Arte Qajar: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+
Pil56-bot (discussione | contributi)
m sistemazione fonti, smistamento lavoro sporco e fix vari
Riga 23:
Le opere d'arte Qajar più famose sono i ritratti dei vari scià iraniani. Ogni sovrano, e molti dei loro figli e altri parenti, commissionavano ritratti ufficiali di se stessi, sia per uso privato che per esposizione pubblica. I più famosi di questi sono i numerosi ritratti dipinti di [[Fath Ali Shah]], che, con la sua vita stretta, la lunga barba nera biforcuta e gli occhi scurissimi, è diventato l'emblema dell'immagine romantica del grande sovrano orientale. Molti di questi dipinti sono opera dell'artista [[Mihr 'Ali]]. Sebbene i ritratti siano stati eseguiti in vari momenti della vita dello [[Fath Ali Shah|Scià]], aderiscono a un canone in cui vengono enfatizzati i tratti distintivi del sovrano. Esistono ritratti di Fath Ali Shah in una vasta gamma di situazioni, dal re guerriero in armatura al gentiluomo che profuma di fiori, ma tutti sono simili nella loro rappresentazione dello Scià, differendo solo leggermente, solitamente a causa dell'artista specifico del ritratto. È del tutto appropriato che questo particolare Scià sia immortalato in questo stile, poiché fu sotto il suo regno come secondo Scià Qajar che lo stile fiorì veramente. Una delle ragioni di ciò furono i legami [[Diplomazia|diplomatici]] sempre più forti che i sovrani Qajar stavano coltivando con le potenze europee.
 
Come osserva lo Shangri La Center for Islamic Arts and Culture, "L'arte iraniana successiva dei periodi Afsharid (1736-96), Zand (1750-94) e Qajar (1779-1924) si distingue per la raffigurazione di figure a grandezza naturale, sia in bassorilievi in pietra, piastrelle o dipinti su tela. In quest'ultima categoria, i sovrani Qajar come Fath 'Ali Shah (r. 1797-1834) perpetuarono un diffuso interesse per la ritrattistica su larga scala (inviando persino ritratti ai rivali politici)."<ref>{{CiteCita web|url=http://www.shangrilahawaii.org/islamic-art-collection/collection-highlights/qajar-iran/Painting/|titletitolo=Doris Duke's Shangri La {{!}} Painting|websiteaccesso=www.shangrilahawaii.org|access-date=2016-12-18|archive-date= dicembre 2016-12-20|archive-urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20161220174303/http://www.shangrilahawaii.org/islamic-art-collection/collection-highlights/qajar-iran/Painting/|url-statusurlmorto=live}}</ref>
 
Sebbene Fath Ali Shah non abbia mai visitato l'Europa, molti suoi ritratti furono inviati con gli inviati nel tentativo di trasmettere la maestà imperiale della corte Qajar. Durante il regno di [[Naser al-Din Shah Qajar|Naser ad-Din Shah]], la [[fotografia]] divenne molto più importante e la ritrattistica, pur essendo ancora utilizzata per scopi ufficiali, cadde gradualmente in disgrazia. Inoltre, poiché Naser ad-Din Shah fu il primo monarca iraniano a visitare l'Europa, l'invio ufficiale di ritratti fu abbandonato, una reliquia di tempi passati.
Riga 29:
===Altre tipologie di ritrattistica===
 
