Assedio di Benevento: differenze tra le versioni

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Secondo Paolo Diacono, prima di intraprendere la spedizione contro il [[ducato di Benevento]], Costante consultò un eremita (che si diceva avesse la capacità di prevedere il futuro). Lo interrogò sull'esito della spedizione. Dopo una notte di preghiere, l'eremita rispose in questo modo:
{{Citazione|La gente dei longobardi non può essere vinta da nessuno, perché una regina, venuta da altri paesi, ha costruito nel loro territorio una basilica al beato Giovanni Battista, e perciò lo stesso beato Giovanni intercede continuamente a favore di quel popolo. Ma verrà un tempo quando tale santuario non sarà più tenuto in onore, e allora quella gente perirà.|lingua=la|Paolo Diacono, ''Historia Langobardorum'', Libro V, Capitolo 6|"Gens Langobardorum superari modo ab aliquo non potest, quia regina quaedam ex alia provincia veniens basilicam beati Iohannis baptistae in Langobardorum finibus construxit, et propter hoc ipse beatus Iohannes pro Langobardorum gente continue intercedit. Veniet autem tempus, quando ipsum oraculum habebitur despectui, et tunc gens ipsa peribit".}}
Nonostante la predizione sfavorevole, Costante decise di tentare lo stesso l'impresa. La ''[[Historia Langobardorum]]'' di Paolo Diacono riferisce che durante la marcia su Benevento le truppe di Costante II espugnarono quasi tutte le città lungo il tragitto, radendo al suolo la città di [[Lucera]], ma non riuscendo a prendere [[Acerenza]].<ref name=PaoloDiaconoV7>{{cita|Paolo Diacono|V, 7}}.</ref> Il ''Chronicon'' di [[Romualdo Salernitano]] aggiunge che espugnò e rase al suolo anche [[Ordona|Ortona]], Ecana (odierna [[Troia (Italia)|Troia]]) e altre città della Puglia.<ref>{{cita|Romualdo Salernitano|p. 157}}.</ref> Le ricostruzioni moderne ritengono che l'esercito di Costante, valutabile tra i {{formatnum:10000}} e i {{formatnum:20000}} uomini, seguì la [[via Appia]] fino a [[Venosa]] per poi deviare sulla [[via Traiana]].<ref>{{cita|Cosentino|pp. 62-63}}.</ref>
 
Nello stesso anno il [[regno longobardo]] dovette fronteggiare un'ulteriore invasione, da parte dei Franchi di Neustria. Secondo alcune congetture la coincidenza temporale tra i due attacchi, quello bizantino da sud e quello franco da nord, non sarebbe casuale ma riconducibile a una presunta alleanza tra Costante II e i Franchi, volta a tenere impegnati i Longobardi su due fronti.<ref>{{cita|Ravegnani 2004|pp. 114-115}}.</ref> Altre ricostruzioni non fanno alcuna menzione alla presunta alleanza tra Franchi e Bizantini ma sostengono che i Franchi di Neustria avessero invaso la ''[[Langobardia Maior]]'' nel tentativo di ristabilire sul trono longobardo Pertarito, rifugiatosi presso di loro dopo essere stato spodestato.<ref>{{cita|Jarnut|p. 58}}.</ref>