Giuseppe Ungaretti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullata la modifica di 130.25.110.172 (discussione), riportata alla versione precedente di Bbruno
Etichetta: Rollback
Riga 27:
Giuseppe Ungaretti nacque ad [[Alessandria d'Egitto]], nel quartiere periferico Moharrem Bek,<ref name="Vita d'un uomo LVII">G. Ungaretti, ''Vita d'un Uomo'' (Tutte le poesie), Milano, [[Arnoldo Mondadori Editore]], 1969, p. LVII.</ref> l'8 febbraio del 1888<ref name="nascita" /> da genitori [[italia]]ni originari della [[provincia di Lucca]]. Il padre Antonio (1842-1890) era un operaio impiegato allo scavo del [[canale di Suez]], che morì due anni dopo la nascita del futuro poeta a causa di un'[[Edema|idropisia]], malattia contratta negli anni di estenuante lavoro.<ref>Che Antonio Ungaretti morì a causa di una malattia contratta mentre lavorava come operaio al Canale di Suez è narrato dallo stesso poeta (G. Ungaretti, ''Il lavoro degli italiani'', in «Gazzetta del Popolo», 6 agosto 1931); la stessa ipotesi è ribadita da Leone Piccioni (''Vita d'un poeta'', Milano, Rizzoli, 1970) e da Walter Mauro (''Vita di Giuseppe Ungaretti'', Camunia, Milano 1990). Altri studiosi propongono l'ipotesi dell'infortunio sul lavoro (M. Diacono e L. Rebay, ''Cronologia'' di ''Saggi e Interventi'', Milano, Mondadori, 1974). Una tesi leggermente diversa è proposta in C. Auria, ''La vita nascosta di Giuseppe Ungaretti'', Firenze, Le Monnier, 2019, pp. 5 e 319-320 dove - anche sulla base di un articolo ispirato dallo stesso poeta (G. Ansaldo, ''Giuseppe Ungaretti'', «Il Lavoro» di Genova, 22 agosto 1933) - si osserva che Antonio Ungaretti a Suez non fece l'operaio ma il sorvegliante ai lavori.</ref> La madre, Maria Lunardini (1850-1926), mandò avanti la gestione di un [[Panificio|forno]] di proprietà, con il quale riuscì a garantire gli studi al figlio, che si poté così iscrivere presso una delle più prestigiose scuole di Alessandria d'Egitto, la svizzera École artistique Jacot.<ref name="Vita d'un uomo LVII"/> Alla figura materna dedicherà la poesia ''La madre'', scritta nel 1930, a quattro anni dalla morte della donna.<ref>Maria Grazia Di Filippo, Chiara Smirne, [https://books.google.it/books?id=IMJNoEOuv34C&pg=PA115 ''Poesia italiana del Novecento''], De Agostini, 2011, p. 115.</ref>
 
L'amore per la [[poesia]] sorse in lui durante questo periodo scolastico, intensificandosi grazie alle amicizie che egli strinse nella città egiziana, così ricca di antiche tradizioni come di nuovi stimoli, derivanti dalla presenza di persone provenienti da tanti paesi del mondo; Ungaretti stesso ebbe una balia originaria del [[Sudan]], una domestica [[Croazia|croata]] e una badantebambinaia [[argentina]].
 
In questi anni, attraverso la [[rivista]] ''[[Mercure de France]]'', il giovane si avvicinò alla [[letteratura francese]] e, grazie all'abbonamento a ''[[La Voce (periodico)|La Voce]]'',<ref>Ungaretti sottoscrisse un abbonamento alla «Voce» nel 1910 (Lettera di Ungaretti a Prezzolini del 22 marzo 1911, ''Lettere a Giuseppe Prezzolini'', a cura di M. A. Terzoli, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2000, p. 3).</ref> anche a quella [[letteratura italiana|italiana]]. Inizia così a leggere, tra gli altri, le opere di [[Arthur Rimbaud]], [[Stéphane Mallarmé]], [[Giacomo Leopardi]], [[Friedrich Nietzsche]] e [[Charles Baudelaire]], quest'ultimo grazie all'amico [[Moammed Sceab]].<ref>Muḥammad Shihāb, di famiglia egiziana piuttosto benestante (Ungaretti lo qualificava, con enfasi poetica, come "''figlio di Emiri nomadi''"), era nato ad [[Alessandria d'Egitto]] il 23 gennaio 1887 da Ibrāhīm Shihāb e da ʿĀʾisha, di cui tuttavia non ci è pervenuto il nome di famiglia. Fu grande amico del futuro poeta, in quanto entrambi frequentavano il liceo Jacot, dove si appassionarono dei testi di Baudelaire e Nietzsche. Nel 1912, appena venticinquenne, emigrò in [[Francia]], a [[Parigi]], dove fu ben presto raggiunto da Ungaretti. Patì la frustrante condizione dell'esule (s'era dato, nel vano tentativo d'integrazione nella società parigina, persino il nome di Marcel), mantenendosi come contabile. Morì suicida il 9 settembre 1913, nella medesima pensione di ''Rue des Carmes 5'' in cui viveva con Ungaretti. Moammed Sceab fu seppellito nel cimitero di [[Ivry-sur-Seine]], come in una sua poesia ricorda il suo memore e affezionato compagno di scuola e amico di gioventù.</ref>