Periodo Protodinastico (Egitto): differenze tra le versioni

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=== Il dilemma sull'unificazione dell'Egitto ===
{{Vedi anche|Menes|Narmer|Horo Scorpione II|Aha}}
La scarsità di documenti sul periodo dell'unificazione non consente di valutare se vi fu passaggio graduale tra la situazione precedente e quella che si venne successivamente a creare, o se tale passaggio avvenne traumaticamente come, del resto, alcuni manufatti del periodo (prima fra tutti la [[Tavoletta di Narmer]] e altre palette) lascerebbero intendere; l'unificazione stessa, perciò, appare storiograficamente come un episodio improvviso, il cui verificarsi viene attribuito a un unico re: ''Meni'' o [[Menes]]. E su questa situazione di stabilità al sud, si innesta la figura di quello che viene indicato come il primo unificatore delle Due Terre e il primo sovrano della [[I dinastia egizia|I dinastia]]: il re [[Narmer]]<ref group="N">Usualmente si tende a indicare genericamente i sovrani dell'Egitto antico con il termine ''faraone''. È tuttavia da tener presente che tale termine, derivazione [[Lingua greca antica|greca]] da ''Per-Aa'', ovvero ''Grande Casa'', viene adottato solo in tempi relativamente recenti, con la [[XVIII dinastia egizia|XVIII dinastia]] e segnatamente con [[Thutmose III]]. Tutti i sovrani dinastici precedenti, perciò, dovrebbero essere indicati come ''re'' essendo di fatto il nome comune loro assegnato ''Neter-Nefer'', ovvero ''Buon Dio'', o anche solo ''Neter'' (Dio). In questa voce si cercherà, perciò, di seguire questa linea, anche se potrebbe essere utile ricorrere talvolta, sia pure impropriamente, al termine più usuale per comodità di scrittura.</ref>.
 
Secondo la tradizione, intorno al [[XXXII secolo a.C.|3150 a.C.]] un sovrano di nome [[Menes]] sarebbe diventato re in Alto Egitto e con un'imponente armata avrebbe sottomesso il Basso Egitto e in seguito unito le due entità nelle "[[Geografia dell'antico Egitto#Due Terre|Due Terre]]", così diventando il primo vero faraone.<ref group="N">Usualmente si tende a indicare genericamente i sovrani dell'Egitto antico con il termine ''faraone''. È tuttavia da tener presente che tale termine, derivazione [[Lingua greca antica|greca]] da ''Per-Aa'', ovvero ''Grande Casa'', viene adottato solo in tempi relativamente recenti, con la [[XVIII dinastia egizia|XVIII dinastia]] e segnatamente con [[Thutmose III]]. Tutti i sovrani dinastici precedenti, perciò, dovrebbero essere indicati come ''re'' essendo di fatto il nome comune loro assegnato ''Neter-Nefer'', ovvero ''Buon Dio'', o anche solo ''Neter'' (Dio). In questa voce si cercherà, perciò, di seguire questa linea, anche se potrebbe essere utile ricorrere talvolta, sia pure impropriamente, al termine più usuale per comodità di scrittura.</ref> Ma il resoconto della tradizione risulta dubbio e controverso – le principali fonti che la tramandano sono la ''[[Liste reali egizie#La lista di Karnak|lista di Karnak]]'' ([[XV secolo a.C.]]), la ''[[lista di Abido]]'' ([[XIV secolo a.C.]]), il [[papiro dei re]] ([[XIII secolo a.C.]]) [[Erodoto]] ([[V secolo a.C.]]), [[Manetone]] ([[III secolo a.C.]]) e in generale non ci sono fonti che precedono il [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo Regno]], facendo dubitare dell'esistenza stessa di Menes.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=La Civiltà Egizia|url=https://laciviltaegizia.org/tag/menes/|titolo=Menes|sito=LA CIVILTA' EGIZIA|data=2022-05-02|accesso=2025-09-23}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lezionidistoria.it/index.php?view=article&id=516:menes-faraone-2850-a-c-circa&catid=18|titolo=Menes (faraone) - 2850 a.C. circa|sito=www.lezionidistoria.it|accesso=2025-09-23}}</ref>
 
