Bitonto: differenze tra le versioni
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{{Vedi anche|Storia di Bitonto|Monetazione di Butuntum|Battaglia di Bitonto}}
=== Mito fondativo e origini ===
Secondo la tradizione, Bitonto sarebbe stata fondata dal re [[illiri]]co [[Botone]], eroe leggendario dal quale deriverebbe il nome. La leggenda di Botone si inserisce nel contesto dei miti di esilio e fondazione di nuove città, simile alla storia di [[Enea]] e alla nascita di Roma. Botone, secondo genito del re [[Illiri|Illirius]], sovrano di un antico regno [[Illiria|illirico]], amato dal popolo, non ambiva al trono, ma suo fratello maggiore [[Enchelei|Encheleo]], temendo che Botone potesse minacciare le sue aspirazioni, complottò per eliminarlo. Quando Botone scoprì la cospirazione, fuggì con suo figlio per salvarsi e abbandonò la sua terra natale. Nel momento di pericolo, Botone ricevette l’aiuto della dea [[Minerva]], che gli indicò la [[Puglia]] come sua nuova dimora. [[Minerva]] gli donò una pianta di ulivo, simbolo di pace e prosperità, che sarebbe diventato il segno distintivo della sua nuova città. Sbarcato in [[Puglia]], Botone fondò Bitonto, dove piantò l’ulivo donato dalla dea. La città crebbe sotto il suo governo, prosperando grazie alla protezione divina e divenendo simbolo di speranza e rinascita.<ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 347|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>
La presenza umana nel territorio risale in realtà già all'epoca [[Neolitico|neolitica]], testimoniata da insediamenti in grotte e da ''[[menhir]]''<ref>{{cita|Touring club italiano|p. 14|Touring club italiano, 1978}}.</ref>. Una necropoli dell'[[età del ferro]] era situata presso un'ansa del torrente Tiflis, nella [[lama (corso d'acqua)|lama]]. Ciò fa presumere che la città fosse sede di una grande comunità che attirava la popolazione sparsa nelle campagne<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 45|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>.
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