[[File:Khusraw Discovers Shirin Bathing, From Pictorial Cycle of Eight Poetic Subjects, mid 18th century.jpg|200px|thumbnail|Khusraw scopre Shirin mentre fa il bagno; dal ciclo pittorico di otto soggetti poetici, metà del XVIII secolo. [[Brooklyn Museum]].]]
Anche la raffigurazione di personaggi non appartenenti alla famiglia reale riveste un ruolo fondamentale nella spiegazione e nella comprensione dell'arte Qajar. Pur non essendo naturalmente popolani, i soggetti di questi ritratti erano spesso principi minori (se ne contano parecchi), nipoti, nipoti e pronipoti degli [[Scià]] regnanti o che lo avevano regnato in precedenza. Questi principi, grazie alla ricchezza e alla posizione delle loro famiglie, non avevano altro da fare se non contribuire alle arti, quindi il loro mecenatismo era certamente meno che dannoso per le arti dell'epoca. Spesso, ritratti di questo tipo venivano commissionati come raffigurazioni di gruppi familiari, raffiguranti l'uomo, una moglie idealizzata e nubile, e il loro bambino perfettamente formato. Altre volte, avevano la forma di un ritratto reale, raffigurante esclusivamente il committente, ma con sottili variazioni che rendevano chiaro che il modello non era un membro della famiglia reale. Un modo per raggiungere questo obiettivo era attraverso un [[cartiglio]] esposto accanto alla testa del soggetto di ogni ritratto, che specificava chi era raffigurato e qualsiasi titolo pertinente (come Soltān, shāhzādeh, ecc.). Per il capo regnante dell'[[Iran dei Qajar|Iran]], questo cartiglio è abbastanza regolamentato ("al-soltān; nome ufficiale Shāh Qājār"), mentre per chiunque altro, può includere un nome più lungo, un titolo più breve o una breve genealogia.
 
===Rappresentazione delle donne===
 
Dopo la diffusione dell'Islam nel 600, la rappresentazione delle donne nelle arti diminuì rispetto ai movimenti artistici dell'[[Impero sasanide|era sasanide]]. La ritrattistica femminile iniziò a essere considerata una pratica disonorevole nei confronti delle donne, basata sulle tradizioni islamiche di femminilità e modestia.<ref>{{cite bookCita libro|last1cognome1=Scheiwiller |first1nome1=Staci Gem |titletitolo=Liminalities of Gender and Sexuality in Nineteenth-Century Iranian Photography. Desirous Bodies |datedata=2017 |publishereditore=Routladge |___locationcittà=New York |isbn=9781138201293 |pagep=33}}</ref> La tendenza cambiò con l'arrivo delle invasioni mongole in Iran. Tradizionalmente, il velo femminile non era così rigoroso tra le tribù turco-mongole, come prescritto dalle antiche tradizioni e dall'islamizzazione della società in Iran. Allo stesso modo, le donne mongole, a causa del loro stile di vita nomade, erano condizionate a condurre una vita fisicamente attiva, rendendo il velo pesante impraticabile. Le donne tribali erano anche più attive politicamente, dove in particolare la discendenza femminile diede potere alla dinastia timuride. Di conseguenza, a causa delle influenze mongole e dei crescenti legami con l'Europa, dove il [[Rinascimento italiano]] era al suo apice, gli artisti iraniani riconsiderarono il loro atteggiamento nei confronti della pittura femminile. Mentre col tempo, la nudità femminile e l'erotismo nella pittura sono diventati parte della cultura visiva iraniana.<ref name=":3">{{cite bookCita libro|last1cognome1=Scheiwiller |first1nome1=Staci Gem |titletitolo=Liminalities of Gender and Sexuality in Nineteenth-Century Iranian Photography |datedata=2017 |publishereditore=Routladge |___locationcittà=New York |isbn=9781138201293}}</ref>
 