Nel 1898 venne ritrovata a Ieracompoli una tavoletta di straordinaria fattura: la [[tavoletta di Narmer]], la quale mostra chiaramente un altro sovrano, [[Narmer]], in un dettaglio di quella che sembra proprio una guerra tra Alto e Basso Egitto. La sua esistenza è stata poi ulteriormente "confermata" da altri documenti come tantissimi serekht recanti il suo nome e pure la sua stessa presunta tomba localizzata a [[Umm el-Qa'ab]], accanto ad altri sovrani predinastici.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=La Civiltà Egizia|url=https://laciviltaegizia.org/2022/02/23/il-faraone-narmer/|titolo=IL FARAONE NARMER|sito=LA CIVILTA' EGIZIA|data=2022-02-23|accesso=2025-09-23}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.focus.it/cultura/curiosita/chi-e-stato-il-primo-faraone-dell-antico-egitto|titolo=Chi è stato il primo faraone dell’antico Egitto?|sito=Focus.it|accesso=2025-09-23}}</ref> Oramai molti storici concordano nell'identificare Menes e Narmer come la stessa persona, possibilmente Narmer era il nome privato del faraone mentre Menes era quello pubblico, o forse Menes era l'epiteto letterario del nome Narmer. Ma ciò non significa che tutti gli egittologi ne siano concordi: alcuni sono ancora convinti che Narmer e Menes siano due persone diverse che regnarono uno dopo l'altro, e si formarono tradizioni diverse intorno alle loro figure.<ref>{{Cita web|url=https://www.narmer.org/search/region/Canaan|titolo=Inscriptions From the Canaan Region - The Narmer Catalog|sito=www.narmer.org|accesso=2025-09-23|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170920054628/https://www.narmer.org/search/region/Canaan|dataarchivio=2017-09-20}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.narmer.org/menes|titolo=Who Was Menes? - Was He Narmer or Aha?|sito=www.narmer.org|accesso=2025-09-23|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170901204749/http://www.narmer.org/menes|dataarchivio=2017-09-01}}</ref>
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!Consorti (se conosciute)
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|–|| ''([[Menes]]?)''
 
''([[Narmer]]?)''
 
''([[Horo Scorpione II]]?)''
 
''([[Aha (faraone)|Aha]]?)''
|?<ref group="N">A lungo si riteneva, come si legge sotto, che la consorte di Narmer si chiamasse [[Neithotep]], e forse era anche reggente per il successore, ma ultimamente è stato appurato che probabilmente si trattasse della sua nuora.</ref>
|-
|[[File:GlazedFiaenceVesselFragmentNameOfAha-BritishMuseum-August21-08.jpg|centro|senza_cornice|55x55px]]
| ''[[Aha (faraone)|Aha]]?''
|[[Neithotep]]
 
Benerib
 
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| [[Djer]]
|Herneith
 
Nakhneit
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|[[File:Egypte louvre 290.jpg|centro|senza_cornice|83x83px]]
| [[Djet]] (o Uagi)
|[[Mer(it)neith]]<ref group="N">Mer(it)neith presenta la titolatura completa di quella di un signore egizio, ma il nome è chiaramente quello di una donna, ciò fa supporre che ella fosse regina regnante (e quindi la prima faraone donna) o reggente per il figlio.</ref>
|-
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| [[Den]]
|Seshemetka
[[Semat]]
Serethor
|-
|[[File:ClaySealImpressionWithNameOfAnedjib-BritishMuseum-August21-08.jpg|centro|senza_cornice|57x57px]]
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|[[File:SemerkhetIvoryLabel-BritishMuseum-August19-08.jpg|centro|senza_cornice|60x60px]]
| [[Semerkhet]]
|?
|-
|[[File:Stela of Qaa (cropped).JPG|centro|senza_cornice|66x66px]]
| [[Qa'a]]
|?
|}
 
Secondo [[Erodoto]]<ref>Erodoto da Alicarnasso (V secolo a.C.), ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'', libro II –Euterpe-.</ref>, che però scrive circa ventisette secoli dopo gli eventi narrati, [[Narmer|Menes]], quasi unanimemente identificato con [[Narmer]], [[Horo Scorpione II]] o [[Aha (faraone)|Aha]]<ref>Iorwerth E. S. Edwards, ''The early dynastic period in Egypt'', The Cambridge Ancient History, Cambridge, Cambridge University Press, 1971, p. 13</ref>, fu il fondatore delle ''[[Muro Bianco|Mura Bianche]]'', ovvero di una città, [[Menfi (Egitto)|Menfi]], su un terreno appositamente bonificato nel punto di incontro tra l'Alto e il Basso Egitto<ref name="Al p62">{{cita|Aldred 1966|p. 62}}.</ref>. Ciò a voler sottolineare certamente l'intento di creare una capitale unica per il Paese unificato, ma contestualmente di dimostrare la volontà di rendere sane terre che, altrimenti, sarebbero state acquitrinose e malsane. A lui si dovrebbe, inoltre, un vasto programma di drenaggio delle acque e di sistemi di irrigazione conseguente, peraltro, al notevole incremento demografico dell'area conseguente all'unificazione.
 
