Isa Genzken: differenze tra le versioni

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== Opera ==
 
Sebbene Isa Genzken si concentri principalmente sulla scultura, ha prodotto opere in diversi media, tra cui fotografia, film, video, lavori su carta, opere su tela a olio, collage, libri di collage, sceneggiature cinematografiche e persino un disco. La sua pratica artistica, estremamente diversificata, si rifà alle eredità del [[Costruttivismo (arte)|Costruttivismo]] e del [[Minimalismo]] e spesso instaura un dialogo critico e aperto con l’architettura modernista e la cultura visiva e materiale contemporanea. Questa varietà espressiva impedisce alla sua opera di diventare prevedibile, pur mantenendo in molte occasioni le convenzioni della scultura tradizionale. Utilizzando materiali come gesso, cemento, campioni edilizi, fotografie e oggetti di recupero, Genzken crea strutture architettoniche che sono state descritte come “rovine contemporanee”. Spesso incorpora anche specchi e superfici riflettenti per coinvolgere letteralmente lo spettatore all'interno dell’opera. Genzken impiega inoltre metodi di posizionamento spaziale per suscitare emozioni nel pubblico, obbligando l’osservatore a interagire fisicamente con le sue sculture a causa della loro collocazione nello spazio espositivo.<ref name="Afterall2000">''Afterall: A Journal of Art, Context and Enquiry'', University of Chicago Press, 2000, p. 34.</ref> Un motivo ricorrente nella sua produzione è la colonna, un archetipo architettonico “puro” attraverso cui esplora le relazioni tra l’“arte alta” e i prodotti industriali della cultura popolare.<ref name="MOCA2004">''Isa Genzken: Kinderschirm'' (2004), Museum of Contemporary Art, Los Angeles. Disponibile su [https://www.moca.org/artist/isa-genzken MOCA]. Consultato il 2 agosto 2025.</ref>
 
Negli anni ’70, Genzken iniziò a lavorare il legno, scolpendolo in forme geometriche insolite come iperboloidi ed ellissoidi.<ref name="Knöfel2013" /> Nelle fotografie della sua ''Hi-Fi-Serie'' (1979), riprodusse delle pubblicità di giradischi stereo.<ref name="GeneraliFoundation">{{cita web |url=https://foundation.generali.at/de/sammlung/isa-genzken/ |titolo=Isa Genzken |editore=Generali Foundation, Vienna |lingua=de |accesso=2 agosto 2025}}</ref>
Questa varietà espressiva impedisce alla sua opera di diventare prevedibile, pur mantenendo in molte occasioni le convenzioni della scultura tradizionale. Utilizzando materiali come gesso, cemento, campioni edilizi, fotografie e oggetti di recupero, Genzken crea strutture architettoniche che sono state descritte come “rovine contemporanee”. Spesso incorpora anche specchi e superfici riflettenti per coinvolgere letteralmente lo spettatore all'interno dell’opera.
 
Negli anni 1980, Genzken e [[Gerhard Richter]] ricevettero l’incarico di progettare la stazione della metropolitana König-Heinrich-Platz a Duisburg; l’opera fu completata nel 1992. Tra il 1986 e il 1992, Genzken concepì una serie di sculture in gesso e cemento per indagare l’architettura. Queste sculture sono composte da lastre di cemento versate e sovrapposte in sequenza, caratterizzate da aperture grezze, finestre e interni.<ref name="EverybodyNeedsWindow">Isa Genzken: Everybody needs at least one window, 14 maggio – 28 giugno 1992. Archivio del 6 aprile 2012 su Wayback Machine, Renaissance Society, Chicago.</ref> Una serie successiva consiste in altre citazioni architettoniche o di design d’interni realizzate con calchi in resina epossidica, come sculture a forma di colonne o lampade.<ref name="GeneraliFoundation" /> Nel 1986, le sue referenze architettoniche passarono dagli anni 1910, 1920 e 1930 agli anni 1950, 1960 e 1970.<ref name="GuardiniChristies2013">Isa Genzken, ''Guardini'' (1987), Christie's Post-War & Contemporary Afternoon Session, 16 maggio 2013, New York. <URL>https://www.christies.com/lot/lot-isa-genzken-guardini-5680311/</URL></ref> Nel 1990 installò una struttura in acciaio, ''Camera'' (1990), sul tetto di una galleria di Bruxelles, offrendo una vista sulla città sottostante.<ref name="FlashArt2016">''Isa Genzken |''. Flash Art, 20 dicembre 2016. Consultato il 2 agosto 2025. <URL>https://flash---art.com/article/isa-genzken/</URL></ref> Nel 2000, una serie di modelli architettonici grossolanamente assemblati fu iscritta con la scritta ''Fuck the Bauhaus''. Successivamente, nella serie ''New Buildings for Berlin'', presentata alla Documenta 11, Genzken progettò visioni architettoniche di grattacieli in vetro.
Genzken impiega inoltre metodi di posizionamento spaziale per suscitare emozioni nel pubblico, obbligando l’osservatore a interagire fisicamente con le sue sculture a causa della loro collocazione nello spazio espositivo.<ref name="Afterall2000">''Afterall: A Journal of Art, Context and Enquiry'', University of Chicago Press, 2000, p. 34.</ref>
 
Un motivo ricorrente nella sua produzione è la colonna, un archetipo architettonico “puro” attraverso cui esplora le relazioni tra l’“arte alta” e i prodotti industriali della cultura popolare.<ref name="MOCA2004">''Isa Genzken: Kinderschirm'' (2004), Museum of Contemporary Art, Los Angeles. Disponibile su [https://www.moca.org/artist/isa-genzken MOCA]. Consultato il 2 agosto 2025.</ref>
 
== Esposizioni ==