Nei primi dipinti Qajar dell'Iran, il genere era spesso confuso, mostrando somiglianze nei tratti del corpo e del viso tra uomini e donne, che venivano raffigurati come belli in molti dipinti. Giovani uomini e donne erano spesso associati all'oggetto del desiderio. L'aspetto di giovani uomini senza barba era chiamato "Mukhanna".<ref>{{CiteCita booklibro|lastcognome=Najmabadi|firstnome=Afsaneh|titletitolo=Women with Mustaches and Men without Beards: Gender and Sexual Anxieties of Iran Modernity|publishereditore=University of California Press|yearanno=2005|pagespp=16}}</ref> Solo nel XIX secolo le donne furono raffigurate come più individualizzate, con tratti del viso e del corpo femminili distinti, il che portò alla scomparsa del mukhanna, l'oggetto del desiderio maschile.<ref>{{CiteCita booklibro|lastcognome=Najmabadi|firstnome=Afsaneh|titletitolo=Women with Mustaches and Men without Beards: Gender and Sexual Anxieties of Iran Modernity|publishereditore=University of California Press|yearanno=2005|pagespp=26}}</ref> L'arte Qajar del XIX secolo portò anche all'emergere della donna a seno nudo. Esempi di seni nudi venivano visti attraverso un abito per un piacere feticista e divennero un tema importante nei dipinti Qajar. Queste donne a seno nudo venivano ritratte come angeli, donne europee o donne di piacere come acrobate o musiciste. Alcuni dipinti includono un ritratto di Maria e Gesù bambino. Alla fine, il seno nudo portò a un'indicazione di femminilità.<ref>{{CiteCita booklibro|lastcognome=Najmabadi|firstnome=Afsaneh|titletitolo=Women with Mustaches and Men without Beards: Gender and Sexual Anxieties of Iran Modernity|publishereditore=University of California Press|yearanno=2005|pagespp=39}}</ref>
 
La postura e le posizioni delle donne in questi dipinti contribuiscono a raccontare una storia. Le donne spesso tenevano in mano oggetti come specchi, frutta o vino per rappresentare la bellezza e il piacere. Queste rappresentazioni vanno di pari passo con la [[Letteratura persiana|poesia persiana]].<ref>{{CiteCita journalpubblicazione|lastcognome=Vanzan|firstnome=Anna|datedata=2014|titletitolo=The Popularization of Art in Late Qajar Iran: The Importance of Class and Gender|url=https://www.academia.edu/19721735|journalrivista=Quaderni Asiatici|pagespp=146|archive-date=2023-12-03|access-dateaccesso=29 novembre 2020-11-29|archive-urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20231203184534/https://www.academia.edu/19721735|url-statusurlmorto=live}}</ref> Con la letteratura persiana in mente, occasionalmente i dipinti raffiguravano donne con uno "sguardo verso l'esterno" che rappresenta "rivolgersi direttamente al lettore"<ref>{{CiteCita booklibro|lastcognome=Najmabadi|firstnome=Afsaneh|titletitolo=Women with Mustaches and Men without Beards: Gender and Sexual Anxieties of Iran Modernity|publishereditore=University of California Press|yearanno=2005|pagespp=30}}</ref> ed è visibile in molti dipinti narrativi di [[Khosrow e Shirin]], Yusuf e Zulaykha e Shaykh San'an. In contrasto con le posture e le posizioni tradizionali delle donne nell'arte Qajar del XIX secolo, era comune una rappresentazione femminile di donne graziosamente capovolte sulle mani su un coltello. Ciò veniva interpretato come un rifiuto di un ordine sociale che è rappresentato nelle narrazioni popolari sia nelle rappresentazioni pittoriche che letterarie per respingere lo stereotipo delle donne iraniane passive.<ref>{{CiteCita journalpubblicazione|lastcognome=Vanzan|firstnome=Anna|datedata=2014|titletitolo=The Popularization of Art in Late Qajar Iran: The Importance of Class and Gender|url=https://www.academia.edu/19721735|journalrivista=Quaderni Asiatici|pagespp=150|archive-date=2023-12-03|access-dateaccesso=29 novembre 2020-11-29|archive-urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20231203184534/https://www.academia.edu/19721735|url-statusurlmorto=live}}</ref>
 