Il ritrovamento nel 1897, a [[Naqada]], a cura di [[Jacques de Morgan]], di una [[mastaba]] contenente riferimenti al re Horus [[Aha (faraone)|Aha]], ovvero ''Horus combattente'' e alla regina [[Neithotep]], a lungo ritenuta sposa di Menes/Narmer<ref>{{cita libro | autore=Mario Tosi | anno=2006 | titolo=Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto | editore=Ananke | città=Torino | isbn=88-7325-115-3 | p=356 }}</ref> lascia intendere che Narmer, Menes e Aha (quest'ultimo a maggior ragione proprio per l'epiteto ''combattente'') possano essere identificati per la stessa persona; ipotesi convalidata dalla presenza di una placca in avorio intestata ad Aha, ma recante anche un geroglifico interpretabile come Meni, in alternativa sarebbero potuti essere imparentati, ma si tende a credere che Neithotep fosse moglie di Aha e non del primo faraone.
 
Ancora alla I dinastia sono da ascriversi sicuri rapporti con paesi dell'area [[Siria (regione storica)|siro]]-[[Palestina|palestinese]] e [[Nubia|nubiana]] e segnatamente con il [[Libano]], condizione ricavabile dal progressivo aumento, nelle tombe dinastiche, di [[Cedrus libani|legni]] provenienti da quella terra<ref name="Al p62" />.
 
Del resto non si conoscono altri eventi collegati o avvenuti durante la I dinastia, se non che durante questa dinastia furono poste le basi della società e cultura egizia come: la fondazione del culto di [[Api (mitologia egizia)|Api]], la prima cerimonia dell{{'}}''[[Heb-Sed]],'' l'adozione della [[Corone egizie|corona doppia]], opere di canalizzazione del Nilo e guerre di espansione ai danni di alcuni popoli, ma queste informazioni ci sono pervenute da storici estremamente posteriori, come [[Sesto Giulio Africano]]''.''<ref>[[Claudio Eliano]], ''De Natura Animalium''.</ref>
 
Il ritrovamento nel 1897, a [[Naqada]], a cura di [[Jacques de Morgan]], di una [[mastaba]] contenente riferimenti al re ''[[Horus]]'' [[Aha (faraone)|Aha]], ovvero ''Horus combattente'' e alla regina [[Neithotep]], a lungo ritenuta sposa di Menes/Narmer<ref>{{cita libro | autore=Mario Tosi | anno=2006 | titolo=Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto | editore=Ananke | città=Torino | isbn=88-7325-115-3 | p=356 }}</ref> lascia intendere che Narmer, Menes e Aha (quest'ultimo a maggior ragione proprio per l'epiteto ''combattente'') possano essere identificati per la stessa persona; ipotesi convalidata dalla presenza di una placca in avorio intestata ad Aha, ma recante anche un geroglifico interpretabile come Meni, in alternativa sarebbero potuti essere imparentati, ma si tende a credere che Neithotep fosse moglie di Aha e non del primo faraone.
 
