Beatrice d'Este: differenze tra le versioni
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Diversi storici vollero definirla una [[virago]], poiché della virago ebbe tutte le caratteristiche:<ref name=":8" /> la sua passione per i fatti militari la induceva a soggiornare in mezzo ai soldati, e dal marito sappiamo pure che le piaceva addestrarsi all'uso delle armi: in una miniatura francese è raffigurata con un [[pugnale]] cinto al fianco, inoltre sapeva tirare "mirabilmente" di [[Balestra (arma)|balestra]], infatti nel 1493 uccise con essa un cinghiale dopo avergli inferto cinque ferite.<ref name=":18" />
Era infatti appassionatissima di caccia, e non soltanto di quella col [[Falconeria|falcone]] - più propriamente femminile - bensì anche e soprattutto della cosiddetta "grande caccia", rivolta cioè contro animali di grossa taglia quali [[Caccia al cervo|cervi]], [[Caccia al cinghiale|cinghiali]] e persino [[Caccia al lupo|lupi]].<ref name=":19" /> La sua spavalderia la mise più volte in pericolo di vita: nell'estate del 1491, durante una battuta, il suo cavallo fu urtato da un cervo imbizzarrito e si impennò alto «quanto è una bona lanza», ma Beatrice si tenne ben salda in sella e quando il marito e gli altri cortigiani riuscirono a raggiungerla, la trovarono che «rideva et non haveva una paura al mondo». Il cervo con
Era un'eccellente cavallerizza e faceva spesso gare di corsa.<ref name=":19" /> I francesi si meravigliarono nel vederla in sella a un [[corsiero]] "in foggia che stava tutta dritta, né più né meno di quanto sarebbe un uomo".<ref name=":5" group="A">"[...] et estoit sur ce coursier en façon qu' elle estoit toute droite, ny plus ny moins que seroit un homme [...] et avoit la gorge toute nue, et à l'entour tout plein de perles bien fort grosses, avec un rubi [...] et vous assoure, Madame, qu'elle dansoit bien à la mode de France, veu qu'elle disoit quelle n'y avoit jamais dansé." ({{Cita|Luzio e Renier|pp. 99–100}}).</ref> Ciò induce a credere che fosse solita montare a [[Equitazione|cavalcioni]] come gli uomini, contrariamente all'uso dell'epoca che prescriveva alle donne di procedere all'amazzone.<ref>''Charles VIII et son milieu,'' Yvonne Labande-Mailfert, Klincksieck, 1975, p. 281-282.</ref> Spesso giocava a palla coi fratelli e i cortigiani, sebbene tutte queste attività prettamente maschili, quali appunto l'equitazione, la caccia e la palla, fossero ufficialmente condannate nelle donne (così per esempio nel famoso [[Il Cortegiano|Cortegiano]]).<ref name=":5">The Nineteenth Century And After, Vol. 54, James Knowles, 1903, pp. 798-799.</ref> A ciò si aggiungevano altri passatempi egualmente violenti: una volta, giocando alla [[lotta]], Beatrice buttò a terra la cugina;<ref>{{Cita|Cartwright|p. 281}}; {{Cita|Uzielli|pp. 27–28}}.</ref> altra ancora organizzò una battagliola a cavallo lungo la strada per Pavia, assaltando all'improvviso la comitiva del marito che si recava a trovarla.<ref>{{Cita|Luzio e Renier|p. 45}}.</ref>{{Citazione|Altera ed ambiziosa, di persona dignitosa, di lineamenti belli sì, ma maschi, distinguevasi per un'aria grave e imperiosa. Vestiva principescamente; il suo sguardo respirava il comando; il sorriso non atteggiava il suo labbro; ma appariva però in
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