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La '''teoria delle intelligenze multiple''' (in inglese: ''Multiple Intelligences Theory, MI Theory'') è una teoria dell'intelligenza proposta da Howard Gardner, uno psicologo e neuroscienziato e uno dei fondatori del Progetto Zero, un gruppo di ricerca all 'Harvard Graduate School of Education.<ref name=":0">{{Cita libro|lingua=inglese|autore=Howard Gardner|titolo=Frames of Mind: the Theory of Multiple Intelligences|url=https://dspace.sxcjpr.edu.in/jspui/bitstream/123456789/720/1/Howard%20Gardner%20-%20Frames%20of%20Mind_%20The%20Theory%20of%20Multiple%20Intelligences-Basic%20Books%20%282011%29%20%281%29.pdf|edizione=2|annooriginale=1983|anno=2011|editore=Basic Books|città=New York}}</ref>
La teoria è controversa siccome, secondo i detrattori, non è stata ancora dimostrata empiricamente. Inoltre, gli studi di neuroscienza all'avanguardia hanno portato a scoperte che mettono in difficoltà la concezione modulare dell'intelligenza elaborata da Gardner.<ref name=":2">{{Cita pubblicazione|nome=Lynn|cognome=Waterhouse|data=2023-08-28|titolo=Why multiple intelligences theory is a neuromyth|rivista=Frontiers in Psychology|volume=14|lingua=inglese|accesso=2025-08-02|doi=10.3389/fpsyg.2023.1217288|url=https://www.frontiersin.org/journals/psychology/articles/10.3389/fpsyg.2023.1217288/full}}</ref>
== Origine ==
La teoria è stata originata da Howard Gardner dopo i suoi studi di psicologia dello sviluppo e cognitiva nella metà degli Anni '60, durante il suo dottorato di ricerca all'Università di Harvard: nelle opere non venivano mai inseriti riferimenti alle Arti; Gardner era molto sensibile a questo tema siccome era un pianista. Contestualmente, Gardner ha lavorato per vent'anni sul concetto di "abilità" come concetto unificato.<ref name=":0" />
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* <u>intelligenza linguistica</u>: conoscenza della semantica di una parola (conoscere e sapere spiegare i significati e sfumature positive/negative) e competenza semantica (sapere scegliere la parola migliore per scrivere anche intorno a cose complesse come emozioni e sensazioni), conoscenza della fonologia e sensibilità verso di essa (e.g., allitterazioni, accenti), conoscenza della sintassi e capacità di seguirla e non seguirla (e.g., in poesia), conoscenza e competenza in pragmatica e retorica (e.g., sapere cosa e come scrivere in base al proprio obiettivo comunicativo, conoscenza degli atti di discorso), capacità di riflettere sul linguaggio stesso (analisi meta-linguistica, proprietà riflessiva della lingua che si sostanzia nelle varie aree della linguistica), capacità di memorizzare testi o lunghe liste di parole come i nomi dei clan (competenza usata soprattutto quando la conoscenza si tramandava oralmente nelle società prealfabetizzate), capacità di risolvere cruciverba e puzzle basati su acrostici, sapere interpretare e formare giochi di parole.<ref name=":0" />
* <u>intelligenza naturalistica</u>: l'intelligenza naturalistica, ipotizzata da Gardner nella metà degli Anni '90, permette agli individui di identificare e distinguere tra loro animali, piante, tipi di rocce e fenomeni meteorologici all'interno del mondo naturale. Pertanto, appartiene ai domini della zoologia, botanica e meteorologia. Questo tipo di intelligenza era cruciale per la sopravvivenza nelle società preistoriche.<ref>{{Cita libro|lingua=inglese|autore-capitolo=Katie Davis, Joanna Christodoulou, Scott Seider, Howard Gardner|curatore=R.J. Sternberg|curatore2=S.B. Kaufman|titolo=Cambridge Handbook of Intelligence|url=https://www.researchgate.net/publication/317388610_The_Theory_of_Multiple_Intelligences|anno=2011|pp=485-503|capitolo=The Theory of Multiple Intelligences|DOI=https://doi.org/10.1017/CBO9780511977244.025}}</ref>