=== II dinastia (2925-2700 a.C.) ===
{{vedi anche|II dinastia egizia}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
|+ Principali reSintesi della II dinastia
|-
! Periodo Raffigurazione!! Principali re
!Consorti (se conosciute)
|-
|rowspan="9"[[File:Hetepsekhemwy cropped.jpg| '''Arcaico o tinita''' centro|senza_cornice|73x73px]]|| [[Hotepsekhemwy]]
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|-
|[[File:Raneb-Stela MetropolitanMuseum.png|centro|senza_cornice|111x111px]]
| [[Raneb]] (o Neb-Ra)
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|-
|[[File:Abydos KL 02-03 n11.jpg|centro|senza_cornice|75x75px]]
| [[Ninetjer]]
|
|-
|[[File:Weneg.png|centro|senza_cornice|143x143px]]
| [[Ueneg (faraone)|Ueneg]]
|
|-
|[[File:Shery-5.JPG|centro|senza_cornice|70x70px]]
| [[Sened (faraone)|Senedj]]
| [[Sened (faraone)|''Sened'']]?<ref group="N">Ueneg e Sened sono avvolti nel dubbio e nel mistero. Sul primo, il suo nome era erroneamente letto come Uadjnes (chiaramente un nome femminile), mentre il secondo potrebbe non esistere nemmeno dato che non sono stati trovati ancora serekht col suo nome e un frammento riporta che invece regnò un certo Nefersenedj-Rau, non ci sono inoltre liste reali che concordano tra loro. È plausibile che i due abbiano co-regnato durante un periodo di crisi.</ref>
|
|-
|[[File:CalciteVesselFragmentNameOfSekhemibPerenmmat-BritishMuseum-August21-08 retouched.jpg|centro|senza_cornice|60x60px]]
|''[[Sekhemieb-Perenmaat]]?''<ref group="N">Non presente in alcuna lista reale, ma attestato da ritrovamenti archeologici. Potrebbe essere un omonimo di [[Peribsen]].</ref>
|
|-
|[[File:Peribsen stelae.JPG|centro|senza_cornice|80x80px]]
| [[Peribsen]]
|
|-
|[[File:Khasekhemwy.jpg|centro|senza_cornice|94x94px]]
| [[Khasekhem]]
|-
| [[Khasekhemui]]
|[[Nimaathap]]
|-
|–
| [[Khasekhem]]
|
|-
|–
| [[Ba (faraone)|Ba]]
|
|-
|[[File:Horus 'Bird'.png|centro|senza_cornice|79x79px]]
| [[SenedSa (faraone)|Senedj''Sa'']]?
|
|-
|[[File:Neferkasokar-inscription.png|centro|senza_cornice|70x70px]]
|''[[Neferkaseker]]''?
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|–
|''[[Hudjefa]]?''
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|-
|–
|''[[Aaka]] (o Aaka)?''
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|–
|''[[Neferkara I]]?''
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|-
|[[File:Nubnefer.png|centro|senza_cornice|60x60px]]
|''[[Nubnefer]]?''
|
|}
 
Scarsi sono i monumenti riferiti alla I così come altrettanto scarsi quelli della [[II dinastia egizia|II dinastia]]; tra le due dinastie, peraltro, pare si possano essere instaurati rapporti di rivalità, quasi che la II dinastia si sia sostituita alla I con atti di lotta o guerra civile. È infatti sintomatico che gran parte delle tombe e dei cenotafi della I dinastia siano stati deliberatamente dati alle fiamme e i corredi dispersi o, a loro volta, distrutti con il fuoco<ref name="Al p62" />, quasi a volerne cancellare l'esistenza. La II dinastia può essere, sia pure impropriamente, definita già "menfita" poiché la capitale viene trasferita nella città del Delta. Del resto ancora più rare sono le informazioni note sulla II dinastia, al punto che non è stato nemmeno accordato un'ordine di successione continua tra i sovrani, e questo fa pensare che la dinastia abbia regnato durante un periodo di precaria crisi (forse lo scisma religioso discusso nella seguente sezione), sorta dopo la fine della I dinastia.<ref>{{Cita web|url=http://www.francescoraffaele.com/egypt/hesyra/dynasty2.htm|titolo=Ancient Egypt: The Second Dynasty - by Francesco Raffaele|sito=www.francescoraffaele.com|accesso=2025-09-24}}</ref>
 
==== Lo scisma sethiano ====
Se con il re [[Raneb|Neb-Ra]] inizia il culto solare di [[Ra]], con uno dei suoi successori, [[Peribsen]], si assiste a un nuovo spostamento della capitale ad [[Abido (Egitto)|Abido]] e ad una rottura con quello che si era già consolidato come uno dei più importanti titoli dei sovrani: il ''Nome di [[Horus]]'' che veniva iscritto nel [[Serekht|serekhserekht]]<ref>Ovvero il geroglifico che conteneva il Nome di Horus sovrastato dal falco</ref> sovrastato dal geroglifico del dio falco. Il nome originario di tale sovrano doveva essere ''Sekhem-Ib'', ovvero ''Potente di cuore'' e si ritiene che la sua assunzione al trono, derivata da un colpo di Stato, abbia comportato un vero scisma religioso che va sotto il nome di ''scisma sethiano''<ref>Mario Tosi, ''Dizionario Enciclopedico delle Divinità dell'Antico Egitto'', Vol. I, Ananke, 2004, p. 52.</ref>. Il nome Peribsen non è, infatti, riportato nelle liste regali, ma ritrovato nella necropoli di [[Umm el-Qa'ab]] ove però l'usuale serekhserekht contenente il "nome di Horus", è di fatto sormontato dall'[[animale di Seth]].
 