===Creatività femminile===
 
Sebbene non ben documentato, il contributo delle donne al patrimonio artistico iraniano del XIX secolo. A causa di vincoli sociali, culturali e religiosi, i campioni d'arte creati dalle donne venivano raramente conservati, poiché la società, in generale, non incoraggiava l'autoespressione femminile.<ref name=":3" /> Le donne Qajar, soprattutto quelle provenienti da famiglie di classe superiore, conducevano vite creative e culturalmente ricche. Molte di loro erano ambiziose scrittrici, poetesse, artiste, calligrafe, leader religiose e anche attiviste alla fine del secolo. "Women's Worlds in Qajar Iran" è un archivio digitale fondato nel XXI secolo dedicato alla documentazione della vita delle donne iraniane del XIX secolo e del loro contributo al patrimonio culturale.<ref>{{Cite journalCita pubblicazione|lastcognome=Najmabadi |firstnome=Afsaneh |datedata=Julyluglio 2016 |titletitolo=Women's Worlds in Qajar Iran Digital Archive and Website |journalrivista=Journal of Middle East Women's Studies |volume=12 |issuenumero=2 |pagespp=246–249 |doi=10.1215/15525864-3507661|s2cid=148411419 }}</ref>
 
Gli harem degli Scià, a loro volta, erano di notevole importanza per quanto riguarda l'opportunità per le donne di creare e promuovere la propria arte. L'harem rappresentava uno spazio femminista, dove le donne potevano scambiare e condividere liberamente idee, non influenzate dalla sottomissione gerarchica agli uomini nell'Iran del XIX secolo, sperimentando livelli di autonomia. Era un luogo da cui nasceva la creatività femminile.<ref name=":2" />
Riga 60:
==Lacca==
 
[[File:Qajar_Persian_lacquer_bindingQajar Persian lacquer binding,_12th 12th-18th_Centuries_Wellcome_L004529918th Centuries Wellcome L0045299.jpg|thumb|Rilegatura in lacca con uccelli e fiori.]]
[[File:Khalili_Collection_Islamic_Art_laq_0039Khalili Collection Islamic Art laq 0039.13.jpg|thumb|Scatola portapenne laccata con motivi floreali e ritratti.]]
La lacca Qajar è una forma specifica di lacca decorativa popolare durante l'era Qajar (1789-1925). In quell'epoca si verificò un impulso nella produzione di oggetti in lacca, in particolare scatole per penne.<ref name=":02">Stanley, Tim. “Lacquer in the Islamic World.” In ''The World of Lacquer. 2000 Years of History.'' Lisbon: Calouste Gulbenkian Museum, 2001, 157–76.</ref> La lacca veniva utilizzata anche per decorare oggetti come astucci per specchi, copertine di manoscritti, scatole con coperchio e altri oggetti domestici, persino carte da gioco. Spesso, a questi oggetti venivano aggiunti elementi in metallo come cerniere o goffrature.<ref name=":12">Ward, R. M. ''Islamic Metalwork''. New York: Thames and Hudson, 1993.</ref> La decorazione tipica di questa forma d'arte è caratterizzata da colori vivaci, ornamenti dettagliati e una miscela di motivi e temi persiani ed europei.
 
Riga 84:
==Architettura==
 
L'architettura dell'era Qajar è caratterizzata da una deliberata ripresa dei motivi persiani preislamici degli stili architettonici achemenide (550-330 a.C.) e sasanide (224-651 d.C.),<ref>{{Cite journalCita pubblicazione|lastcognome=Grigor |firstnome=Talinn |datedata=26 giugno 2017-06-26 |titletitolo=Persian Architectural Revivals in the British Raj and Qajar Iran (2016) |url=https://www.academia.edu/33666323/Persian_Architectural_Revivals_in_the_British_Raj_and_Qajar_Iran_2016_ |doi=10.1215/1089201X-3698959}}</ref> insieme a un'adozione eclettica di stili occidentali come il neoclassico, il neobarocco e il neobizantino.<ref>{{Cite journalCita pubblicazione|lastcognome=Montazer |firstnome=Behnaz |last2cognome2=Journal |first2nome2=Bagh-e Nazar |datedata=2019-05-11 maggio 2019 |titletitolo=The Effect of 18th and 19th Centuries Russian Neoclassical Architecture on the Architecture of Iranian Administrative-Service Buildings (During Qajar and First Pahlavi Eras) |url=https://www.academia.edu/39100055/The_Effect_of_18th_and_19th_Centuries_Russian_Neoclassical_Architecture_on_the_Architecture_of_Iranian_Administrative_Service_Buildings_During_Qajar_and_First_Pahlavi_Eras_ |journalrivista=Bagh-e Nazar |doi=10.22034/BAGH.2019.84971}}</ref>
[[File:Masoudieh Palace (26).jpg|thumb|Una facciata del complesso della Masoudieh Mansion a Teheran, completata nel 1878]]
 
