Simone D'Auria: differenze tra le versioni
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Fin dagli esordi si dedicò con intelligenza e passione al design, con focus sulla “ricostruzione ambientale”; artista poliedrico, pur occupandosi di interni nella fase iniziale della sua attività, il suo interesse si rivolse anche verso l'[[Installazione (arte)|installazione]] negli spazi pubblici.
Conferendo importanza agli oggetti di uso comune, dai cucchiai alle biciclette, dalle sfere alle [[Piaggio Vespa|Vespe]], ingigantiti o rimodellati con l'utilizzo dei diversi materiali come marmo, resina, ferro, acciaio, legno e fibra ottica, l'opera artistica di D'Auria poté collocarsi chiaramente tra le [[
Nella sua produzione vi furono infatti rimandi ai movimenti [[Dadaismo|Dadà]] e [[Neo-Dada|Neo-Dadà]], [[Nouveau Réalisme]] e [[Pop art]]. Nelle sue opere D'Auria richiamò più volte numerosi artisti a lui affini come [[Marcel Duchamp|Duchamp]], [[Arman]], [[Claes Oldenburg|Oldenburg]] e [[Bruno Munari]] (artista molto amato da D'Auria, citato direttamente nell'installazione “Bruno Spoon”), insieme ad un rimando alla cultura del [[Manierismo]] toscano.
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