Con la scoperta, a cura di Petrie, nella necropoli di Umm el-Qa'ab della tomba del suo successore, [[Khasekhemui]]<ref group="N">Anche in questo caso il nome non appare nelle liste reali note.</ref> (ovvero ''Appaiono i potenti scettri'')<ref group="N">Dal nome, nonché dalla diplomatica soluzione dello scisma sethiano, alcuni studiosi hanno voluto individuare proprio in questo re il vero unificatore del Paese.</ref>), si assiste invece alla risoluzione diplomatica dello scisma sethiano: il serekhserekht di Khasekhemui, infatti, esibisce i due simboli, di Horus e di Seth, affrontati ed entrambi con la Corona Doppia. Al nome Khasekhemui, il re aggiunge l'epiteto ''Neb-wi-hotep-imef'' e i due nomi affiancati portano a: ''i due potenti scettri sono sorti e i due Signori sono in pace''<ref group="N">A [[Ieracompoli]] vennero rinvenute una stele spezzata, due coppe in pietra e due statue recanti l'identificativo di un re Horus-Khasekhem. Sulla base di una di tali statue è riportata una rozza incisione rappresentante nemici uccisi riportandone il numero in 47.209; se da un lato si è portati a identificare Horus-Khasekhem con lo stesso Khasekhemui, non esiste alcuna certezza che non si sia, invece, trattato di chi si oppose militarmente all'usurpatore Peribsen in una vera e propria guerra civile, la cui risoluzione sarebbe poi stata definitivamente sancita dall'avvento al trono di Khasekhemui o dalla modifica del nome che potrebbe aver perso il riferimento a Horus in segno di pacificazione sancita dai due animali teolofori affrontati sul ''serekh''.</ref>.
[[File:Djoser statue.jpg|miniatura|Il faraone [[Djoser]], con il quale si conclude il periodo protodinastico.]]
 
A partire dalla fine della II dinastia, il Nome di Horus venne poi definitivamente ripristinato<ref>Tosi, 2004, p. 52</ref> e una tale condizione di dualità non si ripeterà mai più nel corso della millenaria storia dell'Egitto antico. Sposa di Khasekhemui fu la regina [[Nimaathap]], probabilmente madre del re [[Djoser]] o Tosorthros, iniziatore della [[III dinastia egizia|III dinastia]], anch'essa misteriosa sebbene molto meno delle precedenti. Con quest'ultima infatti l'Egitto uscì dal suo periodo di crisi e anzi si sviluppò in uno stato centralizzato con una salda società e cultura, non a caso durante il suo regno compaiono le prima [[Piramide a gradoni|piramidi a gradoni]], ad opera del [[visir]] [[Imhotep]]. Per questi motivi si conclude che dalla III dinastia abbia inizio la vera storia dell'Egitto, e particolarmente la sua prima fase, l'[[Antico Regno (Egitto)|Antico Regno]] (2700–2200, dinastia III–[[VI dinastia egizia|VI]]).<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=La Civiltà Egizia|url=https://laciviltaegizia.org/2022/03/16/il-faraone-djoser/|titolo=IL FARAONE DJOSER|sito=LA CIVILTA' EGIZIA|data=2022-03-16|accesso=2025-09-24}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|autore=Peter Lundström|url=https://pharaoh.se/ancient-egypt/dynasty/3/|titolo=The Third Dynasty of ancient Egypt|sito=Pharaoh.se|accesso=2025-09-24}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://giza.fas.harvard.edu/lessons/the-old-kingdom-the-age-of-the-pyramids|titolo=Digital Giza {{!}} Daily Life in Ancient Egypt|sito=giza.fas.harvard.edu|accesso=2025-09-24}}</ref>
 
== Evidenze archeologiche del periodo ==
Scarse sono le testimonianze archeologiche sopravvissute alla I dinastia<ref>Cyril Aldred, ''Arte dell'Antico Egitto'', Milano, Rizzoli, 2002, p. 36.</ref> e le poche pervenute sono seriamente danneggiate in conseguenza dei saccheggi subiti da tombe e cenotafi e dell'azione distruttiva posta in essere dai regnanti della II dinastia.
 
I reperti esistenti, tuttavia, lasciano intravedere una capacità manuale degli artigiani con splendide rifiniture in [[legno]], [[avorio]], [[Quarzo ialino|cristallo di rocca]] e [[Roccia|pietre]] dure, [[oro]] e [[rame]]. Molteplici e di notevole fattura, in tal senso, [[Gioielleria|monili]], una specie [[Collana|collane]], in [[faience]], pietre dure, [[scisto]], [[Corniola|cornalinacorniola]], lapis lazuli[[lapislazzuli]] (importato dall'[[Afghanistan]]), e il primo esempio noto di tavola per il gioco del [[senet]], con caselle intarsiate e pedine in avorio risalente al re [[Djer]] della I dinastia (circa 2900 a.C.)<ref name="AAVV 2001 pp. 36">AAVV, 2001, I tesori dell'Antico Egitto nella collezione del Museo Egizio del Cairo) pp. 36 e 581.</ref>.
 