* <u>intelligenza esistenziale</u>: l'intelligenza esistenziale, ipotizzata da Gardner in un secondo momento, permette agli individui di svolgere ragionamenti astratti su questioni ontologiche fondamentali
* <u>intelligenza pedagogica</u>: già nel suo libro ''Frames of Mind'', Gardner indicava la capacità di spiegare e insegnare qualcosa (anche attraverso metafore) come un utilizzo del linguaggio e parte dell'intelligenza linguistica. Gardner in un secondo momento ha postulato questo tipo di intelligenza<ref name=":0" /> senza tuttavia andare nello specifico (e.g., non ha accennato alla conoscenza della psicologia della scuola e apprendimento, alla conoscenza della neurodidattica e neuropedagogia delle varie discipline e alla competenza intesa come implicazioni pedagogiche e andragogiche di questo corpus di conoscenze neuroscientifiche)
* <u>intelligenza digitale</u> (proposta da Antonio Battro e Percival J. Denham): secondo gli studiosi, l'intelligenza digitale non è una prerogativa della società moderna, tuttavia proprio in quest'ultima la presenza dei computer e delle reti e dunque l'avvento di un salto digitale porta allo sviluppo di un nuovo modo di pensare e creare. Quest'ultimo si basa sui simbolismi del mondo digitale. Battro, al momento della proposta di questa nuova capacità umana, non l'ha comunque descritta come dimostrata in modo definitivo. L'alternativa è considerare l'intelligenza digitale come parte dell'intelligenza logico-matematica o linguistica. La capacità digitale si baserebbe sulla capacità già insita nel cervello umano di pensare in modo sia digitale che analogico. Battro ha infine spiegato che l'intelligenza digitale rispetta i criteri indicati da Gardner per l'individuazione come "intelligenza": viene alterata da lesioni cerebrali, è rintracciabile nella Storia evolutiva umana, è suddivisibile in sotto-intelligenze (la scelta binaria e l'euristica binaria), si può codificare in un sistema simbolico particolare, si sviluppa da uno stadio di principiante a esperto, presenza di interferenze tra l'esercizio di un'intelligenza e un'altra, presenza di prodigi e savant e possibilità di misurazione in psicometria.<ref name=":1" />
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== Critiche recenti ==
La teoria delle intelligenze multiple ha subito una serie di critiche lungo gli anni; le più importanti sono state discusse da Gardner, mentre quelle più marginali non sono state prese in considerazioni.
Secondo una critica del 2023 di Lynn Waterhouse, la teoria delle intelligenze multiple è un "neuro-mito": un neuro-mito è una teoria di neuroscienze che viene comunemente accettata nonostante non sia dimostrata. Nonostante Gardner abbia sostenuto che nel cervello esistano dei moduli (reti neurali apposite) per ogni intelligenza e abbia preso in considerazione gli studi sulle lesioni cerebrali, nessun ricercatore ha svolto una ricerca diretta sul cervello. Inoltre, la teoria di Gardner è basata sulle teorie modulari della cognizione degli Anni '80; queste teorie sono state smentite dagli avanzamenti della neuroscienza nell'arco dei decenni successivi, per cui il cervello non è organizzato in moduli separati e specifici per ogni tipo di cognizione. Inoltre, Gardner come prova cita anche la ricerca del tempo a tema neuroscienza, antropologia e scienze dell'evoluzione; tuttavia, secondo Waterhouse, queste ricerche possono solo formare la base di una teoria, ma non la sua validazione diretta attraverso un test. Dopodiché, l'autrice attacca gli studi sull'efficacia della didattica basata sulle teorie delle intelligenze multiple siccome non sono stati effettuati con i metodi scientifici standard; i risultati positivi all'interno degli studi e delle review sull'efficacia dei metodi di insegnamento basati sulla teoria delle intelligenze