Riga 110:
==Fotografia==
 
Molte nuove tecnologie furono adottate sotto il regno di Naser al-Din Shah (che regnò dal 1848 al 1896). La fotografia divenne popolare in Iran durante la tarda era Qajar e fu accolta con entusiasmo da Naser al-Din Shah, che notoriamente fotografò molte delle donne della corte Qajar. Durante il suo regno, l'interazione tra fotografia e pittura crebbe, sia in termini di stile che di composizione.<ref>{{CiteCita web|url=http://www.mia.org.qa/en/qajar-women/qajar-photography|titletitolo=Photography in Qajar Iran|access-dateaccesso=2 marzo 2019-03-02|archive-date=2019-03-02|archive-urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20190302210349/http://www.mia.org.qa/en/qajar-women/qajar-photography|url-statusurlmorto=live}}</ref>
 
[[File:Malek Qasem Mirza.jpg|180pxupright=0.8|thumbnail|Autoritratto dagherrotipo del principe Malek Qasem Mirza. Lo si vede con un orologio in mano per misurare il tempo di esposizione.]]
 
Negli anni '40 del XIX secolo, il dagherrotipo fu introdotto in Iran e aprì la strada all'introduzione di altri strumenti fotografici. A differenza dell'Impero Ottomano, dove la fotografia era considerata peccaminosa, in Iran fu accettata e ampiamente utilizzata. L'unica fotografia dagherrotipica sopravvissuta è un autoritratto del principe Malek Qasem Mirza, zio di Naser al-din Shah.<ref>{{CiteCita web|url=http://www.iranicaonline.org/articles/daguerreotype|titletitolo=Welcome to Encyclopaedia Iranica|access-dateaccesso=2 marzo 2019-03-02|archive-date=2019-03-02|archive-urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20190302210310/http://www.iranicaonline.org/articles/daguerreotype|url-statusurlmorto=live}}</ref>
 
Nel 1889, il primo saggio sulla fotografia in Iran intitolato Aksiyeh Hashariyeh fu scritto da Mohammad ibn-Ali Meshkat al-Molk.<ref>{{CiteCita web|url = https://en.mehrnews.com/news/7801/Iranian-portrait-photography-developed-during-Qajar-era|title titolo= Iranian portrait photography developed during Qajar era|date data= 14 Septembersettembre 2004|access-date accesso= 2 Marchmarzo 2019|archive-date urlarchivio= 2 March 2019|archive-url = https://web.archive.org/web/20190302210407/https://en.mehrnews.com/news/7801/Iranian-portrait-photography-developed-during-Qajar-era|url-status urlmorto= live}}</ref>
 