=== La Tavoletta di Narmer ===
{{vedi anche|Tavoletta di Narmer}}
[[File:Narmer Palette.jpg|thumb|NarmerTavoletta Palettedi Narmer.]]
Sotto il profilo dell'attività unificatoria di Narmer, viene normalmente citata la [[Tavoletta di Narmer]]<ref>Alan Gardiner, ''La civiltà egizia'', Milano, Einaudi, 1961, riedizione 1985, pp. 54, 357, 358 et al.</ref>, una tavola di [[scisto]] scolpita che reca, su ambo i lati, la rappresentazione del re. Mentre sul [[dritto]] il re indossa la corona dell'Alto Egitto e appare nell'atto di colpire con una [[mazza]] un prigioniero, che reca i tratti somatici di un abitante del nord del Paese, trattenuto per i capelli, nel rovescio lo stesso re, in processione o in parata dinanzi ai corpi mutilati dei nemici, indossa la corona del Basso Egitto.
 
Ciò è stato materialmente interpretato come una sorta di trofeo della [[guerra civile]] combattuta da Narmer per l'unificazione delle Due Terre.
 
A conferma della comune attenzione alle Due Terre, senza apparenti preferenze per nessuna delle due, inizia la consuetudine reale di disporre di due tombe: una, effettiva, nella necropoli di [[Saqqara]] e un [[cenotafio]] ad [[Abido (Egitto)|Abido]].<ref name="Al p63">{{cita|Aldred 1966|p. 63}}.</ref> e nasce la “corona“[[Corone egizie|corona doppia”doppia]]”, o composita, che ingloba le corone delle Due Terre.
 
Una novità precipua di tale periodo, in campo artistico, sono le tavole di [[ardesia]], o scisto, a forma di scudo<ref group="N">Questi manufatti vengono generalmente indicati come ''tavolette cosmetiche'' perché simili, sia pure in grandi dimensioni, a quelle piccole impiegate per mescolare, appunto, i cosmetici.</ref> nonché le teste di mazza da guerra commemorative di battaglie vittoriose che si rifanno, peraltro, a modelli già noti dal Predinastico (come la [[Mazza dello Scorpione|testa di mazza del Re Scorpione]]).
 
Tra i reperti di tal genere, si annovera la cosiddetta ''Tavoletta del Campocampo di Battagliabattaglia''<ref group="N">La tavoletta è anche nota come “Tavoletta degli avvoltoi”, “delle giraffe” o “dei leoni”; spezzata in tre parti principali, è proprietà, dell'[[Ashmolean Museum]] di [[Oxford]], del [[British Museum]] di Londra e del Museo di [[Lucerna]].</ref> risalente orientativamente al 3170 a.C., rinvenuta ad Abido ed evocativa di una battaglia vittoriosa contro popolazioni libiche.
 
Da Ieracompoli proviene un'altra tavoletta, detta "dei due cani", oggi all'Ashmolean Museum di Oxford, che è, dopo la ''Tavoletta di Narmer'', una delle più complete. Due [[Canis lupus familiaris|cani]] circondano la parte alta della tavoletta sporgendo oltre il bordo, così che sono visibili da entrambi i lati, mentre al centro, sul ''recto'', una scena di animali in caccia tra cui si distinguono [[Panthera leo|leoni]], [[Giraffa|giraffe]], [[Antilopinae|antilopi]], [[Panthera pardus|leopardi]], [[Bos taurus|tori]]; sul rovescio ancora animali e una piastra liscia circondata da animali fantastici dal lungo collo, i cosiddetti [[serpopardo|serpopardi]] (simili a quelli riscontrabili sulla Tavoletta di Narmer)<ref group="N">
La tavoletta richiama, nella struttura, un altro analogo manufatto, la ''Tavoletta dei quattro cani'', oggi al [[Museo del Louvre|Louvre]], risalente al periodo [[Naqada II]].</ref>.
 
