Uniting for consensus: differenze tra le versioni

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|membri = {{ARG}}<br/>{{CAN}}<br/>{{COL}}<br/>{{KOR}}<br/>{{CRI}}<br/>{{Bandiera|ITA}}[[Italia]]<br/>{{Bandiera|MLT}}[[Malta]]<br/>{{MEX}}<br/>{{PAK}}<br/>{{SMR}}<br/>{{ESP}}<br/>{{TUR}}
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'''Uniting for Consensus (UfC)''' è un gruppo costituito a [[New York]] nel 2005 per promuovere la riforma del [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|Consiglio di sicurezza]] dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] attraverso l'aumento dei seggi elettivi non permanenti. Il gruppo è coordinato dall'Italia[2]<ref>{{Cita web|url=https://italyun.esteri.it/en/italy-and-the-united-nations/uniting-for-consensus-ufc/#:~:text=Within%20the%20Inter-Governmental%20Negotiations%2C%20Italy%20exerts%20the%20role,principles%2C%20especially%20in%20opposing%20new%20permanent%20national%20seats.|titolo=}}</ref>.
----[1]<references group="Elio Menzione, La sfida di New York, Soveria Mannelli, Rubbettino, 201722017, ppp. 66102-3." />
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Da ultimo, nell’ambito della 78° sessione dell’Assemblea Generale, i gruppi negoziali sono stati invitati a presentare formalmente i propri modelli[1]. Il 18 marzo 2024 il Rappresentante Permanente dell’Italia, Ambasciatore Maurizio Massari, ha presentato il nuovo modello del gruppo UfC[2]. Quest’ultimo prevede un’espansione dei seggi elettivi del Consiglio di Sicurezza fino a un massimo di 27 membri (anziché 26 come previsto in precedenza). Una parte dei seggi elettivi aggiuntivi potrebbe avere una durata di 3-5 anni, con possibilità di una rielezione immediata. La proposta del gruppo UfC migliora la rappresentanza regionale all’interno del Consiglio di Sicurezza. In particolare, l’Africa vedrebbe raddoppiare la propria presenza, passando da 3 a 6 seggi, così come il gruppo Asia-Pacifico, che crescerebbe del 200% ottenendo 6 seggi. Anche il gruppo degli Stati dell’America latina e dei Caraibi raddoppierebbe i propri seggi (da 2 a 4). Il gruppo dell’Europa Occidentale otterrebbe un incremento del 50% passando da 2 a 3 seggi, mentre il gruppo dell’Europa Orientale vedrebbe raddoppiare la propria presenza, da 1 a 2 seggi. Infine, la proposta del gruppo UfC prevede un nuovo seggio a rotazione riservato ai Piccoli Stati e ai Piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) [3].
 
Quanto al potere di veto, il gruppo UfC lo ritiene uno “strumento anacronistico” e causa principale di molti blocchi in Consiglio di Sicurezza. Tuttavia, riconoscendo le complessità legate alla modifica della Carta delle Nazioni Unite, che richiede il consenso dei P-5, l’UfC sostiene misure per limitarne l’utilizzo in circostanze specifiche, come nel caso di atrocità di massa e crimini di guerra. La proposta del gruppo UfC pone infine attenzione alla revisione dei metodi di lavoro del Consiglio di Sicurezza e al rafforzamento dei rapporti tra tale organismo e l'Assemblea Generale, avanzando vari suggerimenti a tale proposito[4].
----[1] Elements paper…..
 
[2] Intervento …..
 
[3] ………
 
[4] 1.          Nicoletta Pirozzi, Grasping the nettle of UN Security Council: the Uniting for Consensu proposal, <nowiki>https://www.iai.it/sites/default/files/2023_pirozzi_grasping-the-nettle.pdf</nowiki>
----[1] <nowiki>https://www.securitycouncilreport.org/atf/cf/%7B65BFCF9B-6D27-4E9C-8CD3-CF6E4FF96FF9%7D/Decision%2062_557.pdf</nowiki>
 
[2] Series 1 FINAL (centerforunreform.org)
 
[3] Elio Menzione, La sfida di New York, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2017, pp. 113-114.
 
[4] UfC-Doc-2015.pdf (centerforunreform.org)
 
[5] Elio Menzione, La sfida di New York, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2017, p. 118.
----[1] Elio Menzione, La sfida di New York, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2017, p. 66
 
[2] Elio Menzione, La sfida di New York, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2017, p. 107.
 
[3] A More Secure World: Our Shared Responsibility: <nowiki>https://www.un.org/peacebuilding/sites/www.un.org.peacebuilding/files/documents/hlp_more_secure_world.pdf</nowiki>
 
[4] <nowiki>https://www.securitycouncilreport.org/atf/cf/%7B65BFCF9B-6D27-4E9C-8CD3-CF6E4FF96FF9%7D/CPR%20A%2059%202005.pdf</nowiki>
 
[5] Elio Menzione, La sfida di New York, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2017, pp. 108-109.
 
 
su iniziativa del Rappresentante Permanente, Amb. Francesco Paolo Fulci - assieme a Pakistan, Messico ed Egitto, allineati sul netto rifiuto dell’aumento del numero di seggi permanenti del Consiglio di Sicurezza e sulla volontà di favorire, invece, l’ampliamento dei seggi elettivi, fondò nel 1995 il gruppo informale conosciuto come “Coffee Club” (dall’espressione “Let’s have a cup of coffee, first”, con cui l’Amb. Fulci aprì i lavori). Ai fondatori iniziali si aggiunsero altri Paesi, tra cui Argentina, Canada, Repubblica di Corea, Spagna e Turchia ed in breve tempo il gruppo arrivò a comprendere circa 50 Paesi dell’Asia, Africa ed America Latina. La tesi del “Coffee Club” era che l’aumento dei membri permanenti avrebbe ulteriormente accentuato la disparità fra i Paesi membri e comportato l’estensione di una serie di privilegi con un “effetto a cascata” sulla ''governance'' del sistema onusiano.[1] Alcuni anni più tardi, dal Coffe Club venne creato – su basi più ristrette e coese – il gruppo Uniting for Consensus. 
 
== Note ==
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