Adolfo Busi: differenze tra le versioni

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Paragrafo su Lane Rossi
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=== Biografia ===
Studiò all'Accademia di Belle arti a Bologna, dove ebbe tra i compagni di corso [[Giorgio Morandi]]<ref name=":0">{{Cita libro|titolo=Adolfo Busi 1891-1977}}</ref>. Il suo primo quadro, ''Il Cappello nero'', è del 1912, mentre negli anni 1914 e 1915 fu intensa la sua attività espositiva, che culminò nella partecipazione alla II e III Secessione romana e all'Esposizione Internazionale di San Francisco<ref name=":0" />.
 
Nel 1915 sposò la pittrice Lilla Leonardi, già sua compagna di corso all'Accademia, si trasferì ad Alessandria per un incarico di insegnamento, e cominciò a scoprire la propria vocazione grafica vincendo un concorso per il Calendario 2016 della Ditta Ruggeri di Pesaro e partecipando ad atri concorsi per illustratori. Pur non abbandonando la pittura, che si concentrò soprattutto sulla ritrattistica, in particolare di donne appartenenti alla borghesia milanese, bolognese e romagnola, l'attività di Busi si spostò decisamente verso la grafica, in particolare la grafica pubblicitaria<ref name=":0" />.
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Tornato a Bologna dopo la parentesi piemontese, nel 1920 cominciò una collaborazione con l'Atelier Chappuis di Bologna con la produzione di alcuni manifesti, tra i quali Lozione Pro Capillis Lepit (1925) e Ballo della stampa Rimini (1927), il primo di una lunga serie di manifesti promozionali della città romagnola, dove trascorreva lunghi periodi di villeggiatura. Nel 1926, un lungo viaggio in Francia e in Belgio gli porta una collaborazione con la Ditta Hautecoeur di Parigi, per la quale realizza una serie di pochoir con Pierrot e damine<ref name=":0" />.
 
Già nel 1925 aveva iniziato a collaborare con la ditta Barilla, per la quale realizzò due calendari. Nel 1928 cominciò la sua collaborazione con [[Casa Ricordi]], che produsse una lunga serie di manifesti da lui disegnati, nonché tutte le realizzazioni che Busi ideò nel corso della sua lunghissima collaborazione con la ditta Lane Rossi di Vicenza<ref name=":0" />.
 
Nel 1928 un suo manifesto fu scelto da Mussolini come vincitore del Concorso Nazionale per la Battaglia del Grano. Nel 1932, ormai votato alla grafica e alla cartellonistica, si trasferì a Milano, dove continuò a lavorare per la Ricordi, nella cui sede aveva un ufficio, e intraprese nuovi rapporti di collaborazione con INPS e INA. Negli anni Trenta, Busi curò anche l'allestimento del padiglione INA per la Fiera di Milano e del Padiglione Ricordi alla Prima Mostra del Cartellone e Grafica pubblicitaria di Milano<ref name=":0" />. A questo periodo risale anche una copiosa produzione di cartoline illustrate, in particolare per la casa editrice [[Degami]]<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|autore=Livio Frittella|titolo=Versatilità il tuo nome è Busi|rivista=La Cartolina}}</ref>.
 
Negli anni Quaranta cominciò ad operare come illustratore di libri per bambini grazie alla collaborazione con l'Editrice Scolastica di Bologna, e nel dopoguerra la sua attività di illustratore è in continuità con quanto intrapreso in precedenza, in particolare la collaborazione con Lane Rossi e l'illustrazione di libri. Riprende inoltre con una certa intensità la sua attività di ritrattista. Agli anni Sessanta risalgono alcune opere sacre, realizzate tutte per le chiese di Rimini e del suo territorio, mentre negli anni Settanta, ormai anziano, realizzò, sempre in Emilia-Romagna, alcune personali dove sia il materiale pittorico che quello grafico trovavano posto<ref name=":0" />.
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=== I calendari Barilla ===
 
Per la [[Barilla]] Busi disegnò due calendari, uno nel 1925, edito da Chappuis a Bologna, e uno nel 1931, edito da Ricordi a Milano<ref>{{Cita web|url=https://www.archiviostoricobarilla.com/esplora/focus/biografie-degli-autori/adolfo-busi-disegnatore/|titolo=Adolfo Busi disegnatore}}</ref>. Il primo è composto da sei tavole, il secondo da dodici. Le vicende del ritrovamento di entrambi i calendari da parte dell'Archivio storico Barilla vedono l'intervento della vedova di Busi, Lilla Leonardi. Del calendario del 1931 la vedova possedeva due copie e una la cedette all'Archivio Barilla, prima in prestito per la mostra sulla storia della pubblicità Barilla a Cibus nel 1994, poi in dono<ref>{{Cita web|url=https://www.archiviostoricobarilla.com/esplora/focus/chi-cerca-trova-piccole-avventure-in-archivio/il-calendario-di-adolfo-busi-1931/|titolo=Il calendario di Adolfo Busi (1931)|accesso=5 luglio 2025}}</ref>. Fu lei a rivelare l'esistenza di un altro calendario, realizzato da Busi nel 1925, recuperato dall'Archivio Barilla solo nel 2012 dalla Biblioteca del Comune di Mirandola che, in seguito al terremoto che aveva colpito l'Emilia Romagna, lo aveva ritrovato dietro uno scaffale di libri<ref>{{Cita web|url=https://www.archiviostoricobarilla.com/esplora/focus/chi-cerca-trova-piccole-avventure-in-archivio/il-primo-calendario-di-adolfo-busi-1925/|titolo=Il primo calendario di Adolfo Busi (1925)|accesso=5 luglio 2025}}</ref>. Del secondo calendario, quello del 1931, è interessante notare il dinamismo con cui, nella tavola di Dicembre, i due putti protagonisti del disegno si sfidano a suon di forchettate di spaghetti, in un periodo in cui i futuristi avevano lanciato una polemica contro la pastasciutta<ref>{{Cita web|url=https://www.collettiva.it/copertine/italia/perche-i-fascisti-odiavano-la-pastasciutta-bx942236|titolo=Perché i fascisti odiavano la pastasciutta|accesso=5 luglio 2025}}</ref>.
=== Lane rossi e La moda della lana ===
La collaborazione di Busi con la ditta Lane Rossi[[Lanerossi]] durò per oltre venti anni, a partire dal 1931, anno in cui realizzò il primo calendario. Per Lane Rossi, Busi realizzò tutte le campagne pubblicitarie, producendo manifesti, calendari, cartoline e segnalibri<ref name=":1" />, e ideò una rivista da lui interamente illustrata e stampata dalla Ricordi. I primi due fascicoli uscirono nel 1931 e nel 1932 con il titolo "Lana Rossi"; dal terzo fascicolo la rivista cambiò il titolo in "La moda della lana. Pubblicazione semestrale" e le pubblicazioni proseguirono fino al fascicolo 19, uscito nella primavera-estate del 1949. Nel 1933 e nel 1935 furono pubblicati due fascicoli di un altro opuscolo "Mamma"<ref name=":0" />.
 
==Note==