===Le donne nella fotografia iraniana===
 
Il primo fotografo a ritrarre le donne in foto fu presumibilmente Naser al-Din Shah . La madre dello Shah, Mahd-i Ulya, è la prima donna iraniana ad essere ritratta.<ref name=":0">{{cite journalCita pubblicazione|last1cognome1=Mohammadi Nameghi |first1nome1=Khadijeh |last2cognome2=Pérez González |first2nome2=Carmen |datedata=Januarygennaio 2013 |titletitolo=From Sitters to Photographers: Women in Photography from the Qajar Era to the 1930s |journalrivista=History of Photography |volume=37 |issuenumero=1 |pagespp=48–73 |doi=10.1080/03087298.2012.718142|s2cid=216590349 }}</ref> A partire dal 1858, lo Shah iniziò a scattare fotografie delle residenti del suo harem. La storica dell'arte Pamela Karimi nota anche che alcune donne dell'harem dello Shah venivano ritratte senza velo e "in pose erotiche". Oltre a fotografare se stesso, insegnò e incoraggiò i suoi servi ad acquisire questa abilità. Mentre le restrizioni culturali e religiose limitavano le donne dall'essere ritratte nelle foto, lo Shah ignorò queste limitazioni. Allo stesso modo, con la diffusione della fotografia come professione, le fotografe straniere, piuttosto che gli uomini, ebbero più facile accesso a fotografare le donne iraniane a causa delle restrizioni di genere.<ref name=":0"/>
 
Jane Dieulafoy (1851-1916), Isabella Lucy Bishop-Bird (1868-1926) e Gertrude Margaret Lowthian Bell (1869-1926) sono tre viaggiatrici occidentali in Iran durante l'era Qajar, attive nella fotografia di uomini, donne e gruppi sociali. Sotto il patrocinio di Naser al-din Shah, Dieulafoy fotografò i membri della famiglia dello Shah, in particolare sua moglie e le sue figlie. Bird, a sua volta, era meno interessata a ritrarre le donne, mentre, nel suo diario di viaggio Journeys in Persian and Kurdistan on Horseback in 1890,<ref>[{{cita testo|url=https://tara.mu.edu.tr/vufind/Record/45206?lng=en |titolo=Journeys in Persian and Kurdistan on Horseback in 1890] {{Webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20240711023429/https://tara.mu.edu.tr/vufind/Record/45206?lng=en |date=2024-07-11 }}</ref> scrive della vita quotidiana e della cultura femminile in Iran. Gertrude Bell, viaggiando attraverso l'Iran nel 1911, spinta dalla ricerca archeologica, si concentrò piuttosto sulla rappresentazione di paesaggi e siti naturali iraniani, piuttosto che di donne. Tuttavia, mentre le foto di uomini sono incluse nel suo patrimonio artistico, c'è solo una donna tra tutte le fotografie realizzate da Bell, e solo come parte di un ritratto di famiglia.<ref name=":0" />
 
[[File:Portrait of Female Member of Shah's Family, One of 274 Vintage Photographs, late 19th-early 20th century..jpg|thumb|Ritratto di una donna appartenente alla famiglia dello Scià, fine XIX-inizio XX secolo.]]
Riga 140:
==Letteratura popolare==
 
La letteratura popolare<ref>{{citecita web | url=https://www.britannica.com/art/popular-literature | titletitolo=Popular literature &#124; History, Definition, Examples, Books, & Facts &#124; Britannica }}</ref> dell'era Qajar è di grande importanza storica poiché l'epoca stessa riflette un periodo di transizione tra tradizione e modernità. Inoltre, l'era Qajar rappresenta un periodo in cui emerse la stampa, consentendo lo sviluppo di nuovi generi letterari. Segnò anche una transizione dalla propagazione orale alla letteratura stampata come mezzo principale di narrazione. Mentre la stampa ha cambiato notevolmente la prospettiva della distribuzione delle storie, non era paragonabile alle capacità di stampa del XXI secolo. La litografia è una tecnica di stampa utilizzata in epoca Qajar; fu inventata alla fine del XVIII secolo ma raggiunse l'Iran solo nella seconda metà del XIX secolo.<ref name=":1">{{Cite journalCita pubblicazione|lastcognome=Marzolph |firstnome=Ulrich |datedata=2001 |titletitolo=Persian popular literature in the Qajar Period |url=https://www.jstor.org/stable/1179055 |journalrivista=Asian Folklore Studies |volume=60 |issuenumero=2 |pagespp=215–236 |doi=10.2307/1179055 |jstor=1179055 |archive-dateaccesso=2022-05-12 |access-date=maggio 2022-05-12 |archive-urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20220512135150/https://www.jstor.org/stable/1179055 |url-status=live |url-accessurlmorto=subscription }}</ref>
 