Ancora tra le tavolette ''cosmetiche'' si annovera la ''Tavoletta della caccia al leone'' o ''Tavoletta dei Cacciatori''<ref group="N">La tavoletta, spezzata in due parti, è nella disponibilità del [[British Museum]] di [[Londra]], e del [[Museo del Louvre|Louvre]] di [[Parigi]].</ref>, forse proveniente da Abido, in cui un gruppo di guerrieri cacciano animali selvatici, specie leoni. È interessante che i cacciatori siano palesemente attribuibili a tre differenti tribù, o province, di provenienza, a indicare, quindi, l'esistenza di alleanze.
La tavoletta richiama, nella struttura, un altro analogo manufatto, la ''Tavoletta dei quattro cani'', oggi al Louvre, risalente al periodo Naqada II.</ref>.
 
Scarse sono anche le rimanenze architettoniche del periodo giacché le strutture, religiose o abitative, erano realizzate con materiali leggeri e deperibili (legno, [[Mattone|mattoni crudi]]). Uniche strutture ancora identificabili sono le [[mastaba|mastabe]]<ref group="N">la forma tipica delle pareti, più larghe alla base, che danno alla costruzione la tipica forma tronco-piramidale rastremata verso l'alto, deriverebbe (Cyril Aldred, p. 40) dal ricordo delle originarie pareti in cannicci ricoperti di fango. Il peso stesso del fango lo faceva slittare verso il basso causando, così, un ispessimento della base del muro rispetto alla sommità. Tale particolarità estetico-architettonica si perpetuerà per tutta la storia dell'Egitto.</ref>, sia relative a tombe che a cenotafi, delle necropoli di Saqqara e Abido<ref>{{cita|Aldred 2002|pp. 40 e sgg.}}</ref>.
Ancora tra le tavolette ''cosmetiche'' si annovera la ''Tavoletta della caccia al leone'' o ''Tavoletta dei Cacciatori''<ref group="N">La tavoletta, spezzata in due parti, è nella disponibilità del British Museum di Londra, e del Louvre di Parigi.</ref>, forse proveniente da Abido, in cui un gruppo di guerrieri cacciano animali selvatici, specie leoni. È interessante che i cacciatori siano palesemente attribuibili a tre differenti tribù, o province, di provenienza, a indicare, quindi, l'esistenza di alleanze.
 
Le pareti esterne, a “''[[facciata di palazzo]]''”<ref group="N">Un'idea della ''facciata di palazzo'' è ricavabile dal [[serekht|serekh]], il simbolo della titolatura regale sovrastato dal falco, che inquadrava il nome di Horus del re, che simboleggia un palazzo, reale, appunto, visto sia in pianta (parte alta che contiene il geroglifico reale) che in alzato (la parte più bassa).</ref>, ovvero a rientranze e sporgenze a imitazione della porta principale di un palazzo reale fiancheggiata da torri, riscontrabile specialmente nell'area mesopotamica, ha fatto ipotizzare che da tale area sia provenuta l'idea stessa di costruzione architettonica, dapprima in mattoni crudi, poi sostituita dalla pietra<ref>{{cita|Aldred 2002|p. 40}}.</ref>. Il fatto poi che le costruzioni fossero ricoperte di latte di [[calce]] bianca applicato a imitazione delle [[Stuoia|stuoie]] in [[Juncus|giunco]], ha fatto altresì ipotizzare che originariamente tali strutture fossero in semplice legno ricoperte di [[Tessuto (materiale)|tessuto]].
Scarse sono anche le rimanenze architettoniche del periodo giacché le strutture, religiose o abitative, erano realizzate con materiali leggeri e deperibili (legno, mattoni crudi). Uniche strutture ancora identificabili sono le [[mastaba|mastabe]]<ref group="N">la forma tipica delle pareti, più larghe alla base, che danno alla costruzione la tipica forma tronco-piramidale rastremata verso l'alto, deriverebbe (Cyril Aldred, p. 40) dal ricordo delle originarie pareti in cannicci ricoperti di fango. Il peso stesso del fango lo faceva slittare verso il basso causando, così, un ispessimento della base del muro rispetto alla sommità. Tale particolarità estetico-architettonica si perpetuerà per tutta la storia dell'Egitto.</ref>, sia relative a tombe che a cenotafi, delle necropoli di Saqqara e Abido<ref>{{cita|Aldred 2002|pp. 40 e sgg.}}</ref>.
 
