Farnetta: differenze tra le versioni

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* Chiesa di [[San Lorenzo]] ([[X secolo]]).Risale al X secolo ed è posta nella antica parrocchia di Farnetta, da cui dista circa 2,5 km; San Lorenzo era (ed è) al centro di un grande tenimento agricolo di circa 50 ettari di proprietà della parrocchia di Farnetta (ora Istituto di Sostentamento del Clero di Todi) che per secoli ha reso la parrocchia di Farnetta ricca e ambita. La chiesa è situata lungo un importante diverticolo romano della [[Via Amerina]] che collegava [[Roma]] con [[Amelia (Italia)|Amelia]], [[Todi]] ed il nord. Questo percorso assunse una significativa rilevanza in epoca alto-medioevale a seguito del controllo longobardo della vicina [[Via Flaminia]]. La chiesa, di piccole dimensioni, è costruita con blocchi di pietra, di diversa grandezza, di reimpiego romani. In facciata, alcuni blocchi presentano pregevoli decorazioni floreali. Una cornice in pietra corre lungo entrambe le pareti laterali e per un breve tratto piega anche verso la facciata; probabilmente su essa si innesta la volta a botte della copertura interna. L'interno è a navata unica con volta a botte, preceduta da un piccolo atrio anch'esso voltato a botte, dove si notano tracce di antichi affreschi. Il passaggio tra l'atrio e la navata avviene attraverso un varco sovrastato da un arco a tutto sesto, definito da una decorazione di mattoncini posizionati a dente di sega. La zona del presbiterio (rivolta verso est), rialzata con due gradini, ospita l'altare a cippo, che ha un'iscrizione risalente all'anno Mille. L'abside è di forma semicircolare ed ha un semicatino superiore. La parete interna, opposta a quella dell'altare, presenta degli affreschi (XV secolo) ancora in buono stato. Le pareti laterali, oltre ad avere tracce di affreschi, sono caratterizzate da cornici di pietra di varie forme, poste ad altezza diversa. Nell'intonaco sono inoltre visibili segni di aperture rimaneggiate nel tempo. La casa colonica limitrofa, che un tempo inglobava parte della chiesa, è attualmente in rovina.
 
* Antica chiesa di San Silvestro: la più antica chiesa di cui si hanno notizie in Farnetta è quella di [[San Silvestro]], oggi non più esistente, citata nei libri delle decime già dal XIII secolo. Con molta probabilità questa chiesa è stata per molti secoli la chiesa più importante di Farnetta, finché nel XV secolo venne costruita la nuova chiesa di S. Nicolò. Dove si trovasse con precisione questa chiesa non è noto; tuttavia, non lontano da Farnetta, vicino al vocabolo Zappa, esiste un campo di proprietà di una vecchia famiglia di Farnetta, chiamato San Silvestro. Questa toponomastica è riportata anche nel Catasto Gregoriano della prima metà del XIX secolo e molti farnettani sostengono che su quell'area, in antico, vi sia stato un cimitero. Sta di fatto che ancora oggi è possibile trovare su questo campo resti di tegole e terracotta insieme a ossa. È significativo osservare che, nei pressi di San Silvestro, esiste il toponimo "Vocabolo Castelvecchio", che sembra confermare l'ipotesi della presenza di un abitato con una chiesa in questa parte del territorio di Farnetta.
 
* Chiesa di [[San Nicola di Bari|San Nicolò]] (XV secolo-XIX secolo), artisticamente illuminata di notte. La chiesa di S. Nicolò di Farnetta è più recente rispetto a quella di S. Silvestro ed è stata eretta dopo il 1467. Nella nuova chiesa di S. Nicolò fu trasportata un'immagine di San Silvestro, che vi rimase fino al XVIII secolo. Per tutto il XV, XVI e XVII secolo la chiesa di Farnetta era riportata sotto il titolo di San Silvestro e San Nicolò.<ref>Chiese moderne ed introdotte dopo il 1467: S. Nicolò a Farnetta. Si pone questa chiesa lasciata addietro tra l'altre chiese (le chiese moderne sono riportate nell'ultimo capitolo del libro) della quale nella visita apostolica si trova Rettore-Parroco Bartoluccio di Antonio da Viepri (G. B. Alvi, 1546).</ref> In chiesa, alla parete destra, è una tela con l{{'}}''Ultima Cena'' di [[Andrea Polinori]].<ref>Liliana Barroero, ''Andrea Polinori, Presentazione di Maria al tempio'', in Liliana Barroero, Vittorio Casale, Giorgio Falcidia, Fiorella Pansecchi, Giovanna Sapori e Bruno Toscano (a cura di), ''Pittura del Seicento. Ricerche in Umbria'', catalogo di mostra, Venezia, 1989, pag. 195.</ref>