Marco Tullio Cicerone: differenze tra le versioni
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Particolarmente attratto dalla [[filosofia]],<ref name="Rawson_18">{{cita|Rawson|p. 18|Rawson}}.</ref> alla quale avrebbe dato grandi contributi (tra i quali, la creazione del vocabolario filosofico in lingua latina), nel [[91 a.C.]] incontrò, assieme all'amico Tito Pomponio, il [[epicureismo|filosofo epicureo]] [[Fedro (epicureo)|Fedro]] in visita a Roma; entrambi ne rimasero affascinati ma solo Pomponio rimase, per tutta la vita, seguace della dottrina epicurea. Tra il 79 e il 77 a.C., conobbe il maestro di retorica [[Apollonio Molone]]<ref>Plutarco, ''Vita di Cicerone'', 4, 5.</ref> (che istruì, pochi anni dopo, anche [[Gaio Giulio Cesare]]) e l'accademico [[Filone di Larissa]] che esercitò su di lui, un'influenza profonda: infatti, era a capo dell'[[Accademia di Atene]] che [[Platone]] aveva fondato circa trecento anni prima; di conseguenza, grazie a lui, Cicerone assimilò la [[platonismo|filosofia platonica]], tanto che arrivò spesso a definire Platone come il proprio dio (pur rigettando la sua ''teoria delle idee'').
Poco tempo dopo, Cicerone incontrò [[Diodoto (filosofo)|Diodoto]], esponente dello [[stoicismo]]; tale movimento era già stato precedentemente introdotto a Roma, dove aveva ricevuto larghi consensi grazie all'enfasi posta sul controllo delle emozioni e sulla forza di volontà (in linea con gli ideali romani). Cicerone, tuttavia, non adottò completamente l'austera filosofia stoica ma ne preferì una modificata; in seguito, Diodoto divenne un protetto di Cicerone,
=== ''Cursus honorum'' ===
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