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Alla fine del secolo la povertà nelle campagne era dilagante: la [[pellagra]] era all'ordine del giorno e molti ne soffrivano fino ad ammalarsi di mente (la cosiddetta "follia pellagrosa" che causava allucinazioni e deliri); proprio per far fronte a queste difficoltà venne costruito a Treviso il nuovo ospedale psichiatrico provinciale, il [[Ex ospedale psichiatrico Sant'Artemio|Sant'Artemio]]<ref>V. su questo: L. Tosi - R. Frattini - P. Bruttocao (2004) ''S. Artemio: storia e storie del manicomio di Treviso'', CRAL ULSS nº 9 - Provincia di Treviso.</ref>. A causa di questa difficile situazione economica molti proletari cercarono fortuna altrove, in particolare in [[Brasile]]<ref>{{cita|Brunetta|vol. 4, ''La società trevigiana tra Ottocento e Novecento: le classi dirigenti'' di Livio Vanzetto, pp. 68-99}}.</ref><ref>{{cita|Brunetta|vol. 4, ''La società trevigiana tra Ottocento e Novecento: le classi popolari'' di Ernesto Brunetta, pp. 107-183}}.</ref>.
 
[[File:(Treviso) Il Monumento ai Caduti, Gloria di Arturo Stagliano, in Piazza della Vittoria.jpg|miniatura|Il Monumento ai Caduti, "Gloria" di [[Arturo Stagliano]], in Piazza della Vittoria|265x265px]]
 
Durante la [[prima guerra mondiale]], Treviso, «città di retrovia», subì diversi bombardamenti aerei da parte degli austriaci. A causa della [[ritirata di Caporetto]], la provincia risultò tagliata in due e migliaia di profughi trevigiani furono evacuati e sparsi in tutta la penisola. A partire dal 1916, come sistema difensivo della città, venne costruito un [[Campo trincerato di Treviso|campo trincerato]]. La ricostruzione e gli ambiziosi progetti urbanistici avviati in seguito, durante il [[Storia dell'Italia fascista|ventennio]], cambiarono in parte l'aspetto della città.