multiple non sarebbero direttamente attribuibili alla teoria di background ma ad altri metodi e all'impatto psicologico del carico di novità del metodo di insegnamento (e.g., uso della ripetizione, maggiore attenzione degli studenti, attenzione da parte dell'istruttore a singoli studenti, entusiasmo degli insegnanti). i campioni di questi studi tendenzialmente sono piccoli e manca anche un gruppo di controllo appropriato per fare paragoni. Infine, le stesse intelligenze multiple sono misurate attraverso una serie di test psicometrici che tuttavia non sono standard; pertanto, gli studi che usano questi test non sono comparabili tra loro. Un test in particolare, il Teele Inventory of Multiple Intelligences (TIMI) del 1992 è stato valutato da McMahon et al. (2004) come problematico.<ref name=":2" />
Gardner tuttavia ha spiegato che la sua teoria non è una teoria neurologica, per cui non può essere un neuro-mito. Ma Waterhouse smentisce quest'affermazione siccome Gardner nei fatti basa la sua teoria su considerazioni sulla teoria neurologica dell'intelligenza modulare.<ref name=":2" />
Gli unici due studi che hanno sostenuto di avere confermato la teoria dell'intelligenza modulare (e dunque la teoria delle intelligenze multiple) sono di Shearer e Karanian (2017) e di Shearer (2020b). Il primo studio è una review di 318 studi che è problematica in primis nella metodologia siccome manca la descrizione dell'iter di selezione dei 318 studi. Il secondo studio è una review di 48 studi che è anch'essa problematica insieme al primo siccome entrambe le review descrivono le reti neurali in modo troppo semplificato: una singola intelligenza non può essere collegata a una sola rete isolata siccome le reti neurali tra più tipi di cognizioni sono condivisi; ad esempio, l'elaborazione del linguaggio non fa capo a una singola rete neurale ad hoc, ma fa capo alle reti neurali usate anche nello svolgimento di attività di matematica, musica, logica e di alcune attività motorie.
In sintesi, secondo l'autrice, la teoria delle intelligenze multiple resta non dimostrata e l'uso esteso di metodi didattici basati su questa teoria dovrebbe essere preceduto da studi ben costruiti sulla loro efficacia.<ref name=":2" /> La stessa dimostrazione di efficacia di questa teoria sarebbe già in partenza impossibile siccome Gardner (2020b) ha detto che la sua teoria non può essere dimostrata dalle scoperte nel campo della psicologia cognitiva e neuroscienza siccome, a suo dire, le ricerche in questi campi usano in gran parte gli animali come campioni di studio e non gli esseri umani; inoltre, le generalizzazioni di questi studi, anche se svolti su soggetti umani, secondo Gardner "sono rischiose". Waterhouse contesta queste affermazioni indicando come le ricerche svolte su animali e soggetti umani sono alla base di gran parte della conoscenza sulla cognizione. Pertanto, la psicologia cognitiva e la neuroscienza in futuro può eventualmente confermare questa teoria, per quanto la neuroscienza contemporanea abbia scoperto che esistono reti neurali multi-funzione<ref name=":2" /> che dunque mettono in difficoltà una conferma della teoria e tutte le teorie modulari legate alla mente.
La teoria delle intelligenze multiple, se smentita, è declassabile a una filosofia personale e speculativa sull'intelligenza umana.<ref name=":2" /> Secondo Harry Morgan (1994), questa teoria deriverebbe da una riformulazione degli stili cognitivi.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Harry|cognome=Morgan|data=1996-06-01|titolo=An analysis of gardner's theory of multiple intelligence|rivista=Roeper Review|volume=18|numero=4|pp=263–269|accesso=2025-08-02|doi=10.1080/02783199609553756|url=https://doi.org/10.1080/02783199609553756}}</ref>
== Note ==
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