Primavera croata: differenze tra le versioni
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Una generazione più giovane di politici riformatori all’interno delle organizzazioni del Partito comunista delle repubbliche federali contribuì a dare slancio al movimento, nel tentativo di superare il monopolio del Partito e di ampliare i diritti civili.<ref name="Rusinow-t"/> Tra i temi di rilievo emerse il diritto di essere orgogliosi della propria storia nazionale, una questione che irritò profondamente il governo comunista guidato dal presidente [[Josip Broz Tito]]. Tra le problematiche sollevate vi fu la pratica adottata dall’[[Jugoslovenska narodna armija|Esercito popolare jugoslavo]] di assegnare i giovani alla leva militare obbligatoria nelle repubbliche diverse da quella di origine, piuttosto che nelle proprie regioni natali.
Vi furono anche alcuni tentativi, marginali, di richiamare l’attenzione delle autorità sull’idea di annettere l’[[Erzegovina]] alla [[Croazia]], sul modello della [[Banovina di Croazia|Banovina della Croazia]] istituita nel [[Regno di Jugoslavia]] tra il 1939 e il 1941. Tuttavia, questa proposta era ben lontana dalle reali rivendicazioni avanzate dai leader della Primavera croata. In molti casi, simili argomentazioni venivano strumentalmente introdotte nel dibattito pubblico come false piste (o definite localmente come [[Ignoratio elenchi|aringhe rosse]]), con l’intento di screditare il movimento, etichettandolo come espansionista e, in ultima analisi, separatista, nonostante le sue richieste si concentrassero principalmente su una maggiore autonomia e sul decentramento all’interno della federazione jugoslava.
=== Problemi economici ===
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