Isa Genzken: differenze tra le versioni

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Negli anni 1980, Genzken e [[Gerhard Richter]] ricevettero l’incarico di progettare la stazione della metropolitana König-Heinrich-Platz a Duisburg; l’opera fu completata nel 1992. Tra il 1986 e il 1992, Genzken concepì una serie di sculture in gesso e cemento per indagare l’architettura. Queste sculture sono composte da lastre di cemento versate e sovrapposte in sequenza, caratterizzate da aperture grezze, finestre e interni.<ref name="EverybodyNeedsWindow">Isa Genzken: Everybody needs at least one window, 14 maggio – 28 giugno 1992. Archivio del 6 aprile 2012 su Wayback Machine, Renaissance Society, Chicago.</ref> Una serie successiva consiste in altre citazioni architettoniche o di design d’interni realizzate con calchi in resina epossidica, come sculture a forma di colonne o lampade.<ref name="GeneraliFoundation" /> Nel 1986, le sue referenze architettoniche passarono dagli anni 1910, 1920 e 1930 agli anni 1950, 1960 e 1970.<ref name="GuardiniChristies2013">Isa Genzken, ''Guardini'' (1987), Christie's Post-War & Contemporary Afternoon Session, 16 maggio 2013, New York. <URL>https://www.christies.com/lot/lot-isa-genzken-guardini-5680311/</URL></ref> Nel 1990 installò una struttura in acciaio, ''Camera'' (1990), sul tetto di una galleria di Bruxelles, offrendo una vista sulla città sottostante.<ref name="FlashArt2016">''Isa Genzken |''. Flash Art, 20 dicembre 2016. Consultato il 2 agosto 2025. <URL>https://flash---art.com/article/isa-genzken/</URL></ref> Nel 2000, una serie di modelli architettonici grossolanamente assemblati fu iscritta con la scritta ''Fuck the Bauhaus''. Successivamente, nella serie ''New Buildings for Berlin'', presentata alla Documenta 11, Genzken progettò visioni architettoniche di grattacieli in vetro.
 
Il progetto intitolato ''Der Spiegel 1989-1991'' è una serie di immagini composta da 121 riproduzioni di fotografie in bianco e nero selezionate e ritagliate dalla rivista settimanale tedesca ''[[Der Spiegel]]''. Presentate in modo non sequenziale ma metodico, ogni immagine è incollata su un pezzo di cartoncino bianco e montata singolarmente in una cornice semplice. Sebbene le immagini stesse siano prive di didascalie, le date nei titoli della serie offrono indizi sulle intenzioni dell'artista.<ref>Isa Genzken: Der Spiegel 1989-1991, 7 October - 20 November 2005; Photographers' Gallery, London.</ref>
 
Le sue pitture di cerchi sospesi, intitolate collettivamente ''MLR (More Light Research)'' (1992), ricordano attrezzi ginnici colti a metà oscillazione e congelati nel tempo.<ref>[https://camdenartcentre.org/file-notes/file-note-12-isa-genzken Isa Genzken, 17 February 2006 - 16 April 2006] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101206135032/http://www.camdenartscentre.org/exhibitions/?id=100126}} Camden Arts Centre, London. Consultato il 2 agosto 2025.</ref>
 
A partire dal 1995, durante un soggiorno di diversi mesi a New York, Genzken realizzò un libro di collage in tre volumi intitolato ''I Love New York, Crazy City'' (1995–1996),<ref name="GeneraliFoundation" /> un compendio di souvenir dei suoi vari soggiorni in città, comprendente fotografie dell’architettura di Midtown, istantanee, mappe, fatture di hotel, volantini di nightclub e biglietti di concerti, tra gli altri.<ref>[https://www.moma.org/calendar/exhibitions/1320 Isa Genzken: Retrospective, 23 novembre 2013 – 10 marzo 2014] [[Museum of Modern Art]], New York.</ref>
 
== Esposizioni ==