Louis-Ferdinand Céline: differenze tra le versioni
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Di quando in quando riceveva un giornalista al quale dimostrava la nausea per l'ingratitudine dei compatrioti e per lamentarsi dei suoi persecutori che gli avevano causato danni morali ed economici.<ref name=notte/> Pur non avendo subito la condanna capitale come toccò ad altri celebri uomini di cultura che collaborarono con il [[Philippe Pétain|maresciallo Pétain]] (come [[Robert Brasillach|Brasillach]]) egli soffrì e visse come un condannato, accentuando la sua [[misantropia]].
Si appartò con Lucette in una casa zeppa di libri e cianfrusaglie, circondato da [[Canis lupus familiaris|cani]] e [[gatto|gatti]] e in compagnia del [[pappagallo]] ''Toto'' spesso ritratto con lui. Si vestiva come un barbone con un paio di vecchi pantaloni sformati e tenuti su da una corda, maglioni consunti ed infilati l'uno sull'altro, la barba incolta.<ref name="Biografia di Céline" />
Nel [[1958]] ricevette la visita di due [[Beat Generation|autori beat]] statunitensi: il poeta [[Allen Ginsberg]] (di origini ebraiche) e lo scrittore [[William Seward Burroughs (scrittore)|William S. Burroughs]], suoi ferventi ammiratori.<ref name="Due beat a Meudon" />
Con la salute in rapido declino, lavorò agli ultimi romanzi. Il 29 giugno [[1961]] comunicò all'editore di aver terminato il romanzo ''Rigodon''; il 1º luglio [[1961]] fu colpito da [[aneurisma cerebrale|aneurisma]]: si spense, per la successiva [[emorragia cerebrale]] e nell'indifferenza generale del mondo culturale, uno dei più grandi scrittori del '900, colui che seppe raccogliere, talvolta precorrendoli, i temi portanti del "secolo della violenza". La sua morte<ref>{{cita web |url=https://www.lemonde.fr/archives/article/1961/07/05/louis-ferdinand-celine-dont-la-mort-avait-ete-tenue-secrete-depuis-samedi-a-ete-inhume-au-cimetiere-de-meudon_2266220_1819218.html|titolo=Louis-Ferdinand Céline: dont la mort avait été tenue secrète depuis samedi a été inhumé au cimetière de Meudon|autore=Jacqueline Piatier|data=5 luglio 1961|lingua=FR}}</ref> fu inoltre oscurata sui giornali francesi dalla morte di un altro scrittore tra luci e ombre, celebrato in vita e vincitore del [[premio Nobel per la letteratura]], [[Ernest Hemingway]], [[suicida]] il giorno dopo.<ref>[http://www.lastampa.it/2011/06/27/cultura/libri/anniversari-celine-e-hemingway-pCRjRjWZMB9UkT7zym1mxM/pagina.html ''Anniversari: Céline e Hemingway'']</ref>
Il quotidiano italiano ''[[La Stampa]]'' lo ricordò con un breve articolo del 2 luglio, in cui lo scrittore fu definito «[[anarchico]] che predicò il razzismo» e liquidato come autore di libri dal "successo fugace", "pieni di [[oscenità]], [[Scetticismo filosofico|scetticismo]], odio e antisemitismo" e ormai in "squallida decadenza".<ref>[https://1.bp.blogspot.com/_0fkpRShN_Is/TQUUHmYzXRI/AAAAAAAABMk/nGBzxovyc8w/s1600/C%25C3%25A9lineStampa.JPG Immagine dell'articolo del quotidiano torinese sulla morte di Céline], 2 luglio 1961, a firma di Sandro Volta</ref>
La casa di Céline, abitata dalla vedova fino alla sua morte<ref>{{cita
=== La sepoltura al Cimetière des Longs Réages ===
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