Inca: differenze tra le versioni

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Ai capi dei territori annessi, chiamati "''curaca''", erano lasciate tutte le prerogative di cui godevano prima dell'arrivo degli Inca; da loro era solo pretesa una completa sottomissione alle istituzioni incaiche. Di fatto conservavano intatta l'autorità nei confronti dei loro amministrati ma dovevano rendere conto del proprio operato alla corte del Cuzco. I loro figli erano tradotti nella capitale, ufficialmente per frequentare le scuole dell'impero ma anche per svolgervi la funzione di ostaggi, a garanzia della fedeltà dei loro padri. La permanenza al Cuzco degli eredi dei capi locali permetteva altresì di educarli al rispetto delle istituzioni dell'impero e alla morte dei loro genitori di prepararli alla funzione di futuri responsabili delle varie province.
 
La successione dei "''curaca''" avveniva solitamente per via patrilineare, privilegiando di norma il figlio maggiore, ma le usanze locali erano rispettate e in alcune contrade, specie in quelle della costa del [[Oceano Pacifico|Pacifico]], si osservava il passaggio dei poteri in via matrilineare. Il candidato prescelto era tuttavia soggetto all'approvazione dell'Inca supremo e in caso di manifesta incapacità era immediatamente sostituito con un congiunto ritenuto più idoneo. I capi delle regioni più importanti erano trattati in maniera consona al loro rango e la corretta amministrazione dei territori loro affidata era premiata con munificenza. Ricevevano onori e privilegi e spesso potevano accasarsi con una nobile del Cuzco che, in alcuni limitati casi, poteva essere addirittura una principessa imperiale; in cambio offrivano le loro figlie o congiunte all{{'}}''harem'' del sovrano, allacciando così dei legami parentali che legavano reciprocamente Inca e ''curaca'' con un vincolo di consanguineità.
 
==== Il popolo ====
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Su tutto il sistema vegliava un corpo di ispettori, i temuti "''Tucuiricuc''" che riferivano personalmente all'Inca o ai suoi incaricati. L'Inca supremo, infine, controllava tutta la complessa macchina burocratica avvalendosi di un Consiglio particolare composto dai rappresentanti di ciascuna delle parti dell'impero, dall'erede e dal sommo sacerdote, ma la cui composizione variava a seconda dell'epoca.
 
L'organizzazione amministrativa, pur elaborata e articolata, era quanto mai rapida ed efficace e, soprattutto, non era minimamente affetta dalla paralisi e dalla corruttela,{{CitazioneSenza necessariafonte}} i mali che affliggono di solito, la burocrazia.
 
=== I tributi ===
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L'importanza della manodopera per l'apparato statale inca è resa evidente dalle leggi che garantivano la prosperità e lo sviluppo delle varie comunità. Il celibato, per esempio, non era ammesso e i funzionari regi procedevano periodicamente ad unire in matrimonio coloro che, pur avendo raggiunto l'età prevista, non avevano ancora provveduto di loro iniziativa a scegliersi il ''partner'' adatto.
 
In ogni caso l'indigeno comune aveva la percezione di dedicare il suo lavoro a qualche cosa di armonico che trascendeva la sua singola persona e che comunque lo avrebbe ricompensato delle sue fatiche. Egli vedeva lo Stato come un organismo che rifletteva l'armonia della natura e che riproduceva, nell'universo terreno, le regole che sovraintendevano alle strutture di quello divino. In questo contesto la evidente condizione favorevole dei membri dell{{'}}''élite'' non suscitava in lui un sentimento di invidia perché riconosceva la necessità di una differente posizione sociale determinata dalle diverse responsabilità{{CitazioneSenza necessariafonte}}.
 
== Le discipline militari ==