Frankenstein o il moderno Prometeo: differenze tra le versioni

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Shelley aveva fede nei poteri creativi degli uomini, ma Mary dimostra fino a che punto questi possano spingersi se liberati in un contesto scientifico. Percy Shelley sembra così essere il modello iniziale per l'ambizioso scienziato, con cui ha in comune la passione per la scienza (da giovane utilizzava strumentazioni [[chimica|chimiche]] ed [[elettricità|elettriche]]). ''Victory'' - come Victor era il [[protagonista]] del romanzo - era per giunta il nome che Percy aveva scelto per se stesso.
 
Mary parla di una doppia esistenza di suo marito: un aspetto superficiale afflitto da sofferenze e delusioni, ma uno spirito celeste all'interno. Questa sorta di sdoppiamento è comune anche a Frankenstein<ref>{{Cita libro|autore=Mary Shelley|traduttore=Luca Lamberti|titolo=Frankenstein|anno=2011 e 2016|editore=Einaudi|città=Torino|p=30|citazione=Un uomo simile ha una duplice esistenza: può essere vittima del dolore, può essere travolto dalle sciagure, ma quando si chiude in se stesso è come uno spirito celeste avvolto da un alone che tiene lontane pene e follia.}}</ref>, il quale sente a un certo punto di essere immerso in una tranquillità interiore come non gli succedeva da tempo.
 
In un suo componimento Shelley esalta la bellezza della [[morte]] e il suo potere tetro; Frankenstein dichiara che per esaminare le cause della [[vita]] bisogna far ricorso alla morte, osservare il naturale decadimento del corpo umano recandosi presso tombe e crematori.