L'eminente studioso e ricercatore del folklore iraniano Mohammad Ja'far Mahjub ha contribuito allo studio della letteratura Qajar delineando e classificando i principali argomenti presenti nella letteratura di quel periodo.<ref name=":1" /> Tra questi:
Riga 156:
===Input femminile nella letteratura Qajar===
 
Un periodo di dominio Qajar fu caratterizzato da un passaggio dalla tradizione letteraria neoclassica insita nella società islamica conservatrice all'estetica riformista della rivoluzione pre-costituzionale . Servì come base per cambiamenti significativi nella percezione della letteratura e nel ruolo delle donne nella sua produzione.<ref name=":4">{{Cite journalCita pubblicazione|lastcognome=Brookshaw |firstnome=Dominic Parviz |datedata=October 1,º ottobre 2014 |titletitolo=Qajar Confection: The Production and Dissemination of Women's Poetry in Early Nineteenth-century Iran |journalrivista=Middle Eastern Literatures |volume=17 |issuenumero=2 |pagespp=113–146 |doi=10.1080/1475262X.2014.928040|s2cid=162258041 }}</ref> Mohammad Shah (1834-1848) e Naser al-Din Shah furono figure essenziali nel "liberare" la creatività femminile e promuoverla. Sebbene si creda che le donne non abbiano contribuito alla cultura iraniana, in realtà, le donne facilitarono le idee riformiste nei loro scritti non meno degli uomini e furono responsabili dell'istituzione di scuole femminili in Iran nel tardo periodo Qajar e all'inizio del periodo Pahlavi.<ref name=":4" />
 
==Poesia==
 
Mentre l'alfabetizzazione femminile era un privilegio delle élite, molte donne erano appassionate ammiratrici e compositrici di poesia. Sotto il patrocinio della famiglia reale iraniana, le poetesse venivano promosse, nonostante la società considerasse la scrittura femminile un atto trasgressivo. Si ritiene inoltre che Hajji Gawhar Khanum sia la prima poetessa la cui poesia sia stata pubblicata sotto il dominio Qajar. I suoi contributi poetici risalgono al regno di Naser al-Dīn Shah.<ref name=":2">{{Cite journalCita pubblicazione|lastcognome=Brookshaw |firstnome=Dominic Parviz |datedata=Januarygennaio 2013 |titletitolo=Women in Praise of Women: Female Poets and Female Patrons in Qajar Iran |url=https://www.jstor.org/stable/24482799 |journalrivista=Iranian Studies |volume=46 |issuenumero=1 |pagespp=17–48|doi=10.1080/00210862.2012.740902 |jstor=24482799 |s2cid=162261598 |url-access=subscription }}</ref>
 
==Galleria==
Riga 175:
001117 15-44-2002-To-grupper-rosa-Qajar-Fliser2.jpg
Beglyar Afshar. Portrait of Jamshid Ed-Dovle (Art Museum of Georgia).jpg
17.6-24-1974-Cuerda-seca-flisepanel.jpg<ref>{{CiteCita web|url=https://www.metmuseum.org/art/collection/search/667859|titletitolo=Portrait of Muhammad Shah Qajar and his Vizier Haj Mirza Aghasi|access-dateaccesso=2018-12-14 dicembre 2018|archive-date=2022-10-27|archive-urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20221027121648/https://www.metmuseum.org/art/collection/search/667859|url-statusurlmorto=live}}</ref>
Qajar outing, court, musicians, dancers, courtiers.jpg
</gallery>