Dark pattern: differenze tra le versioni
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== Ricerca ==
Nel 2016 e nel 2017<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Christoph|cognome=Bösch|nome2=Benjamin|cognome2=Erb|nome3=Frank|cognome3=Kargl|data=2016|titolo=Tales from the Dark Side: Privacy Dark Strategies and Privacy Dark Patterns|rivista=Proceedings on Privacy Enhancing Technologies|doi=10.1515/popets-2016-0038|url=https://petsymposium.org/popets/2016/popets-2016-0038.php}}</ref> la ricerca ha documentato pratiche anti-privacy sui [[social media]] che utilizzano modelli oscuri.<ref>{{Cita libro|nome=Lothar|cognome=Fritsch|titolo=Privacy dark patterns in identity management|url=http://dl.gi.de/handle/20.500.12116/3583|data=2017|editore=Gesellschaft für Informatik, Bonn|lingua=en|ISBN=978-3-88579-671-8}}</ref> Nel 2018 il Norwegian Consumer Council (Forbrukerrådet) ha pubblicato "Deceived by Design", un rapporto sui design ingannevoli dell'interfaccia utente di [[Facebook]], [[Google (azienda)|Google]] e [[Microsoft]].<ref>{{Cita web|url=https://www.forbrukerradet.no/undersokelse/no-undersokelsekategori/deceived-by-design/|titolo=Report: Deceived by design : Forbrukerrådet
Una ricerca dell'aprile 2022 rileva che i modelli oscuri sono ancora comunemente utilizzati sul mercato, evidenziando la necessità di un ulteriore controllo di tali pratiche da parte del pubblico, dei ricercatori e delle autorità di regolamentazione.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Runge|nome=Julian|data=14 aprile 2022|titolo="Dark patterns" in online services: a motivating study and agenda for future research|url=https://doi.org/10.1007/s11002-022-09629-4|lingua=en|doi=10.1007/s11002-022-09629-4|issn=1573-059X}}</ref>
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