Piero Cosmin: differenze tra le versioni

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In qualità di [[Capo della Provincia]] di Verona provvide a prendere in consegna gli ex [[gerarca|gerarchi]] [[fascismo|fascisti]] ([[Galeazzo Ciano]], [[Giovanni Marinelli]], [[Luciano Gottardi]], [[Carlo Pareschi]], [[Emilio De Bono]] e [[Tullio Cianetti]]) che avevano votato l'[[Caduta del fascismo|ordine del giorno Grandi]] durante il [[Gran consiglio del fascismo|Gran consiglio]] del [[25 luglio]] [[1943]], i quali furono condannati a morte dal [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato della RSI|tribunale straordinario]] di Verona nel [[1944]]. Accanito accusatore dei gerarchi "traditori", manifestò un [[antisemitismo]] intransigente e duro<ref>Alberto Cifelli, ''I prefetti del Regno nel ventennio fascista'', Roma, SSAI, 1999, p. 60.</ref>. Nei primi giorni del [[1945]] [[Guido Buffarini Guidi]] lo impiegò presso il Ministero dell'Interno<ref name=italo/>.
 
Cosmin morì di [[tisi]]<ref name="empoli"/> nel maggio [[1945]] a Varese, ospite della casa di cura La Quiete. La sorella Teodora che era maestra elementare a Quiliano, fu sequestrata dai partigiani alla stazione di Savona metre rientrava in città dopo i funerali del fratello e assassinata<ref>Savonesi nella guerra civile spagnola vol 1, Antonio Martino, p.141, 2024, ISBN 9781445280042</ref>
 
== Onorificenze ==