vecchi clan partici, famiglie aristocratiche persiane e dei territori sottomessi. Dopo la dissoluzione della dinastia dei Parti, emersero tante nuove famiglie nobili, malgrado alcuni membri degli allora dominanti [[Sette grandi casati partici|sette casati partici]] conservarono comunque il loro spessore sociale. Alla corte di Ardashir I, le storiche famiglie arsacidi del [[casato di Karen]] e del [[Surena|casato di Suren]] detenevano posizioni di grande prestigio, analogamente ad alcune famiglie persiane, i Varaze e Andigani.<ref>{{cita|Daryaee (2009)|p. 10}}.</ref> Oltre a queste discendenze nobili iraniche e non, i governatori di Merv, di [[Abarshahr]], di [[Carmania]], di [[Sistan|Sakastan]], di [[Arran (Azerbaigian)|Iberia]] e di [[Adiabene]], rispettati per il proprio prestigio nella cerchia dei nobili, facevano spesso capolino alla corte dello ''
==== Pubblica amministrazione ====
A livello locale, il territorio risultava gestito da diversi governatori più o meno affiliati alla corona noti come ''shahrdaran'' (sing. ''shahr''), direttamente sotto il controllo dello ''
In generale, i ''[[wuzurgan]]'' legati alle famiglie di origini persiane detenevano le posizioni più potenti nell'amministrazione imperiale, incluso il governo delle province di frontiera (''[[marzban]]''). La maggior parte di queste posizioni aveva un suo valore patrimoniale, con il risultato che poteva essere comprata, ma altri incarichi rimasero inaccessibili e destinati a essere ricoperti da una singola famiglia per generazioni. A questa classe di marchesi di rango più elevato si concedeva il possesso di un trono d'argento, mentre a quelli delle province di frontiera più strategiche, come il [[Caucaso]], se ne assegnava uno d'oro.<ref>{{cita|Nicolle (1996)|p. 10}}.</ref> Nelle campagne militari, i ''marzban'' regionali potevano essere considerati marescialli di campo, mentre gli ''[[spahbod]]'' minori potevano impartire ordini a un esercito in via supplementare.<ref>{{cita|Nicolle (1996)|p. 14}}.</ref>
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