Giuseppe Verdi: differenze tra le versioni
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Ha scritto il critico [[Carlo Calcaterra]]:
{{Citazione| Non vi è dubbio che l'alta e infuocata atmosfera ideale, in cui Giuseppe Verdi respirò e compose, sia quella che sogliamo dire romantica. [...] Con impulso libero e nuovo potenziava in sé i sentimenti fondamentali dell'animo umano. [...] Quella musica, fatta di passione ardente, di alta malinconia, di realtà straziante e speranze inestinguibili, andando da popolo a popolo, diceva nel mondo: «io sono l'Italia». È stato spesso osservato che, come sullo sfondo del [[Tristano e Isotta]] e del [[Parsifal]] di [[Richard Wagner]] splende la filosofia dolorosa di [[Arthur Schopenhauer]], considerata dal grande lipsiense come un dono del cielo, giacché il mondo come volontà e rappresentazione, a partire dal 1854, gli parve la sola filosofia che gli rivelasse la vita e lo conducesse all'estrema [[Eutanasia]], così nelle opere di Giuseppe Verdi palpita, «ride, muove i cuori e le menti la filosofia umana, caritativa, morale di [[Giuseppe Mazzini]] che poggia su Dio e popolo, pensiero e azione.<ref>''Poesia e canto'', Zanichelli, Bologna, 1952, pp. 344 e sgg.</ref>}}
== Personalità ==
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