Laura Betti: differenze tra le versioni

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[[File:Laura betti.jpg|thumb|Laura Betti ritratta insieme a [[Pier Paolo Pasolini]]|176x176px]]
 
Dal 1983 è stata ideatrice e direttrice del ''Fondo Pier Paolo Pasolini'', cheospitato per piùalcuni dianni ventdall'anni[[Istituto haGramsci]] avutoin sedevia delle Zoccolette a [[Roma]], e poi per più di vent'anni sempre a Roma in [[Piazza Cavour (Roma)|piazza Cavour]]. Per lo scrittore, Laura Betti era una ''tragica Marlene'', una ''vera Garbo'' con sopra al volto una ''maschera inalterabile di pupattola bionda''.<ref>{{cita web|url=http://www.girodivite.it/Il-necrologio-di-Laura-Betti-di.html|titolo=Il necrologio di Laura Betti|editore=girodivite.it|accesso=8 marzo 2016}}</ref> Il suo rapporto con Pasolini, il suo carattere e le difficoltà dei suoi ultimi anni sono stati descritti impietosamente da [[Emanuele Trevi]] in ''Qualcosa di scritto'', pubblicato nel 2012 da [[Ponte alle Grazie]], secondo classificato alla 66ª edizione del [[Premio Strega]].
 
Oltre a portare avanti come direttrice l'attività del Fondo, nella parte finale della carriera (1993) Betti aggiornò il suo recital del 1985, dove interpretava ''[[Les Chansons de Bilitis]]'' di [[Pierre Louÿs]] su musiche di [[Claude Debussy]] nella prima parte e nella seconda ''Una disperata vitalità'' di Pier Paolo Pasolini, eliminando la prima parte e arricchendolo di altri testi pasoliniani e poesie raccolti sotto il titolo ''Una disperata vitalità''.