Belluno: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Clima: piccola correzione
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 223:
Il 19 luglio [[1943]] si tenne nella località di San Fermo a Belluno il tredicesimo incontro tra [[Benito Mussolini]] e [[Adolf Hitler]], nella villa ''Gaggia''. Nell'incontro, definito controverso, il [[duce]] non osò interrompere l'alleanza con la [[Terzo Reich|Germania]] e, visti gli insuccessi in [[Africa]] e in [[Sicilia]], invocò l'aiuto militare da un alleato furioso per le disfatte italiane. Il 25 luglio [[1943]] la caduta del [[fascismo]] fu accolta -come scrisse il questore cittadino- ''con indubbi segni di giubilo come una liberazione''.
 
Dall'8 settembre (data dell'[[armistizio di Cassibile|armistizio]]) al 13 settembre [[1943]] Belluno fu occupata da 80 AlpenjaegerAlpenjäger, che non incontrarono alcun ostacolo. In seguito la città fu annessa al [[Terzo Reich]], nell{{'}}''[[Alpenvorland]]'', ritrovandosi sotto la diretta giurisdizione tedesca con a capo il [[tirolo|tirolese]] [[Franz Hofer (Gauleiter)|Franz Hofer]]. Alla fine del [[1944]] la città subì diversi bombardamenti, che interessarono soprattutto la [[stazione di Belluno|stazione ferroviaria]].
Nel frattempo sulle montagne attorno al capoluogo si organizzava la [[resistenza partigiana]], sostenuta sia dal [[clero]] che dalla popolazione che offrì viveri, ospitalità ed informazioni ai partigiani. Nell'[[inverno]] [[1943]]-[[1944]] i partigiani si prepararono all'azione, sperando nell'arrivo degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]. Alcuni di questi si paracadutarono nel settembre del 1944: tra di loro fu molto caro ai bellunesi il [[maggiore]] [[Bill Tilman|Harold William Tilman]], che conquistò anche delle cime [[himalaya]]ne nella sua vita. Il 15 giugno [[1944]] ben 73 partigiani furono liberati dal carcere di [[Baldenich]] in un'operazione condotta da Mariano Mandolesi. Si ebbero episodi altamente dolorosi per la Resistenza, come quello del 14 settembre [[1944]], del 1º maggio [[1945]], che costò la vita a 17 civili inermi a Fiammoi, quello del 10 marzo [[1945]], quando 10 partigiani furono impiccati agli alberi in località Bosco delle Castagne, e quello del 17 marzo [[1945]], quando 4 partigiani furono impiccati ad altrettanti lampioni di [[Strage di piazza Campitello|piazza Campitello]] (poi ribattezzata, in ricordo di questo evento, piazza dei Martiri); la sera della stessa giornata il vescovo [[Girolamo Bartolomeo Bortignon]], incurante dei pericoli, si recò in piazza per baciare e benedire le salme dei partigiani.