Corrado Alvaro: differenze tra le versioni

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Dopo il delitto Matteotti è tra i cinquanta firmatari dell<nowiki>''</nowiki>Unione nazionale delle forze democratiche guidata da [[Giovanni Amendola]]. Nel biennio 1924-1925 collabora con il giornale umoristico ''[[Becco giallo]],'' dove tiene (con lo pseudonimo V.E. Leno) la rubrica "Sfottò". Uno dei bersagli della satira alvariana fu [[Luigi Pirandello]] che, per la sua prona adesione al fascismo, venne ribattezzato ''P. Randello'': «un'irrisione fin troppo palese della mitologia del manganello fascista, attraverso cui denunciare la compromissione con il governo Mussolini»<ref>{{Cita libro|autore=A. Giannanti|titolo=Il "tempo per fantasticargli vicino". Alvaro critico di Pirandello|edizione=in C. Alvaro, Scritti su Pirandello|anno=2013|editore=Rubbettino|città=Soveria Mannelli|p=19}}</ref>.
 
Nell'ottobre 1924, il fratello Guglielmo, avvocato, si tolse la vita gettandosi nel Tevere, da un ponte, sotto gli occhi della cognata Laura e del figlioletto, Massimo, di soli 5 anni. L'evento è destinato a lasciare una ferita insanabile nella vita dello scrittore.
 
Nel [[1925]] è tra i firmatari del [[Manifesto degli intellettuali antifascisti]] di [[Benedetto Croce]]. Nello stesso anno diviene critico teatrale per il "Risorgimento" di Roma. Vi avrebbe collaborato fino alla soppressione del giornale da parte della dittatura. Il 16 dicembre, all'uscita dal Teatro Valle a Roma, viene aggredito e malmenato, insieme ad [[Adriano Tilgher (filosofo)|Adriano Tilgher]], da una squadra di fascisti. Ridotta al silenzio la stampa d'opposizione, ad Alvaro venne impedito di scrivere sui giornali: il suo nome era stato inserito nelle "liste di proscrizione" stilate dal fascismo. Nel 1926, grazie alla copertura offerta da [[Pietro Pancrazi]] avrebbe però iniziato a collaborare, senza firmare, con "La Stampa". Ma anche la copertura assicurata ad Alvaro dal giornale torinese è destinata in breve tempo a venire meno<ref>{{Cita libro|autore=C. Alvaro|titolo=Quasi una vita|ed=Bompiani,|dataoriginale=1950|anno=1968|editore=Bompiani|città=Milano|p=21}}</ref>''.