Per quanto attiene alla statuaria, normalmente identificabile solo per la grossolanità della fattura (elemento di certo non particolarmente caratterizzante), uno dei rari reperti certamente del periodo è la [[Statua di Khasekhemui in scisto verde|statua di Khasekhemui]], oggi al [[Museo egizio (Il Cairo)|Museo del Cairo]].
Le pareti esterne, a “''[[facciata di palazzo]]''”<ref group="N">Un'idea della ''facciata di palazzo'' è ricavabile dal [[serekht|serekh]], il simbolo della titolatura regale sovrastato dal falco, che inquadrava il nome di Horus del re, che simboleggia un palazzo, reale, appunto, visto sia in pianta (parte alta che contiene il geroglifico reale) che in alzato (la parte più bassa).</ref>, ovvero a rientranze e sporgenze a imitazione della porta principale di un palazzo reale fiancheggiata da torri, riscontrabile specialmente nell'area mesopotamica, ha fatto ipotizzare che da tale area sia provenuta l'idea stessa di costruzione architettonica, dapprima in mattoni crudi, poi sostituita dalla pietra<ref>{{cita|Aldred 2002|p. 40}}.</ref>. Il fatto poi che le costruzioni fossero ricoperte di latte di calce bianca applicato a imitazione delle stuoie in giunco, ha fatto altresì ipotizzare che originariamente tali strutture fossero in semplice legno ricoperte di tessuto.
 
Per quanto attiene alla statuaria, normalmente identificabile solo per la grossolanità della fattura (elemento di certo non particolarmente caratterizzante), uno dei rari reperti certamente del periodo è la [[Statua di Khasekhemui in scisto verde|statua di Khasekhemui]], oggi al Museo del Cairo.
 
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File:Palette with quadrupedes-E 11052-IMG 9460-9470-gradient.jpg|La "tavoletta dei quattro cani", Naqada III, oggi al [[Museo del Louvre|Louvre]]
File:British Museum Egypt 029.jpg|La “tavoletta del Campocampo di Battaglia”battaglia”, frammento del [[British Museum]]
File:HuntersPalette-BritishMuseum-August21-08.jpg|La “tavoletta del Cacciatore”cacciatore”- riunita nelle sue due componenti presso il British Museum il 21 agosto 2008
File:Saqqara BW 16.jpg|[[Saqqara]], mastaba BW 16 della principessa Idut
File:Khasekhemwy.jpg|[[Statua di Khasekhemui in scisto verde]], al [[Museo egizio (Il Cairo)|Museo Egizio del Cairo]]
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=== Reperti musealizzati ===
[[Museo del Louvre]]:
* tavoletta dei quattro cani ([[Naqada III]]) (cat. E 11052), provenienza sconosciuta, forse [[Damanhur]]<ref>Fotografia ad alta risoluzione: http://xoomer.virgilio.it/francescoraf/hesyra/palettes/4dogs-big.jpg</ref>;
[[Ashmolean Museum]] [[Oxford]]:
* tavoletta dei due cani (cat. E.3924), da [[Ieracompoli]]<ref>http://www.ashmolean.org/ashwpress/talkingobjects/if-ancient-egypt-had-instagram/</ref>;
[[British Museum]], [[Londra]]:
* tavoletta del cacciatore (cat. EA20792), provenienza sconosciuta, forse Abido<ref>http://www.britishmuseum.org/research/collection_online/collection_object_details.aspx?objectId=116961&partId=1</ref><ref>Fotografia ad alta risoluzione: http://xoomer.virgilio.it/francescoraf/hesyra/palettes/hunters.htm</ref>;
[[Museo egizio (Il Cairo)|Museo egizio del Cairo]]:
* tavoletta di Narmer (cat. JE 14716; CG 32169) dal deposito principale del tempio di Horus a Ieracompoli<ref>Fotografia ad alta risoluzione: recto http://xoomer.virgilio.it/francescoraf/hesyra/palettes/narmerp.jpg ; rovescio http://xoomer.virgilio.it/francescoraf/hesyra/palettes/narmerp1.jpg</ref>
* tavola da gioco del senet (cat. JE 45038), da Saqqara, tomba di Re Djer<ref name="AAVV 2001 pp. 36"/>
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== Cronologia del Periodo Arcaico (3150-2700 a.C.) ==
<ref name="Al p63" />
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
|+ Cronologia Periodo Arcaico<ref name="Al p63" />
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! Data (a.C.) !! Dinastia !! Usi funerari !! Avvenimenti
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| 3150 || I || Tombe reali effettive a Saqqara<br />[[Cenotafio|Cenotafi]] ad Abido || Sviluppo della scrittura<br />armiArmi e utensili in rame
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| 2900 || II || Democratizzazione delle sepolture || Uso della pietra nelle costruzioni e nella statuaria;<br />Tombe private vicine a quelle reali;<br />Contese religiose e politiche; Scisma sethiano di Peribsen;<br />Pacificazione e superamento dello scisma sotto Khasekhemui
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